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Star Wars Jedi: Survivor, le impressioni dopo tre ore di gameplay

Abbiamo giocato tre ore a Star Wars Jedi: Survivor. La nuova avventura di Cal Kestis si preannuncia ricca e spettacolare.

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   03/04/2023
Star Wars Jedi: Survivor, le impressioni dopo tre ore di gameplay
Star Wars Jedi: Survivor
Star Wars Jedi: Survivor
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Cal Kestis sapeva che lo avrebbero trovato. Dagli eventi di Star Wars Jedi: Fallen Order sono passati cinque lunghi anni, ed era solo questione di tempo prima che l'Impero bussasse di nuovo al portellone della sua nave spaziale. Proprio come il Jedi latitante e il suo fedele droide BD-1, gli sviluppatori di Respawn hanno passato gli ultimi anni in gran segreto. Non che fosse chissà quale mistero, perché tutti sotto sotto sapevano che il team guidato da Stig Asmussen era al lavoro sul seguito di Fallen Order. Quando uscì nel 2019, il gioco fu acclamato dalla critica e adorato dagli appassionati, ma soprattutto contribuì a risanare l'immagine di Electronic Arts in un periodo di incessanti critiche, e superò le previsioni di vendita di un publisher convinto che non ci fosse più interesse verso avventure puramente single player. Per non parlare poi della storia: chi aveva giocato Fallen Order fino alla fine sapeva bene che prima o poi avrebbe rivisto Cal Kestis.

"È stato un percorso molto diverso stavolta", ci ha raccontato Kasumi Shishido, production director del gioco. "Il nostro obbiettivo con il seguito era quello di migliorare tutto quello che avevamo fatto con Fallen Order. Quindi è stato un viaggio nuovo anche per noi che avevamo già lavorato al gioco precedente". Un viaggio che però sta giungendo al termine, visto che a poche settimane all'uscita di Star Wars Jedi: Survivor, Respawn ha invitato un nutrito gruppo di giornalisti e content creator a provare tre ore del gioco: un piccolo antipasto di quello che ha tutta l'aria di essere un seguito nettamente più ricco e rifinito dell'originale.

La storia di Jedi: Survivor

Koboh è uno dei primi pianeti che si visitano in Star Wars Jedi: Survivor
Koboh è uno dei primi pianeti che si visitano in Star Wars Jedi: Survivor

E pensare che all'inizio Disney neanche voleva approvarlo, un videogioco con protagonista un Jedi. Troppo rischioso e difficile da incastrare in un periodo in cui tutti i Jedi si sono dati alla macchia. Così, fatta eccezione per qualche cameo (e quel boss in Fallen Order), l'avventura di Cal Kestis continua a tenersi lontana dalla saga degli Skywalker, e se nel primo capitolo si esploravano i segreti di un'antica civiltà, in Star Wars Jedi: Survivor il suo viaggio andrà a intrecciarsi con gli eventi dell'Alta Repubblica, un'epoca risalente a secoli prima dei film e che Lucasfilm ha iniziato a dettagliare solo di recente con libri e fumetti.

Non è chiaro se l'idea sia nata da Respawn o se sia stata una richiesta di Disney: "Non ricordo da chi è partita la proposta", racconta Shishido. "Però a un certo punto qualcuno ha suggerito di andare a pescare dai nuovi romanzi, magari prendendo qualche personaggio da lì o semplicemente esplorando quel periodo temporale. Era una piccola idea che poi si è ingigantita fino a diventare un elemento più grande della storia". Comunque sia andata, gli sviluppatori hanno preso due Porg con una fava: tenendosi a distanza dai personaggi più famosi dei film, Respawn può avere molta più libertà creativa in termini di pianeti da esplorare e personaggi da introdurre.

In Star Wars Jedi: Survivor, Cal e BD-1 si scambieranno continuamente battute, facendo ogni tanto riferimento a cose successe in passato.
In Star Wars Jedi: Survivor, Cal e BD-1 si scambieranno continuamente battute, facendo ogni tanto riferimento a cose successe in passato.

