Ormai è palese che Call of Duty su console PlayStation ha gli anni contati. Che siano tre anni o sei poco importa: per Sony non poter fare affidamento sugli introiti e l'attrattiva dello sparatutto di Activision Blizzard, così come di Diablo, Overwatch e gli altri brand del publisher, per ovvi motivi è un danno enorme e inevitabilmente avrà un impatto profondo sugli equilibri di mercato e le strategie del colosso giapponese per la prossima generazione. Quale sarà la contromossa dell'azienda o il "piano di emergenza" per sopperire a questa perdita?
Facciamo un breve riepilogo per chi si fosse perso le ultime novità. Microsoft è in procinto di acquisire Activision Blizzard per circa 70 miliardi di dollari. Se l'operazione andrà in porto entrerà in possesso di IP di grande spessore, tra cui Call of Duty, Overwatch, Diablo e World of Warcraft. Cosa accadrà per PS5 e le prossime console PlayStation? Nei mesi scorsi Microsoft aveva rassicurato i giocatori. Ricordiamo ad esempio le parole di Matt Booty, capo di Xbox Game Studios, che aveva affermato che le grandi acquisizioni di certo non hanno l'obiettivo di "togliere qualcosa" alle community sulle altre piattaforme e che anzi l'intenzione è quella "continuare a costruire e coltivare quelle comunità, per non farle a pezzi".
Tuttavia pochi giorni fa Jim Ryan ha praticamente attaccato Microsoft: stando alle sue parole, Call of Duty uscirà su console PlayStation per altri tre anni dopo la scadenza degli accordi in essere stretti con Activision, dopodiché diventerà un'esclusiva Xbox e PC.
Parliamo dunque di dichiarazioni particolarmente importanti e che per certi versi possono rappresentare un'arma a doppio taglio per Sony: da una parte Ryan ha messo le carte in tavola, probabilmente nel tentativo di mettere in cattiva luce l'acquisizione di Activision Blizzard agli occhi della FTC, ma dall'altra è come comunicare con grande anticipo ai giocatori: "se vi piace Call of Duty, le future console PlayStation non fanno al caso vostro, guardate altrove".
Ci piace pensare dunque che Ryan abbia ponderato bene le sue parole, forte di una possibile strategia interna per sopperire alla perdita di un brand così importante. Ma in che modo si può contrastare un franchise imponente e tentacolare come quello di Call of Duty, in grado di penetrare con facilità nel mercato videoludico tradizionale, quello dei free-to-play (Warzone) e quello Mobile (Call of Duty Mobile & Warzone Mobile)?
Per il momento ci vengono in mente due soluzioni: la prima è quella di "mettersi l'anima in pace" e concentrare gli sforzi della compagnia in settori completamente differenti, continuando a diversificare l'offerta PlayStation. Un obiettivo che si sta già concretizzando visto il focus sempre maggiore nell'ambito dei live service, multiplayer e realtà virtuale con PlayStation VR2, continuando al tempo stesso a offrire esperienze single player di primo livello come The Last of Us, God of War e Marvel's Spider-Man.
L'alternativa è creare letteralmente dal nulla un rivale di Call of Duty firmato PlayStation. Un'ipotesi davvero azzardata, considerato che anche per Sony il brand di Activion non ha rivali, ma c'è da dire che ai PlayStation Studios il talento e le risorse non mancano. Aggiungiamo anche che Guerrilla Games vanta nel suo curriculum la serie Killzone (anche se diciamoci la verità, il brand non è mai riuscito ad affermarsi del tutto) e che Bungie ha una grandissima esperienza con gli FPS, seppur le loro produzioni si discostano dallo stile di Call of Duty. Non dimentichiamo poi che Sony è ancora nel pieno della campagna acquisti e quindi i prossimi investimenti potrebbero riguardare team di sviluppo con il know-how necessario per questo scopo.
Ora lasciamo la parola a voi. Secondo voi Sony è in grado di creare un'alternativa valida a Call of Duty? O a vostro avviso dovrebbe concentrare i propri sforzi in tutt'altra direzione? Fatecelo sapere nei commenti.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.