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The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, analizziamo il trailer del Nintendo Direct di febbraio

Analizziamo il trailer del Nintendo Direct di febbraio di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, ufficialmente in arrivo fra tre mesi, il 12 maggio 2023.

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, analizziamo il trailer del Nintendo Direct di febbraio
SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   09/02/2023

L'ultimo trailer di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, divulgato a gennaio 2017, è stato uno dei più belli mai visti nel mondo dei videogiochi. Lungo, evocativo, ritmicamente e musicalmente perfetto. Il più recente filmato di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, che arriva sei anni dopo quello del predecessore - e sei anni in quest'industria sono (erano?) una generazione - non è affatto simile. Anzi, oseremmo sostenere che non sarà l'ultimo trailer di questo gioco: ne aspettiamo uno definitivo, magari un mese prima dell'uscita, o verso metà marzo. Questo perché, nonostante sia il video più corposo finora mostrato, è comunque un trailer che agisce per sottrazione, nascondendo più che rivelando. La stessa durata non è certo adatta a un "trailer finale" di un titolo così rinomato; sebbene più ricco, è esattamente in linea coi precedenti. Dà qualche informazione, senza rivelare la vera anima del gioco, e tralascia alcune caratteristiche già mostrate in precedenza (in particolare i nuovi poteri di Link o, a livello narrativo, la Spada Suprema corrotta e spezzata, presente pure nel logo). Un dettaglio potenzialmente interessante: negli artwork divulgati dopo la diffusione del trailer, oltre a Link col nuovo braccio maledetto/magico, c'è Zelda con una torcia e la Tavoletta Sheikah (quella che, lo ricordiamo, conferiva i poteri a Link in Breath of the Wild). La possibilità che la principessa sia giocabile, tutt'altro che confermata, ha comunque un concreto indizio in più.

Nato come DLC

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: la profondità di campo è notevolmente aumentata
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: la profondità di campo è notevolmente aumentata

La verità è che si vede bene, si vede fin troppo bene che The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è nato come DLC. E si nota ancora di più perché The Legend of Zelda di seguiti diretti (ovvero con lo stesso Link, in una linea temporale prossima e continuativa) ne ha avuti pochissimi, e nessuno come questo. Il secondo episodio per NES era strutturalmente e identitariamente diverso dal capostipite, Link's Awakening e Majora's Mask erano ambientati in un'altra terra, dall'impronta surreale e/o macabra (perdonateci l'indegna sintesi), e tutti loro erano usciti a massimo due anni di distanza dal predecessore. A questo aggiungete che la saga è nota, dal 2002 in poi, per cambiare radicalmente lo stile grafico tra un episodio e un altro; tutti questi fattori, sommati, privano Tears of the Kingdom della capacità di stupire. Anzi, lo condannano a dover dimostrare qualcosa - qualcosa di enorme - sul versante dei contenuti e del level design. Perché esce sei anni dopo l'opera più acclamata dalla critica dello scorso decennio, perché ne è seguito diretto, perché ne riutilizza motore grafico, stile grafico e mondo. Lo scriviamo di nuovo: Tears of the Kingdom riutilizza engine, stile grafico e mondo di Breath of the Wild, dopo sei anni - e Breath of the Wild, di anni di sviluppo, ne aveva richiesti cinque. La pandemia avrà influito senza dubbio, ma siamo comunque di fronte a una situazione senza precedenti per la saga.