La sequenza di gioco provata all'evento è tratta dalle fasi iniziali di Star Wars Jedi: Survivor. In seguito agli eventi di Fallen Order, l'equipaggio della Stinger Mantis si è separato e ognuno è andato per la sua strada, tenendosi il più possibile lontano dall'Impero. Cal e BD-1 fanno una vita nomade, non restano mai troppo a lungo sullo stesso pianeta, continuando a viaggiare da un posto all'altro per non attirare l'attenzione. A seguito di un'avaria della Mantis causata da una strana anomalia, sono però costretti ad atterrare sul pianeta Koboh, dove si riuniscono con una vecchia conoscenza e soprattutto incontrano Zeta, un droide risalente a una lontana epoca passata.

Restare disattivato per qualche secolo non ha fatto bene ai suoi circuiti, ma il poco tempo passato con questo droide con le rotelle fuori posto è stato esilarante: oltre a essere goffo e simpatico, tuttavia, Zeta sarà fondamentale per indirizzare Cal in una nuova e misteriosa missione. Le tre ore passate su Koboh hanno svelato molto altro ma è meglio fermarsi qui, perché si sa che gli spoiler conducono al Lato Oscuro (e, in questo caso, agli avvocati di Electronic Arts). Una cosa però è sicura: se queste sono le premesse, Star Wars Jedi: Survivor ha tutto il potenziale per raccontare una storia più ricca e ad ampio respiro, con risvolti meno prevedibili e nemici che non siano solo "cool" ma abbiano anche motivazioni più interessanti.

Esplorando Koboh

In Jedi: Survivor, Cal potrà domare e cavalcare i nekko, creature bipedi simili ai Chocobo di Final Fantasy.
In Jedi: Survivor, Cal potrà domare e cavalcare i nekko, creature bipedi simili ai Chocobo di Final Fantasy.

Con Star Wars Jedi: Survivor l'obiettivo di Respawn era ovvio prima ancora di iniziare la pre-produzione: il team avrebbe preso tutto il meglio di Fallen Order e lo avrebbe espanso, migliorando le parti meno riuscite e recuperando le idee scartate per limiti tecnologici e mancanza di tempo. Non si sa di quanto ma Survivor sarà sicuramente più grande del precedente: in termini di contenuti, di meccaniche e di approcci al gioco, di luoghi da scoprire e missioni da affrontare. E questo appare chiaro fin da quando si mette piede su Koboh, un pianeta che per dimensioni dà l'impressione di essere ben più grande di qualsiasi ambientazione vista in Fallen Order. O almeno così sembra a una prima occhiata: superati degli stretti canyon Cal arriva a un altopiano, e davanti a lui si staglia una vallata enorme, popolata da creature titaniche e puntellata da grotte, cascate, picchi rocciosi e piccoli avamposti. Panorami così vasti potevano capitare anche in Fallen Order (si pensi all'introduzione su Bracca), ma stavolta usando BD-1 come binocolo appare chiaro che molti dei posti visibili sulla mappa si potranno effettivamente raggiungere, e non sono lì solo per scena.

In Star Wars Jedi: Survivor ci sono diverse fazioni, e ogni tanto capiterà di vedere soldati imperiali combattere contro droidi controllati dai predoni.
In Star Wars Jedi: Survivor ci sono diverse fazioni, e ogni tanto capiterà di vedere soldati imperiali combattere contro droidi controllati dai predoni.

Per spostarsi attraverso le gole di Koboh bisognerà non solo fare uso delle doti acrobatiche di Cal o delle pratiche zipline sparse in giro per la mappa, ma stavolta sarà possibile usare la Forza per domare la fauna del posto, magari planando grazie a creature alate o cavalcando i nekko, grossi pennuti bipedi simili a Chocobo, che corrono veloci, scalano i torrenti e permettono a Cal di saltare più in alto. Se confrontata con l'inizio di Fallen Order, l'esplorazione di Koboh appare decisamente più varia e interessante: nell'episodio precedente, le prime ore su Bracca e Bogano erano soprattutto una sequela di salti e arrampicate, mentre stavolta il design della mappa porta a un'esperienza più bilanciata. Si alternano corse sui muri a momenti a nuoto sott'acqua, si usa spesso il rampino e si sfreccia sulle zipline, si salta da una parete all'altra e si sfruttano le cavalcature per arrivare da un punto all'altro della mappa, usando i poteri della Forza per creare dei percorsi o liberare la strada da ostacoli.

Cal Kestis sarà in grado di aggrapparsi a creature volanti per planare da un punto all'altro della mappa.
Cal Kestis sarà in grado di aggrapparsi a creature volanti per planare da un punto all'altro della mappa.

