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La guerra degli abbonamenti nel 2021

Infuria la guerra dei servizi in abbonamento, che nel 2021 ha fatto registrare altri passi in avanti e nuovi eventi nel panorama videoludico.

SPECIALE di Giorgio Melani   —   30/12/2021

Seguendo un percorso simile a quello che caratterizza la distribuzione dei contenuti video come film e serie TV, anche sul mercato dei videogiochi stanno assumendo un rilievo sempre maggiore i servizi su abbonamento, che offrono l'accesso libero a cataloghi di giochi attraverso sottoscrizioni mensili o annuali. Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo in questo ambito, sebbene ormai affermato per altre forme d'intrattenimento come musica e TV, ma che si sta decisamente consolidando anche nelle abitudini dei videogiocatori, comportando peraltro alcune variazioni fondamentali nel modo stesso di fruire i giochi.

Già il passaggio al mercato digitale ha portato a un cambiamento nel senso del possesso, con un'accettazione sempre più diffusa della smaterializzazione del prodotto acquistato da oggetto fisico all'impalpabile bene in download, cosa che ha aperto la porta all'idea dell'assenza del possesso standard, sostituito dalla possibilità di accedere a un catalogo legato al pagamento di un abbonamento.

Xbox Game Pass è uno degli abbonamenti più noti in questi anni
Xbox Game Pass è uno degli abbonamenti più noti in questi anni

Una volta resa normale questa idea - cosa non semplice in un pubblico tendenzialmente abitudinario - l'invasione delle sottoscrizioni è stata una conseguenza naturale, configurandosi in diverse soluzioni a livelli differenti.

D'altra parte, l'acquisto di servizi connessi all'uso delle console è ormai uno standard accettato da decenni: il gioco multiplayer online è a pagamento ormai da tanto tempo e rappresenta un elemento ormai consolidato, al quale da un po' di tempo a questa parte si è aggiunta la possibilità di ottenere giochi dietro l'accordo di sottoscrizione. Dal punto di vista di produttori hardware e software, il ricorso all'abbonamento garantisce un gettito di guadagni costanti, con un andamento molto più regolare rispetto al classico ciclo d'investimenti, spese per la produzione e introiti dati dalle vendite standard, consentendo in questo modo una programmazione meno rischiosa e una maggiore solidità finanziaria e pianificazione dei lavori, cosa che spiega il motivo per cui molti si stiano lanciando in offerte di queste genere, purché ovviamente si possa contare su cataloghi molto estesi.

I servizi di base

PlayStation Plus è stato il primo ad offrire giochi gratuiti agli abbonati
PlayStation Plus è stato il primo ad offrire giochi gratuiti agli abbonati

Possiamo distinguere alcuni servizi su abbonamento più basilari, che sono poi anche quelli più antichi nell'ambito dei videogiochi, solitamente legati all'accesso stesso delle piattaforme online legate alle console. Tra questi troviamo Xbox Live (6,99€ al mese o 59,99€ l'anno), il più vecchio di tutti, PlayStation Plus (8,99€ al mese o 59,99€ l'anno) e Nintendo Switch Online (3,99€ al mese, 19,99€ l'anno o 39,99€ l'anno con il Pacchetto Aggiuntivo): tutti e tre sono ormai parte integrante dell'esperienza stesse delle rispettive famiglie di console e la loro sottoscrizione è praticamente obbligatoria per chiunque voglia vivere appieno l'esperienza di gioco su tali macchine. Dopo un primo periodo di offerta gratuita per alcuni dei concorrenti, tutti e tre i principali produttori si sono allineati nel richiedere una sottoscrizione a pagamento per l'accesso al gioco online, con offerte che si sono progressivamente evolute offrendo in qualche modo dei bonus aggiuntivi oltre al semplice utilizzo dell'infrastruttura online per il gioco multiplayer, allineandosi sulla proposta di giochi gratis a cadenza mensile.

In questo senso, PlayStation Plus ha fatto da apripista e continua ad essere un servizio particolarmente fruito dai giocatori, anche grazie all'enorme diffusione mondiale di PS4, laddove Xbox Live Gold è diventato ormai una sorta di lascito del passato per Microsoft, ormai completamente proiettata su Xbox Game Pass.

