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Elden Ring: cosa lo rende unico rispetto agli altri videogiochi open world?

Il primo gioco di FromSoftware con una struttura open world potrebbe rientrare tra i migliori videogiochi di questo tipo, grazie ad alcune meccaniche geniali.

SPECIALE di Peter Vogric   —   09/03/2022

Di giochi open world ne abbiamo visti ormai a tonnellate. Da quando l'hardware è in grado di gestire queste strutture più ampie e complesse, molti sviluppatori si sono fiondati per dare sfogo alla loro creatività sotto questa nuova forma. In tanti hanno usato gli open world solamente per allungare un po' i contenuti del gioco, aggiungendo un'infinità di oggetti collezionabili sparsi in giro per la mappa e una carrellata di missioni secondarie poco originali. Altri videogiochi invece hanno saputo dimostrare la vera potenzialità di questa struttura, dandoci una libertà di approccio senza pari e una voglia matta di esplorare la mappa ricca di punti d'interesse, segreti e chicche di vario genere.

La storia, come sappiamo, tende a ripetersi: nel 2017 stavamo giocando a un open world "classico" di spessore, quando questo è stato oscurato dalla maestosità di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Stiamo parlando chiaramente di Horizon Zero Dawn e caso vuole che quest'anno sia uscito il suo seguito, messo a sua volta in ombra da un altro videogioco più di nicchia, ma indubbiamente capace di far parlare di sé.

Elden Ring ha dimostrato di essere un valido candidato per entrare nella storia come uno dei migliori titoli open world mai realizzati, capace di sfidare anche l'intoccabile Zelda. Sebbene si tratti della prima interpretazione di From Software con una struttura di questo tipo, gli sviluppatori sono riusciti facilmente a distinguersi dalla massa, introducendo dei solidi elementi e meccaniche di gioco, perfettamente integrati con i tratti tipici dei videogiochi soulslike. Di Elden Ring vi abbiamo parlato già in lungo e in largo sulle pagine del nostro sito, dove trovate ovviamente anche la nostra recensione di Elden Ring.

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In questo speciale vogliamo focalizzarci su un ulteriore aspetto e provare a raccontarvi cosa rende Elden Ring un videogioco open world veramente unico, a partire dalla sua mappa di gioco, fino ad arrivare alle meccaniche di esplorazione e la raccolta minuziosa delle informazioni riguardanti la lore. Vedremo quindi perché Elden Ring è diverso dagli altri giochi open world, con qualche paragone diretto con i recenti Horizon Forbidden West e Dying Light 2, e come mai riesce a catturare il giocatore in una mappa aperta così dannatamente ben orchestrata da averci già fatto godere di decine di ore di gioco.

Ricomporre la mappa di gioco

Sin dai primi titoli open world, la mappa di gioco rappresentava un elemento importante. Negli anni abbiamo visto mappe diventare sempre più grandi e spoglie, per poi ritornare a quelle più contenute ma cariche di contenuti o un buon equilibrio tra le due varianti appena citate. Indubbiamente la struttura della mappa più diffusa è quella che spesso viene chiamata "alla Ubisoft". Questo perché storicamente divenne famosa ai tempi dei primi Assassin's Creed per poi essere ripresa sempre da Ubisoft nei Far Cry, ma anche da altri sviluppatori come quelli di Horizon, Days Gone, Death Stranding e molti altri. Si tratta della classica mappa suddivisa in diverse zone (sbloccabili attraverso delle torri o punti sopraelevati), ognuna con svariati punti d'interesse segnati con delle icone. Perfino l'intoccabile Breath of the Wild utilizza una struttura simile, con le torri che sbloccano man mano l'intera mappa, ma lasciando poi il giocatore libero di esplorare il resto.

Elden Ring invece intraprende una strada diversa. Innanzitutto a inizio gioco non avremo la più pallida idea di quanto sia grande l'intero Interregno (area nella quale è ambientato il gioco). Mentre in altri titoli open world la mappa, seppur oscurata, è già da subito presente, in Elden Ring bisogna andare prima a reperire i vari pezzi per capire le sue dimensioni e la sua estensione. All'inizio del gioco infatti non sappiamo fino a dove si estende la mappa a nord, sud, est e ovest, ma dovremo orientarci guardandoci in giro e servendoci dei punti di riferimento visivi per non perderci nell'Interregno.

Questo potrebbe anche spingerci a spostarci immediatamente verso ogni confine della mappa, in modo da collezionare i vari pezzi per comporre la cartina del mondo di gioco e avere una panoramica completa su tutto quello che ci circonda, anche se questo comporterebbe inevitabilmente una visita ad aree decisamente più complesse e difficili da affrontare. Adottando questo approccio, potremo infatti comprendere meglio le eventuali informazioni che ci verranno fornite dai personaggi non giocanti o dalle descrizioni degli oggetti e dare loro una collocazione spaziale sulla mappa.

