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Dragon Quest VII Reimagined: l'epico ritorno di un frammento di storia

Abbiamo giocato a due storie di Dragon Quest VII Reimagined, la versione ammodernata di uno dei più amati capitoli delle leggendaria serie di giochi di ruolo di Square Enix.

PROVATO di Luca Forte   —   19/11/2025
DragonQuest VII Reimagined
Dragon Quest VII Reimagined
Dragon Quest VII Reimagined
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Il 5 febbraio 2026 segnerà un momento storico per i fan occidentali di Dragon Quest: l'uscita simultanea su PlayStation 5, Xbox Series X|S, Switch, Switch 2 e PC di Dragon Quest VII Reimagined, un titolo che, nella sua incarnazione originale, è stato a lungo l'ultimo capitolo principale a sbarcare in Occidente grazie a Fragments of the Forgotten Past, ovvero la versione per Nintendo 3DS del 2016. Gioco che a sua volta rielaborava il classico per PlayStation, Dragon Quest VII, del 2000.

Per chi non lo conoscesse, parliamo di uno dei capitoli più amati di una serie che ha ormai superato i 95 milioni di copie vendute globalmente e questa "reimmaginazione" promette di essere un tributo moderno, ma anche rispettoso della sua eredità, che arriva a distanza di qualche mese dai rifacimenti dei primi tre capitoli.

A guidare il progetto c'è nuovamente Takeshi Ichikawa, un nome già noto per il suo lavoro sul recente remake di Dragon Quest III. La sua visione per questo settimo capitolo, che ripropone i character design iconici di Akira Toriyama, è chiara: svecchiare l'esperienza senza snaturare l'anima del classico JRPG a turni.

Reimmaginare la storia

La prima cosa che salta all'occhio approcciando il gioco è la direzione artistica. Il mondo, inclusi dungeon e città, è stato meticolosamente ricreato con uno stile affascinante, fatto a mano, che dona all'ambiente l'effetto visivo di un diorama in movimento. Il producer ci ha raccontato che questo risultato è stato ottenuto creando delle vere e proprie statue raffiguranti i protagonisti, che sono state successivamente scansionate e date in pasto all'Unreal Engine. Il motore di Epic non solo ha completato la fusione tra i modelli 3D e gli sfondi, ma ha semplificato enormemente il lavoro necessario per portare il gioco su tutte le piattaforme.

La narrazione, incentrata sulla scoperta di frammenti di antiche tavolette che svelano isole e linee temporali del passato, in questa versione non è rimasta identica al passato, ma è stata significativamente snellita e resa più accessibile. L'originale, infatti, era noto per un prologo estremamente lungo; ora, il tempo necessario per arrivare al primo combattimento importante è stato drasticamente ridotto, portando i giocatori nel vivo dell'azione molto più rapidamente. Ichikawa ci ha detto che lui e il suo team hanno lavorato molto per rendere il ritmo di tutta l'esperienza migliore, impegnandosi da un lato ad eliminare le parti superflue, dall'altro ad aggiungere storie in grado di incastonarsi alla perfezione nel mosaico originale, aggiungendo nuovi elementi capaci di dare maggiore spessore e coesione alla narrazione, come l'episodio che racconta il passato del protagonista e di Maribel o quello che consente di incontrare e combattere al fianco di Kiefer in una versione adulta, un personaggio chiave destinato ad ampliare il suo ruolo inaspettatamente oltre la sua regione specifica.

Inoltre la progressione sarà più libera e sarà possibile scegliere l'ordine in cui affrontare i vari capitoli, una volta trovati i frammenti della tavoletta corrispondenti. Questi ultimi si trovano disseminati in città, dungeon o sconfiggendo nemici potenti, e devono essere riportati al Santuario dei Misteri e incastrati su piedistalli colorati come un puzzle per sbloccare nuove aree. La risoluzione dei problemi in queste linee temporali passate provoca la loro riapparizione nel mondo presente, espandendo progressivamente la mappa giocabile, oltre che delineando una storia dai toni piuttosto oscuri, soprattutto rispetto agli altri titoli della serie.

