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The Last of Us 2: vi ha fatto più pena il cane o la giocatrice di PS Vita? Quanto vi piace ammazzare la gente?

The Last of Us 2 sta scatenando accesi dibattiti per i suoi temi, nonostante per avere la versione completa manchino ancora alcune settimane.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   28/05/2020
The Last of Us Parte II
The Last of Us Parte II
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Il materiale video di The Last of Us 2 mostrato da Sony e Naughty Dog durante il recente State of Play è davvero impressionante e non solo dal punto di vista grafico. Dopo averlo visto si è aperto un grosso dibattito in rete: fa più pena vedere un cane bruciato o una giocatrice di PS Vita accoltellata a morte?

La nostra sembra ironia, ma non lo è, almeno non completamente. Forse la domanda giusta da porsi è: perché un cane ammazzato sembra aver colpito maggiormente le coscienze di decine di umani uccisi? Qualcuno ha fatto riferimento al realismo dell'animale per spiegare l'empatia provata sentendone i guaiti, ma la tesi regge poco, perché in The Last of Us 2 anche gli esseri umani sono iper realistici, tra animazioni perfette e dialoghi che regalano un retroterra anche i nemici teoricamente più anonimi. Quindi perché i sentimenti nei loro confronti sono meno forti rispetto a quelli che proviamo per dei cani?

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Ma ancora: perché alcuni hanno messo in questione addirittura la possibilità di giocare a The Last of Us 2 per non dover uccidere degli animali (teoricamente non è obbligatorio farlo)? Come mai la tipa che gioca con PS Vita si diverte a giocare a Hotline Miami? Il mondo intorno a lei non è abbastanza brutale? Ha bisogno di altro sangue? Oppure è un modo per esorcizzare il contesto in cui vive? E se fosse un messaggio di condivisione tematica che va ben oltre il semplice citazionismo? Difficile dare una risposta a queste domande su due piedi senza un'analisi più dettagliata e senza sfociare nella retorica più bieca.

E se non fosse solo una questione di empatia verso gli animali ma, semplicemente, considerassimo divertente uccidere persone, per quanto virtuali? Se il disprezzo per i nostri consimili, che è prima di tutto epocale, si fosse sublimato nei videogiochi ottenendo una specie di schermatura etica nei mondi virtuali? Nella realtà non lo faremmo mai, ma non è scontato che non nutriamo il desiderio di farlo, opportunamente represso dalla cultura e dalle leggi. I videogiochi non rendono assassini, ma sicuramente consentono di dare sfogo a una parte di noi repressa nell'inconscio, con cui non vogliamo avere niente a che fare nella quotidianità e che facciamo finta di non vedere o addirittura rifiutiamo.

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Comunque sia è presto per lanciarsi in analisi tematiche riguardanti The Last of Us 2, di cui si avrà sicuramente modo di parlare diffusamente nelle prossime settimane. Certo, se è bastato un video di gameplay per suscitare certe prese di posizione e certe riflessioni, c'è da attendersi davvero molto dall'opera finita.