12

Octopath Traveler 0: la recensione di un gioco mobile che è diventato un JRPG fatto e finito

Acquire e Square Enix sono riuscite a trasformare un videogioco mobile nel più grande capitolo della saga di riferimento: scopriamo come nella recensione di Octopath Traveler 0.

RECENSIONE di Lorenzo Mancosu   —   03/12/2025
La cover art di Octopath Traveler 0
Octopath Traveler 0
Octopath Traveler 0
Articoli News Video Immagini

Circa dieci anni fa Square Enix accarezzò l'idea di realizzare un gioco di ruolo alla giapponese che strizzasse l'occhio alle atmosfere dei primi anni '90, in particolar modo a quelle del Super Nintendo che le furono tanto care, finendo per incrociare il cammino con quello dell'antico studio Acquire. Da quel matrimonio inaspettato, durante gli anni di ricerche dedicati allo svecchiamento dell'estetica retrò, nacque all'improvviso lo stile grafico HD-2D, una splendida miscela di sprite in alta definizione in 2D e fondali tridimensionali caratterizzati da cromatismi ed effetti moderni, legati in particolar modo alla profondità di campo e ai sistemi d'illuminazione. Questa piccola rivoluzione tecnologica, allora per lo più silenziosa, non costituì l'unico lascito dei producer Asano e Takahashi: in quell'istante prese forma il continente fantasy medievale di Orsterra e con lui l'intero universo di Octopath Traveler, un tuffo di testa nell'età dell'oro dei JRPG.

Nel corso degli anni successivi la serie ha tagliato diversi traguardi sorprendenti, così tanti che Acquire e Square Enix hanno deciso di realizzarne anche una variante per le piattaforme mobile: nel 2020, inizialmente solo in Giappone, fu distribuito Octopath Traveler: Champions of the Continent, un gioco di ruolo free-to-play con meccaniche da gacha game dotato di caratteristiche molto particolari. Oltre a posizionarsi come un prequel del primo capitolo e a riprenderne lo stile e le dinamiche fondamentali, quella produzione poteva contare su una componente narrativa decisamente più marcata rispetto alla formula tradizionale, spingendo gli addetti ai lavori a criticarne la natura esclusiva, l'iniziale mancanza di localizzazione internazionale e soprattutto le dinamiche di monetizzazione. Perché un'esperienza così interessante e significativa per il mondo di Orsterra sarebbe dovuta rimanere solo appannaggio di una nicchia di appassionati?

Così Square Enix e Acquire hanno iniziato a darsi da fare: nel corso degli ultimi anni hanno preso Champions of the Continent e hanno iniziato a strappargli di dosso le meccaniche gacha, a riprogettarne il sistema di progressione, a rifargli leggermente il look, con il fine ultimo di trasformarlo nella più classica delle avventure JRPG. Il risultato di quel processo è Octopath Traveler 0, un videogioco a dir poco mastodontico e interamente costruito attorno al passato di Orsterra.

Episodio Zero

La storia di Octopath Traveler 0 ha inizio ben prima degli eventi del capitolo originale e parte da due presupposti agli antipodi rispetto alla tradizione: la presenza di un protagonista vero e proprio - canonicamente noto come "Zero" e creato dal giocatore - nonché quella di un grande arco narrativo che prende il largo fin dai primi istanti dell'avventura. Zero, che vive nel pacifico villaggio di Wishvale assieme all'amica d'infanzia Stia, si trova ad assistere impotente al massacro della sua famiglia e della città natale da parte dei soldati delle Scarlet Wings, giunti sul posto alla ricerca di un misterioso anello del potere che finirà proprio nelle sue mani. Sopravvissuto all'epurazione assieme a Stia, scoprirà di essere il prescelto di quell'anello magico, imbarcandosi in un viaggio all'insegna della vendetta che lo porterà sia ad attraversare l'interezza del continente di Orsterra sia a volgere lo sguardo verso le rovine di casa, nel tentativo di ricostruire la comunità di Wishvale.

