Probabilmente è un sogno condiviso da molti videogiocatori: l'idea di potersi portare in uno zaino, se non addirittura in tasca, i propri videogiochi preferiti, per goderseli in qualsiasi momento. In fin dei conti, è stato quel sogno a decretare il successo di console portatili che hanno fatto la storia, ed è sempre quel sogno oggi a essere cuore e benzina del panorama dei PC handheld.
Oggi che l'idea di una "console portatile" (discuteremo di queste virgolette tra un attimo) non include più solo il concetto di una macchina con una libreria specifica, ma quello di una che permette di portare con sé letteralmente qualsiasi gioco, i produttori che ci si sono buttati a capofitto sono tanti: dalla nicchia dei PC-a-forma-di-console fino al successo di Steam Deck, che dal 2022 ha indicato la strada a proposte come quelle di ASUS, di MSI, di Lenovo, più timidamente di Acer e Zotac, senza scomodare Ayaneo e gli altri grandi player orientali.
Così, mentre eravamo tutti impegnati a vivere vite diverse, quel desiderio comune di portare comodamente e ovunque con noi i nostri titoli preferiti ha finito per creare un segmento tutto suo, che quest'anno si è rivelato particolarmente popoloso. Il che è molto bello, soprattutto se - come chi scrive - perfino quando siete a casa preferite buttarvi sul divano armati di handheld, piuttosto che sedervi ancora alla scrivania per giocare su un desktop.
C'è solo un piccolo neo: i produttori dei PC handheld stanno saturando il mercato senza avere davvero delle novità da offrire. E questo non fa bene a nessuno.
Quantità o qualità?
A inizio anno, dovendosi anche far perdonare la terribile prima generazione, MSI ha fatto arrivare sul mercato MSI Claw 8AI+: è l'unica macchina di questo segmento mossa da Intel (con Core Ultra 7 258V, per essere precisi) e, a distanza di mesi, è una che riesce effettivamente a far girare qualsiasi cosa. Personalmente, posso testimoniare che regge The Alters, che ho giocato almeno una ventina di ore di endgame di Clair Obscur: Expedition 33 e che ci ho provato anche altri titoli recenti e non proprio leggeri, come Dying Light: The Beast o Silent Hill f. All'infuori del fattore ergonomia, che non è il suo fiore all'occhiello, è insomma una macchina che si difende bene e piuttosto futuribile: dato che anche le nuove uscite vengono gestite senza problemi, non ci sarebbe motivo di sostituirla con un nuovo hardware.
Sempre quest'anno, abbiamo visto l'esordio di Lenovo Legion Go S: dapprima lanciata solo con Windows (e poi, per fortuna, con SteamOS, con cui va molto meglio), si è rivelata una macchina che non aveva idea di cosa fare da grande - adorabilmente comoda, con un bellissimo display IPS da 8", ma azzoppata da un AMD Z2 Go incostante e che fatica con i tripla A. Tanti compromessi, quindi, a meno di non volersi limitare a piccole produzioni e al panorama indipendente.
Sempre quest'anno, il mercato ha visto anche l'arrivo di Legion Go 2, la vera next-gen secondo Lenovo - che ha fatto discutere tantissimo (e giustamente) per il suo prezzo: armata di uno splendido OLED da 8,8" e con sotto la scocca AMD Z2 Extreme, Go 2 rapisce con il suo corpo scomponibile come quello di Nintendo Switch, ma in termini di esperienza di gioco porta pochissimi cambiamenti significativi rispetto alla generazione precedente. Ed è un neo importante, quando costi 1.299 euro di listino.
Le uscite più chiacchierate tra quelle dei grandi produttori, però, sono probabilmente quelle delle ASUS ROG Xbox Ally: sono arrivate con una versione "base", bianca, equipaggiata con un chip AMD Z2 ideale più che altro per chi vuole giocare senza troppe pretese, e con una versione di fascia alta, nera, con AMD Z2 Extreme dotato anche di supporto per il futuro upscaling tramite IA. Se è vero che in termini di forza bruta, anche qui, i cambiamenti rispetto alla prima generazione sono piccoli, quantomeno ASUS ha approfittato della collaborazione con Xbox per toccare un tasto su cui i PC handheld con Windows fino a oggi avevano sbagliato tutto: creare una interfaccia accessibile, che non seppellisca il dirsi "ho venti minuti liberi, gioco un po'" dietro al mare di imprevisti e icone invisibili del sistema operativo in formato desktop, inadatto a essere fruito su display da 7".
Considerate che abbiamo citato solo i produttori più noti, senza esplorare quante uscite quest'anno siano state rese disponibili e annunciate anche da altre compagnie, come GPD o OneXPlayer. E considerate che tutta questa corsa al lancio di nuovi PC handheld è avvenuta mentre Valve, che con Steam Deck ha fornito uno slancio vitale letteralmente a tutti questi prodotti, taceva.
