Che bella la lettera che Todd Howard ha scritto di suo pugno in concomitanza del lancio di Starfield. Quel che mi chiedo è perché ad oggi non ne abbia scritta un'altra. Un'idea ce l'ho: è facile presentarsi davanti a un pubblico pieno di speranze, che pende dalle tue labbra, un po' meno dover contenere il malcontento e metterci ufficialmente la faccia. Passati sei mesi, sul futuro di questo gioco ancora non si conosce nessun dettaglio. È una cosa che mi strazia: sicuramente prima o poi ne sapremo di più, ma non è così che si gestisce la comunicazione nel 2024 e in una situazione come quella in cui è finito Starfield.
Silenzio stampa
Sono amareggiato che negli ultimi mesi Howard abbia speso più parole sul progetto legato ad Indiana Jones, che nei riguardi di Starfield. Il team continua a parlare ancora di ripulitura del codice, ma niente è trapelato su come verrà supportato in futuro. È importante che Starfield venga rifinito in ogni suo aspetto, non fraintendete, ma oggi il supporto post lancio di un gioco simile deve avere tutt'altri ritmi, intenzioni e interazioni. Non sarebbe opportuno che Howard, o un altro membro importante del team, mettesse la sua faccia in un video dove elencare tutte le aree su cui si sta lavorando? Sperando sempre che una parte importante delle attenzioni sia dedicata ai sistemi di gioco più che all'introduzione di nuove missioni, perché non c'è alcun bisogno dell'ennesimo personaggio con l'ennesima quest in tasca quando sono i sistemi paralleli a non essere sufficientemente elaborati. Qual è poi la strategia sul medio e il lungo periodo? Per esempio, dobbiamo aspettarci solo contenuti a pagamento o anche aggiornamenti gratuiti?
Chi dorme...
E mentre siamo qui a chiedere a Bethesda di battere un colpo, non c'è settimana senza una nuova patch di Baldur's Gate 3. Mentre Starfield è come impietrito, il capolavoro Larian continua a macinare aggiornamenti più o meno sostanziosi che ora aggiungono altri dodici finali, poi ritoccano le animazioni dei baci, inserendo qui e lì sempre nuove funzionalità e nuove modalità di gioco. Baldur's Gate 3 è straordinariamente vivo per essere il gioco che è, un po' come lo erano quelli di Cd Projekt prima che s'impantanassero su Cyberpunk 2077.
Starfield invece è lì, zitto, che ti guarda fisso ma non fa una mossa. Personalmente ho passato 140 ore con l'ultimo gioco Bethesda e sono state prevalentemente fenomenali, ma si vede benissimo che ci sono stati grossi problemi durante il concepimento e il successivo sviluppo. Ma come ci sono aspetti fondamentali di Starfield che non si potranno mai correggere, se non con un seguito, ce ne sono tanti altri su cui Bethesda potrebbe lavorare ottenendo anche ottimi risultati.
Crisi d'identità
Al momento Starfield non è né all'altezza delle grandi avventure proposte da Skyrim, né a quella settata dai giochi spaziali più in voga; deve quindi prima di tutto capire cosa vuole essere da grande. Ma prima di qualsiasi tipo di espansione più in linea con un gioco di ruolo, Starfield avrebbe bisogno di una serie di aggiornamenti simili a quelli che, per esempio, Hello Games ha dedicato a quel paradiso procedurale chiamato No Man's Sky.
Update gratuiti che vadano a rimpolpare tutto ciò che c'è attorno alle missioni vere e proprie, in modo da permettere agli utenti di vivere questa avventura spaziale davvero come vogliono, donando finalmente a molti dei sottosistemi già presenti un'utilità, uno scopo, che ora spesso manca. Prima di inserire vetture o altre amenità, è necessario rivedere totalmente gli avamposti presenti sui pianeti affidandoli a una proceduralità completa e coraggiosa. In parallelo, sarebbe opportuno inserire anche nuovi elementi creati a mano che possano essere scoperti durante l'esplorazione in modo organico, moltiplicando così i punti di interesse.
Segni di vita
Un altro elemento che avrebbe potuto fare la differenza nel gioco base, implementato goffamente, e che potrebbe migliorare sono le missioni radiali. È bello incontrare dei predoni che prendano in considerazione i punti di interesse che ci sono attorno al nostro punto di atterraggio, e che questi o le loro prossime vittime ci assegnino una missione inerente, ma queste interazioni devono essere molto più complesse per fare davvero la differenza. Starfield ha tante belle idee, il problema è che sono in larga parte cotte a metà, o slegate da tutte le altre meccaniche. Nel gioco va inserita un amalgama che impasti finemente il tutto, altrimenti per volare con un'astronave ci compriamo Elite Dangerous, per costruire avamposti No Man's Sky, per una bella storia ci affidiamo invece a Baldur's Gate 3.
Prima di ogni altra cosa, Starfield deve dimostrare di essere un gioco vivo, a cui si può affidare tutto il tempo che la sua avventura richiede. È un investimento importante e la ricompensa deve valere altrettanto, ma è difficile avere fiducia di un gioco uscito da sei mesi e ancora, più o meno, in silenzio stampa.
Specialmente se ti chiami Starfield, sei sviluppato da Bethesda e sei un gioco del presente, o più un residuo del passato?