Tra le tante meraviglie tecniche di Red Dead Redemption 2, che è stato già lodato ampiamente dalla puntuale analisi di Digital Foundry, non c'è a quanto sembra un utilizzo efficace dell'HDR.
È la medesima rubrica tecnica di Eurogamer.net a dimostrare come l'HDR presente nel gioco, che pure è ufficialmente supportato, non ha in effetti un effettivo riflesso nelle immagini sullo schermo. Si tratta insomma di un altro caso di HDR "fake", in maniera simile a quanto era stato scoperto per NieR: Automata - Become as God Edition. In sostanza, si tratterebbe di immagini in SDR che vengono veicolate all'interno di un contenitore HDR, per cui il televisore è indotto a pensare di visualizzare un segnale HDR, quando invece la gamma colore e illuminazione è quella standard dell'SDR.
La cosa risulta percepibile osservando le fonti di luce nel gioco, ma nell'analisi emerge in maniera chiara: mantenendo il settaggio consigliato da Rockstar per il gioco, le immagini mostrano picchi di luminosità a 100 nits, che sono ben lontani dal range dell'HDR che può arrivare a 4000 nits. In pratica, l'immagine SDR a 8-bit è inserita in un contenitore HDR a 10-bit, il televisore attiva le modalità che deve per trasmettere l'immagine in HDR ma il risultato stenta a emergere. È tecnicamente possibile ottenere picchi di luminosità fino a 500 nits, ma questo solo spremendo al massimo l'opzione per l'HDR della TV, si tratta comunque di un trucco applicato esternamente alle qualità intrinseche dell'immagine, che di fatto resta SDR. Insomma, la spiegazione è lunga e dettagliata in questo articolo di Digital Foundry, ma il senso pare abbastanza chiaro: l'HDR non è proprio il punto di forza di Red Dead Redemption 2.