Perché taceva? Perché è la cosa migliore da fare quando non hai niente di nuovo da dire e da proporre. Ed è questo che il mercato handheld, trattando questo segmento come fosse uno qualsiasi degli hardware che appassionano i PC gamer, ancora non sta capendo.
Capire a chi rivolgersi
Steam Deck ha avuto successo per un motivo: ha trovato il modo di unire l'enormità della libreria dei giochi PC (e l'accessibilità dei loro prezzi) all'immediatezza del mondo delle console. Deck è a tutti gli effetti un computer e ha una interfaccia desktop accessibile in qualsiasi momento - ma solo se lo si vuole. In caso contrario, si può giocare ciò che è compatibile rimanendo semplicemente nella sua schermata iniziale: un mosaico con le icone dei propri giochi, una barra di ricerca per trovarne e acquistarne di nuovi. Tutto qui.
Il target di Deck, quindi, non era solo quello dei giocatori PC con già centinaia di giochi nella loro libreria Steam: poteva (e lo ha fatto) far avvicinare al mondo del gaming su computer anche chi su computer non aveva mai giocato. Era accogliente, guardava verso l'esterno e non solo verso chi del giocare su PC già sapeva tutto. Questa filosofia, combinata a prezzi non respingenti, ha permesso a Steam Deck di fare la parte del leone su questo mercato.
Secondo le stime degli esperti di IDC, la macchina di Valve ha ormai distribuito oltre 4 milioni di unità in tutto il mondo, dal lancio del 2022 in poi. E la stessa compagnia di analisi stima che l'intero mercato handheld (esclusi Ayaneo, OneXPlayer e GPD) ha distribuito 6 milioni di esemplari in totale. Significa, numeri alla mano, che Deck ha un livello di penetrazione del mercato che gli altri non sono riusciti a replicare.
Rivolgersi a chiunque e non solo agli "enthusiast disposti a investire nel loro hobby", come dichiarato da Lenovo all'IFA di Berlino in risposta a chi aveva dubbi sul prezzo di Legion Go 2, ha dimostrato di essere la via migliore per i PC handheld. E lo si può fare tanto nel prezzo, quanto nell'usabilità: una lezione che, a oggi, ha iniziato a fare passi in avanti con Windows solo con l'arrivo della Xbox Full Screen Experience delle ROG Xbox Ally, e che emette i primi vagiti su altri hardware.
In fondo sono PC a forma di console: così come suggerisce il loro design, è fondamentale che queste macchine trovino il modo di unire queste due nature anche nella loro esperienza utente. Anche perché, riconosciuta la comodità di poter giocare spaparanzati sul letto, non vi sarebbe motivo di preferirle a un notebook da gioco, se si fosse costretti a spendere una cifra simile e a doversi poi pure lambiccare con l'inadeguatezza di Windows desktop. Anziché inseguire da subito questi punti chiave, i PC handheld sono andati in direzione opposta e si sono messi a inseguire la potenza e il miglioramento tecnico incrementale. Quello che, un po' in stile console potenziate, ha bisogno di asterischi e grafici iperbolici per poter essere notato, perché altrimenti nell'esperienza d'uso reale non si percepirebbe. E proprio il trend delle ultime arrivate, fatta eccezione per l'esperimento dell'interfaccia Xbox, è la prova di questa stortura.
AAA salto generazionale cercasi
Posso dire di aver provato praticamente tutti i PC handheld dei più rilevanti marchi arrivati sul mercato - e il riassunto è breve: risulta difficile, mentre si gioca, accorgersi davvero del salto in avanti offerto da AMD Z2 Extreme, che ha davvero il retrogusto di una "mid-gen", più che di una nuova generazione. E, considerando che è il chip che muove Xbox Ally X, Legion Go 2 e MSI Claw A8 (la variante AMD della macchina che altrimenti monta Intel), è un dato importante.
Positivo che questo chip sia un po' meno energivoro del precedente, poiché permette alla batteria di durare di più con una singola carica, ma non ci sono balzi in avanti tali da giustificare l'acquisto di un nuovo dispositivo per chi ne aveva uno di prima generazione. Ancora meno per chi ne aveva uno davvero mid-gen, come lo era ROG Ally X, uscita nel 2024.
Così, le migliorie portate da queste macchine si sono rivelate più che altro affinamenti: chi ha aggiunto lo schermo OLED, chi ha accresciuto la batteria, chi ha abbondato di RAM, chi si è limitato all'ergonomia e alla Xbox Full Screen Experience. Ma il salto in avanti non c'è: c'è solo tanto, tanto affollamento.
Non poteva essere altrimenti, se ci pensate: gli Z2 Extreme di AMD, che come abbiamo visto animano una larga parte del mercato attuale, si appoggiano a RDNA 3.5, il che significa niente FSR 4, a meno di colpi di scena clamorosi. In pratica, una tecnologia che poteva essere a tutti gli effetti un salto in avanti importante, rispetto a quelle attualmente integrate sui PC handheld, rimane tagliata fuori già ai nastri di partenza. Un sacrificio che puoi ritenere accettabile solo quando il modello di mercato che insegui è quello dell'hardware PC, dove le iterazioni sono così tante (con impennate di prezzo annesse) che è difficile mantenere il conto.
