Ninja Gaiden: Ragebound si apre con una sequenza che è puro fan service: Jô Hayabusa (il padre di Ryu) è protagonista di un duello al chiaro di luna, lo stesso e identico, frame dopo frame, che apriva il primo Ninja Gaiden per NES. E proprio alle origini della serie si rifà questo nuovo capitolo pubblicato da Dotemu e sviluppato da The Game Kitchen, che con la sua grafica in pixel art e il suo gameplay a scorrimento orizzontale vuole omaggiare una serie che tra non molto compirà ben quarant'anni.
La domanda era se, oltre all'omaggio, questo gioco action a scorrimento orizzontale avesse anche della sostanza, ma dopo aver provato la demo alla Summer Game Fest 2025 rimangono ben pochi dubbi: Ragebound sembra essere contemporaneamente familiare e nuovo, rispettando l'eredità dei suoi antenati su NES mentre introduce alcune meccaniche più moderne. Se non siete convinti di questo revival retrò, comunque, fino al 16 giugno potete provare la stessa demo tramite lo Steam Next Fest.
Tradizione, innovazione, decapitazione
La storia si svolge in parallelo agli eventi del Ninja Gaiden originale e lo fa grazie a un'idea narrativa davvero astuta: mentre Ryu parte per l'America per affrontare Jaquio, il villaggio di Hayabusa viene improvvisamente attaccato. A difenderlo rimane Kenji Mozu, l'allievo di Ryu, che dovrà vedersela con orde di demoni che minacciano di uccidere chiunque e radere tutto al suolo. Si tratta di una premessa efficace e che giustifica perfettamente l'inserimento canonico di questo nuovo capitolo senza per questo compromettere o sminuire il viaggio dello storico protagonista.
Da bravo apprendista, Kenji eredita buona parte delle mosse insegnategli dal suo maestro: può aggrapparsi ai muri, saltare da una superficie all'altra, attaccare nemici in aria e a terra, rotolare per schivare attacchi e trappole. Insomma, il classico che si può trovare in qualsiasi action platform 2D. Nell'arsenale di abilità del protagonista c'è però anche il Guillotine Boost, una mossa che - dopo un salto - permette di colpire nemici o proiettili per rimanere in aria più a lungo o eseguire doppi, tripli e quadrupli salti, concatenando movimenti aerei in maniera quasi identica a come succede in Cuphead. Quale che sia la fonte d'ispirazione, si tratta di un'aggiunta che arricchisce enormemente il platforming e che non solo non snatura l'essenza del gameplay originale, ma ci sta proprio a pennello.
Un doppio sistema di combattimento
Oltre a Kenji, Ninja Gaiden: Ragebound permetterà anche di controllare Kumori, una ninja del Clan del Ragno Nero che è specializzata in attacchi a distanza con kunai e falcetto e il cui spirito è per qualche motivo legato a quello di Kenji. La sua abilità più interessante è quella di lanciare un kunai speciale e teletrasportarsi istantaneamente alla sua posizione, tecnica che apre diverse possibilità in più sia in fase di platforming che nel modo di affrontare i combattimenti. Inoltre, passare a Kumori permette di accedere al regno dei demoni, un'abilità fondamentale per risolvere enigmi ambientali che sarebbero impossibili per il solo Kenji.
Per quanto riguarda il sistema di combattimento, tuttavia, la funzione di Hypercharge è forse l'elemento più strategico e originale. Sconfiggendo nemici particolari (si distinguono dagli altri perché hanno un'aura luminosa) si accumula energia per un colpo devastante, capace di eliminare all'instante qualsiasi nemico, tranne i boss. Se però non c'è nessun nemico luminoso in giro, in alternativa si può sacrificare parte della propria barra della vita per attivare immediatamente l'Hypercharge, creando interessanti dinamiche di rischio-ricompensa nei momenti più concitati. Vedere Kenji far fuori con un colpo un nemico è sempre una goduria, ma alcune schermate sono pensate quasi per essere degli enigmi da risolvere, con gruppi di avversari e oggetti che vanno eliminati in un tempo ridotto e nel giusto ordine. Alcuni nemici richiedono poi di essere eliminati con la katana, altri con l'uso del kunai, e passare da sequenze con Kenji ad altre con Kumori aggiunge un ulteriore tasso di sfida a questi momenti quasi puzzle.
Estetica moderna, anima vintage
Chi è appassionato di giochi in pixel art e dal look retrò apprezzerà di sicuro l'estetica di Ninja Gaiden: Ragebound. Già autori di Blasphemous, The Game Kitchen ha realizzato personaggi, nemici e ambienti di altissimo livello. I fondali sono pieni di dettagli, mentre i nemici (specialmente i boss) hanno un design accattivante e sinistro. In certe occasioni c'è tanto a schermo, ma gli sviluppatori si sono assicurati di rendere l'azione sempre molto leggibile, con una palette di colori ben definita e nemici e oggetti ben evidenti.
Discorso simile per la colonna sonora che, almeno nelle battute iniziali del gioco, riprende chiaramente lo stile delle composizioni su NES ma con una produzione moderna e arrangiamenti molto più graffianti ed elaborati, che fanno da tappeto musicale agli "swoosh" delle spade e ai "thunk" degli shuriken che vanno a segno. Ma è il feeling di gioco che sembra essere tra gli aspetti meglio riusciti, sarà per la fluidità delle animazioni o per le uccisioni stilose e gratificanti. Quando si padroneggiano i controlli si comincia ad attraversare i livelli senza mai fermarsi, intercettando kunai al volo, rimbalzando sugli ostacoli con il Guillotine Boost e schivando trappole in rotolata. Dritto, senza esitare, fino all'incontro col boss di turno che è già morto e ancora non lo sa.
Ninja Gaiden: Ragebound rappresenta esattamente come dovrebbe essere un revival fatto bene. Come aveva fatto Sabotage Studio con il suo The Messenger, The Game Kitchen sembra aver compreso perfettamente cosa rendeva speciali i primissimi Ninja Gaiden: la precisione dei controlli, la difficoltà calibrata, il ritmo incessante dell'azione e, più in generale, la capacità di farti sentire un ninja fighissimo e inarrestabile. Ecco, lo sviluppatore spagnolo ha saputo prendere tutti questi elementi e li ha modernizzati, senza tradirne l'essenza. Il risultato è un gioco che parla tanto ai nostalgici quanto ai giocatori moderni che non hanno mai vissuto l'era NES ma che adorano gli action 2D frenetici e impegnativi.
CERTEZZE
- Pixel art curatissima e vibrante
- Gameplay fedele alla tradizione, ma con novità molto gradite
- Kumori è un'ottima aggiunta per dare varietà e sfida in più
DUBBI
- Finora non si sono visti boss particolarmente impressionanti
- Saprà aggiungere enigmi ambientali intriganti senza spezzare il ritmo?