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Dragon Quest I & II HD-2D Remake, la recensione di una collezione iconica

Square Enix conclude la trilogia di remake in HD-2D dei Dragon Quest con cui è iniziata la serie e che hanno ispirato tantissimi giochi di ruolo giapponesi.

RECENSIONE di Christian Colli   —   29/10/2025
Dragon Quest I & II HD-2D Remake
Dragon Quest I & II HD-2D Remake
Dragon Quest I & II HD-2D Remake
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L'anno scorso l'esperimento HD-2D Remake è stato accolto positivamente ma con qualche riserva, data la natura profondamente anacronistica di Dragon Quest III, un gioco di ruolo seminale che forse avrebbe meritato un rifacimento complessivo nello stile dell'imminente Dragon Quest VII Reimagined. D'altra parte, l'intento di Square Enix era proprio quello di catturare lo spirito nostalgico dell'originale, cercando un equilibrio - prevalentemente riuscito - tra lo stile grafico inaugurato da Octopath Traveler, il gameplay classico degli anni '80 e i sobri ammodernamenti necessari.

Ora Dragon Quest I & II HD-2D Remake completa la trilogia in una singola uscita. Considerando che i due titoli in questa compilation sono antecedenti al Remake del 2024, si potrebbe pensare che abbiano poco da offrire in più. E invece, per una serie di motivi, il finale della trilogia di Erdrick, nell'insieme, ci ha convinto di più.

Il primo Dragon Quest non si scorda mai?

Per chi non lo sapesse, i primi tre Dragon Quest compongono la cosiddetta trilogia di Erdrick che inizia in Dragon Quest III e prosegue in Dragon Quest e Dragon Quest II: una soluzione insolita, visto che così ogni gioco mantiene la sua autonomia narrativa, anche se il mondo è lo stesso in tutti i giochi, seppur distanziati da secoli di accadimenti dietro le quinte. Ecco perché Dragon Quest III è uscito prima; da un punto di vista cronologico, l'avventura dell'eroico figlio di Ortega è quella che dà inizio alla storia e prosegue nel capostipite per concludersi nel secondo capitolo, tant'è che Square Enix aveva aggiunto una scena dopo i titoli di coda proprio come rimando al futuro.

E allora perché Square Enix ha messo Dragon Quest I e II nello stesso pacchetto? Il motivo è semplicissimo: il primo Dragon Quest è un titolo molto breve, figlio di un'epoca in cui questi giochi si scrivevano in maniera molto diversa e quindi decisamente scarno in termini di narrativa e caratterizzazione dei personaggi. L'avventura, per dire, ci mette nei panni di un avventuriero e discendente di Erdrick, incaricato di salvare il mondo dal mostruoso Dragonlord: un protagonista muto e senza una vera personalità che esplorerà il mondo in cerca dei manufatti necessari a raggiungere l'obiettivo, spesso trovandoli nelle segrete o ricevendoli in premio dopo aver risolto i problemi degli abitanti di Alefgard.

Siamo ancora lontani dalla narrazione a "vignette" dei Dragon Quest successivi, in cui la scrittura si concentrava soprattutto sui comprimari e sulle sottotrame che convergevano nella missione del protagonista. Dragon Quest ha un solo personaggio giocabile, l'eroe, e praticamente un "open world" embrionale da esplorare in cerca di indizi che conducano al prossimo obiettivo: un approccio all'antica, compensato dalla possibilità di visualizzare la prossima destinazione consigliata direttamente sulla mappa di gioco. In quest'ottica, si tratta del titolo più insolito della trilogia, che obbliga a sessioni di "grinding" - almeno a livello di difficoltà predefinito, ma è possibile cambiarlo in qualsiasi momento e anche selezionare delle opzioni che facilitano maggiormente la partita - per accumulare punti esperienza e per il denaro necessario a fare acquisti.

Nel primo Dragon Quest controlliamo un solo personaggio, l'eroe
Nel primo Dragon Quest controlliamo un solo personaggio, l'eroe

Potendo controllare un solo personaggio, ma dovendo combattere interi gruppi di nemici, il combattimento a turni classico richiede un grado di lungimiranza in più nell'uso delle tecniche e degli incantesimi, che si apprendono sia salendo di livello, sia consumando apposite pergamene. Può diventare impegnativo se non ci si prepara a sufficienza, ma almeno Square Enix ha apportato un bilanciamento generale per non renderlo troppo punitivo. Pur essendo affascinante per la sua natura atipica e demodé, Dragon Quest è probabilmente il punto debole della trilogia, anche se la progressione più libera e la durata contenuta (tra le dieci e le quindici ore) fanno pesare meno i suoi inciampi d'ingenuità.

