Il nostro percorso di avvicinamento a Ghost of Tsushima è iniziato raccontandovi, attraverso i due speciali precedenti, il contesto storico del Giappone e dei Mongoli protagonisti delle vicende che verranno narrate nel titolo Sucker Punch.
Ora che quindi il contesto storico è ben chiaro a tutti, vorremmo spostare la vostra attenzione su quella che è una condizione culturale e sociale che caratterizzò la vita della casta guerriera del Giappone di quel periodo: il Bushido o via del guerriero.
Hagakure e principi
La storia militare dell'umanità è piena di codici morali e comportamentali che hanno segnato lo stile di vita di chi, volente o nolente, si trovava a dover perseguire la tortuosa strada della guerra. Fin dagli albori della civiltà i guerrieri dovevano rispettare delle rigide regole di vita che li avrebbero temprati non solo nel corpo, ma anche nello spirito. Gli Spartani, i Macedoni, i Romani, per esempio, seguivano strette regole che limitavano in qualche modo gran parte dei comportamenti di vita quotidiana di chi vi sottostava.
Basti pensare al Mos Maiorum che caratterizzava l'etica e i comportamenti da seguire nella vita dell'Antica Roma con valori fondamentali come la pietas, il rispetto delle leggi e il valore in combattimento. Anche la cavalleria è stato un esempio di concetto fondamentale e regolatore della vita quotidiana al tempo del Medioevo, con il codice di condotta e lo stile di vita dei cavalieri che veniva regolato in filo e per segno in ogni ambito della vita.
Quello che dunque ritroviamo nel Bushido negli anni degli Shogunati Kamakura e successivamente Ashigaka non è altro che l'inizio di una consuetudine di vita che pone le sue radici ben prima di quegli anni, a partire infatti dal 600 a. C.. Quello che oggi chiamiamo Bushido o via del guerriero è ciò che si può apprendere dall'importantissimo testo di Tsuramoto Tashiro, ovvero l'Hagakure. In questo testo che riprende i precetti secondo cui aveva vissuto il monaco buddhista e samurai Yamamoto Tsunetomo (anche conosciuto come Yamamoto Jocho), troviamo dunque una serie di aforismi che indicano la via perseguita dai samurai, ma anche il comportamento attuato dai guerrieri nel caso in cui un samurai solitario (Ronin) si trovi a non avere un signore da servire. Yamamoto Tsunemoto era stato un samurai ligio alle regole, ritiratosi in monastero dopo la scomparsa del suo signore: il daimiyo Nabeshima Mitsushige. Qui, dopo qualche anno vissuto come Ronin, tramandò al suo allievo Tsuramoto Tashiro il suo stile di vita. Influenzato dalle correnti buddhiste di quel periodo, che abbracciò appieno, e affascinato dalle idee confuciane di Ishida Ittei, un consigliere del daimiyo, Yamamoto decise di non seguire il suo signore commettendo il seppuku, infrangendo dunque una delle regole del Bushido (il Junshi), per poter tramandare ai posteri la dura vita dei samurai: una casta affascinante che ancora oggi è immortale nelle menti di molte persone.
Dopo questa brevissima cronistoria dunque, affrontiamo quelli che sono gli obblighi morali e comportamentali del Bushido. Influenzati dalle correnti buddhiste e confuciane del tempo, oltre che dallo Shintoismo e dalle arti marziali (budo), il Bushido obbligava i samurai a vivere secondo sette principi fondamentali: Onestà/Giustizia (GI), Coraggio/Eroismo (YU), Compassione (JIN), Gentilezza (REI), Sincerità (MAKOTO), Onore (MEIYO) e infine Lealtà/Dovere (CHUGI). Questi principi non solo portavano ad avere una completa obbedienza verso il proprio signore, ma portavano i samurai ad avere totale disprezzo verso la resa, verso il nemico arrendevole e verso l'inadempienza dei compiti. Tutto ciò, ma soprattutto la mitizzazione della morte onorevole, tramutavano i samurai in vere e proprie macchine da guerra in combattimento.
Venir meno a uno dei sette principi inoltre, corrispondeva a un grande disonore che nella quasi totalità dei casi portava il samurai al suicidio rituale: il seppuku. Per dovere di cronaca bisogna sottolineare che il Bushido guerriero, ovvero la prima forma di Bushido, quella perseguita durante gli Shogunati Kamakura e Ashigawa (e quella descritta nell'Hagakure) è solo la prima forma dell'evoluzione del Bushido che successivamente ha visto svilupparsi un Bushido confuciano e infine un Bushido nazionale: meno restrittivi e più orientati alla diffusione pacifista del concetto di lealtà verso la nazione. Detto questo però, vediamo cosa richiedevano i sette principi del Bushido.
GI
Il GI non è la semplice osservanza delle leggi, ma il rispetto di un concetto superiore di giustizia che parte dal cuore e dall'animo. Da GI deriva il termine GIRI od obbligo morale e nulla disonora di più un samurai che un comportamento subdolo. Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
YU
Lo YU era considerata la virtù principale di un guerriero. Il coraggio in battaglia deriva direttamente dallo sprezzo nei confronti della morte e della resa, inoltre per compiere sempre ciò che è giusto occorre essere coraggiosi. La tranquillità dell'animo è considerata come la manifestazione statica del coraggio: un samurai veramente coraggioso è un guerriero che non cede l'animo alle perturbazioni delle emozioni. Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
MEIYO
Il MEIYO era il senso dell'onore, ovvero la manifestazione del rispetto verso il rango a cui si appartiene, era fondamentale per un samurai. Il dovere verso il proprio nome, che il samurai non deve macchiare con azioni indegne, era uno dei principi a cui era sottoposto un guerriero. Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
JIN
La compassione indicata dal principio del JIN indica lo stato d'animo di chi accetta l'universo così com'è senza volerlo modificare a tutti i costi. Il JIN obbliga il samurai ad accettare i propri difetti e difetti del prossimo. L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
REI
La gentilezza indicata dal REI, rappresenta il modo di un samurai di esprimere il rispetto e la considerazione verso un'altra persona che non deve mai mancare qualunque siano i rapporti o le opinioni altrui. I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
MAKOTO
Il principio del MAKOTO obbliga il samurai a non mancare la parola data né tradendola né tradendo la fiducia che è stata riposta nel samurai stesso. Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
CHUGI
La lealtà del principio del CHUGI, indica l'assolutezza del dovere verso il proprio signore, il quale viene prima di qualsiasi altra considerazione riguardante la propria vita, il proprio nome o la propria famiglia. L'abilità del guerriero risiedeva nel riuscire a trovare la soluzione nel far conciliare doveri differenti e di importanza differente. Indipendentemente dai sacrifici che tale soluzione richiedeva, se non vi era soluzione l'unico modo di onorare il principio del CHUGI, evitando il disonore, era il seppuku. Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile
Da qualche mese a questa parte vi abbiamo portato in quello che pensiamo essere un viaggio omnicomprensivo della storia e della cultura di un Giappone feudale, troppo spesso confinato in limiti mitologici che in realtà non ha. Il Bushido è solo una delle affascinanti caratteristiche di quel periodo storico, ma è sicuramente quella più inerente a quanto visto finora nei trailer e gameplay di Ghost of Tsushima. Il conflitto interno nell'animo di Jin, la paura del disonore negli occhi del padre e l'ombra di demoni interiori, molto più difficili da sconfiggere di quelli mitologici.