I primissimi anni duemila ce li ricordiamo, ancora oggi, come un'autentica età dell'oro per gli sparatutto in prima persona. Tra contaminazioni e influenze reciproche, in quel periodo furono diversi i grandi franchise ad uscire con le proprie gambe dal loro brodo primordiale, stabilendo degli standard che ancora oggi faticano ad essere abbandonati.
Tra questi possiamo inserire anche Delta Force, una serie che contribuì alla crescita e all'evoluzione di tutto il movimento, ma che è poi rimasta inghiottita tra le sabbie del tempo, almeno fin quando Tencent non l'ha recuperata in qualche scatolone delle offerte di THQ Nordic. Il colosso cinese sembra avere tutta l'intenzione di aggredire il segmento degli sparatutto - solo qualche settimana fa ha lanciato Arena Breakout: Infinite - e ha richiamato dal congedo lo storico brand di NovaLogic, affidandolo alle cure di Team Jade, lo studio autore, tra gli altri, di Call of Duty: Mobile.
A pochi giorni dal lancio della versione beta, che sarà disponibile per tutti i giocatori in forma gratuita, abbiamo provato Delta Force per scoprire quali siano le sue vere ambizioni, dato che ad occhio ci era sembrat0 un prodotto capace di far dimenticare ai vedovi di Battlefield ed Escape from Tarkov le rispettive passioni. Lo sparatutto cinese ci sarà riuscito?
Warfare raccoglie l’eredità di Battlefield
Sebbene la modalità a estrazione sia quella che ha saputo raccogliere più consensi tra coloro che si sono avvicinati a Delta Force - anche perché gli extraction shooter rimangono il fenomeno del momento - non possiamo negare di avergli preferito Warfare, con cui Delta Force ha voluto puntare sul sicuro.
Warfare è infatti una modalità multigiocatore su larga scala, da 64 giocatori, ambientata su mappe di enormi dimensioni su cui sono disseminati degli obiettivi, che sono contesi dalle due squadre. Se la cosa vi suona familiare, è proprio perché la formula è proprio quella tipica della serie Battlefield, da cui Delta Force mutua in blocco tutto il modulo Conquista, inclusa la filosofia sull'esteso utilizzo di veicoli, oltre che un certo grado di distruttibilità ambientale.
Le differenze tra i due modelli di gameplay sono pochissime e forse anche per questo Warfare funziona su tutta la linea: Team Jade è riuscito a conservare quell'elemento di "guerra totale" che rendeva i Battlefield così spettacolari, quando tutt'intorno al giocatore esplodevano i combattimenti tra decine e decine di soldati, nel fango, tra le nuvole, e sotto al ventre metallizzato di un gigantesco carro armato che rompe la linea nemica. Il team cinese, seguendo con la matita i contorni di Battlefield, ha però inserito all'interno di Delta Force anche uno degli elementi meno riusciti del suo recente passato: gli operatori.
L'FPS dello studio cinese ne include sette, ciascuno con caratteristiche e abilità uniche che fanno riferimento al vecchio sistema di classi dei Battlefield originali. Se quindi tutti quelli della categoria Recon possono allestire nuovi punti di respawn e gli Ingegneri riparare i veicoli e costruire difese, ogni personaggio ha dalla sua dei gadget unici ed è facile individuare quelli più o meno efficaci sul campo di battaglia. Sintomo questo, peraltro, del fatto che Team Jade ha ancora del lavoro da fare sul tema del bilanciamento degli operatori.
Se quasi ogni aspetto di Warfare è stato quindi preso in prestito da altri videogiochi, sul fronte delle mappe Team Jade ha saputo metterci del suo, recuperando e ricostruendo inoltre alcune delle storiche ambientazioni della serie Delta Force. Le mappe non sono moltissime - per fortuna tre nuove arene sono in arrivo in occasione del lancio - ma le abbiamo davvero apprezzate non solo per la cura con cui sono state realizzate, ma anche per un level design inaspettatamente efficace, che si adatta benissimo alle particolarità di Conquista.
Operations, l'extraction shooter secondo Team Jade
Se Warfare ha saputo conquistarci con la sua accesa somiglianza a Battlefield, la modalità che però è riuscita a rendere Delta Force straordinariamente popolare tra gli appassionati di FPS è Operations, quella ad estrazione, molto inflazionata nel giro degli streamer e dei creator.
Team Jade ha avuto la bella idea di coinvolgere la community fin dai primissimi test di gioco, e mentre Escape from Tarkov ha perso un pizzico di popolarità sotto al peso degli anni e di alcune discutibili scelte di Battlestate Games, adesso è proprio Delta Force ad essere lo sparatutto ad estrazione più chiacchierato del momento. In realtà, questo primato è però poco comprensibile alla prova dei fatti, perché bastano poche ore in compagnia di Operations per capire che si tratta di un'extraction shooter alquanto ordinario, e del tutto in linea con quanto arrivato sul mercato fino a questo momento.
