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Dopo la pronuncia della commissione olandese per il gioco d’azzardo, le casse premio si avviano verso il capolinea?

Le casse premio tornano a far discutere appassionati e istituzioni

NOTIZIA di Davide Spotti   —   19/04/2018

Nei mesi scorsi la querelle che ha avuto per oggetto l'introduzione delle casse premio in alcune produzioni tripla A ha letteralmente infiammato il settore dei videogiochi, alimentando forti perplessità e strenue polemiche da parte di una fetta sempre più consistente del pubblico pagante. Se ne è parlato sui social, gli è stato dato risalto sui siti specializzati ed è diventato più o meno il pane quotidiano su Reddit e in ogni altra sede preposta alla condivisione di informazioni o molto più semplicemente al confronto, tra i giocatori stessi ma anche tra giocatori e addetti ai lavori.

Se vi è capitato di seguire la vicenda fin dalle prima battute, ricorderete anche che il malumore ha iniziato a montare con l'arrivo sul mercato de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra nel mese di ottobre. Pur ampliando e migliorando quanto si era visto nel precedente capitolo, Monolith Productions ha avuto la malsana idea di inserire nel gioco microtransazioni facoltative, che a detta di molti avrebbero però compromesso il bilanciamento del gioco nella sua parte conclusiva, inducendo a un grinding feroce e stimolando così gli utenti meno pazienti a pagare moneta sonante per velocizzare le operazioni. Un paio di settimane fa la questione è tornata sotto ai riflettori, in seguito alla decisione degli sviluppatori di rimuovere definitivamente questa componente perché, testualmente, "rischia di minare il cuore del nostro gioco, il Nemesis System".

Dopo la pronuncia della commissione olandese per il gioco d’azzardo, le  casse premio si avviano verso il capolinea?

La pietra angolare di tutte le discussioni legate alla presenza di microtransazioni in un prodotto venduto a prezzo pieno è stata però posta con l'arrivo nei negozi di Star Wars: Battlefront II lo scorso novembre. Senza ripercorrere l'intera faccenda - nel caso vi serva una rinfrescata potete consultare questo editoriale - il coinvolgimento di una major dell'intrattenimento digitale come Electronic Arts e la mobilitazione di massa di moltissimi consumatori sono bastate a sollevare un polverone mediatico che ha attirato l'attenzione delle istituzioni. La prima iniziativa è stata intrapresa dal governo delle Hawaai, che all'inizio dell'anno ha avanzato quattro proposte di legge per vietare l'accesso alle casse premio ai consumatori di età inferiore ai 21 anni. Nel frattempo però hanno iniziato a mobilitarsi e ad avviare indagini in materia anche molti altri Paesi, tra i quali Olanda, Belgio, Germania, Svezia, Francia, Australia e Regno Unito.

Ebbene, la prima pronuncia è arrivata proprio in queste ore dalla commissione olandese per il gioco d'azzardo, che ha ufficializzato la violazione delle leggi nazionali in materia pur effettuando qualche distinzione a seconda del tipo di prodotto considerato. Dei dieci titoli finiti sotto alla lente d'ingrandimento dell'organo governativo, solamente quattro sono stati accusati di adottare pratiche contrarie alle normative nazionali.

Dopo la pronuncia della commissione olandese per il gioco d’azzardo, le  casse premio si avviano verso il capolinea?

I giochi citati sono FIFA 18, DoTA 2, Playerunknown's Battlegrounds e Rocket League. Come indicato dall'autorità, nella persona di Marja Appelman, "sono progettati come giochi d'azzardo e danno al giocatore la sensazione di aver quasi vinto. Quando si apre una cassa premio, ci sono suoni ed effetti visivi che invitano il giocatore a ritentare". La commissione ha inoltre precisato che si interfaccerà con le autorità di altri Paesi per fermare sul nascere il fenomeno delle casse premio ed evitare che l'impiego di pratiche scorrette possa diventare un'abitudine sempre più diffusa nel mercato videoludico. Sembra insomma molto probabile che i Paesi che si sono già mobilitati per fare chiarezza finiscano per fare fronte comune, obbligando le case produttrici a una nuova strategia.

Peraltro il mutato approccio di queste ultime, nell'arco degli ultimi sei mesi, sembra quantomeno evidente. La scelta è stata in parte dettata dalla fortissima ondata di critiche alimentata dagli appassionati, che ha inciso negativamente sulle vendite e sulla percezione di determinati prodotti. Per contro l'accostamento conclamato delle casse premio al gioco d'azzardo è una pessima notizia per chi ha provato a servirsi di questi strumenti nell'ultimo periodo, non tanto sul fronte economico ma soprattutto sul quello dell'immagine, visto che tra l'altro si parla di un settore dove una porzione consistente del pubblico continua ad essere composto da giocatori minorenni. Se il caso olandese dovesse allargarsi a macchia d'olio ci sarebbe davvero poco di cui discutere. Dopotutto varrebbe ancora la pena provare a spremere i giocatori più impulsivi se all'atto pratico aleggiasse lo spettro di multe astronomiche, preclusione di alcuni mercati e ulteriore gogna mediatica come ciliegina sulla torta?

Voi che ne pensate della recente pronuncia olandese? Fatecelo sapere nei commenti!