Nintendo Switch 2 Welcome Tour riesce a essere al tempo stesso l'esperienza più e meno "Nintendo" che ci sia capitato d'incontrare, e non è un caso che proprio a partire dalla sua presentazione si siano scatenate diverse discussioni. Se, da una parte, la stessa idea di vendere al prezzo di 9,99€ una sorta di demo introduttiva della nuova console si è di per sé rivelata controversa, dall'altra era inevitabile che emergesse anche il parallelo con Astro's Playroom, il piccolo videogioco "collectathon" sviluppato dal Team Asobi e integrato gratuitamente all'interno di qualsiasi console PlayStation 5 con il medesimo scopo.
Aggiungendo a questo pentolone, già di per sé ribollente, il fatto che i contenuti effettivi risultino tutt'ora poco chiari, si ottiene un terreno estremamente fertile per alimentare le critiche alle recenti strategie della Grande N in materia finanziaria. La conseguenza naturale, tuttavia, è che si rischia d'ignorare l'essenza di un pacchetto che allo stato attuale rimane ancora un grande mistero: che cos'è, davvero, Nintendo Switch 2 Welcome Tour? In occasione della prima giornata intera trascorsa in compagnia di Nintendo Switch 2 abbiamo avuto occasione di provarlo nel dettaglio: ecco tutto quello che abbiamo scoperto.
Tanto Giappone
I giapponesi hanno un rapporto molto particolare con i timbri: nel 1931, all'interno della stazione di Fukui, fu eretto un piccolo gazebo nel quale era possibile apporre un piccolo timbro su un foglio di carta per certificare la visita alla struttura. Da quell'istante in avanti l'intero paese è stato disseminato di postazioni analoghe interamente votate al puro e semplice collezionismo: basti pensare agli Eki Stamp, ovvero i timbri presenti nella maggior parte delle stazioni del Giappone, ma anche alle numerose varianti che sono sorte in corrispondenza di diversi punti d'interesse, come per esempio all'interno della Tokyo Tower, all'ingesso del Castello di Himeji o nei paraggi di tantissime altre attrazioni turistiche. Vi starete chiedendo, a questo punto, cosa c'entri tutto questo con Nintendo Switch 2 Welcome Tour, e la risposta è molto semplice.
L'esperienza introduttiva a Nintendo Switch 2 consiste proprio nella raccolta di timbri: esplorando un Expo virtuale ambientato proprio sulla superficie e all'interno della console, vestendo i panni di un visitatore ripreso tramite un'inquadratura isometrica, l'obiettivo principale del giocatore è quello di recarsi presso tutti i punti d'interesse - come per esempio le levette analogiche, i pulsanti o i circuiti più importanti - per collezionare il relativo timbro in modo tale da completare ciascuno dei padiglioni disponibili, garantendosi così l'accesso alle zone successive.
Diciamo che l'area A1 corrisponde al Joy-Con 2 sinistro: per poter accedere al blocco principale della macchina toccherà esplorarne l'intera superficie localizzando tutte le piccole torrette in cui collezionare i timbri, esperienza che sulla carta si prospetta tutt'altro che esaltante. A ravvivare la situazione, infatti, ci pensano tre specifici gruppi di attività, ovvero le Prove, i Minigiochi e i Quiz, minute interazioni che al momento del completamento premiano il giocatore con un'ulteriore variante dei timbri - quelli dorati - necessari per accedere a varianti ancor più avanzate delle medesime attività.
I Quiz, anch'essi tutt'altro che esaltanti, si limitano a mostrare al giocatore una serie di nozioni scritte riguardo caratteristiche specifiche della console per poi sottoporgli un piccolo esame. Le postazioni delle Prove, invece, sono piccole attività pratiche volte a dare dimostrazione di determinate tecnologie, come per esempio il nuovo Rumble o gli altoparlanti integrati nei Joy-Con 2. I Minigiochi, infine, rappresentano come prevedibile l'elemento più interessante della ricetta, dal momento che mettono in scena applicazioni creative delle funzionalità della macchina, come la modalità mouse dei Joy-Con 2 o addirittura lo stand di sostegno, per confezionare delle piccole esperienze di gioco.
