Kim Hyeong-tae, CEO di Shift Up - sviluppatore di Stellar Blade - ha commentato in modo definitivo la presunta censura dei costumi di Eve, la protagonista del gioco d'azione per PS5. Secondo quanto indicato, il risultato finale è esattamente quello inteso dagli sviluppatori. Il CEO afferma inoltre che un costume non è di qualità solo perché è o non "volgare".
"Non credo che il fatto che i costumi siano volgari significhi necessariamente che siano buoni, quindi questo è qualcosa che è stato modificato per la qualità", afferma il CEO. "Di conseguenza, ci sono parti in cui l'erotismo è diminuito o enfatizzato. Questo è il prodotto finale che vogliamo mostrare come risultato voluto". In breve: gli outfit di Eve sono basati sul loro essere esteticamente piacevoli, non all'enfatizzare le caratteristiche sessuali della protagonista di Stellar Blade.
Il caso delle "censure" dei costumi di Stellar Blade
Per chi si fosse perso la questione, ricordiamo che all'uscita Stellar Blade ha incluso alcuni costumi leggermente diversi rispetto a quanto inizialmente mostrato. La versione 1.0 su disco del gioco permette di vedere facilmente le modifiche, che hanno aggiunto qualche pezzo di stoffa extra in un paio di costumi, sulle decine presenti nel gioco.
Alcuni utenti hanno preso torce e forconi affermando che quella era un censura (con anche le solite accuse a tema 'woke'). Parte della community ha anche pensato che le modifiche siano state imposte dall'editore, Sony, e che questo era un attacco alla libertà creativa del team.
Il problema che tutto questo è solo un insieme di speculazioni senza fondamento e che Shift Up abbia più volte affermato che le modifiche erano previste da tempo. Non è strano che il gioco su disco includa componenti non definitive, in quanto i dischi vanno stampati per tempo e lo sviluppatore deve inviare una copia con un certo anticipo e relega le ultime correzioni a una patch di lancio.
Un esempio di un vero errore è invece una sfortunata combinazione di parole che ha creato un riferimento a un insulto razzista noto negli USA ma non comprensibile per il resto del mondo.
