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Dragon Ball: The Breakers, la recensione del gioco asimmetrico basato sul mondo di Goku e compagnia

Nella recensione di Dragon Ball: The Breakers vi spieghiamo perché si tratta di un videogioco ricco di potenziale... e di difetti.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   19/10/2022
Dragon Ball: The Breakers
Dragon Ball: The Breakers
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Potenza e atto. Tutte le idee, anche quelle meravigliose, hanno bisogno di cura nel delicatissimo processo che permetterà loro di approdare nel mondo reale: altrimenti si rischia il disastro, un oggetto per nulla corrispondente a quella bellezza iniziale. Forse avrete già capito dove vogliamo andare a parare. La storia dei videogiochi, infatti, è costellata di episodi di questo tipo: prodotti che volevano essere una certa cosa, e invece nulla; che avevano promesso determinate esperienze, alla prova pratica poi rivelatesi, beh... deludenti.

Dragon Ball: The Breakers si inserisce purtroppo in questo ragionamento, come valido esempio. Perché ciò che dà fastidio, sopra ogni altro aspetto, è il suo possedere un enorme potenziale: ancora oggi ne siamo convinti, né disperiamo sulla sua possibilità di riprendersi lungo il percorso. Un gioco d'azione asimmetrico, completamente online, basato sull'esperienza di Dead By Daylight può funzionare, ha tutte le carte in regola per farlo. Eppure, qualcosa non ha funzionato nel titolo realizzato da Dimps e pubblicato da Bandai Namco, la scorsa settimana, su tutte le principali console e su PC.

Di seguito troverete la nostra recensione di Dragon Ball: The Breakers: lo abbiamo provato a lungo, oscillando tra esaltazione (per alcune meccaniche) e frustrazione (per tutto il resto), su PlayStation 5.

La trama apparente (ma grande assente)

Questa è la super macchina del tempo di Dragon Ball: The Breakers: i superstiti devono riattivarla il prima possibile
Questa è la super macchina del tempo di Dragon Ball: The Breakers: i superstiti devono riattivarla il prima possibile

Dragon Ball: The Breakers ha una trama e allo stesso tempo non ce l'ha. Nei momenti iniziali sembra che stia per cominciare una grande avventura: tant'è che Bandai Namco ci presenta a tutti gli effetti un Prologo - e un prologo, si sa, anche etimologicamente è qualcosa che precede un altro discorso, dunque dovrebbe arrivare poi anche altro. Così, il nostro protagonista - realizzato attraverso un editor più che sufficiente, ma non brillante - si risveglia in un territorio ostile, braccato da un nemico noto, ma che non dovrebbe più esistere, che non dovrebbe essere lì in quel momento: Cell. Poi arriva il Trunks del futuro (quello di Dragon Ball Xenoverse 2, il pattugliatore temporale) e ci spiega che cosa sta succedendo.

Qualcosa nello spazio-tempo non funziona più come dovrebbe. Stanno comparendo ovunque delle Fratture temporali, alterazioni molto gravi nel continuum della realtà: a causa di queste modifiche, alcuni nemici storici che in passato hanno minacciato la Terra e lo spazio, nello specifico Freezer, Cell e Majin Bu, sono tornati in azione, con grave pericolo per la popolazione. Il coraggioso protagonista dovrà rimettere tutto a posto, dando così una mano a Trunks che, ovviamente, non può essere nello stesso momento in ogni luogo che necessita la sua presenza.

Il Prologo permette di entrare in confidenza con le meccaniche di gioco di Dragon Ball: The Breakers: funziona bene, è coinvolgente, anche divertente; si conoscono personaggi secondari che poi torneranno nell'hub principale; si intuisce infine che questo prodotto è un episodio a parte della saga di Xenoverse, con tutta una serie di riferimenti. E va bene. Il problema è che poi la trama finisce qui: è possibile rigiocare questi primi quindici minuti così coinvolgenti, ma nient'altro.

