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Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – The Hinokami Chronicles 2: un anime fighter più serio del previsto

Abbiamo provato Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles 2, titolo di CyberConnect2 più serio di quanto ci si potesse aspettare.

PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   02/07/2025
Un'immagine di The Hinokami Chronicles 2
Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles 2
Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles 2
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Quello dei videogiochi tratti dalle serie anime è un mondo piuttosto divisivo e controverso: da parecchi anni le licenze più interessanti del settore si trovano palleggiate fra storici publisher e studi di sviluppo del Sol levante, che si fanno la guerra a colpi di pubblicazioni cercando di capitalizzare sull'enorme numero di appassionati che sono emersi negli ultimi anni. Jujutsu Kaisen e My Hero Academia diventano serie trend? Ecco che immancabilmente arrivano le versioni videoludiche che scelgono prevalentemente di ancorarsi alla discussa formula del picchiaduro in arena 3D: se da una parte quest'interpretazione incarna il modo più semplice ed efficace per mettere in scena la spettacolarità dei combattimenti animati, dall'altra si è dimostrata spesso tecnicamente raffazzonata e inadatta a svelare grandi strati di profondità nel gameplay.

A volte, tuttavia, questi limiti hanno perso completamente d'importanza: in casi come quello di Dragon Ball, ma anche nei confini della serie Naruto: Ultimate Ninja Storm, l'unica cosa che contava era la fantasia che si muoveva sullo schermo, la possibilità di inscenare battaglie altrimenti impossibili, l'opportunità di vivere in prima persona le fatiche dei protagonisti e i momenti che li hanno resi leggenda, mettendo in secondo piano la pulizia delle meccaniche di gioco. Lo studio CyberConnect2 - che si è occupato proprio di Naruto e di titoli come Dragon Ball Z: Kakarot - in questo sottobosco è diventato quasi una garanzia, dunque ha scelto di rispolverare ancora una volta la sua antica ricetta aggiungendo un pizzico di innovazione: abbiamo provato Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles 2, il nuovo capitolo dell'arena fighter tratto dall'immaginario di Koyoharu Gotōge che ha imboccato una svolta più "seria".

La ricetta di CyberConnect2

Squadra che vince non si cambia: CyberConnect2 ha scelto di lasciare la ricetta praticamente invariata rispetto alle sue produzioni del passato, concentrandosi prevalentemente su due elementi: una ricca modalità storia, che rimette in scena con attenzione le avventure e gli scontri dell'anime mescolando segmenti di combattimento e qualche piccola sequenza interattiva, e la modalità versus, nella quale sfruttare l'enorme roster di protagonisti e di antagonisti accumulatisi nel corso delle stagioni per affrontarsi nel mezzo delle arene tridimensionali dell'universo di Koyoharu Gotōge.

La demo era ambientata durante la storia del quartiere dei piaceri
La demo era ambientata durante la storia del quartiere dei piaceri

The Hinokami Chronicles 2 sceglie di mettere in scena tre archi narrativi di Demon Slayer, nello specifico Il Quartiere dei Piaceri, Il Villaggio dei Forgiatori di Katana e L'Allenamento dei Pilastri, corrispondenti alla fine della seconda, alla terza e alla quarta stagione della serie anime. Abbiamo potuto provare le fasi conclusive della modalità storia del Quartiere dei Piaceri, nello specifico i combattimenti contro Daki nei panni di Tanjiro e di Nezuko nonché un assaggio dello scontro sotterraneo, scoprendo alcune delle modifiche alla ricetta tradizionale del genere e anche qualche strizzata d'occhio al passato dello studio. A margine, la modalità The Path of a Demon Slayer - il cui funzionamento non è ancora stato chiarito del tutto - consentirà di vivere una sorta di riassunto del primo capitolo attraverso il restauro delle battaglie più importanti.