La possibilità di usare il rampino ha permesso agli autori di sviluppare mappe e percorsi in verticale, e stavolta è anche possibile usare il viaggio rapido tra un Punto di Meditazione e l'altro, mettendo una toppa al pesante backtracking che a volte rallentava il ritmo di Fallen Order. A scanso di equivoci, Star Wars Jedi: Survivor non diventa un open world: sebbene Koboh abbia una mappa con un respiro maggiore e in grado di dare più libertà d'esplorazione, il gioco mantiene la struttura in stile metroidvania tanto apprezzata di Fallen Order, con la possibilità di sbloccare scorciatoie e accedere a nuovi percorsi solo dopo aver ottenuto specifiche abilità e oggetti, o solo dopo aver portato a termine degli obiettivi. Un'enorme creatura alata potrebbe ad esempio bloccare una strada, e per proseguire in quella direzione bisognerà prima capire come farla volare via; per utilizzare un ascensore verso un'altra area sarà necessario trovare e attivare un'interruttore da qualche altra parte, e per superare un torrente bisognerà prima capire come addestrare e cavalcare i nekko.

L'esplorazione di Koboh è stata relativamente lineare fino all'arrivo all'Avamposto di Meta Promessa, un piccolo centro abitato con la sua cantina, una stalla, un mercante e alcuni edifici. Il centro nevralgico è il Saloon di Pyloon, un punto di ritrovo per viaggiatori e mercanti che nel corso del gioco evolverà assieme al resto del villaggio: viaggiando per la galassia si potranno reclutare altri abitanti che andranno a popolare l'avamposto aggiungendo nuove funzionalità e negozi. Un motivo in più per fare ritorno a Koboh tra una missione e l'altra. A volte contribuiranno semplicemente a rendere il posto più vivace: esplorando il pianeta è capitato ad esempio di incontrare un DJ e il suo droide, che una volta assoldati hanno iniziato a suonare le loro musiche nel saloon, dando la possibilità di scegliere tra diversi brani creati per l'occasione.

DD-EC è un droide DJ che suona come lo scratching di un disco. Adorabile!
DD-EC è un droide DJ che suona come lo scratching di un disco. Adorabile!

Sempre all'Avamposto di Meta Promessa si può curare il proprio giardino piantando i semi trovati in giro per la galassia, oppure si possono acquistare nuove capigliature e vestiti. Cosa ancora più importante, parlando con gli abitanti dell'avamposto si ottengono missioni secondarie più o meno articolate, che possono andare dalla raccolta di strumenti protetti da un plotone imperiale all'esplorazione della caverna di un gigantesco Rancor. Dal momento in cui si raggiunge l'avamposto, la mappa di Koboh si apre, si ha accesso a percorsi alternativi, grotte e pozze d'acqua in cui immergersi e nuotare. E, ancora più che in Fallen Order, si viene premiati per esplorare e sperimentare, attraverso punti esperienza e un gran numero di personalizzazioni.

Il Saloon di Pyloon è la cantina di Koboh, l'hub principale di Star Wars Jedi: Survivor.
Il Saloon di Pyloon è la cantina di Koboh, l'hub principale di Star Wars Jedi: Survivor.

Respawn non ha voluto svelare il numero di mondi visitabili, ma probabilmente non tutti i pianeti del gioco avranno queste dimensioni: come in Fallen Order, Cal si troverà a visitare anche mappe più piccole, con meno segreti e cose da fare, e non è nemmeno chiaro se tutte le ambientazioni saranno originali come questa o se Cal tornerà a visitare alcuni dei pianeti del gioco precedente. Gli sviluppatori assicurano però che le mappe saranno mediamente più ampie. "Ci sono molte più cose da fare e posti da esplorare", spiega Shishido. "Soprattutto, puoi parlare con personaggi secondari e accettare altre missioni, e per inserire tutti questi contenuti di contorno abbiamo dovuto necessariamente creare livelli più spaziosi. Sono convinta che i giocatori saranno particolarmente sorpresi da quanto più grande è il gioco".

Collezionabili col baffo

In Star Wars Jedi: Survivor sarà possibile personalizzare BD-1 con un gran numero di pezzi. La piccola animazione con cui ogni pezzo si aggancia al droide è perfetta.
In Star Wars Jedi: Survivor sarà possibile personalizzare BD-1 con un gran numero di pezzi. La piccola animazione con cui ogni pezzo si aggancia al droide è perfetta.