Una mappa diversa dalle altre

La mappa di Horizon Forbidden West carica di icone e segnalini per indicare i punti d'interesse
La mappa di Horizon Forbidden West carica di icone e segnalini per indicare i punti d'interesse

Una volta collezionato qualche pezzo della mappa di gioco, possiamo notare da subito un ulteriore distacco dagli altri videogiochi open world. Quello che ci cade subito all'occhio è innanzi tutto la sua originalità artistica. Aprendola dal menu di gioco possiamo osservare come sia stata disegnata bene, tratteggiando sulla pergamena digitale tanti piccoli dettagli. L'altra cosa da notare è la totale assenza di punti d'interesse, tipicamente disponibili tramite le classiche icone sparse lungo la mappa. Unendo questi due punti, possiamo capire quale fosse l'intento degli sviluppatori di Elden Ring: farci immedesimare quanto più possibile nel nostro alter ego che si trova per la prima volta nelle terre dell'Interregno. Altri videogiochi come Horizon Forbidden West e Dying Light 2 (giusto per citare alcuni recenti open world) ci hanno abituato a tutt'altro, come potete vedere dalle immagini in questo articolo.

In Elden Ring, invece, Dobbiamo orientarci guardando ancora una volta ai punti di riferimento più importanti, come il gigantesco Albero Madre, il castello in lontananza o il grande lago nelle pianure. Non abbiamo icone, segnali luminosi o altri aiuti evidenti su dove proseguire il nostro cammino. L'unica cosa che ci viene in aiuto sono i bagliori della grazia perduta, disponibili però direttamente come elementi del mondo di gioco e non come parte dell'HUD, per dare un maggiore senso d'immersione al giocatore.

Altro esempio di una mappa tipica dei giochi open world
Altro esempio di una mappa tipica dei giochi open world

A questo punto le possibili strade da percorrere diventano due: o andiamo a esplorare ogni centimetro quadrato della mappa a piedi per cercare eventuali segreti, grotte o altri luoghi d'interesse, oppure ci affidiamo alla mappa. Abbiamo detto però che la mappa non presenta alcuna indicazione e non lo negheremo affatto, ma possiamo affidarci un po' al nostro intuito da esploratore e cercare d'interpretarla meglio. Sulla mappa infatti sono presenti degli indizi, intelligentemente nascosti per essere notati solamente da chi osserva bene, come un qualsiasi viandante spaesato che non sa dove andare. Scrutando bene infatti possiamo notare qualche piccola rientranza in una parete rocciosa, che potrebbe indicare la presenza di una grotta. Allo stesso modo degli alberi indicano un bosco, probabilmente con qualche oggetto prezioso o un particolare luogo d'interesse. Le strade invece ci mostrano quelle che sono le tratte principali, dove forse incontreremo qualche altro viandante come noi o quantomeno ci porteranno in un altro punto da esplorare nel dettaglio.

Dialogando con alcuni personaggi presenti nel gioco o acquistando determinati oggetti, potreste ottenere delle informazioni e indizi aggiuntivi. Ad esempio potreste sentir parlare di una grotta a sud di una collina accanto al lago. Detta così vuole dire poco o niente. La prima domanda che ci può venire in mente è: ma verso quale direzione si trova il sud? In seguito allo stupore iniziale e dopo qualche profondo respiro per ritrovare la calma, basta combinare l'informazione della bussola presente sulla mappa, la mappa stessa e i riferimenti visivi nel gioco, per rendere l'esplorazione in Elden Ring qualcosa di veramente affascinante. Certo, al giocatore viene chiesto un maggiore impegno, un analisi dei dati in possesso ed in generale risulta più difficile orientarsi. Al contempo però, scovare un luogo segreto unendo vari indizi ci regala una soddisfazione nemmeno paragonabile ad altri giochi dove con la guida GPS siamo in grado di raggiungere direttamente il tesoro cercato.

Ma perché dovrei esplorare?

Il primo mini-boss di Elden Ring
Il primo mini-boss di Elden Ring

Tutto estremamente bello: trovare indizi, studiare la mappa ed esplorare il mondo di gioco per scoprire il prossimo grande segreto. Ma perché dovrei farlo? Questa è sicuramente una domanda che in tanti si sono posti, non solamente in Elden Ring, ma anche in altri videogiochi open world. Spesso infatti queste risultano essere attività opzionali e di conseguenza prive di contenuti interessanti o allettanti ricompense. Al giocatore viene tipicamente concesso di proseguire direttamente con le missioni principali per avanzare con il gioco e raggiungere il finale senza troppi fronzoli. Anche in Elden Ring è possibile farlo, c'è però un fattore che ostacola non poco questa scelta: la difficoltà.