Anzitutto - in linea con l'antico marchio di fabbrica di CyberConnect2 - i combattimenti legati alla narrativa sono molto meno "arena fighter" e molto più "scontri con boss": come accadeva in particolar modo nei primi capitoli della serie Naruto Ultimate Ninja Storm, non si tratta di battaglie equiparabili a quelle che caratterizzano il comparto multigiocatore, ma di varianti create appositamente per le modalità in giocatore singolo con l'unico scopo di rimettere in scena nella maniera più fedele possibile le sequenze dell'anime, concentrandosi sul divario fra protagonisti e antagonisti per dar vita a sezioni più riflessive e cinematografiche rispetto all'esperienza versus.

Rispetto al primo capitolo le sequenze esterne al combattimento sembrano molto più rifinite
Rispetto al primo capitolo le sequenze esterne al combattimento sembrano molto più rifinite

Allo stesso modo, abbiamo anche intravisto un segmento di gioco esterno al combattimento, indossando i panni di Inosuke Ashibira: certo, non era niente di trascendentale, semplicemente si trattava di esplorare l'ambientazione di casa Ogimoto per trovare il nascondiglio sotterraneo di Daki sfruttando i sensi sviluppati del protagonista, ma è interessante che lo studio abbia scelto di continuare a offrire anche delle sequenze che spezzassero il ritmo dell'azione, per non ridurre l'intera modalità in giocatore singolo a una sequela ininterrotta di battaglie. Insomma, una piccola boccata d'aria fresca per chi si fosse stancato di vivere solo catene di battaglie come negli episodi conclusivi di Ultimate Ninja Storm.

Il gameplay

La natura fondamentale dell'esperienza è rimasta quella del classico arena fighter in 3D: la telecamera è posta alle spalle del protagonista proprio perché l'ambientazione è un elemento essenziale della ricetta, consentendo al giocatore di muoversi agilmente per evitare gli attacchi più pericolosi - in certi casi telegrafati sul terreno - e di passare all'offensiva con i ritmi giusti. Il resto della formula riprende giusto le basi delle produzioni del passato di CyberConnect2, mettendo in scena un sistema di combattimento estremamente semplice da apprendere, ma solo all'apparenza facile da padroneggiare, perché radicato in alcuni concetti chiave della corrente picchiaduro.

Il gameplay è molto più asciutto rispetto agli standard di questo sviluppatore
Il gameplay è molto più asciutto rispetto agli standard di questo sviluppatore

Il fulcro del gameplay si basa su un sistema di combo che, mescolate con diversi fendenti finali, danno modo di accedere a una serie di tecniche estremamente spettacolari e soprattutto fedeli alle varianti incontrate nell'anime: a differenza dei titoli del passato, tuttavia, non s'incontrano varianti "universali" della lista delle mosse, dunque toccherà imparare a padroneggiare più nel dettaglio ogni combattente. L'anima più tecnica del combattimento risiede, invece, nel sistema di parata, nella variante perfetta, nelle schivate ma soprattutto nella gestione del tempismo, che porta a sfruttare elementi basilari come salti, movimento laterale e fendenti offensivi per schivare i colpi più pericolosi e dettare il ritmo dello scontro. Accanto alle abilità più semplici c'è anche un sistema di potenziamento temporaneo del personaggio e, ovviamente, la presenza di arti finali che aprono alle immancabili sequenze cinematografiche di qualsiasi anime fighter, ma che in questo caso sono molto meno presenti rispetto allo standard.

Demon Slayer: Il Castello dell'Infinito si mostra in un primo trailer ufficiale ad aprire la trilogia finale Demon Slayer: Il Castello dell'Infinito si mostra in un primo trailer ufficiale ad aprire la trilogia finale

Anche se non abbiamo potuto mettere mano alla modalità versus, la sensazione è che le meccaniche si siano ulteriormente asciugate rispetto al passato di CyberConnect2, e non è assolutamente detto che questo sia un male: la mancanza di strati più avanzati del combattimento - com'era per esempio la tecnica della sostituzione sulle sponde di Naruto - ha dato modo agli sviluppatori di concentrarsi sulla natura di opera legata agli scontri all'arma bianca, dando particolare risalto agli incroci di lama e in generale alla pulizia delle animazioni. Certo, non bisogna aspettarsi un videogioco competitivo, ma per certi versi si tratta di un anime fighter più serio del previsto, proprio perché concetti chiave come tempismo, frame delle animazioni e punizioni sembrano avere maggior risalto rispetto ai classici del genere, anche se sarà necessario passare più tempo con l'opera per farsi un'idea precisa di questo cambiamento.