Una delle critiche mosse a Star Wars Jedi: Fallen Order riguardava la poca varietà della personalizzazione. Certo, in giro per i pianeti era pieno di collezionabili estetici, ma fatta eccezione per l'elsa della spada laser, si trattava solo di diverse colorazioni per BD-1, per la Mantis e per il poncho di Cal Kestis. Per questo motivo, all'ennesima verniciatura della nave, i collezionabili perdevano via via di valore e si era meno incentivati a esplorare ogni angolo della mappa. In Jedi: Survivor le cose sono molto diverse: in giro per i pianeti sono nascoste decine e decine di personalizzazioni estetiche che possono trasformare sensibilmente l'aspetto di Cal e del suo fidato droide. Tra tagli di capelli, barbe e baffi di lunghezze diverse, dettagli corporei e vestiti di ogni tipo, il look di Cal può passare da quello del belloccio lindo e pulito conosciuto in Fallen Order a quello di un eremita con la barba foltissima o di un pilota con il mullet e il pizzetto.

In Star Wars Jedi: Survivor potete realizzare il vostro sogno di essere il Jedi più rozzo della galassia: con quel mullet e quel pizzetto è ovvio che l'Impero vi dà la caccia.
In Star Wars Jedi: Survivor potete realizzare il vostro sogno di essere il Jedi più rozzo della galassia: con quel mullet e quel pizzetto è ovvio che l'Impero vi dà la caccia.

Al banco di lavoro della Stinger Mantis si può cambiare non solo l'elsa e il colore della propria spada laser (già disponibili dall'inizio del gioco), ma anche l'aspetto di BD-1, scegliendo tra diversi fotorecettori, antenne e scocche per il corpo, per le gambe e per la testa: volete una versione "nuda" di BD-1 con tutti i circuiti scoperti? O magari preferite dargli un aspetto meno squadrato e con due occhietti più piccoli? Un taglio di capelli particolare o un'uniforme diversa possono sembrare poca roba, ma anche solo la curiosità di vedere Cameron Monaghan rasato a zero e con un folto baffo da tricheco sarà un piccolo incentivo in più a esplorare ogni anfratto della mappa. I collezionabili non saranno tuttavia l'unico motivo per curiosare in giro: come in Fallen Order, gli echi della Forza che Cal è in grado di percepire contribuiscono a raccontare avvenimenti e retroscena di ciascuna ambientazione.

La camera dei segreti

I pianeti di Jedi: Survivor nascondono le Camere di Meditazione, piccoli santuari con delle sfide di abilità da completare.
I pianeti di Jedi: Survivor nascondono le Camere di Meditazione, piccoli santuari con delle sfide di abilità da completare.

Tra le aggiunte più interessanti di Star Wars Jedi: Survivor ci sono senza dubbio le Camere di Meditazione, santuari concettualmente simili ai sacrari di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Si tratta di luoghi risalenti all'Alta Repubblica, nascosti per la mappa e del tutto opzionali, in cui Cal deve superare una serie di sfide utilizzando i suoi poteri Jedi. La prima Camera trovata su Koboh consiste in una serie di sfere e meccanismi da manipolare e attivare in sequenza: non mancano dei momenti in cui si esclama "A-ha!", ma la speranza è che più avanti queste zone possano sfruttare le abilità di Cal in maniera davvero creativa. Alla fine di ciascuna Camera si viene premiati con dei Benefici: se ne possono equipaggiare fino a tre (almeno all'inizio del gioco), e permettono ad esempio di aumentare i danni inflitti con la spada laser, l'indicatore della Forza o la quantità di colpi che è possibile bloccare.

In Star Wars Jedi: Survivor non mancano neppure livelli segreti con sfide platform e regole assurde.
In Star Wars Jedi: Survivor non mancano neppure livelli segreti con sfide platform e regole assurde.

Le Camere della Meditazione non saranno tuttavia le uniche zone segrete del gioco: in alcuni punti della mappa si trovano infatti degli squarci nella Forza, fratture nello spazio che consentono di accedere a sfide con delle regole speciali. Una di queste vede Cal alle prese con una fase platform parecchio impegnativa, dove ogni volta che salta cambia la posizione di uno scudo d'energia pronto a colpirlo: bisogna così sincronizzare alla perfezione ogni salto nel poco tempo a disposizione. Anche qui non è dato sapere fino a dove si spingerà la creatività (e il sadismo) dei designer di Respawn, ma ognuna di queste sfide, dicono gli sviluppatori, consentirà di ottenere dei premi grado di avere un effetto sul gameplay.

