Sono passati diversi anni dal lancio del primo The Last of Us, arrivato quasi a chiusura della generazione precedente. Il titolo di Naughty Dog fu importante per più di un motivo, primo fra tutti la capacità di far fare al medium videoludico un passo in avanti dal punto di vista del rapporto tra giocabilità e narrazione. Un legame destinato a cementarsi ulteriormente anche nel secondo episodio, The Last of Us 2, che oltre alla trama sembra intenzionato a rinnovare alcune delle meccaniche, partendo dalle solide basi di quelle del gioco originale. In attesa di saperne di più abbiamo pensato di fare il punto proprio sulle più importanti differenze emerse fino a oggi tra i due titoli.
Il nuovo mondo
Il mondo che Naughty Dog ci ha regalato con The Last of Us è desolante, brutale e spietato. Un mondo dove non esistono più regole morali e dove ogni azione, anche la più barbara e atroce è ritenuta normale. Lo stesso che ritroveremo in The Last of Us Part II : non a caso abbiamo visto Ellie agire nei video spesso in maniera spietata, conficcando con sadica violenza più volte il coltello nella gola di qualche nemico. Perché concetti come "bene" e "male" sono piuttosto astratti, e giocando si finisce spesso per chiedersi qual è la sottile linea rossa che separa il giusto dallo stolto, quando un'azione smette di essere corretta per diventare sbagliata.
E non riesce quasi mai a stabilirlo in maniera definitiva: se in altri titoli si uccide per divertimento o per ottenere un punteggio, qui è e sarà una scelta funzionale e cruda, ma quasi sempre giustificata dagli eventi, necessaria ma non per questo semplice. Così Naughty Dog ha voluto garantire un'identità a ciascun nemico sullo schermo per accrescere nel giocatore la sensazione di disagio dopo averne eliminato uno, dandogli appunto l'impressione di aver ucciso una persona reale e non un cumulo di poligoni. Non tutti gli antagonisti del gioco, infatti, sono veramente cattivi, e tanti magari lo sono diventati come reazione a qualche trauma subito dopo l'apocalisse, o per necessità.
Ciascuno di loro ha un nome, fa magari parte di una comunità, ha degli amici che si dispereranno trovandolo morto, lo piangeranno e giureranno vendetta. E forse penseranno che "il cattivo" sia in realtà Ellie (o Joel). Questo ovviamente non vuol dire che nel mondo post-apocalittico del gioco manchino dei veri e propri serpenti a sognagli a due piedi. Bande di sbandati, comunità di cannibali e gruppi di criminali di varia natura pronti a massacrare i propri simili per puro sadismo e per soddisfare la propria indole violenta, in The Last of Us Part II ritroveremo anche loro tra la fauna umana, e con in più nuove minacce non meno pericolose.
Nuovi nemici, nuove strategie
Tra i nuovi pericoli ci saranno i membri di un culto chiamati Seraphites, che praticano strane forme di sacrifici rituali. Gli appartenenti a questa comunità sembrano ben addestrati e dimostrano un'ottima organizzazione paramilitare. La loro peculiarità, come personaggi, consiste nel fatto che oltre a essere più intelligenti (ma è probabile che la nuova IA venga applicata, seppur in forma differente a seconda del tipo, anche ad altri nemici umani) e avere una maggiore consapevolezza di quanto avviene loro intorno, comunicano via radio o attraverso appositi segnali, che possono essere dei fischi o degli autentici richiami vocali, così da coordinarsi per le ricerche e chiedere subito aiuto in caso di pericolo. Sono in grado di raccogliere indizi e di seguirli, magari facendo ricorso al supporto di cani addestrati.
La loro presenza, in combinazione con le caratteristiche dei nemici umani e a un level design che amplia gli scenari, cambia radicalmente la portata degli scontri e l'approccio a certe situazioni. I cani possono infatti sentire la presenza di Ellie attraverso il loro sensibile olfatto e quindi gli odori, stanandola da qualsiasi nascondiglio. Questo implica una maggiore mobilità del personaggio da un riparo all'altro, e la necessità di liberarsi quanto prima della minaccia sfruttando le nuove abilità di Ellie legate al salto, all'aggrapparsi a una sporgenza non troppo alta per issarsi o scivolare e strisciare. Distrarre l'animale attirandolo in un punto lontano, magari lanciando un sasso o una bottiglia, oppure cercare di posizionarsi a favore di vento per far perdere le proprie tracce possono essere delle soluzioni alternative, mentre in casi estremi bisognerà abbatterli.
In The Last of Us Part II non mancheranno ovviamente nemmeno le orde di infetti, come accennato prima, inclusi Runners e Clickers. Ma l'evoluzione (o la degenerazione) del virus ha portato alla "nascita" di nuove tipologie di creature. Tra queste ce n'è un tipo chiamato Shambler, dalla stazza imponente e dalla grande resistenza, che spruzza gas tossici e sono ricoperti da pustole piene di sostanze acide pronte a esplodere in faccia al malcapitato di turno quando si avvicinano e quando muoiono. Molto utile in questi casi la possibilità di schivare i colpi: in questo modo Ellie può guadagnare attimi preziosi durante un corpo a corpo per eseguire un rapido contrattacco o tentare di allontanarsi dalla minaccia.