Nintendo Switch Online è il servizio più giovane tra quelli presenti in questa sezione, relativamente poco costoso, ma anche meno raffinato degli altri, diventa però obbligatorio per sfruttare il potenziale dei grandi titoli multiplayer di Nintendo. L'offerta gratuita dei giochi appartenenti al vecchio catalogo Super Nintendo e NES si è recentemente allargata a comprendere anche Nintendo 64 e Mega Drive, ma solo attraverso la sottoscrizione più costosa del Pacchetto Aggiuntivo uscito proprio nel corso del 2021, una soluzione che continua a sollevare diversi dubbi, considerando l'alto prezzo richiesto a fronte di un'infrastruttura e servizi aggiuntivi che giustificano poco l'esborso aggiuntivo.

Xbox Game Pass vs PlayStation Now

Xbox Game Pass è il servizio con il catalogo di giochi più aggiornato e imponente
Xbox Game Pass è il servizio con il catalogo di giochi più aggiornato e imponente

Le novità più interessanti nell'ambito dei servizi su abbonamento sono rappresentate dai cosiddetti "all you can play", ovvero sottoscrizioni che consentono l'accesso libero a un catalogo di giochi, oltre ad eventuali funzionalità e servizi aggiuntivi legati a questi. A dominare questo particolare segmento, dal punto di vista di notorietà e qualità, è sicuramente Xbox Game Pass (9,99€ al mese per la versione base o 12,99€ al mese per l'Ultimate con giochi PC e EA Play inclusi): come abbiamo visto anche nello speciale riepilogativo del 2021 dedicato, il servizio di Microsoft è un affare che continua a migliorare per i giocatori e può rappresentare una vera e propria killer application, sebbene la sua applicazione ormai travalichi i confini delle console della famiglia Xbox andando ad abbracciare PC e dispositivi mobile. In termini di quantità e qualità dell'offerta, non ci sono davvero concorrenti in grado di impensierire la posizione dominante del Game Pass, che nel 2021 si è rafforzata ancora di più attraverso una ulteriore evoluzione del catalogo e dei servizi di supporto, anche se il numero degli abbonati non è ancora paragonabile a quello dei servizi più basilari e in particolare di PlayStation Plus.

Le cose potrebbero cambiare nel caso in cui Sony dovesse decidere di proporre davvero un'alternativa al servizio Microsoft sulla stessa lunghezza d'onda, cosa che però non sembra essere ancora considerata seriamente dal management. PlayStation Now (9,99€ al mese o 59,99€ l'anno), pur contando su delle caratteristiche simili e avendo anche anticipato sotto alcuni aspetti l'offerta del Game Pass, offrendo il cloud gaming ben prima della sua affermazione attuale, si muove ancora su un piano piuttosto diverso, con un catalogo molto più limitato per quanto riguarda i giochi moderni e praticamente nessuna uscita al day one al suo interno.

PlayStation Now è stato il primo a offrire cloud gaming e un catalogo esteso di titoli ad accesso libero
PlayStation Now è stato il primo a offrire cloud gaming e un catalogo esteso di titoli ad accesso libero

Qualcosa cambierebbe nel caso in cui davvero si realizzasse il progetto emerso nelle voci di corridoio col nome in codice "Spartacus", ovvero qualcosa di molto vicino al Game Pass ma senza la fondamentale presenza dei first party al day one in catalogo, per cui si tratterebbe sostanzialmente di una fusione di PlayStation Plus e PlayStation Now in un unico servizio potenziato. Qualcosa dunque non ancora al livello della concorrenza ma che rappresenterebbe comunque un passo avanti: tuttavia, a dirla tutta, finché Sony continua a dominare il mercato globale in questo modo non si vedono le premesse per un impegno serio su questo fronte, visto che non ha motivi di cercare di adeguarsi al cambiamento di paradigma del mercato videoludico puntando forte sui servizi in abbonamento.