Sistema di combattimento

Ogni mattina a Koboh quando sorge il sole un Wampa si sveglia e sa che dovrà correre più dello Jedi o perderà un braccio.
Ogni mattina a Koboh quando sorge il sole un Wampa si sveglia e sa che dovrà correre più dello Jedi o perderà un braccio.

Il sistema di combattimento fu uno degli aspetti più riusciti di Star Wars Jedi: Fallen Order. Parando e schivando col giusto tempismo, bisognava alternare attacchi acrobatici a momenti difensivi, nel tentativo di spezzare la guardia avversaria facendo estrema attenzione ai contrattacchi di ogni nemico. Spingeva a usare i poteri della Forza in maniera creativa, era decisamente più strategico e impegnativo di altri giochi d'azione ambientati nell'universo di Star Wars, e anche se ricordava il gameplay di Sekiro, non era mai punitivo quanto l'eccellente ma intransigente gioco FromSoftware. Tuttavia il team di Stig Asmussen non era pienamente soddisfatto del risultato: a causa dei limiti di tempo molte idee furono riposte in un cassetto e riprese soltanto con lo sviluppo del seguito. Una di queste idee riguardava molteplici stili di combattimento, che dai due di Fallen Order arrivano a essere ben cinque in Star Wars Jedi: Survivor.

Ogni stile di combattimento avrà il suo albero delle abilità, con attacchi e parate specifiche.
Ogni stile di combattimento avrà il suo albero delle abilità, con attacchi e parate specifiche.

Dal precedente capitolo torna il combattimento con la spada singola e quello con la spada a due lame, ma si aggiunge la possibilità di combattere con due diverse spade laser (in Fallen Order era solo una mossa speciale). Questo stile di combattimento è molto più aggressivo, vede Cal attaccare in maniera più veloce e acrobatica, e anche se ogni singolo colpo infligge un po' meno danno, padroneggiare le due spade permette di concatenare spettacolari combinazioni e cancellare le animazioni d'attacco in caso di necessità. Come gli altri stili, anche quello con due spade laser ha un suo albero di abilità, e si possono quindi spendere punti per sbloccare nuove tecniche offensive e difensive. Più avanti nell'avventura Cal potrà ottenere altri due stili: il primo è il cosiddetto Cross Guard, e vede il protagonista impugnare una spada laser a guardia incrociata simile a quella di Kylo Ren.

La spada laser a guardia incrociata sarà il cuore dello stile di combattimento Cross Guard: lento ma dirompente, sarà rischioso da utilizzare ma dovrebbe dare grosse soddisfazioni.
La spada laser a guardia incrociata sarà il cuore dello stile di combattimento Cross Guard: lento ma dirompente, sarà rischioso da utilizzare ma dovrebbe dare grosse soddisfazioni.

Si tratta di uno spadone con cui attaccare in maniera dirompente, capace di scaraventare nemici per aria o di colpire dalla distanza con delle potenti onde d'urto. Il problema grosso dello stile Cross Guard è la sua lentezza: gli attacchi hanno una lunga animazione, dopo ogni fendente si resta scoperti più a lungo, e visto che i colpi hanno una portata limitata bisogna misurare le distanze alla perfezione. Per i designer di Respawn è probabilmente l'approccio più rischioso da utilizzare. Il quinto e ultimo stile di combattimento vede Cal usare una spada laser in una mano e una pistola blaster nell'altra. Non è stato possibile provarlo, ma gli sviluppatori hanno mostrato un video con cui farsi un'idea di quello che probabilmente sarà lo stile più stravagante dei cinque. Il blaster non è molto potente ma Cal lo usa per tenere a bada i nemici lontani mentre agita la spada quasi come fosse un fioretto: è una strana danza che alterna spari di blaster e fendenti di spada, per intontire i nemici e poi metterli K.O. con la lama. Alcuni proiettili elettrificati possono paralizzare un gruppo di avversari, mentre un attacco speciale vede Cal lanciare i nemici in aria con la Forza, prendere la mira al rallentatore e scaricargli addosso una raffica di blaster.

