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Days Gone: vendite pari a Ghost of Tsushima, è stato veramente ucciso da Metacritic?

Cos'è successo veramente a Days Gone? Possibile che il gioco sia stato davvero ucciso da Metacritic?

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   06/01/2022

In questi giorni è stato celebrato il successo di Ghost of Tsushima che, dopo circa un anno mezzo dalla sua uscita originale, ha raggiunto gli 8 milioni di copie vendute, ovvero il medesimo risultato che è stato raggiunto in precedenza anche da Days Gone e probabilmente superato grazie anche alle vendite della versione PC, il quale però non è stato propriamente festeggiato. Premettiamo che non vogliamo esprimere valutazioni sulla decisione di cancellare il progetto Days Gone 2, visto che oltretutto l'idea di vedere Bend Studio impegnato su un altro progetto può risultare anche più interessante, ma c'è chiaramente qualcosa di strano nel modo in cui il franchise è stato gestito in Sony e potrebbe valere la pena discuterne un attimo, visto che oltretutto l'argomento è stato nuovamente rilanciato dal game director Jeff Ross, ora uscito da Sony.

Secondo quanto riferito da Ross, Days Gone aveva raggiunto già gli 8 milioni di copie quando lasciò Sony, un anno e mezzo dopo l'uscita del gioco, ma da lì ha continuato a vendere anche con l'arrivo su PC, dunque i numeri saranno ora anche piuttosto superiori. Sebbene possa non essere considerato un successo in senso lato, ha raggiunto a quanto pare risultati paragonabili a Ghost of Tsushima e Death Stranding, per dire un paio di titoli che hanno invece ricevuto plausi e riconoscimenti anche dalla stessa Sony. Una delle motivazioni che viene tirata fuori per questo trattamento è il voto su Metacritic, tanto da pensare che la compagnia abbia deciso di eliminare la serie a causa di un presunto "danno di immagine" che avrebbe ricevuto da una media voto delle recensioni più bassa di quelli che sarebbero gli standard richiesti da Sony, ma anche questa argomentazione sembra piuttosto fallace.

È vero che Metacritic è diventato un parametro importante anche nell'ambiente dello sviluppo, fin troppo importante tanto da legare alcuni eventuali obiettivi e bonus per gli sviluppatori ai risultati ottenuti presso la critica, ma difficilmente può essere considerato determinante quando si parla di affari.

Days Gone: come sarà andata veramente tra Sony e Bend Studio?
Days Gone: come sarà andata veramente tra Sony e Bend Studio?

Se così fosse, gran parte delle produzioni cinematografiche che generano saghe infinite di seguiti non dovrebbero esistere, visto che spesso e volentieri partono già da valutazioni abbastanza basse, come spesso accade con le produzioni più pop e commerciali. Allo stesso modo, nell'ambito videoludico non si registra sempre una corrispondenza tra risultati positivi presso la critica e successo commerciale: i vari FIFA, Call of Duty, Assassin's Creed e Battlefield hanno incontrato spesso anche risultati non proprio esaltanti, ma nessuno presso EA, Activision e Ubisoft ha mai messo in dubbio il futuro delle serie per tali motivazioni, questo perché quello che conta sono comunque gli introiti e il rapporto tra investimento e ritorno economico. D'altronde la questione sembra non reggere anche guardando il passato di Sony: il primo Killzone venne accolto anche peggio ma ha comunque generato una serie, così come il mitico Knack sia stato stroncato ma ha comunque avuto il seguito assicurato, tanto per fare due esempi.

Dunque da questo derivano almeno un paio di considerazioni: una è che 8-10 milioni di copie vendute su una base di più di 100 milioni di console è un risultato che forse non viene considerato proprio un successo in termini assoluti, magari a fronte di uno sviluppo dispendioso, mentre l'altra riguarda il peso di possibili problemi organizzativi interni nella decisione di far proseguire o meno una serie. I numerosi tweet dell'ex-director Ross dipingono una situazione alquanto tesa tra Bend Studio e Sony: il responsabile locale della compagnia pare abbia continuato a far presente al team di come il gioco fosse una delusione per il management fin dall'uscita, ma questo esclusivamente per quanto riguardava le vendite, nessuno ha mai parlato apertamente dei voti delle recensioni come motivazioni dell'avversione nei confronti del gioco, che ha portato a una cancellazione a priori del progetto di Days Gone 2 "senza che il pitch sia mai stato nemmeno letto", secondo quanto riferito.

D'altra parte, lo stesso director ha confermato come il periodo di sviluppo si sia allungato ben oltre il piano stabilito inizialmente, con 6-7 anni di lavori su un nuovo engine che hanno fatto levitare i costi di produzione. Una situazione simile a quella vista in Halo Infinite, con la differenza di disponibilità economiche probabilmente diverse tra Microsoft e Sony sui rispettivi progetti. Oltre alle questioni economiche, o forse comunque legate a queste, potrebbero esserci state anche situazioni degli attriti anche personali: nei numerosi tweet degli ex-Bend Studio si fa spesso presente come la situazione fosse ben più positiva sotto Shawn Layden rispetto alla gestione successiva da parte di Jim Ryan e Hermen Hulst, facendo capire piuttosto chiaramente come il cambio di direzione abbia portato a rapporti decisamente tesi e al rifiuto drastico del progetto Days Gone 2. Sarà stato a causa delle spese sostenute a fronte dei risultati economici, divergenze nel modo di organizzare il lavoro o visione generale delle cose? Difficile da dire con sicurezza ma è probabile che si tratti di un misto di tante cose che non può essere ridotto al singolo numero su Metacritic. Tutto questo, quantomeno, non ha portato fortunatamente alla chiusura del team Bend Studio e questo è comunque l'elemento più importante, visto che gli sviluppatori avranno comunque modo di dimostrare le proprie capacità in altri progetti.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.