Un genere senza Re
Ci sono giochi che appena ci metti mano noti qualcosa di diverso, senti come un brivido mentre ti fanno immediatamente capire che le cose sono state fatte bene, e pensate ancora meglio. Arc Raiders è uno di questi.
Di recente mi era successo con Helldivers 2, ancora prima con Sea of Thieves e poi con quasi tutti quei giochi che in qualche modo hanno poi influito sull'esistenza di questo nuovo shooter ad opera di Embark Studios. Mi riferisco ad Arma, DayZ, Pubg, Stalker, Tarkov, tutti prodotti collegati tra loro da un filo rosso che porta direttamente ad Arc Raiders. Il più diretto dei discendenti, Escape from Tarkov, è dove gli sviluppatori di Arc Raiders hanno pescato l'idea dell'extraction shooter che già in diversi hanno provato a portare alla ribalta ma senza grandissimo successo, o addirittura fallendo totalmente come nel caso del buon Rainbow Six Extraction. Lo stesso Tarkov è riuscito a costruirsi una sua buona community, ma l'assenza volontaria da Steam e l'aspetto spartano non gli hanno permesso di fare il salto di qualità necessario a sfondare tra i grandi. Non che ce ne sia bisogno, ma la sensazione è che nonostante tutto, dal successo silenzioso di Tarkov ai tanti emuli in circolazione, questo sottogenere abbia ancora tantissimo potenziale inespresso. Manca un re, il gioco che tutti vorrebbero imitare e superare, ed è anche per questo che esiste Arc Raiders.
Fuggi via
In questo gioco il pianeta Terra è stato preso d'assalto da degli esseri meccanici denominati Arc, talmente letali da costringere l'umanità a vivere sottoterra e ammassati in una città chiamata Speranza. Per sopravvivere e indagare, alcuni sono comunque costretti a risalire in superficie dove però non ci sono più regole né forze dell'ordine, di conseguenza ogni incontro con altri giocatori può tramutarsi in un'inaspettata alleanza, o in una fredda carneficina. Un problema in più.
Di Speranza potremo visitare la piazza centrale dove diversi personaggi ci offriranno i loro servizi, proporranno missioni e in futuro chissà. Un altro luogo fondamentale è il nostro rifugio, che potremo pian piano allestire con diversi tavoli da lavoro che permetteranno di ampliare il crafting e ad accedere ad altre funzioni utili. Quando si entra in azione si ha a disposizione un tempo limite per prendere quel che serve, o fare quel che è stato richiesto, e infine scappare.
Chi frequenta gli extraction sa che quest'ultima parte è anche quella più difficile: i punti di estrazione sono pochi e diventano accessibili man mano che passa il tempo; quando poi vengono attivati fanno un rumore bestiale che può attirare l'attenzione degli Arc come degli altri giocatori, ingolositi da ciò che staremo nascondendo gelosamente nei nostri zaini. Gli stessi Arc tendono ad aumentare di numero man mano che si avvicina la scadenza del tempo massimo, oltre il quale la zona verrà devastata da un'esplosione che decreterà la fine di ogni forma vivente. Incluso te.
Puro cinema
Ho sempre avuto l'impressione che i cambiamenti fatti a questo progetto, inizialmente pensato esclusivamente per il PVE, fossero in parte scaturiti dall'enorme successo di Helldivers 2. Qualunque cosa sia successa, gliene sono grato perché oggi Arc Raiders può offrire sensazioni totalmente nuove, e poi non credo che il suo engine avrebbe potuto offrire un'azione in grado di competere con quella del successo targato Arrowhead Game Studios. Anche se come tutti non ho mai giocato alla precedente inedita versione, credo proprio che gli sviluppatori avessero ragione quando di recente hanno candidamente ammesso che il nuovo Arc Raiders è più divertente dell'idea originaria. Non mi fido per ingenuità: come alcuni di voi ci ho giocato, mi sono emozionato, ho capito.
