La stagione NBA si avvicina e, come da tradizione, torna anche uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati di pallacanestro: l'uscita di NBA 2K26. Il nuovo capitolo della serie targata 2K Sports e Visual Concepts vuole essere come sempre il nuovo punto di riferimento per i videogiochi sportivi, forte di un motore di movimento potenziato, di un gameplay che prova a premiare l'abilità del giocatore e di una modalità MyTEAM che segna una svolta storica: l'integrazione della WNBA.
A pochi giorni dall'uscita ufficiale, prevista ufficialmente per il 5 settembre, con i possessori delle edizioni Superstar e Leave No Doubt che possono accedere dal 29 agosto, abbiamo avuto l'opportunità di giocare per la prima volta a NBA 2K26 su PS5. Tra nuove animazioni, modalità inedite e un comparto visivo ancora più curato, le novità sono davvero tante e cercano di perseguire l'obiettivo di sempre: replicare la pallacanestro in modo credibile, spettacolare e appagante.
ProPLAY Motion Engine, l’anno della conferma
Il cuore pulsante dell'esperienza di NBA 2K26 è il ProPLAY Motion Engine, una tecnologia che consente di generare movimenti e animazioni di gioco partendo da filmati reali NBA. Questo strumento ha debuttato con NBA 2K25, dove ha cominciato a integrare le animazioni fatte a mano da Visual Concepts, ma è quest'anno che si dovrebbero vedere i maggiori progressi. Tanto che, stando agli sviluppatori, quello di questa edizione non è un semplice passo in avanti, ma il cambiamento più significativo dai tempi di NBA 2K21.
Grazie al machine learning, infatti, il sistema è in grado di leggere i comandi del giocatore per tradurli nei movimenti dei cestisti, correggendo in tempo reale la posizione delle gambe e dei piedi per eliminare la vecchia e fastidiosa sensazione di patinamento. Non dovendo più contare su animazioni precalcolate, NBA 2K26 sarà sempre in grado di mostrare movimenti coerenti col contesto, "coi piedi ben piantati sul terreno", come ripetono da Visual Concepts. Che si tratti di una penetrazione al ferro, di un taglio improvviso o di un cambio di direzione, il nuovo engine restituisce fluidità e naturalezza, variando oltretutto l'animazione in base a chi la esegue. Questo perché un terzo tempo di Jokic è differente rispetto a quello di Gilgeous-Alexander, nonostante abbiano lo stesso livello di efficacia. Nella nostra prova, per esempio, il movimento del serbo è sembrato più lento e prevedibile, ma con l'ultimo passo il Joker ha letteralmente spazzato via il difensore con una spallata, arrivando così a segnare indisturbato. L'MVP in carica, invece, penetra nelle difese come un coltello caldo nel burro, cambiando passo all'ultimo per trovare, anche in questo caso, la via del canestro libera.
Enhanced Rhythm Shooting: tiri sotto controllo totale
Chi ha apprezzato il sistema di Rhythm Shooting introdotto lo scorso anno, troverà in NBA 2K26 una versione ampliata e potenziata. Il tiro non è più un'animazione preconfezionata, ma un movimento che dipende totalmente da come e quando si rilascia la levetta destra: anticipare l'inclinazione dello stick verso l'alto produce un rilascio rapido, mentre ritardarlo genera una parabola più lenta e marcata.
In altre parole gli sviluppatori hanno lavorato ancora più profondamente per mettere nelle mani dei giocatori l'esito di un tiro, che possono decidere di volta in volta il movimento da fare a canestro in base ai comandi impartiti sul gamepad.
In parallelo, debutta anche la filosofia Green or Miss Shot Timing: in altre parole solo i tiri eseguiti con tempismo perfetto ovvero quelli che fermano la barra di caricamento nella porzione verde dell'indicatore, hanno la certezza di entrare, soprattutto nelle modalità competitive dove questa area è più sottile. Il margine di errore, infatti, cambia in base alla difficoltà, rendendo più permissivo il segnare ai livelli di difficoltà più bassi, rispetto a quanto avviene a livello simulativo o nelle competizioni online.
