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Sale LAN chiuse, cerchiamo di fare chiarezza

Negli ultimi giorni è scoppiato il caso delle Sale LAN chiuse dall'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli: cerchiamo di fare chiarezza su quel che è successo.

SPECIALE di Raffaele Staccini   —   04/05/2022

Alcune Sale LAN sono state chiuse. Un intero settore sviluppatosi negli ultimi anni potrebbe essere a rischio fallimento. Un imprenditore che potrebbe e vorrebbe lanciarsi in quello stesso mercato che ha denunciato come illegale. Questi i punti centrali di una questione di cui siamo certi avrete sentito parlare in questi giorni, e che potrebbe accompagnare le nostre discussioni a lungo nel prossimo futuro. Ma cos'è successo esattamente?

Proviamo a fare chiarezza sul caso delle Sale LAN, perché gli ultimi sviluppi sembrano cambiare notevolmente la portata delle polemiche.

Cosa è successo?

Una postazione di guida in una sala LAN
Una postazione di guida in una sala LAN

Partiamo dai fatti. Venerdì 29 aprile 2022 un certo numero di esercizi commerciali definiti come sale LAN è stato chiuso dagli agenti dell'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli. Il motivo è un esposto presentato dall'imprenditore Sergio Milesi, titolare della società Led S.r.l. Sono stati così messi i sigilli a un numero imprecisato di locali che vengono definiti come "parchi d'intrattenimento digitali".

L'accusa che Milesi ha rivolto alle cosiddette sale LAN è quella di fare concorrenza sleale alle sale giochi tradizionali. Queste attività mettono a disposizione a pagamento postazioni con PC e console in cui si può giocare a livello competitivo a videogiochi di sport, guida e combattimento di vario tipo, come Fortnite, Call of Duty o FIFA. Nelle Sale LAN vengono impiegati apparecchi che sono venduti per essere giocati a casa, in altre parole i PC e le console che tutti possediamo, ma in taluni casi hanno delle configurazioni simili a quelle che sono utilizzate nelle tradizionali delle sale giochi. Esercizi commerciali che esistono da tantissimi anni che devono pagare licenze, omologazioni e imposte specifiche per poter essere frequentate dal grande pubblico in tutta sicurezza. L'esempio fatto nell'esposto è quello di un simulatore di guida che è possibile trovare all'interno delle sale LAN, che per molti versi ricorda proprio quelli arcade.

All'interno dell'esposto originale veniva chiesto quindi che l'Agenzia verificasse che fossero rispettati i regolamenti riguardo agli "apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro", che in sostanza disciplinano come devono essere i dispositivi e i software in questo genere di sale giochi. E l'Agenzia ha risposto chiudendo tutte le sale ritenute non in regola.

Un evento che, nelle prime ore, ha generato un po' di trambusto generato principalmente dalla confusione tutta italiana che si fa col termine sala giochi. Una definizione che potrebbe sia intendere le classiche sale arcade anni 70'-80' sia le sale con al loro interno slot machine e altri apparecchi per il gioco d'azzardo simili. Un qui pro quo corroborato dal fatto che gli esercizi commerciali di Sergio Milesi e della Led S.r.l. sono prevalentemente delle sale Slot, con però anche all'interno altri tipologie di attività commerciali, come bar, bowling e, appunto, sale arcade.

Le reazioni

L'esport Palace
L'esport Palace

La reazione delle sale LAN coinvolte dal provvedimento non si è fatta, ovviamente, attendere. L'eSportPalace di Bergamo, per esempio, ha pubblicato un video su Instagram in cui mostra i sigilli messi a PC e postazioni da gara.

Nel video viene affermato che in futuro saranno bloccati anche eventi come la Milan Games Week, ma questa è apparsa da subito un'esagerazione.

