A quanto pare God of War ha fatto centro: scaduto l'embargo, il web si è riempito di recensioni del nuovo titolo di Santa Monica Studio, inclusa ovviamente la nostra, e sembra siano tutte particolarmente entusiastiche, tanto che il gioco si è imposto come quello con la media voto migliore dopo The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Super Mario Odyssey.
Cory Barlog e il suo team hanno insomma saputo elevare la qualità delle produzioni first party Sony, portandole terribilmente vicine a quello che viene universalmente riconosciuto come il tempio del game design, ovverosia le migliori perle targate Nintendo.
Non è stato ovviamente semplice riuscire in un'operazione così complessa, reinventare di fatto un franchise tanto celebre inseguendo Naughty Dog sul fronte della narrazione e del passaggio trasparente e dinamico fra cutscene e azione in-game, ma anche rivoluzionare l'essenza stessa di God of War, il sistema di combattimento, optando per soluzioni più moderne e interessanti.
Proprio il combat system e una gestione non particolarmente ispirata dei boss sembrano avere in parte tarpato le ali a un titolo che altrimenti si sarebbe avvicinato davvero alla perfezione videoludica, ponendosi come un capolavoro senza tempo. God of War deve invece "accontentarsi" di rappresentare un solido punto di riferimento per quanto uscirà d'ora in avanti, e scusate se è poco.
Il discorso riguardante i combattimenti è in verità una questione di punti di vista personali che si intreccia anche con l'approccio al gioco, al suo grado di difficoltà, al fatto che spinga o meno a sperimentare nuove manovre anziché farci adagiare su sequenze di colpi basilari ma sempre effiaci, che alla fine dei conti permettono di portare ugualmente a casa il risultato senza grossi sbattimenti.
Nessun dubbio invece per il comparto tecnico e artistico, nonché per lo straordinario lavoro che Santa Monica Studio ha svolto in termini di ricerca e approfondimento della mitologia nordica, producendosi finanche in affascinanti interpretazioni di alcuni elementi folkloristici e presentandoci un mondo incredibilmente suggestivo, che offre davvero tanto al di là della campagna di base.
A questo punto manca solo il responso del pubblico, e la speranza è che anch'esso decida di premiare God of War.
Sarebbe un gesto importante sotto molteplici aspetti, anche trasversali: un riconoscimento per il valore delle esperienze in single player a base narrativa, che negli ultimi tempi fanno un po' fatica; la capacità di accettare i cambiamenti, specie quando vengono effettuati con cognizione di causa e tanta passione; e infine la possibilità che un grande successo del gioco possa innescare un'entusiasmante sfida sui contenuti, rilanciando l'intero settore.
Qual è lo scenario più verosimile? Parliamone.