Correva l'anno 2011 quando Blizzard annunciava Mists of Pandaria, una nuova espansione di World of Warcraft. La leggenda narra che il primo commento sul web recitasse pressappoco così: "ma è Kung Fu Panda lol! xD". Si è discusso a lungo se fosse nato prima l'uovo o la gallina e, sebbene sia piuttosto ovvio che il successo del film Dreamworks nel 2008 abbia motivato lo sviluppatore di Irvine a introdurre i Pandaren in World of Warcraft, la loro origine è persino antecedente alla loro prima apparizione in Warcraft III.
A creare i Pandaren sarebbe stato il direttore artistico Samwise Didier, che soleva autoritrarsi come un panda per via di uno scherzo: suo fratello lo aveva paragonato a un "orso polare" per via della sua tolleranza alle temperature basse, ma aveva sbagliato, chiamandolo "panda bear" invece di "polar bear", suscitando l'ilarità di tutta la famiglia. Da allora Sam si era fissato coi panda, inserendoli come easter egg nei giochi Blizzard, fino a creare una razza vera e propria che si era poi concretizzata ufficialmente in Warcraft III: The Frozen Throne.
Ma quello era il passato e questo è... il passato. Cioè, Mists of Pandaria sta per arrivare sui server Classic di World of Warcraft, i reami in cui si può giocare o rigiocare il MMO di Blizzard nelle sue passate incarnazioni, sperando magari di rivivere la stessa magia di una volta. Percorriamo insieme questo viale dei ricordi, dunque, per capire cosa ci aspetta in Mists of Pandaria Classic e perché questa vecchia espansione è una delle più sottovalutate in vent'anni di WoW.
La storia di Mists of Pandaria
Pandaria è un'isola avvolta da una barriera di nebbia magica che l'ha occultata al resto del mondo sin dai tempi della Separazione. Una barriera che si dissolve all'improvviso, proprio mentre Alleanza e Orda cominciano a contendersi i mari: dopo gli eventi di Cataclysm, il nuovo Capoguerra dell'Orda, Garrosh Malogrido, ha avviato un'aggressiva politica di espansione nei regni di Azeroth che ha causato anche alcuni attriti all'interno dell'Orda stessa.
La scoperta di Pandaria - e della pacifica razza dei Pandaren - condurrà Orda e Alleanza sulle sponde dell'isola, che nasconde misteriosi segreti legati alla sua storia antica. Inizialmente Garrosh metterà gli occhi su un manufatto leggendario che potrebbe conferire ai suoi uomini una potenza straordinaria, rompendo però un delicato equilibrio secolare che indurrà i Troll Zandalari e i Mogu superstiti a unire le forze per riprendersi l'isola e riportare in vita un antico sovrano. L'inasprimento del conflitto - in cui finiscono trascinate le altre razze che popolano Pandaria, come gli Hozen, gli Yaungol e i Jinyu - risveglia gli Sha, entità generate dall'energia negativa che minacciano di distruggere l'isola e tutti i suoi abitanti.
Alla fine, le azioni di Garrosh - che arriverà al punto di sventrare la Vallata dell'Eterna Primavera per riesumare il cuore del dio antico Y'Shaarj - indurranno Orda e Alleanza a unire le forze contro il Capoguerra impazzito e i lealisti della sua cosiddetta Vera Orda, in una vera e propria presa di Orgrimmar che metterà a confronto i leader delle fazioni, in un punto di ripartenza importantissimo per la mitologia di World of Warcraft: dopo un breve interludio che riporta in scena l'enigmatico Wrathion, la storia proseguirà con un viaggio nel tempo nell'espansione Warlords of Draenor.
Spedizioni, incursioni e scenari
Mists of Pandaria è stata la prima espansione a introdurre una difficoltà "estrema" per le spedizioni, che in seguito ha assunto la forma attuale delle spedizioni Mitiche a tempo o Mitiche plus. In Mists of Pandaria esiste infatti una modalità Sfida (Challenge) in cui i giocatori devono completare le spedizioni nel minor tempo possibile, venendo valutati con le classiche medaglie di bronzo, d'argento e d'oro. Le ricompense sono cavalcature e cosmetici che Blizzard non ha mai riproposto, rendendole di fatto uniche e particolarmente appetibili per i giocatori in cerca di una vera prova di abilità.