Un approccio differente rispetto a quello di EA Sports FC 26: se Electronic Arts ha provato a dividere il suo gameplay tra autentico e competitivo, per Mike Wang, Gameplay Director di NBA 2K, in NBA 2K26 non c'è bisogno di questa divisione, il gioco è il medesimo, ma solo i migliori saranno in grado di azzeccare con regolarità il tempismo necessario per segnare, passare o difendere nel gioco.
Nuove opzioni offensive: i movimenti in post e i layup personalizzati
Nel gioco di quest'anno la varietà offensiva è stata notevolmente ampliata. Con i Signature Go-To Post Shots, i lunghi avranno finalmente un arsenale degno dei grandi interpreti del pitturato moderno. Basterà toccare il grilletto sinistro per mettersi spalle a canestro e poi con la levetta destra si potranno eseguire ganci rapidi, shimmy floaters e up-and-under. Potenziare i movimenti dei lunghi era un desiderio che Wang covava da anni, ma l'evoluzione della pallacanestro non gli ha mai consentito di poter allocare le risorse di un'edizione su questo aspetto del gioco. "Poi per fortuna è arrivato Jokic. L'avere il giocatore più forte del mondo, secondo me", ha confessato il Gameplay Director, "che spalle a canestro fa letteralmente quello che vuole, dal tirare al passare, è stata una benedizione".
Non sono stati coccolati solo i lunghi: con i Custom Layups da quest'anno non si sarà più costretti a prendere un "pacchetto giocatore" unico, ma si potranno mischiare gli stili presi in prestito dai grandi protagonisti NBA. Si potranno combinare i floater rapidi di Curry con gli euro-step di Harden, gli hop-step di Gilgeous-Alexander e persino gli spin move di Jokic, per creare un repertorio unico e personale. Poi, comunque, bisognerà dimostrare sul parquet di essere in grado di sfruttare tutte queste mosse al meglio.
Difesa e collisioni: più fisicità sotto il ferro
Il ProPLAY Motion Engine non ha reso più ricche e fluide solo le animazioni, ma ha consentito anche di studiare e potenziare il modo con il quale i corpi interagiscono tra di loro. Non stiamo parlando di astronomia o fisica, ma di fisici e di come il corpo sia l'arma in più per difendere efficacemente nella pallacanestro moderna. Le collisioni, infatti, non sono più basate su animazioni pre-registrate, ma su un sistema fisico dinamico che genera contatti realistici da sfruttare per interrompere le possibilità di penetrazione o contestare i tiri.
Nel pitturato, i lunghi potranno far sentire il proprio corpo con più efficacia, contrastando le penetrazioni in aria con bump solidi e credibili. A ciò si aggiunge un nuovo feedback visivo per i rimbalzi: un indicatore verde posto sotto i piedi dei giocatori segnalerà il tempismo ideale per saltare, dando ancora più importanza al posizionamento e alla lettura delle carambole per diventare dei nuovi Rodman.
Controlli rivisti: più libertà, più tecnica
NBA 2K26 introduce un ventaglio di nuove mosse e controlli, pensati per restituire fluidità e realismo. Tra le novità più interessanti ci sono il Quick Protect, che permette di proteggere la palla con un tap del grilletto sinistro, utile per difendersi da difensori troppo aggressivi o per entrare in post. C'è il No-Dip Catch-and-Shoot, che consente di ricevere alto e tirare immediatamente in perfetto stile Klay Thompson o Ray Allen, mentre i Signature Size-Ups sono stati rivisti per rendere più intuitiva la creazione di spazio con la levetta.
Non mancano mosse più spettacolari come gli Slow Motion Euro-Steps, che permettono di rallentare un eurostep per spiazzare il difensore, o i Wrap Pass dedicati, ora eseguibili con la doppia pressione del tasto del passaggio. Anche gli Alley-Oops richiederanno più abilità: dopo aver alzato il pallone per il compagno, infatti, bisogna anche premere col giusto tempismo il tasto del tiro. Alle difficoltà più alte, oltretutto, il tasto da premere sarà uno a caso tra i quattro frontali.
AI e coaching: un basket più intelligente
Visual Concepts ha lavorato a lungo sull'intelligenza artificiale, cercando di portarla più vicina agli standard NBA moderni. L'IA offensiva ora sfrutta i drive-and-kick per generare tiri aperti, mentre la difesa reagisce dinamicamente alle penetrazioni grazie a un rinnovato sistema di aiuti. Il risultato è un flusso di gioco più credibile, dove anche i movimenti lontani dalla palla del proprio cestista sono letti e sfruttati dai compagni controllati dalla CPU.
