Non è facile al giorno d'oggi restare sulla cresta dell'onda. Se guardiamo l'andamento del mercato degli ultimi due anni è chiaro come le mode stiano guidando fortemente le community più numerose di videogiocatori, che si spostano da un titolo all'altro senza soluzione di continuità, veleggiando candidamente verso i lidi più popolati. Per mantenere il controllo sui giocatori e ancorarsi all'Olimpo dei videogiochi oggi serve qualcosa in più di una semplice idea vincente, come un supporto costante e un programma a medio/lungo termine che dia l'idea di poter offrire mese dopo mese nuovi contenuti e cose da fare, pena ritrovarsi inghiottiti in un dimenticatoio da cui poi è veramente difficile uscirne. Twitch in questo è un termometro importantissimo e se i titoli single player vivono ormai il tempo di una settimana o poco più sulla piattaforma streaming di riferimento, a farla da padrone sono allora i multiplayer competitivi, con Rainbow Six: Siege che da sempre serpeggia placido tra le prime dieci posizioni. Visto che, per ora, di grosse novità non ne sono ancora state annunciate, vogliamo provare a immaginare con voi cosa potrebbe esserci in pentola e quali aggiunte potrebbero far bene allo shooter tattico targato Ubisoft.
Verso un nuovo traguardo
Di Rainbow Six: Siege ne abbiamo parlato approfonditamente negli ultimi mesi. Abbiamo recensito tutte le nuove stagioni, non ultima Grim Sky, seguito il competitivo girando mezzo mondo così da riportarvi in presa diretta le sensazioni trasmesse dal grande pubblico e anche cercato di immaginare quali operatori avrebbero potuto fare la loro comparsa sulla scena. Oggi vogliamo provare ad anticipare Ubisoft supponendo che tipo di contenuti potrebbero arrivare e cosa farebbe davvero bene a Rainbow Six: Siege. Dati per scontati i due operatori ogni tre mesi non pensiamo che Ubisoft possa continuare solo così a tenere i giocatori sui server e a breve potrebbe servire una rivoluzione che cambi quasi tutte le carte in tavola. Come è stato con Outbreak potrebbe dunque essere una nuova modalità a farla da padrone e, visto che tutti ci stanno provando, i ragazzi di Montreal potrebbero pensare a una Battle Royale su scala miniaturizzata, un deathmatch tra operatori capace di rivoluzionare il modo di giocare a Rainbow anche a costo di snaturarlo. Mentre pensavamo a cosa potrebbe risultare interessante abbiamo pensato quindi a una nuova mappa interamente al chiuso, una location fatta quasi completamente di pareti in legno e muri distruttibili, fatta di botole da cui passare velocemente da un piano all'altro e di scorciatoie che colleghino varie strutture. Un battle royale insomma sviluppato in verticale più che in orizzontale e senza spazi aperti. Le decine di gadget degli operatori potrebbero dunque trovare nuova linfa ed essere sfruttati in maniera alternativa dai giocatori, senza pensare ai compagni questa volta e ridisegnando completamente le strategie di assalto e difesa delle partite canoniche. Rainbow Six: Siege non deve diventare altro però sia ben chiaro, visto che è uno dei pochi titoli con un'identità specifica e ben strutturata ma deve comunque cercare di avvicinare nuovi giocatori attraverso questo tipo di contenuti, cercando poi di imbrigliarli nelle partite classificate di cui può orgogliosamente andare fiero.
E se non fossero modalità ma nuove mappe?
È davvero difficile pensare ad altre cose in grado di attirare i giocatori in realtà, ed è per questo che ci piacerebbe sentire anche un vostro parere sotto questo articolo, tenendo pur sempre a mente che gli scossoni sono indispensabili per la sopravvivenza. Lo stesso Counter-Strike, sulla scena da oltre una ventina d'anni, è passato attraverso continui rework e redesign, lasciando poi la facoltà ai modder di lavorare sul codice per proporre sfumature di uno dei giochi che più si avvicinano per stile e idea a Rainbow. Questa libertà per il titolo Ubisoft purtroppo non ci è concessa, soprattutto perché estremamente più complesso da maneggiare, con Ubisoft da sempre particolarmente attenta ai lavori di terze parti sulle sue proprietà intellettuali. In futuro allora non ci dispiacerebbe vedere un maggior dinamismo nelle mappe, con oggetti che possono essere spostati, ascensori funzionanti e strutture in movimento in modo da rendere ogni momento della partita differente e imprevedibile. Se pensiamo infatti all'attuale costruzione delle location di Rainbow Six: Siege, è chiara e limpida una immobilità completa delle mappe di gioco, pensate e costruite in modo che sia solo la conoscenza delle stesse a stabilire la forza di un giocatore. Quello che vorremmo, affiancato a questo concetto sia chiaro, e non in sostituzione, sarebbe veder premiato anche lo spirito di adattamento delle squadre e non solo la loro coordinazione. Ci piacerebbe vedere insomma alcuni eventi scriptati che sovrascrivano i pattern consueti, una sorta di Levolution ma attorno a pareti e strutture portanti, così da poter ribaltare una strategia di difesa tarata e pianificata a puntino. Quello che manca a Rainbow, in parte è allora forse proprio la possibilità di variare strategia a partita iniziata, con i match di alto livello che partono e si concludono quasi sempre secondo i piani e senza che un intervento esterno scombussoli le idee dei giocatori. Ubisoft insomma ha fatto tutto bene fin qua, quello che vorremmo per il futuro è vedere qualche idea stravolgente o rivoluzionaria affiancata al solido gameplay, scelte coraggiose per un team che ha già dimostrato di saper ascoltare la propria community e darle ciò che vuole, magari addirittura anticipandola sul tempo prima che questa venga attirata da altre mode passeggere.