Il trailer elabora il background tragico/oscuro del gioco, col doppiatore (bravissimo) di - presumibilmente - Ganondorf, che con un monologo maligno chiama a raccolta le forze oscure, maledicendo Hyrule e i suoi abitanti. Oltre a questo, la novità principale risiede nella presentazione dei veicoli meccanici (volanti e non) con le ormai abituali decorazioni Zonai - l'antica civiltà estinta di Breath of the Wild - e il filmato si chiude con una scena che avevamo già visto, e cioè con Zelda che cade in un burrone buio, all'interno di una caverna nel sottosuolo. A livello tecnico, superata la perplessità di trovarsi di fronte a una grafica in totale continuità col predecessore, si possono notare due miglioramenti principali. Il primo riguarda le nuvole, ben più corpose e vive che in Breath of the Wild. Il secondo la profondità di campo, di molto superiore all'episodio antecedente: quando Link si butta dall'alto verso terra, con la trionfante musica in sottofondo, assistiamo all'unico momento glorioso del trailer. Che in generale non ci ha esaltato affatto, per i motivi già detti, e crediamo non sarà - come anticipato - l'ultimo prima dell'uscita. Tuttavia, analizzandolo con calma, momento dopo momento, mostra moltissimi dettagli interessanti. Ve li narriamo, consci di averne sicuramente tralasciato qualcuno.

Analisi del trailer, parte prima: nuovi nemici e segnali dal sottosuolo

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: il ritorno del drago Gleeok, sulla destra
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: il ritorno del drago Gleeok, sulla destra

Dopo 11 secondi vediamo, in un'Hyrule ammantata delle tenebre, un nuovo nemico volante. Era già stato mostrato, in lontananza, in un precedente trailer (quello di settembre 2022) ma qui ne incontriamo uno stormo. Una specie di drago/pipistrello/pterodattilo. Dopo 16 secondi, ci sono due torri (sono le vecchie torri di Breath of the Wild?), dalla cui base emerge una luce dal sottosuolo. Torneremo dopo su questo punto; in mezzo a loro, un enorme disegno luminoso sul terreno (ovviamente visibile dall'alto, dalle isole volanti...), una sorta di segnale di cui ancora ignoriamo il significato, ma che è ricorrente in questo titolo. In Hyrule troveremo molti di questi grafismi giganti. Che sia il modo di Zelda, intrappolata nel sottosuolo, per "comunicare" con Link? A 25 secondi abbiamo la conferma che proprio il sottosuolo avrà un ruolo maggiore che in passato, non sappiamo ancora quanto rilevante: il filmato mostra dei Bokoblin intenti a picchettare/scavare e, sebbene qualcuno abbia ipotizzato che possa essere un luogo della vecchia Hyrule distrutto, dall'eco del sonoro sembra proprio che stiano lavorando all'interno di una profonda grotta.

A 31 secondi inizia il minaccioso monologo di Ganon. Vediamo il ponte sopra il Lago Hylia, sulla destra presieduto da quello che sembra proprio un Gleeok. Ovvero un drago a tre teste, in questo caso gigante, apparso, oltre che nel primo episodio per NES, in Minish Cap, Phantom Hourglass e Oracle of Seasons: non casualmente, escluso il primo, tutti giochi diretti dal regista di Tears of the Kingdom (e Breath of the Wild), cioè Hidemaro Fujibayashi. Non è chiaro se sarà un boss o l'esemplare di una "specie", quindi presente con più elementi sulla mappa di gioco, ma è sicuramente spaventoso. A 36 secondi ecco il villaggio di Finterra, anch'esso oscuro e tenebroso, al cui interno sono apparse due malevole luci arancioni, oltre a una spirale verde già notata in molti altri trailer, probabilmente ricollegabile alla "magia Zonai" (conterrà nuovi poteri per il braccio di Link?). L'invettiva di Ganondorf (?) continua, mostrando che la sua maledizione avvolge l'intera Hyrule (si vede l'Altopiano, da cui inizia l'avventura di Breath of the Wild), e che si concretizza nell'apparizione di nuovi mostri, alcuni già noti (ma con delle modifiche, dei corni e altri dettagli che prima non c'erano), e almeno due novità: a 55 secondi, sulla destra, si vede un ReDead, i classici, terrificanti "non morti" di Zelda non inseriti in Breath of the Wild e, alla sua sinistra, un Bokoblin "gigante". Con questo, siamo già a quattro nuovi nemici. A 58, Link scappa sopra un cavallo, in un'Hyrule ormai contagiata dal maligno; non sembra un cavallo qualunque, bensì Epona, presente in Breath of the Wild soltanto grazie ad un amiibo.