Uno dei boss che abbiamo affrontato durante la nostra prova
Uno dei boss che abbiamo affrontato durante la nostra prova

La narrazione è ulteriormente impreziosita da un doppiaggio completo in inglese e giapponese (l'italiano sarà disponibile solo per i sottotitoli), una novità assoluta per Dragon Quest VII, con caratterizzazioni vocali che riflettono le culture uniche delle diverse isole.

Combattimenti: tradizione e sperimentazione

Il cuore dell'esperienza, il combattimento, resta fedele al sistema a turni classico della serie, ma con sostanziali miglioramenti per renderlo un pochino più dinamico e moderno. L'interfaccia utente è stata ripulita, rendendo i menù semplici e di facile lettura, con qualche aiuto grafico per comprendere le debolezze nemiche o a che punto ci troviamo nello scontro. Lo stile è comunque quello essenziale di 25 anni fa, scordatevi di vedere le grafiche, le animazioni o i suggerimenti in stile Persona o Expedition 33.

La gestione dei menù è basilare
La gestione dei menù è basilare

Questo vale anche per la telecamera di gioco: è tutto molto statico e "classico", lontano anni luce dallo spettacolo e dalle coreografie messe in campo dalle ultime incarnazioni del genere. È una cosa per certi versi scontata, alla fine si tratta di una riproposizione di un gioco del 2000, ma combattere per tanti minuti contro dei boss le cui uniche reazioni sono dei saltelli e il diventare sempre più rossi per i danni, è un ritorno al passato che potrebbe non essere apprezzato da tutti.

Una delle novità più significative è la funzione Moonlighting, che permette a ogni membro del party di equipaggiare contemporaneamente due Vocazioni. Questo apre a nuove e inaspettate strategie, dato che si potranno combinare abilità, magie e perk di classi diverse. Il sistema delle Vocazioni (le classi di DQ7), che tradizionalmente si sbloccava molto tardi, è ora più accessibile e la sua progressione è stata accelerata, grazie anche all'introduzione di una nuova Vocazione, il Monster Master.

Avremo a disposizione molto presto un gran numero di compagni di avventura, oltre che di abilità e specializzazioni
Avremo a disposizione molto presto un gran numero di compagni di avventura, oltre che di abilità e specializzazioni

Da quanto abbiamo potuto constatare, queste novità non vanno a stravolgere il classico incedere degli scontri, ma danno più velocemente in mano ai giocatori gli strumenti per affrontare i nemici e imbastire strategie un po' più varie sin dalle prime ore di gioco. Dovremo però verificare che questa accelerata non vada a rendere troppo semplici o confuse le fasi finali, ovvero che ci troveremo troppo presto con un gruppo di guerrieri fortissimo e con talmente tante abilità da essere pronto per qualunque evenienza.

A livello di qualità della vita, i giocatori possono ora vedere i nemici sia sulla mappa del mondo (completamente in 3D e liberamente ruotabile in tutte le direzioni) sia all'interno dei labirinti, dando così la possibilità di scegliere se ripulire tutti i livelli o correre verso il boss o un punto di salvataggio. I mostri più deboli, inoltre, possono essere sconfitti istantaneamente con un attacco preventivo, velocizzando l'esplorazione.

Contro i boss occorrerà anche fare attenzione ai loro attacchi speciali
Contro i boss occorrerà anche fare attenzione ai loro attacchi speciali

In battaglia, è possibile impostare tattiche specifiche per tutti i membri del party in modo che operino in autonomia, con la possibilità di ricorrere anche alla battaglia automatica e di regolarne la velocità. Non mancano gli elementi distintivi della serie come la Frenesia, un potenziamento che si accumula durante lo scontro e che può essere utilizzato per scagliare attacchi speciali potenziati, sfruttare i punti deboli avversari o curare tutti i compagni. Nonostante l'approccio snello, i combattimenti con i boss promettono di rimanere sfide lunghe e strategiche, in cui ogni mossa conta: sbagliare - come abbiamo fatto noi contro il primo boss - l'ordine con il quale resuscitare i compagni ha portato inevitabilmente verso il game over, anche per via delle poche opzioni disponibili a quel punto della storia.