Le sei spedizioni di Mists of Pandaria sono ancora oggi tra le più amate di WoW, se non altro perché sono piuttosto brevi: non è un caso se molte di esse sono comparse nelle rotazioni delle Mitiche+ stagionali sui server retail. Spiccano l'ottimo Tempio della Serpe di Giada, in cui i giocatori possono scegliere in che ordine affrontare i primi boss, e il Birrificio Triplo Malto, con alcuni tra i boss più assurdi del gioco, ma sono tutte particolarmente creative e interessanti: l'Assedio di Niu Zao, per esempio, conta alcuni boss particolarmente impegnativi senza una buona coordinazione di gruppo. Alle spedizioni inedite di Mists of Pandaria si aggiungono anche le versioni Eroiche di Sale Scarlatte, Monastero Scarlatto e Scholomance, rivedute e corrette per l'occasione.
Il contraltare delle spedizioni sono naturalmente le incursioni. Mists of Pandaria propone inizialmente alcune incursioni di dimensioni contenute (Segrete Mogu'shan e Terrazza dell'Eterna Primavera) cui seguono le più complesse Cuore della Paura e Assedio di Orgrimmar: quest'ultima è particolarmente lunga e strutturata, tanto che inizia nella Vallata dell'Eterna Primavera, ma presto si sposta nei sotterranei della capitale dell'Orda, dove i giocatori devono affrontare svariati boss a tema, tra cui un gigantesco dinosauro, uno scorpione meccanico e lo stesso Garrosh Malogrido, trasformato dai poteri del dio antico.
Una novità di Mists of Pandaria (per i giocatori del Classic, ovvio) sono gli scenari. Gli scenari sono spedizioni in miniatura, pensate per gruppi di massimo tre giocatori - senza ruoli assegnati, anche se aiutano - che si completano in pochi minuti e perlopiù servono a chiudere i cicli di missioni più importanti, ma rappresentano anche una ottima fonte di PE e punti reputazione, e naturalmente sono collegati a una pletora di ricompense e imprese. Un'idea che ha tenuto botta a singhiozzi e che Blizzard ha evoluto nel tempo, sotto forma di scorribande in Battle for Azeroth e The War Within: se vi piace quel tipo di contenuto, sappiate che ha avuto origine in Mists of Pandaria.
E non è l'unico. L'espansione dei Pandaren segna l'introduzione anche in Classic dei combattimenti tra mascotte, una delle attività più assuefacenti di World of Warcraft, sempre se vi piacciono i Pokémon, s'intende. A partire da questa espansione, è possibile catturare gli animaletti e schierarli in combattimenti contro gli altri giocatori o contro personaggi specifici. Dopo le cavalcature, le mascotte arricchiscono la componente collezionistica di World of Warcraft Classic: ogni mappa ha una pletora di animali da catturare, imprese da sbloccare e maestri da sconfiggere in lotte che farebbero impallidire Ash Ketchum in persona.
Dalla Cina con furore
Presa inizialmente sottogamba per via del suo aspetto pittoresco e coloratissimo, che non si sposava proprio al 100% con le tematiche serie delle ultime espansioni, Mists of Pandaria si è rivelata invece una delle migliori aggiunte all'universo di World of Warcraft, in grado di reggersi sulle proprie gambe senza appoggiarsi alla mitologia della serie: le menti dietro all'espansione - Tom Chilton, Cory Stockton, Greg Street e Ion Hazzikostas - volevano che i giocatori si sentissero pesci fuor d'acqua in un contesto completamente inedito, ma dalla storia millenaria, raccontata attraverso favole, miti e leggende. Per questo il viaggio del giocatore ha un inizio molto zen, che passa per la Foresta di Giada prima di concedergli una maggiore libertà di esplorazione; in questo modo, si scoprono pian piano gli usi e i costumi dei Pandaren e delle altre razze che vivono sull'isola.
È come se la guerra tra Orda e Alleanza precipitasse all'improvviso in un immaginario che si ispira fortemente alla mitologia cinese: sono innumerevoli i richiami alle leggende orientali, sia nei nomi che nell'aspetto delle diverse razze, e in generale il look dell'intera espansione è un perfetto pastiche di suggestioni asiatiche e occidentali, basti pensare al tema ricorrente dell'energia negativa che corrompe la natura. Un vero incontro/scontro di culture diverse, anticipato da una pre-patch che consente di esplorare già una piccolissima parte Pandaria - l'Isola Errante - in cui comincia l'avventura dei Pandaren appena creati dai giocatori, alle prese con l'Orda e l'Alleanza in una condizione di neutralità che conduce alla scelta della fazione in cui entrare.