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: la tecnologia non sembra posseduta da Ganon, stavolta
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: la tecnologia non sembra posseduta da Ganon, stavolta

A questo punto succedono diverse cose in pochi secondi. Quando il timer del trailer segna 1.01, Link è al centro di alcuni tentacoli che ricordano i Guardiani, ma che non sembrano malevoli, non più (o non ancora?) corrotti da Ganon: anzi, quello di fronte a lui sembra donargli un "pezzo" di "qualcosa", probabilmente utile per la costruzione dei veicoli di cui parleremo tra poco. A 1.02 vediamo ancora il Bokoblin gigante alla guida dei suoi sgherri più piccoli, che conosciamo molto bene. A 1.03 un Hinox, i "polifemi" zeldiani, all'interno di una caverna: un altro rimando al sempre più probabile sottosuolo. Soprattutto, questo Hinox al collo porta una sfera verde, colore collegato, in questo gioco, alla magia Zonai: sicuramente è un materiale che serve a Link, o per ricaricarsi o per... modellare i veicoli, appunto. A 1.04 possiamo ammirare la migliorata profondità di campo, a 1.05, sempre in sella a "Epona", Link attraversa un prato molto strano: non si capisce bene perché l'inquadratura è troppo vicina, ma sta cavalcando sopra quei disegni sul terreno che, da lontano, avevamo visto a inizio trailer (a 0.16). Entro 1.10 ecco i "soliti" Moblin, e i nuovi nemici volanti trasportare un bokoblin (!). A 1.11, su un'isola volante, un nuovo avversario, composto di cubi; è molto diverso, come design e impostazione, dai mostri affrontati in Breath of the Wild. È "tenuto assieme", stile golem, dalla consueta energia verde ricollegabile agli Zonai. A 1.17 si sente per la prima Zelda: "Link, temo che nemmeno tu riuscirai a sconfiggerlo". In questo momento, Link è equipaggiato come nell'artwork principale del gioco, usato anche sulla copertina: vestito turchese, adornato da una corposa armatura di cuoio, e avvolto in una sciarpa/mantello.

Analisi del trailer, parte seconda: veicoli costruibili, nuove armi

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: quando Link si butta dal cielo, è davvero spettacolare
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: quando Link si butta dal cielo, è davvero spettacolare

A 1.18 inizia la seconda parte del filmato, e c'è l'unico momento veramente glorioso del filmato. Mentre la voce di Zelda si spegne in sottofondo, Link si butta da un'isola volante, la musica diviene trionfale, e l'immensità di Hyrule si svela sotto di lui: da qui è davvero impossibile non ammirare l'aumentata profondità di campo. Quando il tutto sembrerebbe decollare, Nintendo tira il freno a mano, e ci mostra - al posto di spettacolarizzare oltre - delle inattese novità di gioco.

A 1.26 Link affronta con l'arco un nuovo nemico volante, e gli spara contro una freccia che sembra dirigersi da sola contro l'avversario, abbattendolo al primo colpo. A 1.29, col suo scudo/skate stile Legolas, sfreccia sulle rotaie del Monte Morte. A 1.30 ruota un oggetto (coi sensori di movimento, sospettiamo) che, parallelamente, altera la collocazione di un'isola volante: è possibile che proprio queste siano in sostituzione dei Sacrari di Breath of the Wild. A 1.31, sempre all'interno di una caverna, Link, con un'arma "esplosiva" di origine Zonai (anch'essa una novità, naturalmente) colpisce uno dei canonici nemici di pietra. A 1.32, Link porge la sua mano infettata/magica a una figura femminea: potrebbe essere Zelda, certamente, ma non è detto. I disegni su parete del trailer di settembre, che mostravano un'ignota figura con una veste atipica, situata su un'isola volante, si riferivano proprio a questo personaggio: che sia Zelda in una sua evoluzione, o nientemeno che la Dea Hylia, il graffito del precedente filmato era ispirato a lei. Si nota dagli ornamenti della veste (che comprendono due gioielli a forma di lacrima), e anche dalla collocazione su una piattaforma volante.