La nuova Ellie e il ruolo di Joel
Come abbiamo visto, non sono solo i nemici a essere "diversi" nel nuovo The last of Us: anche i protagonisti appaiono cambiati, e non solo nelle abilità. Ellie ormai è adulta, ma soprattutto da quanto emerso fino a oggi, della ragazzina indifesa del primo capitolo non sembra esserci più traccia: al suo posto adesso c'è una giovane donna risoluta, piena di dolore e di rabbia che esplode a volte in una furia omicida. Puro istinto di sopravvivenza o il desiderio di vendetta, di una rivincita da consumare contro coloro che forse l'hanno privata di quanto di più caro aveva al mondo, l'amore? In un turbinio di grida e sangue l'abbiamo vista nei video eliminare uno dopo l'altro i suoi avversari con una violenza feroce, mostrata senza filtri da Naughty Dog. Perché quello è il "nuovo mondo", quello che l'umanità ha "saputo" costruirsi con l'egoismo e l'odio.
Joel è comparso a "sorpresa" nel corso del trailer di presentazione di The Last of Us Part II pubblicato nel corso dello State of Play di Sony. Non è ancora chiaro quanto sarà centrale il suo ruolo all'interno della storia, ma di certo la sua presenza sarà importante e si farà sentire, non solo a livello materiale (è plausibile un'inversione di ruoli rispetto al primo gioco, con Ellie giocabile per larghi tratti e Joel solo in alcuni frangenti, oppure a supporto, controllato dall'intelligenza artificiale). Ci sono ancora delle questioni in sospeso tra lui e Ellie in termini di rapporti, ed è chiaro che nei cinque anni intercorsi nel gioco tra la fine del primo The Last of Us e il sequel i due abbiano affrontato l'argomento legato ai fatti accaduti nel finale all'ospedale di Salt Lake City.
Neil Druckmann ha dichiarato in tal senso che "la loro relazione è tesa, in parte perché i teenager si comportano da teenager, in parte a causa della loro storia passata, questi sono i motivi per cui non si mostrano molto insieme". Il rapporto dei due protagonisti, quindi, avrà un ruolo centrale ma è cambiato dopo la "bugia" di Joel. Ellie crede ancora in Joel, suo punto di riferimento in un mondo corroso dalla violenza e dalla disperazione? Joel a sua volta avrà davvero ritrovato definitivamente quell'umanità sopita grazie all'amore paterno verso di lei? E ancora, sarà felice di aver evitato la morte a quella che considera ormai una figlia, o il rimorso per quello che ha fatto lo tormenta?
Sviluppo del personaggio, crafting e specializzazioni
Altre differenze tra i due giochi le abbiamo riscontrate nell'assenza nel sequel di una modalità multiplayer e nel modo in cui il personaggio principale "evolve" e migliora il suo equipaggiamento. Il sistema che gestisce la crescita di Ellie propone infatti un nuovo metodo di potenziamento che dà accesso ad abilità completamente nuove e capaci di avere un impatto drastico sul modo in cui si interagisce, offrendo più variabili alla progressione del personaggio stesso. Come ha svelato recentemente il co-director di Naughty Dog, Anthony Newman, c'è per esempio "la capacità di trattenere il respiro mentre si mira, così da stabilizzarsi sull'obiettivo", che non si sblocca in maniera predefinita ma è possibile impararla nel tempo. Nuovi set di abilità sembra che si possano apprendere anche trovando appositi manuali sparsi per gli scenari.
Ci sono inoltre ricette per il crafting che si possono apprendere solo attraverso il sistema di potenziamento del giocatore. Per esempio con delle bottigliette di plastica Ellie può confezionare dei silenziatori artigianali per la sua pistola, in grado di attutire il rumore fino a tre spari prima di deteriorarli, ma a patto di specializzarsi in Furtività. Come nel primo capitolo, infatti, si possono sbloccare e migliorare delle abilità per la protagonista, ma stavolta si può scegliere tra diversi rami di specializzazione, adattando le capacità di Ellie al proprio stile di gioco. La sopra citata Furtività aumenta la velocità di movimento da accucciati, abbrevia le animazioni delle uccisioni furtive e sblocca i silenziatori per le armi da fuoco.
Ma ce ne sono altre come Sopravvivenza, attraverso la quale migliorare la salute, il raggio della modalità Ascolto e la distanza di lancio, e Creazione, che oltre ad aumentare la velocità di realizzazione degli oggetti, consente di creare dei potenziamenti, aggiungendo per esempio un effetto fumogeno alle bombe stordenti. I nuovi oggetti vanno realizzati sui classici banchi di lavoro usando materiali e parti di ricambio raccolti in giro. Allo stesso modo si può migliorare il proprio equipaggiamento, comprese le armi. Queste avranno tra l'altro una resa diversa sul campo rispetto al passato: il sistema di fuoco dovrebbe infatti essere stato ulteriormente migliorato, di conseguenza i cambiamenti apportati sul banco dovrebbero andare a influire maggiormente sulla portata, sul peso o sulla riduzione del movimento di oscillazione di ciascuna di esse. Insomma, come avete letto, tanta carne al fuoco e chissà ancora quante sorprese ci aspettano da qui alle prossime settimane.