Da una parte, avrebbe avuto forse più senso calcare la mano sulle modernizzazioni, che si limitano a funzionalità standard come le suddette opzioni per la difficoltà, il salvataggio automatico, l'accelerazione nei combattimenti e così via; dall'altra, era forse il Dragon Quest più importante da preservare, essendo il primo della serie e l'anello di congiunzione tra il prequel e il capitolo finale. Una specie di paradosso temporale, di quelli che ci piacciono tanto.

La fine di un'era

Dragon Quest II è, a mani basse, il titolo migliore della trilogia di Erdrick, e non solo per i meriti che andremo a descrivere a breve, ma anche per la cura che Square Enix ha riposto nella realizzazione di questo Remake in HD-2D: per certi versi, sembra proprio che l'intera operazione giri intorno a questa riedizione sfolgorante, e che i titoli precedenti siano stati i passi necessari verso un punto d'arrivo.

Non bisogna necessariamente giocarli in ordine; si può sospendere Dragon Quest I e passare al II e viceversa in qualsiasi momento, basta tornare al menu principale. Dragon Quest II non si perde in ciance e, dopo un drammatico prologo, ci cala subito nei panni del principe di Midenhall, incaricato di indagare su una nuova invasione di mostri. Insieme ai cugini Caranoc di Cannock e Priscilla di Moonbrooke, i protagonisti rappresentano l'ultima discendenza di Erdrick e devono unire le forze per salvare il mondo da una nuova invasione di mostri. Nel Remake diventa giocabile anche Matilda, la sorella di Caranoc, completando il lignaggio dell'eroe leggendario come quarto membro fisso del party.

I protagonisti di Dragon Quest II sono i discendenti di Erdrick
I protagonisti di Dragon Quest II sono i discendenti di Erdrick

Sebbene il principe impersonato dal giocatore sia un altro protagonista muto e senza personalità, i tre cugini che formano il gruppo con lui sono maggiormente caratterizzati e rappresentano l'anima della storia: Dragon Quest II è sicuramente il titolo più intenso della trilogia sul fronte della narrativa, e non solo per la maggior quantità di dialoghi e personaggi meglio delineati - soprattutto se confrontato a Dragon Quest III, in cui praticamente l'intero party era composto da personaggi anonimi - ma anche per la drammaticità di alcuni momenti chiave, esasperata da un doppiaggio appassionato sia in lingua inglese che in giapponese, adattato in testi italiani ispirati e di ottima qualità.

Pur non essendo un JRPG incentrato soprattutto sulla storia, Dragon Quest II è una chiusura coinvolgente, grazie anche a una risma di scenette inedite che Square Enix ha aggiunto proprio in questa riedizione e che approfondiscono alcuni eventi o personaggi. Dicevamo che è il Remake HD-2D più curato anche per questo: le nuove scene si integrano con naturalezza, a differenza dei flashback maldestri di Dragon Quest III, e aggiungendo Matilda al cast Square ha rimaneggiato una parte della storia senza snaturarla; inoltre, dopo aver sbloccato la nave si accede a una zona sottomarina completamente nuova e disegnata appositamente per il Remake che prolunga un'avventura che si completa in circa 40 ore.

Il restyle in HD-2D dei primi due Dragon Quest è magnifico
Il restyle in HD-2D dei primi due Dragon Quest è magnifico

Naturalmente non bisogna aspettarsi un Final Fantasy vecchia scuola in termini di narrativa, questo sia chiaro, e neanche un Dragon Quest XI per fare un esempio più a fuoco, ma rispetto al Dragon Quest nello stesso pacchetto e al Dragon Quest III dello scorso anno, il secondo capitolo è semplicemente un JRPG più in linea con quelli cui siamo abituati, anche al netto di alcune limitazioni in fatto di gameplay. Per esempio mancano le Vocazioni, cioè il sistema di classi intercambiabili presente in Dragon Quest III: ogni membro del party è più o meno ferrato nel combattimento fisico o magico, ma può impugnare diversi tipi di armi e imparare diverse tecniche o magie, incluse alcune completamente inedite.