In seguito all'esposto, infatti, nella giornata di martedì la stessa Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli aveva diffuso una circolare nella quale si diceva che era un provvedimento preso nei confronti di alcune attività specifiche, non di tutto un settore. Questa circolare invitava i titolari delle sale LAN a provvedere affinché i loro apparecchi fossero "sottoposti a omologa o certificazione, muniti di titoli autorizzatori, e soggetti al pagamento dell'Imposta sugli intrattenimenti (ISI)". Il termine ultimo per fare tutto era fissato per sabato 30 aprile, ma alcuni dei titolari delle sale in questione fanno sapere che le modalità previste dall'Agenzia per questo tipo di regolarizzazione sono state tutt'altro che chiare.

Nondimeno molti esercizi simili in maniera preventiva hanno fermato le attività commerciali. Per esempio Federico Donnaloia del Titan Gaming Center ci ha detto che, in attesa di capire come stanno le cose, ha fermato "la Sala LAN e continueremo a lavorare solamente con la zona bar e ludoteca. Ma non si potrà andare avanti per molto tempo così..."

Quello che ha "spaventato" è il modus operandi dell'ADM: "Prima di venerdì nessuno si aspettava un'azione del genere," ci ha detto Donnaloia. "Nonostante esistano svariati mezzi per contattarci ufficialmente (PEC) nessuno ci ha avvisato che si stava valutando la legittimità della nostra attività. Mi sarebbe piaciuto saperlo..." Il vero problema, sempre per il responsabile del Titan Gaming Center, è che "la legislazione italiana è rimasta indietro di decine di anni, il nostro settore è "nuovo" e non rientra in nessuna categoria esistente."

Milesi, dal canto suo, è stato intervistato dal sito specializzato Agimeg, spiegando come gli apparecchi della sua azienda siano sottoposti a numerosi e severi controlli, mentre le nuove sale LAN non sembrano tenute a tutte queste procedure, nonostante utilizzino apparecchiature simili e siano aperte al pubblico. L'obiettivo dichiarato sarebbe quindi quello di chiarire se queste attività sono lecite o meno e a che tipo di normative devono sottostare.

Il piano di Milesi

L'esport Palace di Bergamo
L'esport Palace di Bergamo

È poi emerso che Milesi non si è limitato all'esposto alla sede Lombardia dell'Agenzia che ha fatto chiudere le sale LAN. Nel frattempo l'imprenditore, che gestisce sale anche con "apparecchi a moneta che consentono vincite in denaro", ovvero sale slot e simili, ha inviato anche un interpello molto specifico. In questo documento chiede chiarimenti proprio per introdurre nei suoi locali la possibilità di praticare "eSport" e "sport elettronici" su videogiochi competitivi. Mentre bloccava la concorrenza, insomma, Milesi ha evidentemente fiutato il potenziale di questo settore e ha deciso di sondare il terreno per dedicarsi proprio a quelle attività che ha da poco fatto bloccare.

Come si legge nel testo del documento, la società ha intenzione di ampliare la propria offerta realizzando all'interno dei propri locali uno spazio dove installare delle postazioni PC, simulatori di guida e altre attrezzature messi a disposizione della clientela per praticare sport elettronici su videogiochi competitivi.

Il documento entra molto nel dettaglio, parlando della possibilità di allestire aree con PC e console come PlayStation e Xbox, consentendo agli utenti di utilizzare queste piattaforme previo il pagamento di un prezzo fisso per l'accesso alla postazione. Queste potranno basarsi su giochi come RTS, MOBA, FPS, Battle Royale, giochi di carte collezionabili e videogiochi sportivi, in base a quanto riferito.

Interessante anche notare come nell'interpello venga avanzata l'idea che la Led S.r.l. non abbia necessità di ottenere un nulla osta per la messa in esercizio di queste nuove attività e che non sia necessario nemmeno il pagamento dell'imposta sugli intrattenimenti, stante la regolarità invece di tutti gli apparecchi per il "gioco lecito" come riferito negli articoli dedicati del TULPS.