Il creatore di Dragon Quest, Yuji Horii, ha ottenuto l'onorificenza Ordine del Sol Levante Il creatore di Dragon Quest, Yuji Horii, ha ottenuto l'onorificenza Ordine del Sol Levante

A venire incontro ai giocatori meno esperti c'è il fatto che un personaggio guarisce completamente a ogni salita di livello: è un'ulteriore comodità che contribuisce a rendere l'esplorazione più fluida, anche se dovremo verificare che anche questa cosa non andrà ad abbassare troppo il livello di sfida.

Contenuti aggiuntivi e il nuovo finale

Oltre alla storia principale, Dragon Quest VII Reimagined offrirà ai giocatori diverse attività extra per spezzare il ritmo. Il mini-gioco del Lucky Panel tornerà in una versione rivisitata, e sarà introdotta una nuova Arena di battaglia per affrontare nemici leggendari e boss in sfide classificate, offrendo opportunità aggiuntive per ottenere oggetti rari.

L'impegno nel modernizzare il classico è tale che, pur mantenendo fede alla narrativa originale, il gioco includerà un finale del tutto inedito. Questo epilogo alternativo dipenderà dalle scelte che il giocatore compirà durante il corso dell'avventura, promettendo di aggiungere un ulteriore livello di rigiocabilità e di sviluppo del personaggio mai visto nelle versioni precedenti.

Non mancheranno 3 DLC a pagamento che aggiungeranno nuove sfide, costumi e oggetti con i quali arricchire l'avventura.

Ma alla fine, com’è?

Durante la nostra prova abbiamo potuto solo saggiare la superficie di un'opera imponente come Dragon Quest VII Reimagined. Le due demo proposte si collocavano rispettivamente all'inizio della storia e qualche ora più avanti, quando è possibile arruolare diversi compagni di avventura e sfruttare un nutrito quantitativo di abilità. L'impressione che abbiamo avuto è stata quella di essere di fronte a un prodotto vecchia scuola nell'aspetto e nel gameplay, col suo rigido sistema a turni, i pochi fronzoli dei menù e delle opzioni e una scenograficità ridotta all'osso. Superato questo ostacolo, però, si può assaporare un vero e proprio Classico al quale è stata fatta una leggera operazione di lifting per rendere un po' più chiaro il gameplay e più liberi la progressione della storia e lo sviluppo dei protagonisti.

Non mancheranno scene di intermezzo utili sia a capire quello che sta succedendo, sia a portare avanti la storia
Non mancheranno scene di intermezzo utili sia a capire quello che sta succedendo, sia a portare avanti la storia

In questo modo ci si impiega poco per essere catturati da questa avventura, che alterna familiarità con qualche novità, e che, al netto di battaglie coi boss complesse, ma che mancano di vero e proprio pathos -per quello che abbiamo potuto verificare-, si appresta a raccontare una storia intensa, ricca di colpi di scena e personaggi iconici.

Bisognerà verificare come le novità della storia andranno ad incastonarsi in questo mosaico, ma gli amanti dei giochi di ruolo classici difficilmente resteranno delusi.

Dragon Quest VII: Reimagined è un opera complessa, che prova a modernizzare un classico di 25 anni fa mantenendo inalterate tutte quelle che sono state le caratteristiche che lo hanno reso immortale. Il sistema di combattimento, pur con qualche novità, è molto classico e senza fronzoli, ma è tutto il lavoro di fino fatto sul ritmo, sulla storia e sui personaggi l'elemento che potrebbe rendere questa versione Re-immaginata davvero imperdibile sia per i fan che per gli amanti del genere.

CERTEZZE

  • Il ritmo di gioco sarà più veloce e personalizzabile
  • Nuove storie per approfondire determinati personaggi
  • Sono stati cancellati i frammenti superflui
  • Stile grafico molto particolare

DUBBI

  • Combattimenti molto asciutti, forse troppo
  • Battaglie coi boss un po' troppo statiche