L'aggiunta dei Pandaren alla rosa di razze selezionabili comporta anche una nuova classe giocabile: il Monaco. Non è una classe Eroica come il Cavaliere della Morte, tuttavia è contraddistinta da caratteristiche uniche che ancora oggi la rappresentano nei normali reami retail. Il Monaco è una classe dotata di grande mobilità con tre specializzazioni che gli permettono di interpretare ogni ruolo nel gruppo: il Mastro Birraio è un difensore che può "rimandare" i danni subiti bevendo i suoi infusi; Impeto è una specializzazione per l'attacco corpo a corpo dalle abilità ispirate alle più famose arti marziali; infine, Misticismo è una specializzazione di guarigione, incentrata sul lancio di incantesimi rigenerativi diretti e nel tempo.
Un'altra caratteristica vincente di Pandaria, oltre all'ambientazione insolita ma densa di spiritualità, è l'enorme importanza della narrativa. È una delle espansioni che insiste maggiormente sulla trama, deviando occasionalmente per delineare meglio il contesto e lo scenario in cui ci troviamo, ma che torna di prepotenza al cuore della storia, al conflitto tra Orda e Alleanza che assume contorni sempre più foschi. Già all'annuncio Blizzard non fece mistero del suo obiettivo: contrapporre i giocatori al folle Garrosh Malogrido, che fin dall'inizio sapevamo sarebbe stato il "cattivo finale" dell'espansione. Il punto era arrivare allo scontro decisivo, passando per le sottotrame che sviluppavano attraverso l'incontro e lo scontro con le diverse tribù e culture dell'isola di Pandaria.

L'espansione ha anche un altro importante merito, e cioè quello di cominciare a introdurre nel mito di Warcraft un personaggio fino a quel momento secondario che diventerà importantissimo nelle espansioni seguenti: Anduin Wrynn. Il figlio di Varian, erede al trono di Roccavento, ha un ruolo fondamentale soprattutto negli ultimi atti di Mists of Pandaria e nelle missioni che precedono l'espansione successiva, Warlords of Draenor. Molte storie nelle ultime espansioni risalgono proprio a Pandaria, uno dei capitoli più importanti nella mitologia di Warcraft: nel tempo la consequenzialità della narrativa si è andata disperdendo, ma Mists of Pandaria resta ancora oggi una delle espansioni scritte meglio.
Pandaria oggi
Come sempre, per giocare Mists of Pandaria Classic bisogna abbonarsi a World of Warcraft: la sottoscrizione permette di accedere sia ai server Classic che a quelli retail e non è necessario acquistare l'espansione Classic per scaricare l'aggiornamento e giocare. I pacchetti a pagamento Infuso di Sha (Eroico ed Epico) sbloccano solo alcuni cosmetici - cavalcature, giocattoli e mascotte - sia nei server Classic che in quelli retail, anche se il pacchetto Epico garantisce anche un potenziamento gratuito a livello 85 per cominciare subito l'espansione - in cui il nuovo livello massimo è 90 - e un mese di abbonamento.
L'operazione Classic di Blizzard prosegue a piè sospinto, avvicinandosi sempre di più all'esperienza moderna. Non si tratta di una riedizione perfettamente identica all'originale; Blizzard ha apportato alcune modifiche al gameplay e al bilanciamento generale per migliorare la qualità della vita, senza però snaturare l'identità di un'espansione ancorata nel passato e sicuramente più antiquata nelle meccaniche e nei contenuti rispetto al World of Warcraft contemporaneo.
Ha ancora senso giocare Classic? Si tratta di un'operazione decisamente divisiva, non c'è dubbio, che permette però ai giocatori di ripercorrere l'evoluzione di World of Warcraft - con le dovute eccezioni - senza tuffarsi a capofitto in un gioco enorme, stratificato e più vicino agli standard odierni, nel bene e nel male. Pandaria resta però uno dei mondi virtuali più belli in cui ci siamo avventurati, e che abbiamo rivisitato con piacere già lo scorso anno durante l'evento Mists of Pandaria Remix nei server retail. Rivivere le sensazioni delle prime avventure nelle terre dei Pandaren ormai è impossibile, ma gli amanti del Classic che si sono persi l'espansione più di dieci anni fa ameranno probabilmente ogni minuto di gioco.