La logica è quella di sempre: si compare in un punto casuale della mappa con il proprio equipaggiamento - che, ovviamente, viene perso in caso di morte - per recuperare del bottino, eliminare eventuali nemici umani o gestiti dall'IA, e completare delle missioni offerte dai personaggi che si trovano nell'hub di gioco. Delta Force imbocca però un sentiero diverso, e sceglie di confezionare una formula molto meno ostile del solito. Qui è infatti possibile rianimare i compagni caduti a terra, il loot mostra il valore medio di ogni oggetto, e potranno essere utilizzati gli stessi operatori di cui vi parlavamo poc'anzi, che conservano ognuno le loro capacità esclusive.
Si tratta quindi di un modello di gameplay molto più arcade, anche se si è rivelato comunque estremamente punitivo, considerata la difficoltà di molti degli scontri a fuoco di cui siamo stati protagonisti durante la prova. Morire anche qui è facilissimo, anche a causa dei boss di ciascun livello, che in più di qualche occasione ci hanno eliminato nel giro di qualche secondo, facendoci perdere tutto il bottino e l'equipaggiamento.
Insomma, quello di Delta Force non è l'extraction shooter più memorabile tra quelli che abbiamo provato, ma è forse quello capace di avvicinarsi di più all'ingombrante collega russo, almeno in termini di iniziative volte a cementificare la community. Vediamo come saprà svilupparsi in futuro, tuttavia già adesso siamo rimasti conquistati dall'idea dei MandelBrick. Questi sono oggetti che si nascondono per l'ambientazione, e permettono di ricevere degli equipaggiamenti avanzati, sempre a patto che si riescano a condurre in punti specifici delle mappe, che solitamente sono controllate dai giocatori più spietati. Indubbiamente una buona idea, una delle poche davvero inedite messe in campo da Team Jade.
Durante questo incontro con Delta Force abbiamo purtroppo potuto provare un limitato numero di armi, ma volevamo spendere qualche parola sull'argomento. L'arsenale è uno dei fiori all'occhiello della produzione cinese, non solo perché i modelli sono tutti particolarmente ispirati e ben realizzati, ma anche perché ogni arma è personalizzabile fino all'estremo con una manciata di slot che possono accogliere mirini, silenziatori, e tante altre modifiche al corpo stesso del fucile. Tutto il sistema ricorda da vicino l'editor di Escape from Tarkov - che rimane ancora oggi ineguagliato in termini di profondità - e la buona notizia è che lo stesso si applica anche a Warfare, per la felicità di chi adora personalizzare il proprio arsenale.
Comparto tecnico da vero tripla A
C'è però una ragione specifica, se Delta Force ha saputo catturare la nostra attenzione ed è secondo noi uno sparatutto destinato a fare rumore. A differenza di tanti altri prodotti arrivati sul nostro tavolo con l'ambizione di emergere nel segmento degli sparatutto, magari provando anche a seppellire Escape from Tarkov nel frattempo, il titolo di Team Jade ha alle spalle dei valori produttivi impressionanti, cosa che si può rivedere nel suo sbalorditivo comparto tecnico.
Tanto nella modalità Warfare, in cui dà ovviamente il suo meglio, quanto nelle Operations, Delta Force è semplicemente un bellissimo sparatutto, tanto in merito ai modelli delle armi quanto in relazione a quelli dei personaggi, senza citare il livello di dettaglio di cui godono le ambientazioni. Non è un caso se alcune sequenze di gioco, in passato, sono state scambiate per un nuovo Battlefield: Team Jade ha confezionato un comparto tecnico da vero tripla A, e si merita anche solo per questo di competere al loro fianco.
È complicatissimo esprimersi sulle qualità di Delta Force. Da un lato, abbiamo di fronte uno sparatutto indubbiamente eccellente, supportato da un comparto tecnico da vero tripla A, che ha tutto il potenziale per dire la sua in un segmento competitivo come quello degli FPS. Dall'altro, è doveroso sottolineare come nulla, all'interno del sacco, sia farina di Team Jade. Lo studio cinese ha rubacchiato, preso ispirazione, e ricalcato sopra i bordi di tutti i prodotti più popolari sulla piazza, mettendo insieme un mostro di Frankenstein che, però, è inaspettatamente avvenente. Non fatevi scoraggiare dalle cicatrici e dategli una possibilità.
CERTEZZE
- Warfare replica con efficacia la bellezza della modalità Conquista di Battlefield
- Formula extraction shooter solida e con qualche buona idea
- Tecnicamente impressionante
DUBBI
- Sono davvero pochissimi gli elementi che non sono stati ricalcati da altri videogiochi
- Tutto da testare, nel lungo periodo, il modello di business del gioco