Così, una modalità storia è la prima grande occasione mancata di Dragon Ball: The Breakers. Poco male, direte voi, del resto il tutto viene proposto come un videogioco online. "Eppure", non possiamo fare a meno di pensare, "eppure sarebbe bastato così poco..." Pensiero che torna ancora, ancora e ancora, in ogni altro aspetto della produzione. Procediamo.

Gameplay: sopravvissuti e razziatori

In Dragon Ball: The Breakers le versioni 'intermedie' dei nemici storici tornano a farla da padrone (e meno male)
In Dragon Ball: The Breakers le versioni "intermedie" dei nemici storici tornano a farla da padrone (e meno male)

Il gameplay alla base di Dragon Ball: The Breakers è molto semplice da illustrare: ogni partita ospita otto giocatori nello stesso momento, sette dei quali ricoprono il ruolo dei superstiti, l'ultimo quello del razziatore. Quest'ultimo è uno dei nemici storici di Dragon Ball Z, a scelta tra Freezer, Cell e Majin Bu (altri dovrebbero arrivare in seguito); compare in partita nella sua forma base, e poi compiendo determinate azioni può trasformarsi fino alla "forma perfetta", diventando sempre più forte. L'obiettivo del razziatore, chiaramente, è quello di annientare ogni altro giocatore umano; i sopravvissuti invece devono... sopravvivere.

La squadra di sette poveri civili intrappolati nella faglia temporale deve fare attenzione, in ogni momento, sia ad evitare il nemico che a compiere tutte le azioni utili per vincere la partita, prima dello scadere del tempo (perché sì, a complicare il tutto vi è anche un limite temporale discretamente rigido). Per vincere, i sopravvissuti hanno bisogno di trovare una chiave del potere in ogni area di cui si compone la mappa di gioco; chiavi che vanno poi attivate in una specifica posizione, per riportare in funzione la Super Macchina del Tempo. È chiaro che avranno dalla loro tutta una serie di strumenti, gadget e oggetti più o meno utili, dal Radar del Drago per trovare sfere e civili da salvare a fagioli senzu e fialette per recuperare le forze, passando anche dai guanti di Vegeta (rilasciano uno degli attacchi a base di ki iconici del personaggio) e ai cubi energetici.

Fuggire è un sicuramente un aspetto chiave di Dragon Ball: The Breakers
Fuggire è un sicuramente un aspetto chiave di Dragon Ball: The Breakers

Ora, non è detto che i civili siano sempre e soltanto dei giocatori inermi contro il nemico di turno. Difatti, raccogliendo abbastanza cubi di energia, è possibile "trasformarsi", evocando al proprio fianco lo spirito di un guerriero leggendario dell'Universo Dragon Ball (Piccolo, Gohan, Goku, Vegeta, e tutti i più noti): per pochissimi secondi, il sopravvissuto diventerà quindi un Guerriero Z a tutti gli effetti, il quale potrebbe persino mettere KO il razziatore, ponendo fine alla partita; questo in teoria, in pratica non è mai capitato nelle nostre sessioni. Esiste addirittura un'intera meccanica gacha all'interno dell'hub principale, per favorire l'estrazione di nuovi guerrieri di supporto da utilizzare.

Va anche detto che il razziatore è sempre, costantemente in vantaggio. Non soltanto perché la sua classe di gioco è stata pensata così, ma proprio per un evidente sbilanciamento in suo favore: se un razziatore sa come giocare e come agire, è davvero difficile che i superstiti possano vincere. Anche perché questi ultimi non dispongono di alcuna chat o sistema per coordinarsi: il più delle volte procedono semplicemente a caso, in modo confusionario, sperando che tutti stiano facendo qualcosa di utile per l'obiettivo generale.

Grandi potenzialità, ma troppi limiti

Il rampino energetico è uno dei tanti gadget improbabili di Dragon Ball: The Breakers
Il rampino energetico è uno dei tanti gadget improbabili di Dragon Ball: The Breakers

Abbiamo già avuto di parlare delle grandi potenzialità di Dragon Ball: The Breakers. Non solo l'idea di base è ottima, ma in sé anche il gameplay si dimostra immediato e divertente sin dalle prime partite, dal momento che ogni superstite possiede un certo numero di abilità per sopravvivere, può scegliere di giocare allo scoperto o completamente in modalità furtiva, fare gioco di squadra o abbandonare gli altri presenti, e via dicendo. Lo stessa progressione, la quale prevede un aumento di livello separato per superstiti e per razziatore, incentiva ad utilizzare entrambe le classi, e sul lungo periodo giova anche alla longevità complessiva.