Per la prima volta il protagonista è creato dal giocatore
Per la prima volta il protagonista è creato dal giocatore

Si tratta, e non lo diciamo alla leggera, di un JRPG davvero gigantesco: l'incipit alla ricerca dei responsabili del massacro di Wishvale si rivela un semplice espediente per ripercorrere l'interezza della storia politica del continente e per spingersi anche oltre, srotolando archi narrativi dedicati alle figure di spicco di quel mondo fantasy medievale che, nel complesso, oltrepassano agilmente le settanta ore di contenuti. Le diverse vicende, che sono divise in capitoli, lasciano una discreta libertà nell'approccio del giocatore, spaziando fra varianti più contenute, come le storie introduttive dell'eroe Tytos, della strega Herminia e del drammaturgo Auguste, e altre decisamente più massicce, come quella dedicata al regno di Edoras e al "Dio della Guerra" Re Pardis III, nonché l'enorme mole di contenuti che si cela alle sue spalle.

Il mondo di gioco, per la maggior parte, è quello che già conoscevamo: nonostante l'HD-2D faccia sempre la sua sporca figura - pur sentendo un po' di fatica rispetto alle interpretazioni più recenti - Octopath Traveler 0 riutilizza tantissimi assets dei precedenti episodi, perché gli insediamenti, le regioni, anche i mostri stessi sono stati quasi tutti pescati dal passato della saga e riproposti in scala uno a uno, attenuando parecchio il fattore meraviglia che segnò la prima alba di Orsterra. Il viaggio di Zero è un perfetto cancello d'ingresso sulle vicende di Octopath e un'esperienza eccellente soprattutto per i neofiti della serie, ma non si può fare a meno di notare come stia iniziando a sentire il peso dell'età e sia rimasto ancorato quasi per intero alla formula originale del 2018, senza inventarsi quasi nulla di nuovo.

La presenza di diversi grandi archi narrativi 'overarching' è la differenza principale rispetto al passato
La presenza di diversi grandi archi narrativi "overarching" è la differenza principale rispetto al passato

Dove Acquire e Square Enix hanno svolto un lavoro davvero eccellente è nel processo di trasformazione da gioco mobile a esperienza JRPG classica: se non ne fossimo stati a conoscenza, sarebbe stato difficile ipotizzare che un tempo l'avventura si fondava su dinamiche da gacha game. In totale s'incontrano più di trenta personaggi giocabili che sono stati integrati in maniera brillante nel continente, consentendo a Zero di reclutarli tramite piccole missioni secondarie dedicate o magari durante snodi della trama principale, e tra questi spiccano diversi volti già noti agli appassionati della prima ora. L'opera di conversione ha lasciato pochissime tracce del suo passaggio, riscontrabili prevalentemente nella struttura generale della narrazione, che si regge sì sull'impalcatura di un grande arco narrativo principale, ma tradisce inevitabilmente un certo grado di frammentazione.

La frammentazione, d'altra parte, è sempre stata una delle caratteristiche fondamentali e al tempo stesso uno dei principali limiti della ricetta di Octopath Traveler, senza fare eccezione nel caso di Zero. I personaggi secondari, per esempio, salvo rarissimi casi non sono mai parte integrante dell'azione, sono quasi totalmente estranei alle vicende della trama, non intervengono mai, non commentano gli avvenimenti e spariscono del tutto dal palcoscenico quando tocca raccontare le storie dei continenti. In sostanza vengono semplicemente introdotti tramite la loro "origin story" per poi tramutarsi in mere pedine da sfruttare esclusivamente in battaglia, e questa è una conseguenza diretta dell'incontro fra l'eredità da gioco mobile e l'essenza stessa del capitolo originario.