L'invasione degli "all you can play"

EA Play consente di accedere a un vasto catalogo di giochi del publisher
EA Play consente di accedere a un vasto catalogo di giochi del publisher

Quando i publisher raggiungono una massa critica di giochi in grado di sostenere un catalogo adeguato, la proposta di un abbonamento per accedervi liberamente sulla base di una sottoscrizione sta diventando una soluzione sempre più diffusa. I primi ad arrivarci sono stati Electronic Arts con EA Play (3,99€ al mese o 14,99€ al mese per l'abbonamento Pro), ora integrato anche direttamente all'interno di Xbox Game Pass Ultimate per quanto riguarda la versione base, e Ubisoft con il suo Ubisoft+ (14,99€ al mese): in entrambi i casi si tratta di servizi piuttosto costosi, ma che garantiscono l'accesso a un catalogo piuttosto ampio di giochi, possibile solo alle etichette che possono contare su una produzione imponente e su uscite regolari e frequenti. Gli abbonamenti "monomarca" puntano ovviamente a nicchie di pubblico più ristrette rispetto a quelli proposti dai produttori di piattaforme, ma hanno comunque uno spazio importante, anche grazie ai vari bonus collegati allo status di abbonati per i giochi dei rispettivi marchi. Ovviamente, la scelta tra uno e l'altro in questo caso dipende strettamente dai gusti degli utenti, anche se l'introduzione di EA Play nel Game Pass lo rende a questo punto un servizio molto più ampio e accessibile di prima.

Qualcosa del genere è emerso di recente anche in ambito mobile, con il lancio dei servizi paralleli Apple Arcade e Google Play Plus, che rappresentano i corrispettivi degli all you can play su console e PC su smartphone e tablet, oltre che su Mac per quanto riguarda il primo.

Apple Arcade: il catalogo dell'abbonamento fa parte di un programma di produzione più strutturato
Apple Arcade: il catalogo dell'abbonamento fa parte di un programma di produzione più strutturato

Sebbene il principio base sia il medesimo, Apple Arcade si distingue alquanto dal concorrente in termini di concetto e organizzazione: mentre Google Play Plus è sostanzialmente un grosso calderone di giochi messi insieme per offrire un catalogo quanto più possibile completo di generi ed esperienze varie, Apple Arcade si presenta come un programma più strutturato, in grado di finanziare progetti esclusivi anche sulla base di valutazioni qualitative e strategiche di un certo livello. Il risultato, anche in questo 2021, è una netta differenza di vivacità e peculiarità e originalità tra i due concorrenti: mentre Google Play continua a proporre titoli anche di qualità ma senza un'attrattiva particolare per il servizio stesso, l'abbonamento Apple è in grado di offrire alcune esclusive veramente di alto profilo e fortemente caratterizzanti, che dimostrano come dietro alla semplice convenienza dell'accesso al catalogo per una cifra relativamente bassa (4,99 euro al mese per entrambi i servizi) ci sia anche una progettualità notevole, e giochi come Fantasian di Hironobu Sakaguchi e Mistwalker lo dimostrano in maniera chiara.

Il cloud gaming

Google Stadia è probabilmente ancora il servizio di cloud gaming tecnicamente migliore
Google Stadia è probabilmente ancora il servizio di cloud gaming tecnicamente migliore

Un discorso a parte va fatto per i servizi di cloud gaming, anche se questi sono, in certi casi, parte integrante di abbonamenti onnicomprensivi come Xbox Game Pass e PlayStation Now. Sotto molti aspetti, il gioco in streaming è visto come il futuro della fruizione di videogiochi, nonostante al momento sia ancora lontano dall'offrire un'esperienza ottimale, specialmente in luoghi in cui le infrastrutture internet non sono ancora aggiornatissime. L'input lag è un elemento con cui si dovrà sempre fare i conti quando non si gioca direttamente con un hardware dedicato, ma i passi avanti effettuati di recente sono stati giganteschi e il cloud gaming è ormai una realtà ben più solida di quanto non lo fosse all'epoca delle prime sperimentazioni con Gaikai (poi acquisito da Sony e sfruttato proprio per PlayStation Now) e OnLive. Gli attori principali oggi sono appunto l'abbonamento Sony, uno dei primi a offrire tale tipologia di gioco sia attraverso console che su PC, Google Stadia e Xbox Game Pass con xCloud, a cui si aggiungono Nvidia GeForce Now e Amazon Luna.