A questo punto, l'Agenzia ha 90 giorni di tempo per rispondere alla richiesta di Milesi e della sua compagnia e gli sviluppi della questione saranno interessanti da seguire anche per vedere come si evolverà la situazione delle altre sale eSport che nel frattempo devono rimanere chiuse.

La replica dell’ADM

Il Titan Gaming Center di Milano
Il Titan Gaming Center di Milano

Come dicevamo, la replica dell'Agenzia a tutte le polemiche sorte negli scorsi giorni non si è fatta attendere. Stando al comunicato stampa diffuso nella giornata di lunedì 2 maggio da ADM, le sale eSport e LAN chiuse in tutta Italia sarebbero soltanto tre, oltretutto a causa di gravi irregolarità che coinvolgerebbero anche l'utilizzo di software senza autorizzazione.

La situazione sembra essere molto meno grave di quella raccontata o temuta dagli operatori delle sale che sono state chiuse e di fatto i locali sparsi in tutta Italia non sarebbero a rischio. Nello stesso comunicato l'ADM definisce semplicemente false e prive di fondamento le ipotesi di chiusura totale di questo tipo di esercizi. In uno dei 4 casi sottoposti a controllo, infatti, l'operatore commerciale avrebbe esibito la documentazione amministrativa attualmente riconosciuta corretta per l'esercizio dell'attività di gioco nella sala LAN. Ciò ha permesso alla Direzione Giochi di riconoscere la legittimità dell'attività e di concludere l'ispezione amministrativa senza alcun rilievo né contabile né amministrativo.

Ne deriva - continua l'Agenzia - che tutte le manifestazioni di settore, comprese le fiere tematiche e l'esercizio del gioco nelle stesse sale LAN, non sono in alcun modo pregiudicate se svolte nel rispetto delle regole di settore e che le notizie diffuse non rispondono alla realtà dei fatti.

Buco legislativo

Gabriele Delmonte
Gabriele Delmonte

Quello che è sicuro è che tutto questo caso ha evidenziato un buco normativo nel quale si sono create queste incomprensioni. Da una parte abbiamo un imprenditore che sottostà alle vecchie regole (e balzelli) delle sale arcade, dall'altra gli imprenditori delle "nuove" sale LAN che, proponendo qualcosa di un po' diverso, non hanno pensato di dover sottostare a quelle stesse regole.

I gestori delle Sale LAN si sono infatti uniti per provare a far valere le loro ragioni. "Un'importante rappresentanza di titolari di eSports Center, Sale Lan, Simulation Center, VR Center e affini, si sono riunite per far fronte comune alle recenti iniziative dell'ADM," si legge nel comunicato stampa.

"L'intento di questo gruppo di aziende è quello di cercare un confronto con le istituzioni pubbliche per trovare una soluzione normativa o interpretativa alla lacuna legislativa sulla questione, per evitare la problematica estensione d'interpretazione e applicazione di norme datate a nuove tecnologie e moderni usi e costumi.

La volontà è quella di creare un nucleo che rappresenti tutte le aziende di questo settore per proporre un confronto aperto con ADM, MISE e le altre istituzioni collegate rispetto alle caratteristiche del mondo degli eSports e più in generale all'intrattenimento digitale, discutendo delle enormi potenzialità di questo settore che i governi di altri Paesi europei stanno incentivando con leggi e riforme."

La situazione, fortunatamente, si sta sgonfiando velocemente, con alcuni politici che hanno comunque fatto sapere di essere al corrente di questa nuova problematica e che porteranno il caso in Parlamento. Come sappiamo, però, i tempi della burocrazia italiana sono biblici e in questo momento (a dir la verità da qualche anno) il Governo ha tra le mani cose più pressanti. Nonostante questo la situazione dovrebbe chiarirsi a breve e soprattutto l'intero settore delle Sale LAN o delle fiere italiane non sembra essere a rischio.