149

Nintendo non osa più? - La Bustina di Lakitu

Gran parte dei giochi di seconda generazione sviluppati internamente sono dei seguiti, una cosa che ci fa chiedere: Nintendo non osa più?

RUBRICA di Alessandro Bacchetta   —   02/07/2022

Abbiamo già ampiamente lodato il 2022 di Nintendo Switch, ulteriormente arricchito dai recenti annunci dei giochi sviluppati dalle terze parti. Come avevamo scritto, sarà uno dei migliori "sesti anni" mai esistiti per qualsiasi piattaforma. Eppure, è inutile fare finta di niente, da Nintendo ci si aspettava qualche azzardo in più.

Il debutto della console è stato gestito in maniera perfetta: dei primi dodici mesi strepitosi, seguiti da un anno votato al multiplayer offline e da un 2019/inizio 2020 coi titoli storicamente appartenenti al mondo tascabile. Poi c'è stata una pausa fisiologica nei mesi successivi, probabilmente ingigantita dalle difficoltà legate alla pandemia, e abbiamo avuto un 2021 segnato dalle produzioni di EPD7, culminate in Metroid Dread. Il 2022 sarà una sorta di "nuovo 2017", con tanta qualità e quantità, ma con l'assenza dei pesi massimi (Super Mario e The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2, programmato per la prossima primavera). Non c'è davvero da lamentarsi, in generale, per com'è stata gestita la vita di Nintendo Switch; una vita che, tra l'altro, è ancora lontana dalla sua fine.

Nintendo Labo: il team 'casual', EPD 4, è quello che sperimenta di più
Nintendo Labo: il team "casual", EPD 4, è quello che sperimenta di più

È impossibile negare tuttavia quanto Nintendo sia stata conservativa con la seconda generazione di giochi per la console. Visto che il mercato casalingo e quello portatile sono stati uniti, in molti si aspettavano, una volta pubblicate le serie imprescindibili, qualche esperimento in più: del resto, al posto di dover sviluppare un gioco sia per console fissa che per console tascabile (appartenente allo stesso brand), in questo contesto sarebbe stato possibile crearne uno, e ritagliarsi il tempo per dedicarsi ad altro. Invece molti team interni hanno giocato sul sicuro, sviluppando seguiti su seguiti.

Da questa logica, è bene specificarlo, esula il team interno numero 4: sarebbe la divisione "casual" dell'azienda. Oltre a essere la più prolifica, è quella che osa più di tutte, anche grazie al target di riferimento: nel 2017 ha rilasciato 1-2-Switch, nel 2018 ha iniziato a pubblicare i vari Nintendo Labo (ad opera di Tsubasa Sakaguchi), nel 2019 Ring Fit Adventure, nel 2020 Brain Training del Dr. Kawashima, nel 2021 Laboratorio di Videogiochi, nel 2022 Nintendo Switch Sports. Un team estremamente produttivo, che ha aggiornato e riportato in vita delle serie passate, ma soprattutto ha osato con nuovi progetti, in particolare Nintendo Labo.

Tutti i sequel di Nintendo Switch

The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2: di questo sequel non possiamo proprio lamentarci
The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2: di questo sequel non possiamo proprio lamentarci

Sperare che ogni squadra Nintendo lavorasse a una nuova IP sarebbe stato forse eccessivo, ma che nessuna di esse - o quasi - vi si dedicasse, be', ci sarebbe sembrato altrettanto strano. E invece è andata più o meno così. I team interni numero 1 e 2 sono principalmente di supporto e supervisione, per cui lasciamoli da parte. La divisione numero tre è quella che si occupa di The Legend of Zelda. Nonostante in molti la vedessero come la principale candidata per architettare una serie inedita ("Una nuova avventura, dai creatori di Breath of the Wild"... lo slogan era già pronto), è forse quella che ha le migliori ragioni per non allontanarsi dalla serie prediletta. The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha riportato la saga sul posto che non occupava da fin troppi anni, al vertice dell'industria. Chiunque approcci l'open world non può fare a meno di studiare quel gioco e ne abbiamo notato i risultati, in maniera più o meno evidente, in qualsiasi produzione successiva. Allo stesso tempo, Breath of the Wild ha un engine eccezionale ed è un gioco concettualmente essenziale: era logico e sensato sfruttare la prima caratteristica ed elaborare la seconda. È un titolo che si può evolvere in molte maniere, sia come game design sia, soprattutto, come level design. Ci aspettiamo un salto quantitativo in stile Super Mario Bros. / Super Mario Bros. 3.

Della divisione numero quattro abbiamo già parlato, mentre la cinque è una di quelle che ci ha parzialmente deluso. Era comprensibile ormeggiare Nintendo Switch col seguito di Splatoon, ed era chiaramente obbligatorio portare Animal Crossing sulla console, compito eseguito, tra l'altro, in modo magistrale. Ma poi? Perché non dedicarsi a qualcosa di nuovo? Splatoon 3 è molto simile al 2 come aspetto e dinamiche, e già il 2 era molto simile al capitolo originale: questa saga in soli sette anni è passata dall'essere il simbolo della nouvelle vague Nintendo, all'epicentro del suo conservatorismo. Ecco, al posto di Splatoon 3 nel 2021 avremmo potuto giocare una creazione inedita: vedremo se avranno avuto ragione in fase di recensione.