Ma fin troppi limiti concorrono a rendere quella di Dragon Ball: The Breakers un'esperienza deludente. Soprassediamo sul comparto tecnico del tutto dimenticabile, per nulla al passo coi tempi: è la direzione artistica, il fascino del "mondo di Dragon Ball" a salvare visivamente la produzione, certo non il resto; soprassediamo pure sull'evidente vantaggio del razziatore su tutti gli altri presenti, perché è chiaro che Freezer, Cell e Majin Bu verranno presto depotenziati a livello generale. Ma gli ambienti sono pochissimi, davvero una manciata, e quasi completamente vuoti: a che giova dunque poterli scalare, o avere un piccolo motorino della Capsule Corp. per spostarsi da un luogo all'altro? Che senso ha inserire due personaggi di tutto rispetto come Bulma e Olong della primissima serie, persino con abilità specifiche, se mancano tutti gli altri? Come si può incentivare il gioco di squadra ragionato, se poi i presenti corrono per ogni dove alla rinfusa senza potersi davvero coordinare, peraltro con tutta una serie di condizioni per la vittoria molto più complicate rispetto al tutorial?

La navicella Saiyan permette di spostarsi da un'area all'altra di Dragon Ball: The Breakers
La navicella Saiyan permette di spostarsi da un'area all'altra di Dragon Ball: The Breakers

La confusione regna suprema in Dragon Ball: The Breakers, e questo è indubbiamente un problema; problema che va ad aggiungersi alla scarsissima varietà di luoghi e situazioni, senza contare che esiste un'unica modalità di gioco - una sola, e basta - ripetuta fino allo stremo. E anche qualora volessimo chiudere un occhio su tutto questo, la situazione legata la matchmaking è peggiorata rispetto ai primi giorni: adesso su console non solo è difficile trovare una partita (figurarsi se si sceglie di giocare nei panni del razziatore), ma anche avviarla, dal momento che gli errori di sistema sono sempre dietro l'angolo. L'unico lato positivo dell'intera esperienza ci sembra il prezzo, appena 20 euro per la versione digitale. Ma se la situazione resterà tale a lungo, il pubblico potrebbe non essere disposto a spendere neppure quello.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (1)
7.7
Il tuo voto

Dragon Ball: The Breakers si è rivelato, purtroppo, ciò che temevamo: un titolo molto interessante sulla carta, e perfettamente dimenticabile nella sua realizzazione. Il sistema di gioco proposto è divertente nelle prime partite, ma viene presto a noia, anche considerando che esiste un'unica modalità ripetuta fino allo sfinimento, con variazioni del tutto trascurabili in ambienti, personaggi e situazioni. Certo, il fascino del mondo di Dragon Ball è sempre lì, soprattutto dal punto di vista visivo, ma non può bastare a tenere in piedi tutta l'esperienza. Troppi sono i difetti da correggere, a partire dal bilanciamento generale tra superstiti e razziatori per arrivare alle abilità dei primi (a nostro parere da rivedere), passando per un matchmaking che non si capisce bene perché in certi momenti funzioni egregiamente e in altri semplicemente si opponga in modo testardo a qualsiasi tipo di abbinamento. In generale non ci piace fare pronostici, figurarsi poi se negativi: ma se le cose restano così, Dragon Ball: The Breakers rischia di non arrivare neppure a Natale. Speriamo bene.

PRO

  • Un'esperienza fresca e divertente
  • Gameplay sufficientemente variegato
  • I fan di Dragon Ball adoreranno il contesto

CONTRO

  • Un'unica modalità di gioco
  • Evidente squilibrio tra le classi
  • Tecnicamente improponibile