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: i veicoli costruibili quanto saranno importanti?
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: i veicoli costruibili quanto saranno importanti?

A 1.38 ecco la novità inattesa: Link, con un potere del suo braccio magico, che somiglia a Magnesis ma non è detto lo sia, tira fuori da una palude una... ruota. Sì, una ruota. Che vediamo in azione subito dopo, a 1.40, con Link alla guida di un trattore/carro. A 1.42 c'è Link su una mongolfiera, e a 1.44 al comando di una... piattaforma volante motorizzata, nei cieli di Hyrule, con un'isola fluttuante sferica all'orizzonte. A 1.45 Nintendo si ricorda che Breath of the Wild era prima di tutto un gioco sulla natura, e appaiono due volatili ad armonizzare la cavalcata di Link (sempre su Epona, o su un cavallo uguale a Epona). A 1.49, un detrito cade dal cielo, segnalato da una scia verde. Un pezzo per costruire veicoli? Perché di questo stiamo parlando: Link, come Banjo in Banjo-Kazooie: Viti e bulloni (Rare, 2008), potrà fabbricare dei veicoli. Ritroverà qua e là motori, fanali, ruote, teli, e potrà assemblarli per originare i propri mezzi. Si vede bene dal trailer il "collante" verde che li tiene assieme, e sospettiamo sia composto da quella stessa sostanza portata al collo dall'Hinox (a 1.03). Le implicazioni possibili sono imprevedibili, dovremmo sapere quanta libertà sarà concessa, e soprattutto quanto saranno utili, vero quesito irrisolto: se assemblare veicoli sarà così importante come sembra, e non un semplice orpello, ci dovranno essere dei luoghi irraggiungibili senza di essi. Il velivolo ammirato alla fine del trailer di settembre era molto più pulito e levigato dei mezzi artigianali che vediamo qui: che esistano mezzi rudimentali, ideabili dal giocatore, e veicoli da costruire seguendo un "libretto di istruzioni", magari celato nei dungeon?

Il trailer finisce con Zelda che, fuoricampo, mentre nel gioco cade nel burrone, chiede a qualcuno di "donare il suo potere" a Link (?). Con chi sta parlando? Sta comunicando con Hylia, col personaggio intravisto (ma non in volto) a 1.32?

C'è tanto ancora da scoprire

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: è la mano della Dea Hylia, quella?
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Siamo quasi certi che questo non sia stato l'ultimo trailer di Tears of the Kingdom. Nonostante i maggiori dettagli, nonostante la maggiore ricchezza, il filmato appena mostrato, esattamente come quelli che l'avevano preceduto, tende a nascondere più che a mostrare. E le nostre congetture possiamo farle soltanto mettendo assieme i pezzi. La vecchia Hyrule sembra dominata da Ganon, e sospettiamo che qui Link debba principalmente sopravvivere e scappare, cercando indizi sul terreno per trovare nuove locazioni tra le isole volanti e il sottosuolo, dove Zelda sarà probabilmente intrappolata (e giocabile?). L'utilità dei veicoli liberamente costruibili è tutta da verificare: pur parzialmente ridicoli nell'aspetto, potrebbero rappresentare un'introduzione consistente, dall'indubbio potenziale. Per non essere superflui, immaginiamo serviranno per raggiungere aree che Link, da solo, non potrebbe esplorare.

Per certo, e con tutte le scusanti del caso, e in attesa del trailer definitivo, sono chiare due cose: l'identità di questo gioco è ancora nascosta e per ora sembra agire fin troppo in continuità, grafica e territoriale, con Breath of the Wild. Nonostante introduzioni interessanti palesate qua e là, Nintendo ci sta chiedendo di fidarci: dopo sei anni di attesa e a pochi mesi dall'uscita avremmo sperato in qualcosa di più.