Il cast di 30 personaggi è solido, s'incontrano diversi volti noti, ma i personaggi secondari hanno zero influenza sulla vicenda
Il cast di 30 personaggi è solido, s'incontrano diversi volti noti, ma i personaggi secondari hanno zero influenza sulla vicenda

Aggiungendo a questa dinamica il fatto che Zero è un protagonista completamente muto, la sensazione è quella di assistere a una kermesse teatrale della quale il giocatore diventa semplice spettatore, cedendo il passo a figuranti che sono le vere star della vicenda, un po' come succede nelle storie raccontate nel genere MMORPG. Insomma, quella di Octopath Traveler 0 è una strana architettura: se da una parte è fortemente incentrata sulla narrazione in stile "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" e dedica tantissimo spazio alla sceneggiatura - molto più di quanto non accadesse negli episodi precedenti - dall'altra interpreta il protagonista e i suoi compagni come il classico deus ex machina destinato principalmente alla risoluzione dei combattimenti, approfondendoli solamente nelle sezioni dedicate alla ricostruzione di Wishvale.

Le meccaniche, dentro e fuori dal combattimento

Octopath Traveler 0 è un videogioco figlio del suo tempo, sospeso in un limbo che si colloca fra il primo e il secondo capitolo della serie: le fondamenta delle meccaniche sono quelle del primo continente di Orsterra, dunque mancano all'appello diverse funzionalità introdotte dal secondo episodio, come per esempio il ciclo giorno-notte o le interazioni più complesse legate alle caratteristiche dei personaggi. La contropartita sta nel fatto che mette sul piatto una montagna di contenuti sul fronte dei personaggi, dei nemici, delle abilità, degli equipaggiamenti e delle strategie, svelando un lato nascosto estremamete ricco sul fronte della classica interpretazione del RPG.

La scelta di piazzare otto personaggi sul campo è azzeccata e incrementa la profondità delle strategie
La scelta di piazzare otto personaggi sul campo è azzeccata e incrementa la profondità delle strategie

La novità principale rispetto al classico sistema di combattimento a turni sta nel fatto che sul campo di battaglia sono presenti fino a un massimo di otto combattenti in contemporanea, quattro nell'avanguardia e quattro nelle retrovie, lasciando ciascuna coppia libera di scambiarsi la posizione. Mentre l'avanguardia può combattere in maniera attiva esponendosi al tempo stesso agli attacchi degli avversari, la retroguardia se ne sta tranquillamente in sicurezza, pronta a essere chiamata in causa mentre ripristina i punti vita e gli SP necessari per lanciare le abilità. Come è giusto che sia, questa caratteristica ha permesso ad Acquire di giocare con il funzionamento stesso delle tecniche più complesse, integrando effetti e bonus legati proprio al posizionamento dei personaggi: ci sono fendenti che si fanno più potenti quando si attacca dalle retrovie, e ci sono magie curative che subito dopo il lancio portano il medico al sicuro.

Lo scheletro del combattimento è rimasto pressoché invariato e orbita ancora una volta attorno alle meccaniche di Dominio e Potenza: il sistema di Dominio consente ai personaggi di sfruttare le debolezze del nemico, come sempre legate alle otto classi di arma e agli otto elementi presenti nell'universo di Octopath, mentre i Punti Potenza - figli dell'antica eredità di Bravely Default - permettono di potenziare attacchi e tecniche sulla base delle riserve accumulate un turno dopo l'altro. In questo frangente l'unica innovazione concreta risiede nella presenza delle tecniche finali uniche di ciascun personaggio reclutabile, che strizzano l'occhio alle Abilità EX introdotte nel secondo episodio della serie. Si tratta di un sistema solido, di una formula ormai rodata che orbita attorno alla "gimmick" delle debolezze per costruire battaglie parecchio impegnative e talvolta anche molto lunghe, proprio come accadde nel progetto di debutto, specialmente nelle fasi finali dell'avventura e nel post-game.