Minigiochi e Demo
I minigiochi rappresentano l'unica reale ragion d'essere ludica di Nintendo Switch 2 Welcome Tour: ciascuna variante offre potenzialmente un totale di tre timbri dorati come ricompensa, i primi due legati all'ottenimento di record dichiarati e il terzo nascosto dietro l'ottenimento di un risultato nascosto. Per fare un esempio, c'è un minigioco relativo al puntatore mouse integrato nel Joy-Con 2 che richiede di passare attraverso un labirinto manovrando il cursore senza toccare le pareti, esattamente come accadeva in alcuni vecchi e celebri titoli sviluppati in Flash, mentre in un'altra variante bisogna schivare una serie di palle ferrate sopravvivendo al bullet-hell per almeno 30 secondi.
Fra partite a minigolf legate al motion-controller, sfide in cui bisogna sondare il Rumble per individuare il perfetto punto di vibrazione, nonché qualche guizzo decisamente più interessante, su tutti un minigioco nel quale bisogna utilizzare lo stand posteriore della console per replicare con esattezza un angolo della gradazione proposta dal sistema, si tratta del frangente in cui il Welcome Tour trova una dimensione davvero centrata, specialmente per chiunque mirasse a ottenere tutti quanti i timbri dorati. Per quel che concerne le Prove, invece, l'idea è semplicemente quella di puntare i riflettori sulle caratteristiche della nuova macchina, che si tratti della risoluzione, del framerate, dei sistemi di vibrazione o dell'audio, per mezzo di una serie di piccole attività piuttosto ispirate ma comunque fine a sé stesse.
Tutto questo ha un senso?
Tutto questo ha un senso? La risposta breve è "dipende", quella lunga è che si tratta di un'esperienza che necessitava assolutamente d'essere integrata in forma gratuita all'interno della console. E non tanto per una questione legata puramente al prezzo d'ingresso, ma perché si tratta di un progetto che si trova a un passo da sconfessare la storica filosofia della Grande N basata sui tutorial integrati, sul gioco che viene prima di tutto il resto, su una visione dell'esperienza utente che - anche nei confini dell'hardware - dovrebbe emergere in maniera spontanea attraverso il contatto con esperienze divertenti e stimolanti.
Sì, il collezionismo di timbri strizza l'occhio alla tradizione giapponese, ma le grandi spiegazioni scritte in stile Expo cozzano violentemente con lo spirito della casa, specialmente se messe a confronto con la lezione impartita da Astro's Playroom, che in maniera scherzosa e assolutamente non corporativa riusciva a offrire una sorta di ironico spaccato della macchina, costruendo un'esperienza muta e totalmente autosufficiente attorno a pure e semplici sezioni di gameplay, fra l'altro legate a uno scheletro a piattaforme.
Nintendo Switch 2 Welcome Tour è a tutti gli effetti un "deep dive" tecnico, un tuffo molto profondo attraverso alcune funzionalità della macchina che non sono emerse dalle comunicazioni ufficiali e che - come emerge chiaramente da alcune Demo e da alcuni minigochi - in futuro potrebbero trovare diverse applicazioni estremamente interessanti. Tuttavia, specialmente nel contesto del medium videoludico, la forma è anche sostanza, ed è proprio la scelta di un approccio formale di questo genere a collidere con l'identità del marchio.
Ci sono spiragli di Nintendo che si aprono all'interno di questo Expo digitale, ma per vederli spalancarsi fino in fondo toccherà aspettare i videogiochi costruiti appositamente per Nintendo Switch 2 che sceglieranno d'integrare le nuove potenzialità nelle fondamenta dell'esperienza utente. Per il momento il Nintendo Switch 2 Welcome Tour ci si è presentato come un prodotto destinato a un'élite di super appassionati, una sorta di scheda tecnica in movimento che, semplicemente, avrebbe dovuto far parte della console fin dall'istante della prima accensione.