Solo che i PC handheld non possono seguire il modello degli hardware PC: per prima cosa, perché i loro consumatori non sono sovrapponibili. E, in seconda battuta, perché spesso queste sono anche macchine da affiancamento: moltissimi utenti handheld hanno anche un desktop e giocano in portatile quando sono fuori casa o vogliono rilassarsi. Non è immaginabile, ancora meno ai prezzi che stiamo vedendo, che inseguano ogni nuovo modello, ancora meno se è una mid-gen che si traveste da nuova generazione solo nei proclami promozionali.
E, tutto questo, sempre tenendo conto di una cosa: l'hardware dei PC handheld deve essere prima di tutto sia futuribile che adatto all'utilizzo "comodo". Non c'è bisogno che raggiungano i 200 fps a 1200p: la cosa migliore che possono fare è garantire stabilità e immediatezza d'uso da qui ai prossimi anni. Il segmento, invece, sembra cercare di replicare i modelli applicati ad altre categorie hardware, un po' come anche il mercato delle console domestiche ha iniziato a fare presentazioni dove non c'erano più giochi, ma benchmark e zoomate sulle texture.
Invece, una volta tanto, bastava copiare: se, secondo le stime, Steam Deck incarna i due terzi dei PC handheld distribuiti sul mercato, dei motivi devono esserci. E no, nessuno di quei motivi suggerisce di fare uscire un nuovo modello ogni anno, a prezzo crescente, senza novità significative da offrire, solo per alimentare la percezione di un'obsolescenza che viene smentita dai fatti: non a caso, potete giocare serenamente i giochi tripla A anche sui vostri "vecchi" AMD Z1 Extreme.
Nuove uscite rilevanti per non rendere il segmento irrilevante
Non fraintendiamoci: nel 2022, il mercato dei PC handheld su vasta scala praticamente non esisteva. In soli tre anni, si parla comunque di 6 milioni di unità distribuite. Il segnale dato dai consumatori è interessato ed è forte: pur trattandosi di una nicchia, che non gode della spinta di giochi esclusivi (che, anzi, sono gli stessi giocabili su qualsiasi computer), il mondo handheld attira e cresce. Il 2023, dove sono uscite a breve distanza ROG Ally, Legion Go e Steam Deck OLED, da solo ha visto la distribuzione di quasi 3 milioni di unità.
Per continuare a costruire su questo successo, e attirare nuovi giocatori, il mercato deve calcare più convintamente la strada su cui si è affacciata la Xbox Full Screen Experience: fare in modo che gli utenti portino a casa i vantaggi di Windows e non le sue zavorre, con l'accesso a qualsiasi client di gioco ma non con l'interfaccia desktop e i suoi processi che penalizzano le prestazioni. E, per non saturare l'offerta e vedere inevitabilmente dei flop che non farebbero bene al mercato, i produttori dovrebbero gestire più saggiamente la corsa alle nuove uscite.
Chi oggi spenderà 900 euro per una ROG Xbox Ally X può legittimamente domandarsi "e se il prossimo anno ne uscisse un'altra?", a questi ritmi. E, se questa ipotetica altra integrasse RDNA 4, allora magari la nuova Ally X diventerebbe davvero obsoleta da qui a poco tempo?
La corsa infinita così serrata non crea voglia di spendere, nemmeno in un mercato dove in realtà anche le macchine del 2023 tengono ancora il passo. Al bisogno di accessibilità, di accoglienza anche verso i giocatori console - che tutto vogliono, meno che passare il tempo a capire come premere quell'icona minuscola del firewall di Windows - si sposa allora davvero la necessità di imparare la lezione di Valve.
Che, è vero, intanto incassa dai software venduti tramite Steam, quindi non ha fretta di creare nuovi hardware. Ma che, quantomeno, ha accudito la sua creatura negli anni con aggiornamenti costanti, con un (migliorabile) sistema di verifica che ora Windows sta provando a fare suo, tenendo a mente il bisogno di trovare un equilibrio tra prezzi, potenza, autonomia e temperature. E, più di ogni altra cosa, anticipando che non ci sarebbe stata una Steam Deck 2 fino a quando le tecnologie non avessero consentito un vero salto generazionale. Concetto che ha ribadito anche in occasione dell'annuncio delle nuove Steam Machine.
Nel 2024 e nel 2025, infatti, sul fronte handheld non abbiamo avuto niente da Valve, che anzi ha rimarcato che non ci saranno novità su una Steam Deck di nuova generazione finché le tecnologie non lo consentiranno - e che anche un incremento delle performance "del 50%, ma con la stessa autonomia", non sarebbe sufficiente. Nel frattempo, invece, abbiamo visto numerose proposte da altri produttori. Qualcosa vorrà pur dire.