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Tornare su Divinity: Original Sin 2 dopo Baldur's Gate 3

Dopo Baldur's Gate 3 nel futuro di Larian Studios è già confermato il ritorno della sua storica saga: ecco perché dovreste recuperare Divinity: Original Sin 2.

SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   29/11/2024
La cover art di Divinity Original Sin 2
Divinity: Original Sin II - Definitive Edition
Divinity: Original Sin II - Definitive Edition
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Se fino a un paio d'anni fa il nome di Larian Studios era principalmente noto alla ristretta nicchia degli appassionati di cRPG, oggi le cose sono profondamente cambiate: Baldur's Gate 3 non si è limitato semplicemente a traghettare lo studio di Swen Vincke nell'Olimpo dell'industria, ma ha finito per lasciare un cratere incolmabile nel mondo dei videogiochi, elevando l'asticella del genere di riferimento fino a toccare uno standard percepito come quasi irraggiungibile, trasformando gli interpreti del cast di protagonisti in stelle internazionali, fino addirittura a spingere diversi esponenti della concorrenza ad affermare che: "Un simile livello qualitativo non corrisponde allo standard che gli appassionati dovrebbero aspettarsi".

Proprio per queste ragioni l'annuncio del patron della compagnia di distaccarsi dall'universo di Dungeons & Dragons e, dunque, di lasciare quel capolavoro privo di un seguito, è stata accolta come un fulmine a ciel sereno. D'altra parte, se c'è una lezione che si può imparare osservando la storia di Larian Studios, è che non ha mai desiderato padroni: tagliando i ponti con Hasbro e Wizards of the Coast tornerà ad avere pieno controllo sul proprio futuro al fine di rispolverare i suoi universi del passato o magari di confrontarsi con qualcosa di totalmente originale. Al momento diversi indizi puntano in una direzione ben precisa, ovvero la produzione di un nuovo capitolo della serie Divinity: in attesa di una conferma definitiva, vale la pena ricordare perché dovreste assolutamente giocare Divinity: Original Sin 2, il primo capolavoro di Larian Studios.

Un capolavoro che rischia di finire nel dimenticatoio

Capita sempre più spesso d'imbattersi in studi di sviluppo che finiscono sulla bocca di tutti in ragione di un singolo grande successo talmente splendente da offuscarne il passato. Se oggi Baldur's Gate 3 è diventato ciò che è diventato lo deve indubbiamente a Divinity: Original Sin 2, un titolo che ha scolpito nella pietra tutti gli assiomi relativi alla libertà garantita al giocatore, all'esagerata quantità di scelte e di potenziali variabili, nonché a tutti gli altri elementi che oggi sono considerati sinonimi della produzione di Larian Studios. Oggi abbiamo avuto la fortuna di conoscere una formula estremamente evoluta grazie al lavoro di rifinitura che ha toccato le animazioni, l'apporto attoriale, l'incisività dei compagni e la grezza quantità di contenuti, ma le basi erano già tutte lì, pronte per esplodere nel mercato di massa.

Ancora oggi Divinity: Original Sin 2 fa la sua sporca figura
Ancora oggi Divinity: Original Sin 2 fa la sua sporca figura

Si tratta, infatti, di un RPG a turni interamente costruito attorno alla capacità del giocatore di fare qualunque cosa sia in grado di immaginare, sfruttando le dozzine di strumenti e tecniche messe a disposizione per interagire con i personaggi e con la scenografia, nonché assumendosi la responsabilità di decisioni che possono stravolgere completamente lo scorrere della narrazione. Insomma, con sei personaggi Origin, cinque Atti dedicati agli snodi centrali della trama, una quantità esagerata di abilità e una mole di linee di testo già allora fuori scala, è un'opera che ha racchiuso nel grande scatolone del Rivellon le radici del successo della casa di Swen Vincke, piantando il seme che sarebbe germogliato attorno all'immensa licenza di Wizards of the Coast.

Limiti e punti di forza del Rivellon

Raccogliendo l'eredità del marchio di Divinity e in particolar modo quella del suo diretto predecessore - nonostante sia possibile giocarlo in maniera totalmente autosufficiente - Divinity: Original Sin 2 è ambientato nel Rivellon, mondo d'ispirazione fantasy interamente costruito da Larian Studios nell'arco di quasi trent'anni. Se da una parte questa natura potrebbe rappresentare un evidente limite, dal momento che non può contare né sulla fama né sulla profondità raggiunte da D&D nel corso di oltre mezzo secolo, dall'altra può fare affidamento su un'elevatissimo grado d'originalità e soprattutto di libertà nell'approccio alla scrittura.