In Star Wars Jedi: Survivor si potranno equipaggiare solo due stili di combattimento per volta, spingendo a pensare bene quale combinazione è la più adatta.
In Star Wars Jedi: Survivor si potranno equipaggiare solo due stili di combattimento per volta, spingendo a pensare bene quale combinazione è la più adatta.

Nonostante gli stili siano cinque sarà però possibile equipaggiarne solo due per volta e passare dall'uno all'altro nel mezzo di un combattimento. Per utilizzare altri stili bisogna necessariamente visitare un punto di Meditazione e andare nel menù di personalizzazione di Cal, una scelta limitante ma che per il team ha un motivo ben preciso che non ha niente a che fare con questioni tecniche: "Non vogliamo sommergere il giocatore con troppe opzioni tutte assieme", spiega il lead combat designer Jason de Heras. "Allo stesso tempo ci piacerebbe mantenere un approccio 'ponderato' al sistema di combattimento, che è stato uno dei pilastri anche del primo gioco. Ogni stile ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, e quindi sei costretto a ragionare su quale combinazione vuoi portarti dietro, concentrarti meglio su ciascuno stile e decidere se è adatto a te".

In Star Wars Jedi: Survivor sarà possibile personalizzare il colore della spada laser fin dall'inizio del gioco.
In Star Wars Jedi: Survivor sarà possibile personalizzare il colore della spada laser fin dall'inizio del gioco.

La risposta potrebbe non convincere tutti, ma dopo tre ore passate ad affettare mostri alieni e combattere con droidi, predoni e soldati imperiali, l'impressione è che Respawn sia effettivamente riuscita a realizzare appieno quel sistema di combattimento vario, dinamico e adrenalinico che aveva iniziato a costruire con Fallen Order. Ogni colpo di spada e ogni parata hanno un peso, ogni combattimento - anche quello col nemico più insulso - non è mai noioso. Cal può usare la Forza in maniera creativa, convincendo le creature del posto a difenderlo oppure afferrando un soldato a mezz'aria e indirizzando il suo fucile automatico contro i suoi stessi compagni.

Il team di sviluppo californiano ha chiaramente lavorato per aumentare la varietà dei nemici, e le tre ore passate su Koboh hanno visto Cal alle prese con un gran numero di avversari vecchi e nuovi, ma tutti diversi per dimensioni e comportamento. Da un grosso e cattivissimo Rancor ai corazzati Super droidi da battaglia, da predoni armati con una lunga lancia agli inarrestabili Wampa bruni, passando per Droidi Commando BX che saltano sulle pareti e aspettano il momento opportuno per una sfuriata di colpi, mentre gli Shield Trooper sono soldati imperiali dotati di scudo, che vanno aggirati o disarmati con l'uso della Forza. A questi si andranno ad aggiungere Droideka, droidi MagnaGuard e un gran numero di varianti tra soldati imperiali, predoni e droidi.

Questo simpatico Rancor ci mostra una delle tante morti brutali in Star Wars Jedi: Survivor. Involtino di Cal Kestis al tavolo 4!
Questo simpatico Rancor ci mostra una delle tante morti brutali in Star Wars Jedi: Survivor. Involtino di Cal Kestis al tavolo 4!

A dire il vero si ha la sensazione di essere più potenti, che la curva di difficoltà sia meno ripida, ma questo dipende sia dall'abilità del giocatore (che con Fallen Order si è fatto le ossa), sia dal fatto che Cal inizia la sua nuova avventura con un discreto numero di abilità. Se in Fallen Order controllavamo un ex-padawan privo dei suoi poteri, in Survivor Cal è un cavaliere Jedi fatto e finito, che negli ultimi cinque anni è sopravvissuto ad alcuni dei più potenti avversari della galassia. Capita ancora di incontrare creature devastanti e nemici in grado di dare filo da torcere, ma chi non è soddisfatto e vuole una sfida più elevata potrà scegliere un livello di difficoltà più alto: ancora una volta ce ne sono cinque, e vanno ad alterare il tempismo della parata, l'aggressività dei nemici e i danni subiti.

Un salto tecnologico

Un droide riparatore su Koboh: chissà se ha una missione per Cal...
Un droide riparatore su Koboh: chissà se ha una missione per Cal...