Mentre nella maggior parte dei giochi open world la difficoltà è tendenzialmente bassa (e si può ulteriormente abbassare con le apposite impostazioni), in Elden Ring non ci è concesso scegliere la difficoltà di gioco ed è decisamente superiore alla media di qualsiasi titolo sul mercato. Questo, oltre a darci tante soddisfazioni nel sconfiggere l'ostico boss di turno, ci spinge fortemente a esplorare l'ambiente.

L'hub centrale di Elden Ring, dove incontreremo tanti NPC
L'hub centrale di Elden Ring, dove incontreremo tanti NPC

Ogni piccolo oggetto, arma, scudo, informazione, indizio, consiglio o semplicemente ogni nemico abbattuto è in grado di aumentare le nostre possibilità di proseguire nel gioco. Da una parte raccoglieremo degli oggetti preziosi da equipaggiare sul nostro protagonista, dall'altra invece impareremo a padroneggiare il sistema di combattimento per migliorare anche le nostre doti pad alla mano. Senza dimenticare i preziosi indizi che potremo raccogliere, come ad esempio scoprire che il boss frustrante con il quale stiamo perdendo la testa possa essere facilmente abbattuto con l'utilizzo del fuoco.

Insomma, il gioco non ci spinge a esplorare come fanno molti titoli con una struttura simile. Non ci guida alla ricerca delle piante nel bosco tramite una missione secondaria o all'urgente salvataggio di un personaggio non giocante in una caverna lungo la costa. Tutto viene lasciato nelle mani del giocatore, che dovrà decidere se esplorare o meno. E nonostante non si sente minimamente forzato a farlo, siamo sicuri che in molti desiderano scoprire ogni piccolo segreto pur di rendere il proprio personaggio più forte, scoprire qualche interessante dettaglio sulla lore e proseguire dunque nell'affascinante Interregno.

Il diario, prezioso compagno di viaggio

L'enorme area esplorabile dell'Interregno
L'enorme area esplorabile dell'Interregno

In Elden Ring gli sviluppatori hanno inserito dei pratici strumenti per aiutare a esplorare le terre dell'Interregno. La mappa risulta essere indubbiamente quello più utile per questo scopo. Al videogiocatore però viene richiesta una maggiore partecipazione, poiché la mappa è tendenzialmente spoglia. Le numerose icone, punti d'interesse, oggetti collezionabili, posizione dei personaggi non giocanti e altri riferimenti dovranno essere segnati direttamente dal giocatore, usando i pratici strumenti offerti tramite i menu della mappa. Questo è un ulteriore meccanica di gioco che ci spinge a immedesimarci nel nostro alter ego, segnandoci manualmente le cose che maggiormente ci interessano. Spesso vi troverete di fronte anche a dei punti inaccessibili o semplicemente troppo difficili per essere affrontati al vostro livello. Questi vanno segnati sulla mappa, per magari passarci nuovamente tra qualche ora di gioco.

C'è però una cosa che manca effettivamente nel videogioco e che reputiamo veramente utile ai fini di migliorare la vostra esperienza con Elden Ring. Stiamo parlando di un diario di viaggio. Sì, avete capito bene, un diario, un block notes digitale o se preferite anche la classica carta e penna. Mentre in altri giochi open world la maggior parte delle informazioni, missioni secondarie, compiti da svolgere o altre informazioni vengono raccolte tramite un'apposita schermata di gioco, qui per scelta degli sviluppatori si è voluto dare maggiore responsabilità al giocatore, il quale deve tenere a mente quello che fa. Sempre all'insegna dell'immersione, proprio come se fossimo noi ad avventurarci nell'Interregno, dobbiamo prendere degli appunti se vogliamo ricordarci le informazioni acquisite.

Esplorazione nelle terre dell'Interregno
Esplorazione nelle terre dell'Interregno

Tenere un diario e prendere degli appunti non solo vi darà una migliore panoramica su quanto fatto e quanto ancora da fare, ma vi aiuterà anche a comprendere meglio il mondo di gioco. All'inizio vi troverete infatti sperduti in un mondo del tutto sconosciuto del quale non sapete assolutamente nulla. Come da tradizione, nei giochi soulslike gli indizi li troverete nelle descrizioni degli oggetti, dai personaggi non giocanti o da altri elementi visivi nel gioco. Anche in questo caso tenere un diario, una raccolta d'informazioni o se preferite, una sorta di Wiki, vi aiuterà immensamente se vi piace approfondire la lore del gioco. Mantenere traccia delle varie informazioni acquisite e ogni tanto, tra una sessione di gioco e l'altra, rivederle con calma nel vostro diario per fare delle congetture o supposizioni su quanto successo, potrebbe portarvi a scoprire in anticipo alcune cose e ottenere una migliore visione sul mondo di gioco per affrontarlo al meglio o per compiere determinate scelte in futuro.