Nel caso specifico la vicenda orbita attorno alla figura degli Origomanti, in inglese "Sourcerers", persone che hanno il dono di attingere a quella Sorgente che rappresenta la principale fonte d'energia magica di tale mondo. Dal momento che la Sorgente alimenta anche il Velo che separa il piano materiale dal Vuoto, gli Origomanti sono considerati entità pericolosissime, in quanto lo sfruttamento delle loro capacità rischia d'attrarre le terribili creature che abitano la dimensione parallela. Al momento della narrazione, l'Ordine Divino si muove allo scopo di catturare e tenere sotto controllo quanti più Origomanti possibile, fra le cui file si nascondono anche i membri del cast: la cantante posseduta Lohse, il pomposo Principe Rosso, il mercenario Ifan Ben-Mezd, l'assassina Sebille, il pirata Beast e il misterioso non-morto Fane.

Ovviamente il Rivellon non si limita ad accogliere nel suo abbraccio solamente la vicenda al centro di Divinity: Original Sin 2: le penne di Larian Studios si sono mosse a lungo nelle fondamenta dell'universo fantasy per tratteggiare un quadro caratterizzato da una forte componente politica, dalle incessanti guerre di sterminio che hanno stravolto gli equilibri di forza tra le razze, nonché dall'emersione di figure mitologiche a metà strada fra l'umano e il divino che si sono costantemente date battaglia per inseguire il potere, in qualunque forma esso si manifestasse attraverso i secoli.

Quello del Rivellon è un universo molto carico ma non rifinito quanto il Faerun
Quello del Rivellon è un universo molto carico ma non rifinito quanto il Faerun

Con il senno di poi, alle radici del successo di Baldur's Gate 3 siede indubbiamente il peso dell'immensa licenza di Dungeons & Dragons e di conseguenza la possibilità di pescare fra le ambientazioni, i piani d'esistenza, i personaggi, le razze e le classi che sono state minuziosamente curate nel corso di decenni da parte di alcuni fra i più grandi autori del genere. E probabilmente questo rappresenta l'ambito nel quale Larian Studios, in futuro, dovrà dare maggior prova del suo percorso di crescita, rifinendo un'ambientazione come il Rivellon che poggia sì sopra fondamenta solide, ma che necessità ancora di esprimere il massimo del suo potenziale.

Libertà meccanica e combattimento

L'elemento che più d'ogni altro riesce ancora a dividere gli appassionati di vecchia data di Larian Studios si nasconde nell'ambito delle meccaniche di gioco: mentre Baldur's Gate 3 ha optato per un adattamento pressoché diretto delle dinamiche della quinta edizione di D&D - estrapolando le regole dal manuale e soprattutto affidandosi al lancio dei dadi - Divinity: Original Sin 2 si basa su un sistema totalmente inedito fondato su statistiche originali, scuole di magia uniche e soprattutto abilità legate a un semplice tempo di recupero anziché al consumo effettivo di risorse da ricaricare riposando all'accampamento.

L'intero sistema di Divinity: Original Sin 2 si basa su dinamiche totalmente originali
L'intero sistema di Divinity: Original Sin 2 si basa su dinamiche totalmente originali

Il livello generale di complessità che s'incontra nel Rivellon è dunque tendenzialmente inferiore, specialmente perché mancano all'appello quasi tutte le abilità pensate per influenzare dialoghi e lanci di dadi, ma l'esperienza di gioco si rivela a tratti più fresca: ci sono scuole di magia come negromanzia, l'aeroteurgia, la piromanzia, s'incontrano diverse riletture volte a svecchiare archetipi rodati come quelli del ladro e del guerriero, ma a guadagnarne in particolar modo è l'impostazione più "arcade" del sistema di combattimento, che si traduce in grande libertà nella personalizzazione e nell'esecuzione dei turni durante le battaglie.

Proprio per questa ragione è stato talvolta accostato filosoficamente a Icewind Dale, perché dal paragone con Baldur's Gate 3 esce lievemente più orientato al combattimento che al dialogo e all'interazione ambientale, elementi che rimangono comunque preponderanti, ma sono notevolmente meno elaborati rispetto all'ultima opera di Larian Studios. Certo, le situazioni si possono pur sempre risolvere con le parole, la creatività la fa da padrone e la presenza di sociali punta nella medesima direzione, ma è fuori di dubbio che il Rivellon desse il meglio di sé con le armi sguainate e puntasse forte su elementi come le interazioni elementali delle magie con la scenografia o la generazione casuale degli equipaggiamenti.

Divinity: Original Sin 2 puntava anche sulle dinamiche sociali, ma l'elemento del combattimento risultava spesso preponderante
Divinity: Original Sin 2 puntava anche sulle dinamiche sociali, ma l'elemento del combattimento risultava spesso preponderante

Ed è proprio a queste mancanze che lo studio di Swen Vincke sarà chiamato a rispondere alla luce dell'evoluzione di Baldur's Gate 3: se la formula meccanica di Divinity: Original Sin 2 era già di per sé fenomenale, la profondità delle interazioni garantita dalla classica esperienza D&D ha scavato diversi strati di profondità che nell'ottica di un terzo capitolo andranno senza dubbio limati o addirittura implementati da zero.