Per lo sviluppo di Star Wars Jedi: Survivor, Respawn ha ovviamente costruito sulle solide fondamenta tecnologiche di Fallen Order. Eppure, nonostante il motore sia lo stesso dell'episodio precedente (una versione personalizzata dell'Unreal Engine 4), aver abbandonato la passata generazione di console ha permesso al team guidato da Stig Asmussen di creare ambientazioni e personaggi più vivi e ricchi di dettagli. L'interno della Stinger Mantis è molto più vissuto: oltre ai mille oggetti raccolti nei viaggi di Cal, le pareti appaiono sverniciate, ci sono cavi a vista, e tra luci, schermi appannati e pezzi di equipaggiamento arrugginiti, la nave non è solo più dettagliata ma contribuisce a raccontare la storia dei cinque anni passati da Fallen Order. Il piccolo BD-1 è ancora più irrequieto, con tante animazioni scattanti ed espressive sia quando zompetta in cerca di oggetti da analizzare, sia quando è fermo sulla spalla e attende spazientito che Cal si dia una mossa.

Dalla mercante di Koboh si possono acquistare capigliature, vestiti e accessori per Cal Kestis.
Dalla mercante di Koboh si possono acquistare capigliature, vestiti e accessori per Cal Kestis.

La caratterizzazione passa anche dal design dei personaggi: quando Cal lo incontra su Koboh, Geez sfoggia un aspetto tutto nuovo, con lunghe trecce e un braccio prostetico (come lo ha perso è raccontato nel romanzo Star Wars Jedi: Battle Scars, edito da Panini), mentre nell'ultimo trailer è stato anticipato un nuovo look anche per Merrin e Cere. È però quando si mette piede a Koboh che si notano i progressi fatti da Respawn: la distanza visiva è nettamente aumentata e si può ammirare il panorama senza quella costante nebbiolina che mascherava l'orizzonte di Dathomir, Kashyyyk e Bogano in Fallen Order.

Star Wars Jedi: Survivor supporterà il ray tracing e quattro diversi livelli di AMD FidelityFX Super Resolution 2.0).
Star Wars Jedi: Survivor supporterà il ray tracing e quattro diversi livelli di AMD FidelityFX Super Resolution 2.0).

Il terreno e la vegetazione sono più dettagliati, l'acqua è più credibile, così come la densa nebbia di vapore ai piedi delle cascate, mentre è soprattutto il sistema di illuminazione a fare un balzo in avanti, con tanto di supporto al ray tracing. Creare ambientazioni più grandi e particolareggiate ha però un costo, e nonostante il gioco abbia girato quasi sempre in maniera impeccabile in 4K e 60FPS, il framerate è crollato in un'unica violenta occasione: mentre Cal planava tra i canyon di Koboh verso l'avamposto, grossi problemi di stuttering hanno costretto a riavviare completamente il gioco. Nelle tre ore di prova si è trattato tuttavia di un singolo caso in un'esperienza altrimenti molto stabile, e la speranza è che aver posticipato l'uscita di oltre un mese consenta a Respawn di lanciare un gioco solido e ben ottimizzato su tutte le piattaforme.

Star Wars Jedi: Survivor sembra essere esattamente quello che ci si aspettava dal seguito di Fallen Order. Una nuova avventura più grande, ricca di contenuti e dal sistema di combattimento ulteriormente perfezionato, che risolve alcuni dei problemi del gioco precedente in termini di ritmo e varietà negli scontri. Zero backtracking, viaggio rapido e molti più modi per muoversi nella mappa: esplorare Koboh è stato un piacere, così come lo è stato curiosare nei percorsi secondari in cerca di segreti da scoprire e nemici da fare a fette. L'aggiunta di nuovi stili di combattimento ha consentito di diversificare ancora di più l'esperienza action, e la presenza di più nemici, boss e creature di ogni tipo conferisce quel pizzico di varietà in più che mancava al primo capitolo. La qualità resterà così alta anche sugli altri pianeti? Ma soprattutto: che direzione prenderà la storia e quale sarà il destino di Cal Kestis alla fine del viaggio?

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento ancora più versatile e coinvolgente
  • Mappe più grandi e con molti più contenuti e attività
  • Esplorazione dello scenario più varia e divertente

DUBBI

  • La storia sarà all'altezza delle premesse?
  • Gli altri pianeti potrebbero non essere grandi e curati quanto Koboh