Certo, non è Street Fighter, ma sembra un titolo più tecnico rispetto alla serie Ultimate Ninja Storm
Certo, non è Street Fighter, ma sembra un titolo più tecnico rispetto alla serie Ultimate Ninja Storm

Per quel che riguarda le fasi esterne al combattimento, The Hinokami Chronicles 2 non si limiterà a mettere in scena solo le piccole sezioni narrative, ma anche l'esplorazione di alcune ambientazioni della serie, con tanto di missioni secondarie e piccole attività dedicate ai diversi archi narrativi. Anche in questo caso, sembra proprio che lo studio abbia voluto potenziare la formula del primo episodio prendendo particolare ispirazione dai primi adattamenti dedicati a Naruto, recuperando le dinamiche di alcuni fra i titoli più amati del genere: si è sempre trattato di fasi parecchio superficiali, ma sono una delle ragioni che spingono gli appassionati a vivere esperienze di questo genere.

Fedeltà

In un progetto di questo genere la fedeltà è tutto: CyberConnect2 ha ancora una volta replicato determinate scene dell'anime in scala uno a uno, riservando anche tantissimo spazio ai dialoghi e alle sezioni narrative, apparentemente più di quanto già non accadesse in passato. Ovviamente è presente l'opzione per selezionare fra il doppiaggio in inglese o quello originale in giapponese, entrambi caratterizzati dalle rispettive voci originali dell'anime, per aggiungere carattere alla natura fotogramma per fotogramma del progetto: esattamente come successo in Dragon Ball Z Kakarot, l'intero concetto del gioco è quello di consentire di rivivere la serie in maniera interattiva sfruttando ogni asset disponibile, dalle animazioni alla colonna sonora.

Al di là di queste considerazioni, l'offerta promessa da SEGA include tantissimi altri contenuti, dalla modalità versus con oltre 40 personaggi giocabili fino a un sistema di personalizzazione dei combattenti totalmente originale, nonché la già citata possibilità di recuperare la vicenda del primo capitolo attraverso il Path of a Demon Slayer. Si tratta, in buona sostanza, del prosieguo dell'adattamento di Demon Slayer nella forma dell'anime fighter, con tutte le caratteristiche e i limiti del caso: non è assolutamente un picchiaduro che mira a riscrivere le regole del genere, ma un piacevole divertissement - un pizzico più serio del solito - dedicato a chiunque volesse indossare i panni di Tanjiro e dei suoi compagni.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles 2 si presenta come una variante più seria e asciutta dei classici anime fighter sviluppati da CyberConnect2. Lo scopo della produzione è sempre quello di mettere in scena una variante interattiva della serie animata, nello specifico degli archi narrativi Il Quartiere dei Piaceri, Il Villaggio dei Forgiatori di Katana e L'Allenamento dei Pilastri, ma a differenza del passato c'è la volontà di adottare una formula di gameplay più minimalista e quasi d'azione. Al momento non sembra assolutamente il titolo che segnerà la redenzione dei videogiochi arena fighter in tre dimensioni, ma ha il pregio di recuperare diverse idee dai primi capitoli del franchise Ultimate Ninja Storm e di tentare di fare qualcosa di diverso sul fronte delle battaglie.

CERTEZZE

  • Estrema fedeltà agli archi narrativi di Demon Slayer
  • Sistema di combattimento più asciutto e interessante

DUBBI

  • Mantiene i classici limiti degli arena fighter in 3D
  • Non abbiamo potuto provare la modalità versus