La formula è rodata e stavolta offre un elevato grado di personalizzazione
La formula è rodata e stavolta offre un elevato grado di personalizzazione

L'elemento più interessante della ricetta risiede nel restauro del sistema di abilità attive e passive, che apre a un elevatissimo grado di personalizzazione: in questa conversione, la maggior parte delle Skill sono ricompense effettive legate alla sconfitta di mostri Elite, all'esplorazione, all'utilizzo delle Azioni di Viaggio nel mondo aperto, anche all'introduzione di un sistema di Maestrie che consente di condividere con i compagni determinate abilità, offrendo al giocatore la possibilità di modificare pesantemente l'arsenale di ciascun personaggio e adottare tantissime strategie efficaci. Lo stesso discorso rimane valido per accessori ed equipaggiamenti, perché in questi casi specifici la conversione dalla formula del gacha game si è rivelata una benedizione, permettendo agli sviluppatori di pescare da un pozzo senza fondo di varianti e nasconderle ai quattro angoli del mondo.

Storicamente, d'altra parte, l'azione di Octopath Traveler si svolge anche al di fuori del combattimento, e questo è l'ambito in cui il viaggio di Zero mostra il fianco ai maggiori punti deboli: dal momento che le Azioni di Viaggio - quindi le interazioni con gli NPC - sono riservate solamente al protagonista, l'intero sistema è stato fortemente semplificato e asciugato, tanto da diventare una mera formalità. Più in generale, il fatto che la spina dorsale sia stata ripresa dal primo capitolo porta inevitabilmente a percepire il passo indietro che ha caratterizzato la struttura ludica rispetto a quella di Octopath Traveler 2, relegando l'unica vera innovazione nell'attività dedicata alla ricostruzione della cittadina di Wishvale.

Al di fuori del segmento narrativo dedicato, la ricostruzione di Wishvale non ha un grandissimo impatto
Al di fuori del segmento narrativo dedicato, la ricostruzione di Wishvale non ha un grandissimo impatto

Ricostruzione che, dopo aver completato l'arco narrativo dedicato e di per sé molto lineare, si risolve in una funzionalità del tutto collaterale e legata prevalentemente all'incremento della qualità della vita. Siamo molto lontani da quanto esperito in opere del passato come Dark Cloud di Level-5, perché in questo caso si tratta di un'attività che fatica a integrarsi in maniera organica con il resto dell'offerta; sì, è gratificante assistere alla crescita di Wishvale, ma l'impatto è piuttosto contenuto e, soprattutto, si rivela un pozzo senza fondo di "farming", cosa che del resto accade a diversi segmenti di questo capitolo specifico. Soldi, punti esperienza, materiali da costruzione: capita spesso di confrontarsi con l'eredità dei JRPG classici, trovandosi a dover investire anche svariate ore per mettere le mani su ciò che si desidera. Questa è una tematica delicata perché gli appassionati hanno opinioni contrastanti, ma dal canto nostro non possiamo fare a meno di pensare che quella del farming "a cervello spento", nel 2025, sia una dinamica da superare.

Luci e ombre

Quello di analizzare e raccontare Octopath Traveler 0 è un compito molto complesso, perché quasi tutti i punti di forza dell'esperienza proiettano un equivalente cono d'ombra. Prendendo per esempio la mole di contenuti narrativi, da una parte non si può fare a meno di apprezzare le grezze dimensioni dell'offerta, ma dall'altra è inevitabile arrivare stanchi dopo oltre settanta ore di traversate fra contenuti familiari inframezzate da scontri casuali. Allo stesso modo, le storie che caratterizzano Orsterra sono quasi sempre interessanti, crude, violente nello stile di George R.R. Martin, ma soffrono la solita frammentazione del racconto e la forte spersonalizzazione che già in passato sporcava i personaggi della serie. Da un lato è bello poter vivere la vicenda di un protagonista originale creato dal giocatore, ma dall'altro tocca confrontarsi con il fatto che sia muto e apra a una narrazione in stile MMORPG, ottenendo un risultato anacronistico per il genere di riferimento.