In più, ho anche avuto modo di provare il gameplay loop semi completo, il sistema di missioni, un gran numero di equipaggiamento diverso, la personalizzazione dell'officina e un bel po' di mappe. Con il gruppo stavamo anche per provare il raid notturno, ma sono subentrati dei problemi tecnici che hanno fatto saltare il test. Da un certo punto di vista meno male, sono già pazzo di Arc Raiders e non mi servono altre scuse per contare i giorni che mi separano dalla sua uscita.
Non è hype il mio, dannazione, è proprio voglia di giocare, di rientrare dentro quel mondo il prima possibile, con altri amici se non addirittura da solo perché queste esperienze mi piacciono pure così, quando sei obbligato a dare il meglio del meglio soprattutto in acume e immergendoti completamente nel gioco. Del resto ho passato una vita a navigare in solitaria su Sea of Thieves, o a camminare in silenzio tra DayZ e PUBG sfruttando ogni volta tutti gli espedienti possibili per portare a casa tesori e pellaccia, e so bene che ogni partita è una storia che vale la pena vivere, raccontare.
E così è stato con Arc Raiders, persino durante la nostra prima sfortunata incursione durata soltanto pochi minuti, e che ci ha visti giustiziati da altri giocatori ai piedi di un noioso muro di grigio cemento armato. Poca roba, è vero, comunque puro cinema.
Amici, nemici o entrambi?
Tutti possono rianimare tutti in Arc Raiders, ma ci si può uccidere solo tra squadre diverse, la differenza tra amici e altri giocatori è soprattutto di comunicazione: in un squadra ci si sente sempre forte e chiaro, mentre per dialogare con gli altri bisogna affidarsi alla chat di prossimità con tutti i realistici limiti del caso. Con il sistema di missioni, e la suddivisione in diverse categorie degli oggetti recuperabili in superficie, Arc Raiders fa così in modo che le necessità dei diversi raiders spesso si sovrappongano, spingendoli nello stesso luogo dove per esempio è possibile recuperare del materiale elettrico. Ogni luogo importante è contrassegnato sulla mappa insieme al suo nome, alla quantità e alla tipologia di loot che è possibile trovare nel suo perimetro. Le vie di fuga sono diverse e cambiano a seconda della mappa: da un ascensore industriale protetto da un bunker in cemento armato a un treno di fortuna che sfrutta i vecchi tunnel della metropolitana.
Non fatevi spaventare dal PVP, quello di Arc Raiders è diverso, gli altri giocatori vengono a loro insaputa utilizzati quasi come fossero controllati dall'intelligenza artificiale avanzatissima e anche quando non interagiremo direttamente con loro, la loro presenza influirà in qualche modo sui nostri spostamenti. Altri giocatori potrebbero far scattare un allarme e attirare gli Arc che ci stanno sbarrando la strada, noi stessi potremo fare in modo che gli Arc attacchino altri giocatori utilizzando per esempio delle esche apposite. Non è mai solo una questione di chi spara meglio, anche perché le armi di Arc Raiders sono a bassa tecnologia e richiedono un certo impegno per sparare a dovere. In pratica, anche se sei un campione non esiste una schermaglia a rischio zero, senza la possibilità che un ragno meccanico grosso come un autobus irrompa sulla scena seminando morte e distruzione. E se muoio? Preparati a dire addio a tutto tranne agli oggetti inseriti nelle tasche speciali dello zaino, da dedicare all'equipaggiamento più prezioso e che non possiamo permetterci di perdere. Per scendere in battaglia niente è davvero necessario, ma il gioco si assicurerà che abbiate sempre il minimo indispensabile per sopravvivere.
Animazioni letali
La cosa più importante quando si sta per salire in superficie è scegliere la build del personaggio e questo sarà possibile equipaggiando i moduli, oggetti che ci conferiscono diverse abilità speciali che possono influire sul numero di oggetti curativi trasportabili e la loro velocità di utilizzo, o più semplicemente sulla potenza massima dello scudo portatile e una predisposizione a una particolare tipologia di arma. A proposito, punti vita ed energia dello scudo non si ripristinano da soli come è solito accadere in altri giochi, e per tornare in forma sarà necessario obbligatoriamente utilizzare degli oggetti appositi. Siamo solo agli inizi e abbiamo già visto un'incredibile quantità di oggetti, tra questi addirittura un flauto che è possibile suonare per confondere o spaventare gli altri raider, tantissime tipologie di granate, esche, gadget, senza contare tutti gli elementi che poi potremo utilizzare per il crafting.