A questo si aggiungono double team più intelligenti, capaci di leggere meglio i giocatori caldi o le superstar (il nostro Jokic era immediatamente raddoppiato ogni volta che ha ricevuto palla nel pitturato) e difensori che navigano gli schermi con più consapevolezza, scegliendo se passare sopra, sotto o attraverso i blocchi. Ovviamente anche i playbook delle varie squadre, ovvero gli schemi che ogni coach ha studiato per rendere unico il gioco del suo team, sono stati ampliati e rinnovati per replicare con fedeltà i sistemi offensivi reali. In NBA 2K26 ce ne saranno 80 per ogni squadra.
Presentazione: dettagli e atmosfera da brividi
Se il gameplay rappresenta il cuore di NBA 2K26, il comparto grafico è lo schiacciatore che vende i biglietti delle partite. Il nuovo shader per pelle e divise porta in vita ogni dettaglio delle superstar in campo: dalle cuciture delle maglie alla lucentezza delle scarpe, dai riflessi sul parquet al sudore che ricopre gli atleti negli ultimi quarti, ogni oggetto sembra più realistico e reagisce in maniera più coerente con le luci di ogni palazzetto. Le arene, infatti, sono state potenziate e ognuna presenta peculiarità uniche, dalle luci personalizzate agli effetti pirotecnici che lasciano una sottile nebbia nell'aria, fino agli spazi esclusivi come il lounge a bordo campo dei Pistons o il Wall dei Clippers.
Il pubblico è più vario e reattivo che mai, con il doppio dei modelli poligonali rispetto al passato e accessori che vanno dalle maglie storiche ai braccialetti a LED che si illuminano durante l'ingresso in campo dei giocatori. Persino le pause sono state arricchite con mascotte, hype crew e nuovi stacchetti per l'intrattenimento.
MyPLAYER Builder: più opzioni, più personalizzazione
Alla base della carriera e di tutte le modalità multigiocatore c'è il MyPLAYER Builder, il profondo e completo editor del proprio cestista virtuale. Oltre alle tantissime possibilità per personalizzare l'aspetto esteriore del proprio alter ego, quest'anno Visual Concepts ha lavorato non solo per dare più flessibilità nella creazione del suo bagaglio tecnico, ma anche per far comprendere meglio a chi non mastica pane e Charania tutti i giorni, cosa significano tutti quei parametri e distintivi. Tra le novità più significative di quest'anno, infatti, troviamo l'Animation Glossary, un archivio che mostra ogni animazione disponibile per il proprio atleta, con chiari i requisiti per sbloccarla e da chi sono state prese queste mosse. Inoltre si potrà costruire il proprio cestista partendo dai Badges che si vuole ottenere a partita avanzata, così da adattare automaticamente gli attributi di conseguenza.
Non mancano nuovi Body Types, con anteprime visive dei diversi fisici ottenibili tramite gli allenamenti Gatorade, e le Build Templates, suddivise in NBA, Community e Pro-Tuned, che consentono di copiare le caratteristiche rispettivamente di un giocatore NBA specifico, di un personaggio creato dalla comunità di NBA 2K o direttamente dagli sviluppatori del gioco.
La community, dunque, sarà parte attiva, dato che avrà la possibilità di proporre build che potranno essere incluse ufficialmente a partire dalla Stagione 2. Il processo di creazione si conclude con lo Scouting Report, una scheda che evidenzia punti forti e deboli della build, aiutando i giocatori a comprendere i limiti del proprio personaggio.
Prima di salvare la propria creazione, si potranno testare sul campo le sue capacità, sia al livello base, sia a livello 99, badge inclusi, così da capire se il MyPlayer soddisfa i propri desideri, senza buttare via ore di gioco prima di capire che si è fatto un qualche errore. Infine chiudiamo con un nuovo livello dell'Università 2K dedicato ai giocatori intermedi, pensato per spiegare il gioco (e alcune nozioni di basket) anche a coloro che non sono dei fanatici.