Le ambientazioni sono bellissime, ma sono tutte già viste e sentono il peso degli anni
Le ambientazioni sono bellissime, ma sono tutte già viste e sentono il peso degli anni

Questo dualismo caratterizza la quasi totalità delle sfaccettature del gameplay, dal sistema di ricostruzione del villaggio di Wishvale, inizialmente stimolante ma mai realmente integrato nell'avventura, fino alla presenza dell'immenso roster di personaggi, tutti interessanti ma per ovvie ragioni mai seriamente esplorati in profondità. Acquire e Square Enix hanno svolto un lavoro davvero encomiabile nel processo di conversione che ha toccato questo progetto, è impossibile non rimanere sorpresi dalla scorrevolezza della struttura da JRPG classico, tuttavia il progetto si trova inevitabilmente a soffrire la distanza che lo separa dal secondo capitolo e, più in generale, dall'evoluzione dei JRPG retrò.

E qui tocca fare una considerazione che forse in molti non si aspetterebbero e con cui in tanti non saranno d'accordo: la resa HD-2D dell'originale Octopath Traveler porta ormai tutto il peso dei suoi anni. Parzialmente perché altri progetti, su tutti i remake dedicati a Dragon Quest, hanno alzato tantissimo l'asticella dell'effettistica, della dinamicità e delle animazioni, ma anche e soprattutto perché il capitolo dedicato a Zero mette sul piatto un numero esiguo di novità rispetto a Orsterra e Solistia, mitigando parecchio l'effetto "wow" che accompagnava il primo confronto con l'universo di riferimento e con luoghi come la cittadina innevata di Emberglow (occasione perfetta per ricordare che questo progetto non può contare sulla localizzazione in italiano, nemmeno dei testi scritti).

Insomma, Octopath Traveler 0 è al tempo stesso un passo avanti e un passo indietro per la serie
Insomma, Octopath Traveler 0 è al tempo stesso un passo avanti e un passo indietro per la serie

Per il resto, ma non ci sarebbe neppure bisogno di specificarlo, Octopath Traveler 0 continua a incarnare l'essenza della saga, presentandosi come un tuffo a capofitto nell'era delle classiche eccellenze JRPG. La colonna sonora di Yasunori Nishiki è a dir poco stellare, la direzione artistica e i design di Naoki Ikushima sono inattaccabili, il sistema di combattimento a turni è sfidante e stimolante, le traversate tra deserti e saline roventi, foreste innevate e segrete gelide consentono di respirare a pieni polmoni le atmosfere di un'antica età dell'oro. In poche parole, quello dedicato a Zero è un capitolo di Octopath Traveler fatto e finito, niente di più e niente di meno, ma anziché guardare con decisione verso futuro sceglie di mantenere i piedi saldamente ancorati nel passato.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch 2
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Microsoft Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
7.5
Lettori (8)
7.4
Il tuo voto

Un passo avanti e un passo indietro: potremmo sintetizzare così Octopath Traveler 0, opera di Acquire e Square Enix che si presenta come un immenso tributo al mondo fantasy medievale e che, miracolosamente, riesce a trasformare quello che era un videogioco gacha per mobile in un JRPG fatto e finito. Mettendo sul piatto una mole di contenuti straordinaria, fra oltre settanta ore di campagne e più di trenta personaggi giocabili, apre uno spaccato sul passato della serie che si trasforma in un perfetto punto d'ingresso per i neofiti assoluti, ma continua a soffrire - anche per semplici questioni anagrafiche - di diverse delle criticità che avevano toccato il capitolo originale. Si tratta di un'avventura mastodontica che eccelle in molti degli elementi essenziali del genere, specialmente sul fronte artistico, eppure non c'è sfaccettatura dell'esperienza che non proietti un piccolo cono d'ombra, a partire dall'esposizione della narrazione, passando per il cast, per arrivare anche ad alcuni sistemi anacronistici. In poche parole, si tratta di un capitolo di Octopath Traveler quasi in purezza, ma anziché guardare al futuro sceglie di rimanere radicato nel passato.

PRO

  • Quantità di contenuti fuori scala
  • Colonna sonora stellare
  • Sistemi molto vari e ben rodati
  • Lavoro di conversione straordinario

CONTRO

  • La sensazione di già visto è molto forte
  • Soffre la solita frammentazione e spersonalizzazione
  • I passi indietro rispetto al secondo capitolo si notano
  • Alcune soluzioni e sistemi risultano antiquati