Se gli incontri con altri giocatori sono sempre ad alto tasso adrenalinico, quelli con gli Arc fanno proprio paura. Eravamo nel mezzo di una cittadina storica di campagna quando improvvisamente dall'incrocio spunta una sfera di metallico chiaramente molto pericolosa, fluttua a mezz'aria e sembra avermi visto; io mi gelo sul posto, m'accuccio e prego che il mantello che scherma i sensori degli Arc faccia davvero quel che promette; dopo pochi secondi di tensione la sfera ruota di novanta gradi e continua per il suo percorso.
In quel momento tutti zitti, tutti immobili, e poi di nuovo in viaggio verso il punto d'estrazione. Un altro Arc è saltato su un'impalcatura che unisce due grossi palazzi e sul quale stavamo passando avvinghiandosi al metallo con le sue otto possenti zampe, e la fuga che ne è seguita utilizzando le zipline portatili per infilarci di corsa attraverso le aule di un ospedale, al coperto e al sicuro, ancora adesso mi fa pompare il cuore.
Le animazioni degli Arc sono straordinarie e si ha come l'impressione di affrontare non un semplice nemico di un videogioco, ma una sorta di avanzatissimo robot della Boston Dynamics. Il merito va agli artisti che ci hanno messo il loro insostituibile tocco, e agli esperti che hanno addestrato per anni queste IA che hanno letteralmente imparato a camminare e a sparare strada facendo. È impressionante come provano a contrastare la spinta dei colpi, come imparano pian piano a fare a meno di un rotore o di una zampa: scivolano provando a trovare un nuovo baricentro, sbarellano quando devono improvvisamente fare a meno di un'elica.
Orecchie tese
Graficamente Arc Raiders lavora bene, tecnicamente non lascia a bocca aperta, ma può contare su di una direzione artistica di grandissima qualità che punta tutto sul retrofuturismo. Inoltre è ambientato in Italia, non è uno scherzo: la città sotterranea di Speranza è a metà strada tra la Campania e la Calabria e tra le mappe ce n'è una dove è possibile esplorare addirittura lo spazioporto di Acerra. Chissà se ne avrà mai uno davvero.
La cosa davvero esagerata di Arc Raiders è il suo impianto sonoro, questo è un gioco nel quale tenere le orecchie tese può portare effettivamente alla vittoria. Il rumore è un concetto importante in Arc Raiders e ogni azione ne produce una quantità variabile: può essere furbo bloccare una porta per impedire ad altri raiders di raggiungerci, ma nel farlo il rumore prodotto potrebbe dar loro la certezza della nostra presenza. Volete perlustrare un armadietto chiuso? Prima accertatevi che non ci sia nessuno nelle vicinanze che potrebbe notare la vostra presenza. Il suono di Arc Raiders è spazioso, tridimensionale, ed è possibile distinguere ogni singolo passo, immaginarne la distanza. Insomma, tutto lascia pensare che Arc Raiders possa davvero rivelarsi un gioco imprescindibile, specialmente per chi cerca un certo tipo di esperienza e la vuole finalmente vedere scintillare come merita.
Arc Raiders ha tutte le carte in tavola per trasformarsi in un nuovo, irresistibile, fenomeno multiplayer. È un extraction shooter finalmente maturo, costruito per espandersi, durare nel tempo. Ma l'entusiasmo iniziale può spegnersi in un attimo, lo sappiamo bene, quante volte ci siamo cascati? Per capire se è tutto oro quello che luccica, dovremo però attendere che finalmente aprano definitivamente i server.
CERTEZZE
- Un mix tra PVP e PVE di altissima qualità
- La chat di prossimità è sempre un'ottima cosa
- Sonoro da panico
DUBBI
- Durerà al test più duro, quello del tempo?
- Graficamente nella norma
- Si potrà davvero competere anche senza viverci dentro?