Multigiocatore da sogno

Nonostante Baldur's Gate 3 offra la possibilità di vivere l'interezza della campagna in modalità cooperativa, è piuttosto evidente che si tratti di un videogioco pensato prima di tutto per il giocatore singolo: ciò è testimoniato dall'incisività delle relazioni amorose, dalla profondità dei rapporti individuali che si vengono a creare con i compagni di viaggio, ma soprattutto dalla componente narrativa, che spesso chiama il singolo ad assumere scelte determinanti. Dal canto suo, Divinity: Original Sin 2 offre una delle migliori avventure multigiocatore mai realizzate e riesce a incastonarla nelle pieghe della narrazione in maniera pressoché perfetta.

Divinity Original Sin 2 13

La vicenda orbita infatti attorno alla storia di un gruppo di prescelti dagli dei che si trovano a competere l'uno contro l'altro proprio per raggiungere l'ascensione, dunque esistono diverse sezioni interamente individuali del racconto che portano ad assistere a dialoghi esclusivi e che si rivelano solo il preludio di scelte volte a influenzare il rapporto con i compagni giocanti, fino addirittura a riflettersi nell'epilogo del viaggio. Questa natura ha portato anche all'implementazione di una modalità Arena PvP che non ha mai ottenuto grande risonanza, ma in linea di massima è davvero difficile individuare un'esperienza narrativa in multigiocatore che sia anche solo lontanamente comparabile alla storia degli Origomanti.

Il futuro di Divinity

Al momento abbiamo informazioni contrastanti riguardo il futuro di questa deriva della serie: nonostante Swen Vincke abbia personalmente confermato che Divinity: Original Sin 3 vedrà certamente luce dopo Baldur's Gate 3, è anche noto che Larian Studios abbia avviato all'inizio dell'anno i lavori su un nuovo progetto che non corrisponde a tale identikit. Il terzo capitolo si farà senz'altro, ma non è dato sapere quando vedrà la luce del sole né, soprattutto, se sarà in grado di raccogliere la pesantissima eredità lasciata dall'universo di D&D.

Il finale di Divinity: Original Sin 2 pone la linea del tempo della serie in una condizione parecchio pericolosa
Il finale di Divinity: Original Sin 2 pone la linea del tempo della serie in una condizione parecchio pericolosa

Ormai è sotto gli occhi di tutti che lo studio belga sia dotato di un talento fuori dal comune, ma nelle produzioni di domani la spinta mediatica e l'apporto creativo garantiti dall'ambientazione del Faerun saranno solamente un ricordo lontano. Ciò significa che i Larian dovranno spingersi oltre il 100% per portare la struttura del Rivellon fino al livello successivo, facendo tesoro delle lezioni imparate sui fronti della caratterizzazione dei personaggi, della profondità dell'esperienza e dell'elemento prettamente sociale, senza contare che l'epilogo dell'opera e la cronologia della saga hanno posizionato dei paletti che saranno molto difficili da aggirare.

Non è da escludere, a tal proposito, la volontà di seguire un percorso totalmente diverso e inaspettato visto lo storico della compagnia e alcune notizie emerse in occasione della GDC 2024: in tale occasione lo stesso Vincke ha dichiarato che fra i suoi sogni più grandi c'era quello di confrontarsi con gli universi di Fallout e di Ultima, ed è stato solo a causa dell'approvazione del progetto a tema Dungeons & Dragons che quelle ambizioni sono state abbandonate.

Parafrasando il famoso sito arancione: se vi è piaciuto Baldur's Gate 3, adorerete Divinity: Original Sin 2
Parafrasando il famoso sito arancione: se vi è piaciuto Baldur's Gate 3, adorerete Divinity: Original Sin 2

In ogni caso stiamo parlando di uno fra i pochissimi sviluppatori che nell'arco dell'ultimo decennio sono riusciti a dimostrarsi un'assoluta garanzia: quale che sia il mondo di riferimento, si può dare quasi per scontato che la formula GDR avvicinerà nuove vette, anche se al momento è davvero difficile immaginare un'opera che possa avere un impatto paragonabile a quello di Baldur's Gate 3. Nel frattempo - in attesa della nuova patch di Baldur's Gate 3 che introdurrà addirittura nuove sottoclassi - c'è sempre Divinity: Original Sin 2, un capolavoro che rischia di passare in sordina e che, dati alla mano, meriterebbe molta più attenzione di quella che ha effettivamente ricevuto.