Le pergamene aggiunte a Dragon Quest I appaiono anche in questo capitolo, permettendoci di personalizzare marginalmente il parco di abilità dei singoli eroi: a volte più personaggi possono imparare lo stesso incantesimo, quindi dovremo scegliere attentamente quale di loro consumerà la pergamena in questione. In un certo senso lo stesso vale anche per i sigilli, che se nell'originale erano oggetti chiave necessari alla progressione, nel Remake diventano accessori che possono modificare il comportamento di alcune abilità. Queste aggiunte non cambiano drasticamente il sistema di combattimento a turni classico, ma garantiscono una maggiore varietà e un sapore un po' più moderno: la curva della difficoltà è anche bilanciata meglio, con molte meno situazioni in cui diventa necessario "grindare" esperienza rispetto al primo episodio.

Il sistema di combattimento di Dragon Quest II è sempre quello classico ma ci sono delle piccole aggiunte
Il sistema di combattimento di Dragon Quest II è sempre quello classico ma ci sono delle piccole aggiunte

Bisogna però aspettarsi il tipico gameplay dei Dragon Quest, alternato tra l'esplorazione del mondo e delle segrete e i combattimenti casuali assai frequenti durante gli spostamenti a piedi o in nave. Square Enix ha implementato una serie di opzioni aggiuntive che permettono di intervenire su diversi aspetti: per esempio, è possibile visualizzare sulla mappa forzieri o luoghi segreti, nonché evidenziare le tecniche e le magie più efficaci da usare contro certi nemici. È tutto facoltativo, a vantaggio di chi ha poca pazienza per godersi il gioco in maniera più rilassata, il che aiuta sicuramente nelle fasi finali, quando l'avventura si fa molto più impegnativa e chiede strategia e cautela.

In generale, rifare questo viaggio, a tanti anni di distanza, è stato bello, anche se a tratti un po' frustrante. Pur rappresentando la quintessenza del genere JRPG, Dragon Quest resta sempre una serie molto particolare per il design fanciullesco e scanzonato di Akira Toriyama, per le sue trame più vicine alle favole folkloristiche che alle sceneggiature strutturate, per le musiche inconfondibili di Koichi Sugiyama e il sistema di combattimento a tratti antidiluviano, ma preciso come un orologio. La trilogia di Erdrick rappresenta probabilmente il vero spirito della serie Enix più di ogni altro capitolo e i Remake, pur con i loro limiti, sono riusciti a catturarlo alla perfezione.

I combattimenti solitari nel primo Dragon Quest hanno un piglio epico
I combattimenti solitari nel primo Dragon Quest hanno un piglio epico

Come abbiamo già segnalato lo scorso anno, anche i nuovi Remake HD-2D possono contare su un comparto tecnico brillante, caratterizzato da colori vivaci e scenari disegnati splendidamente, anche se uno sforzo in più si sarebbe potuto fare sugli sprite 2D, pur comprendendo la volontà di rimanere fedeli allo spirito originale: come già successo un anno fa, la soluzione HD-2D è forse la migliore possibile per questo tipo di operazioni di ripristino, che speriamo non si concludano qui ma proseguano con i Dragon Quest successivi e non solo. C'è un intero panorama di JRPG anni '90 in cui pescare e Dragon Quest II HD-2D è il calco perfetto per quel remake di Chrono Trigger che desideriamo da tanto, troppo tempo.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch 2
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (4)
9.6
Il tuo voto

A essere del tutto sinceri, Dragon Quest II vale praticamente tutto il pacchetto: è il gioco della trilogia di Erdrick che Square Enix ha rinnovato meglio, grazie a una base di partenza comunque solida anche e soprattutto in termini di narrativa e caratterizzazione dei personaggi. Superando questi limiti, che minavano Dragon Quest III lo scorso anno, la nuova uscita rappresenta un'esperienza più completa e appagante, anche al netto di un primo episodio rimasto acerbo - ma coraggioso - anche dopo la riverniciatura in HD-2D. Farà cambiare idea a chi detesta le operazioni nostalgiche e l'anacronismo di Dragon Quest? Probabilmente no, ma piacerà sicuramente a chi ama tuffarsi nella storia di questo genere, tra colori sgargianti e musiche indimenticabili.

PRO

  • Il nuovo look HD-2D è ancora bellissimo e rispettoso
  • Aggiunte significative e varie opzioni per personalizzare le partite
  • Dragon Quest II è a mani basse il Remake più curato e coinvolgente

CONTRO

  • Dragon Quest I è il titolo più debole della trilogia
  • Il sistema di combattimento rimane arcaico nonostante le novità
  • La progressione d'altri tempi a tratti può diventare frustrante