MyTEAM: la WNBA entra in gioco
Similmente a quanto fatto da EA Sports negli anni passati, in NBA 2K26 ci sarà la prima, storica inclusione della WNBA in MyTEAM. In altre parole sarà possibile schierare quintetti misti con giocatori e giocatrici, sperimentando combinazioni mai viste: da Stephen Curry e Caitlin Clark come guardie a Lisa Leslie e Nikola Jokic sotto canestro.
Le atlete sono integrate al 100%, con badge, attributi e modalità identici a quelli degli uomini, per un'esperienza equilibrata e variegata. Sono presenti divise e parquet ufficiali WNBA, con l'aggiunta della linea da tre punti NBA per uniformare il gameplay. Il tutto è accompagnato dalle voci di Kevin Harlan, Greg Anthony e Stan Van Gundy, che commentano con entusiasmo l'unione tra NBA e WNBA.
Nel basket, però, le dimensioni contano decisamente di più che in altri sport, soprattutto sotto canestro. Pungolato sull'argomento, Mike Wang ha detto che sarà interessante capire come fare, dato che non ci sono stati molti esempi nei quali i professionisti NBA e WNBA si sono affrontati in campo. "Abbiamo quindi fatto del nostro meglio per far sì che le carte WNBA siano potenti e utili quanto quelle maschili, tutte con le loro specialità e la loro efficacia. In altre parole abbiamo lavorato molto sul bilanciamento e pensiamo che questa unione possa funzionare bene," ha concluso il Gameplay Director.
Accanto a questa novità troviamo il ritorno di Triple Threat Park, un parchetto urbano ambientato di notte in un contesto tropicale illuminato da neon che consentirà di sfidare gli altri giocatori in diversi modi, da un 3 contro 3 al nuovo 2v2 a metà campo e con retine a catena. Non manca il debutto della modalità All-Star Team-Up, che consente partite cooperative 5v5 fino a dieci giocatori, con ladder stagionali e premi di squadra che incentivano la collaborazione e la chimica.
Le prime impressioni: cosa funziona e cosa no
I possibili problemi dell'interazione tra uomini e donne sul parquet li abbiamo cominciati a intuire durante la nostra prova. Contro un colosso come Wemby, per esempio, sotto canestro le atlete WNBA si schiantano inesorabilmente, mentre gli uomini in qualche modo riescono a vedere la via del canestro. E se Clark (o un Curry, se per questo), col suo raggio di tiro mostruoso, non ha bisogno di sfidare il francese sotto canestro, l'efficacia di A'ja Wilson sarà tutta da verificare.
Per il resto il gameplay sembra aver fatto un ulteriore passo in avanti, con animazioni fluide e contatti tra i corpi più realistici, che rendono molto differente l'utilizzo di un centro e quello di una guardia. Se il nuovo indicatore di tiro, con l'area verde che si espande in base alla difficoltà, funziona a meraviglia sul tiro, consentendo a chiunque di piazzare tiri piedi a terra, lavorare sotto canestro dovrà essere studiato, per via dei nuovi movimenti da imparare e il tempismo da azzeccare.
Ovviamente non siamo di fronte a una rivoluzione, ma i passi in avanti, anche grazie al ProPLAY Motion Engine, si sentono. Andrà tutto verificato con calma in sede di recensione, ma non manca molto.
Con NBA 2K26, Visual Concepts sembra voler fare un ulteriore passo verso l'autenticità. Come sempre non si tratta di una rivoluzione, ma di un'evoluzione che sembra migliorare l'esperienza sotto ogni punto di vista. Dal nuovo ProPLAY Motion Engine all'inclusione della WNBA, passando per un MyPLAYER Builder più profondo e una presentazione sempre più realistica e fedele. Il tutto con i soliti cambiamenti alla meccanica di tiro e al modo di difendere che però, quest'anno, sembrano decisamente più chiari da padroneggiare. Manca, però, davvero pochissimo al lancio ufficiale e prima dovrà essere svelata la nuova Città del gioco: torneremo a parlare di NBA 2K26 molto presto.
CERTEZZE
- Il secondo anno di ProPLAY Motion Engine si sente
- Tante opzioni per rendere il gioco più chiaro ai non appassionati
- Tecnicamente notevole
DUBBI
- I più distratti potrebbero far fatica a notare le novità
- I lunghi WNBA saranno un'opzione valida per i MyTeam?