Xenoblade Chronicles 3: un'altra serie con due episodi su Nintendo Switch
Xenoblade Chronicles 3: un'altra serie con due episodi su Nintendo Switch

Il team di Mario Kart, la divisione numero 9, ha sostanzialmente esaurito il suo compito nel 2017. Ha portato Mario Kart 8 sulla console e ha pubblicato una nuova IP poco tempo dopo: ci riferiamo, ovviamente, ad Arms. Era lecito aspettarsi qualcosa anche da loro, ma evidentemente sono andati sul sicuro, dividendo il loro tempo tra Mario Kart Tour e i DLC di Mario Kart 8 Deluxe, che dureranno fino al 2023. Certo, è un peccato che non abbiano osato di nuovo, ma almeno loro hanno progettato Arms. Da questa logica non sfuggono neanche le società possedute da Nintendo, basti pensare a Monolith Soft, che al posto di scolpire una nuova avventura/saga si è buttata a capofitto su Xenoblade Chronicles 3. NdCube è già a quota due Mario Party su Nintendo Switch e Next Level Games... be', forse l'ultimo capitolo di Super Mario Strikers era talmente vecchio da poterla considerare un'operazione coraggiosa, ma si tratta comunque della riproposizione di un brand già esistente.

C'è spazio per qualche sorpresa?

Metroid Dread: una delle sorprese del 2021
Metroid Dread: una delle sorprese del 2021

È possibile che molti dei giochi appena citati siano gli ultimi su Switch da parte dei loro sviluppatori: dopo Splatoon 3, EPD 5 si dedicherà probabilmente alla prossima piattaforma e, come lei, anche gli altri team interni. Mancano ancora alcune divisioni all'appello, tuttavia: Retro Studios realizzerà - auspicabilmente - Metroid Prime 4 su Nintendo Switch, ma esiste ancora la possibilità di avere delle sorprese dal Giappone. Non dovesse succedere, saremmo abbastanza delusi: mondo casual a parte, Switch sarebbe una delle console Nintendo con meno debutti in assoluto.

Il team numero 7 è stato protagonista nel 2022, con ben tre pubblicazioni, la più importante della quali è stata Metroid Dread. Prima che finisca il ciclo vitale di Nintendo Switch, potrebbero rifarsi vivi con un'ultima opera: dovessimo scommettere punteremmo su un seguito del fortunato Tomodachi Life, ma vista la bizzarria di questo team non escludiamo progetti inediti.

Super Mario Odyssey: quando ritornerà, e con cosa, EPD 8?
Super Mario Odyssey: quando ritornerà, e con cosa, EPD 8?

La squadra numero 8, quella capitanata da Yoshiaki Koizumi e residente a Tokyo, è forse la più deludente in termini di pubblicazioni. Ci avevano abituato alla grande, con un'opera - al massimo - ogni tre anni. Tra il 2011 e il 2015, su 3DS e Wii U, fecero uscire ben sei titoli, tra cui Super Mario 3D Land e Super Mario 3D World. Su Switch hanno pubblicato soltanto Super Mario Odyssey, più la collaborazione con NST (Nintendo Software Technology) per Bowser's Fury: decisamente troppo poco. Erano i principali candidati per una grande produzione natalizia, che a questo punto probabilmente non ci sarà. Li attendiamo nel 2023. Sono il team - assieme a quello di The Legend of Zelda - più talentuoso dell'azienda: che ritornino con Donkey Kong, con un altro Super Mario o con un progetto inedito, le nostre aspettative sono ai massimi livelli.

Chiudiamo il discorso con EPD 10, un altro team che su Switch ha avuto un netto calo di prestazioni. Oltre alle riedizioni di due classici per Wii U, e cioè New Super Mario Bros. U Deluxe e Pikmin 3 Deluxe, sull'ibrida Nintendo hanno pubblicato soltanto Super Mario Maker 2, ormai nel lontano 2019. Visti i brand trattati, difficile attendersi una nuova IP; si rifaranno vivi nel 2023 con un altro Pikmin o, più probabilmente, con un inedito Super Mario bidimensionale, magari in prossimità del film animato.

Metroid Prime 4: quando verrà mostrato il primo trailer?
Metroid Prime 4: quando verrà mostrato il primo trailer?

Per concludere, Nintendo ha ancora diverse cartucce da sparare prima di pensionare Switch, attività che non necessita di alcuna fretta: oltre al notevole 2022, altro arriverà nel 2023 (come vi abbiamo appena detto), e probabilmente si chiuderà con qualche colpo di scena finale a inizio 2024. Ci restano almeno tre grandi produzioni: il gioco di EPD 8, The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2, e Metroid Prime 4 di Retro Studios, fortemente indiziato ormai a un lancio intergenerazionale, come accadde a marzo 2017 con The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Attendiamo fiduciosi, con la consapevolezza però che già nel 2022 alcuni di questi seguiti, come Splatoon 3 e Xenoblade Chronicles 3, avrebbero potuto fare spazio a qualche progetto più coraggioso e inedito.