Cyberpunk 2077 è un gioco bellissimo secondo Luca Ward, che si è dimostrato decisamente entusiasta del nuovo progetto di CD Projekt RED di cui ha esaltato anche la scrittura, i testi e le tematiche affrontate, che l'hanno evidentemente coinvolto in maniera particolare.
Intervistato da Pierpaolo Greco, insieme a Antonio Moro e Valentina Ariete nel corso della puntata di oggi dell'UltraPop Festival, Luca Ward si è dimostrato davvero molto soddisfatto del lavoro svolto su Cyberpunk 2077, un gioco che sembra averlo convinto davvero in maniera particolare.
Ward è la voce di Johnny Silverhand, il personaggio interpretato da Keanu Reeves nel gioco di CD Projekt RED, dunque ha un ruolo di grande rilievo nella storia, cosa che spiega anche il suo ampio coinvolgimento nella lavorazione, che l'ha tenuto impegnato per parecchio tempo.
Secondo quanto riferito da Ward, Cyberpunk 2077 è un videogioco "particolarmente bello, è molto lungo e molto parlato", ha dichiarato il doppiatore, "e si affrontano vari temi: c'è un po' di tutto, c'è l'amore, l'amicizia, l'ultraterreno, le battaglie, le guerre, i nemici e gli amici. Ci sono le vite al di fuori della vita stessa, quando si entra ed esce dal proprio corpo per entrare in un altro", ha affermato, in quest'ultimo caso probabilmente con riferimento alla braindance presente nell'RPG.
"È un videogioco pazzesco, ma che fa anche pensare e riflettere in una maniera un po' nuova per i videogiochi". Per quanto riguarda la questione più specifica del doppiaggio, Ward ha affermato che "Keanu Reeves ha fatto un grande lavoro: addirittura mentre eravamo in corsa lui ha rifatto alcune battute perché probabilmente non gli piacevano in un primo momento e allora io le ho rifatte seguendo quanto fatto da lui. Ci siamo molto ascoltati in questo lavoro, lui lo faceva a Los Angeles ovviamente mentre io lo facevo a Roma però eravamo molto connessi".
Il coinvolgimento del doppiatore nel lavoro su Cyberpunk 2077 è risultato chiaro anche da questa volontà di fare le cose nella maniera migliore possibile: Ward ha spiegato che avrebbe potuto evitare di rifare il doppiaggio, ma ha pensato che se Reeves aveva voluto riscrivere alcune battute era giusto che le rifacesse anche lui "E non si parlava di una battuta, ma di 500-1000 battute, un lavoro gigantesco, ma mi sembrava giusto rimanere di pari passo, per far sì di essere conformi anche in Italia a quello che avevano fatto loro".
Ward ha poi approfondito la questione del doppiaggio nei videogiochi, parlando con Valentina Ariete e spiegando peraltro come il lavoro svolto in questo ambito ha delle caratteristiche particolari che lo rendono anche più difficile, perché i doppiatori sono costretti a lavorare "alla cieca" con i videogiochi. Non c'è infatti un materiale visivo ad accompagnare la performance, si tratta di testi puri di cui bisogna registrare subito l'audio da inserire poi nei videogiochi ancora in sviluppo: questo determina diversi inconvenienti per i doppiatori perché non sanno precisamente come si svolgano le scene, non avendo una sceneggiatura completa e descrittiva e non avendo delle scene girate dal vivo da vedere per avere degli indizi su come si muova il personaggio, dove si trovi e in che situazione si svolga la scena. Questo secondo Ward è un peccato perché si potrebbe raggiungere una qualità anche superiore se fosse possibile avere un supporto più completo alla recitazione, se i doppiatori potessero avere dei sussidi visivi anche provvisori, in modo da avere un'idea più chiara di come si debbano svolgere le scene, ci guadagnerebbero sia i doppiatori stessi ma soprattutto gli utenti, potendo contare su risultati potenzialmente molto superiori in termini qualitativi.
Nella stessa intervista, Luca Ward ha peraltro praticamente confermato l'esistenza di un nuovo capitolo di Splinter Cell, forse in arrivo nel 2021.