Anche su questo fronte si registra un certo immobilismo di Sony, che dopo essere stata pioniera in questo ambito si è un po' fermata sull'offerta iniziale, mentre enormi passi avanti sono stati fatti da Microsoft con Xbox Cloud che ora è disponibile su smartphone, PC, Mac e Xbox, con tanto di titoli ottimizzati per sfruttare l'interfaccia via touch screen e utilizzo dell'hardware di Xbox Series X nelle blade dei server Azure in modo da potenziare al massimo l'esperienza di gioco in cloud.

Amazon Luna è la nuova proposta in ambito cloud da parte del colosso dell'e-commerce
Amazon Luna è la nuova proposta in ambito cloud da parte del colosso dell'e-commerce

Tuttavia, l'esperienza probabilmente più stabile e convincente resta ancora quella di Google Stadia, che riesce a sfruttare al meglio l'infrastruttura online del colosso di Mountain View per offrire un ottimo flusso di gioco: il problema casomai è il modello di business adottato, che costringe comunque a comprare i giochi a prezzi non proprio bassi per poterli usare in streaming al di là dei titoli presenti nel catalogo libero per gli abbonati a Stadia Pro, laddove Game Pass consente un accesso a un elenco di giochi enormemente più ampio. In tutto questo, Nvidia GeForce Now ha dalla sua un'ottima base tecnica, ma anche in questo caso un catalogo piuttosto limitato, oltretutto legato all'utilizzo di hardware della compagnia, mentre restiamo in attesa di capire come si comporti Amazon Luna.

Il 2021 e oltre: la guerra continua

Con Netflix Games, anche il colosso dello streaming video si lancia negli abbonamenti videoludici
Con Netflix Games, anche il colosso dello streaming video si lancia negli abbonamenti videoludici

L'anno 2021 può essere visto come quello del consolidamento dei servizi su abbonamento, nel quale i concorrenti si sono schierati in campo e hanno proseguito la loro opera di rafforzamento grazie soprattutto a evoluzioni tecniche effettuate da tutti gli attori in scena. Dal 2022 in poi potremo vedere l'ulteriore svolgersi di questa guerra, che vede ormai molte fazioni in lotta tra loro e nomi anche di grande importanza e non legati strettamente ai videogiochi, a dimostrazione di come l'ambito dei servizi videoludici rappresenti un segmento interessante per le compagnie dedicate alla tecnologia e all'intrattenimento. Al di là di Microsoft, Sony e Nintendo, infatti, tra i nomi coinvolti troviamo Google, Amazon e, di recente, anche Netflix: il gigante dello streaming video ha infatti deciso di ampliare gli orizzonti inserendo anche un catalogo di giochi liberamente accessibili agli abbonati. Al momento si tratta ancora di un'offerta molto ristretta e basata soprattutto sulle poche produzioni di Netflix, ma è un inizio interessante e con possibilità di crescita anche vista la volontà della compagnia di acquisire team di sviluppo.

Una svolta, nella guerra degli abbonamenti sul cloud gaming, potrebbe arrivare dalla loro integrazione con vari dispositivi e in particolare con le TV: Google Stadia ha già una propria app specifica su alcuni televisori LG e anche Microsoft starebbe pensando a una soluzione simile per Xbox Game Pass. Si tratta di un'evoluzione logica per un servizio che punta tutto sulla connessione a internet e non richiede hardware dedicato, quanto piuttosto la capacità di gestire un client e un software di supporto con i giochi che vengono poi gestiti in cloud. La possibilità di accedere ai servizi semplicemente scaricando un'app da usare in una smart TV garantirebbe una diffusione e un'accessibilità notevoli, ma c'è ovviamente da prendere in considerazione gli accordi con i vari produttori dei dispositivi ed eventuali tensioni che possono derivare tra gli attori in campo. D'altra parte, abbiamo visto come Apple abbia sostanzialmente impedito l'uso del Game Pass su iOS attraverso app specifica, cosa che fa capire come la guerra degli abbonamenti riguardi più accordi e regolamenti specifici che non limiti tecnologici da superare.