Lo studio di Escape from Tarkov è stato accusato di finanziare indirettamente l'invasione dell'Ucraina: a quanto pare alcuni membri chiave del team di sviluppo avrebbero legami diretti con gruppi militari coinvolti nella guerra.
Stando a ciò che è stato riferito, pare che Battlestate Games abbia organizzato una serie di partnership e collaborazioni mirate a raccogliere fondi destinati a gruppi armati impegnati sul fronte ucraino. Il CEO dello studio sarebbe inoltre apparso in vari podcast insieme a una persona che è stata fotografata in compagnia di membri di una specifica unità militare.
Uno degli aspetti più controversi della faccenda è legato al gruppo 715, riconoscibile dallo slogan "train hard", che secondo le segnalazioni verrebbe citato spesso all'interno di Escape from Tarkov, in particolare su oggetti estetici, decalcomanie e texture.
I membri del gruppo in questione pare siano stati fotografati in atteggiamenti di scherno nei confronti di soldati ucraini caduti e hanno pubblicato meme di carattere razzista, oltre a materiale propagandistico destinato a reclutare o militarizzare il pubblico più giovane.
Un debutto davvero complicato
Le gravi accuse mosse nei confronti di Battlestate Games arrivano a poche ore dal debutto di Escape from Tarkov su Steam, con una versione 1.0 che pare sia un disastro fra problemi di accesso, crash, glitch e downgrade di varia natura.
Criticità che hanno portato all'immancabile review bombing da parte degli utenti sulla piattaforma Valve, mentre si attende una presa di posizione da parte dello studio in merito alle polemiche e al loro effettivo coinvolgimento con gruppi militari attivi in Ucraina.