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Le personalità più influenti dei videogiochi nel 2023

Si chiude un anno ricchissimo e uno snodo fondamentale per l'industria dei videogiochi: analizziamo le personalità più importanti che sono emerse nel corso del 2023.

Le personalità più influenti dei videogiochi nel 2023
SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   28/12/2023

Il 2023 dei videogiochi è stato un anno particolarmente strano: se da una parte si è rivelato ricolmo di uscite di straordinaria caratura e sarà senz'altro ricordato come una fra le parentesi più prolifiche dell'industria, dall'altra ha alzato il sipario sulle evidenti avvisaglie di una crisi del settore - o per lo meno di una sua parte - che sono culminate in una lunga serie di chiusure e ondate di licenziamenti. Tra formule vincenti, storie di riscatto e tonfi inaspettati, lo scacchiere dei videogiochi si è fatto ormai estremamente variopinto: ci sono studi di sviluppo che sono arrivati a toccare il cielo con un dito dopo una vita trascorsa nel dietro le quinte, mentre ce ne sono altrettanti che pur potendo contare su eredità gloriose si stanno trovando a raccogliere i cocci delle ultime produzioni.

Tale contesto ha rappresentato il quadro ideale per portare all'emersione dei singoli, delle personalità di spicco che hanno illuminato come un faro le speranze degli appassionati, ma anche di tutte quelle contro cui si è teso a puntare il dito a seguito degli inciampi più vistosi. Non si è chiusa solamente un'annata di grandi videogiochi, ma anche e soprattutto di grandi personaggi: ripercorriamo il 2023 attraverso il racconto delle personalità che hanno segnato quest'anno nel mondo dei videogiochi, quelle che attraverso le proprie scelte e le proprie imprese hanno avviato una forte spinta innovativa, ma anche quelle che si sono trovate al centro delle più violente tempeste mediatiche.

Sarah Bond

Sarah Bond, Presidente di Xbox
Sarah Bond, Presidente di Xbox

Il 26 ottobre del 2023 Sarah Bond è stata nominata presidente di Xbox conquistando il posto lasciato vacante da Phil Spencer, a sua volta asceso alla posizione di amministratore delegato di Microsoft Gaming. I più grandi meriti di Sarah Bond si celano senz'altro nel lungo periodo trascorso come Corporate Vice President of Game Creator Experience and Ecosystems: ha infatti ricoperto tale posizione proprio nel momento cruciale in cui Microsoft ha deviato la sua strategia nella direzione di Xbox Game Pass. Da quell'istante in avanti ha svolto un ruolo di sovrintendenza sull'intera gestione dei rapporti con i publisher e gli sviluppatori, guidando il team che ha strutturato l'intera offerta del servizio in abbonamento della casa. Una squadra che, senza mezzi termini, rappresenta tutt'ora il fiore all'occhiello di Xbox: se sul fronte delle produzioni esclusive c'è stato qualche tentennamento, il catalogo di Game Pass è invece arrivato a includere fin dal primo giorno delle gemme di straordinaria caratura, trasformandosi in una libreria imprescindibile per qualsiasi appassionato di videogiochi. In tale ottica non è stata assolutamente una sorpresa vederla prendere un posto ingombrante come quello occupato da Spencer: da ora in avanti sarà proprio Sarah Bond a supervisionare tutte le operazioni del brand, della piattaforma e dell'ecosistema. In caso voleste approfondire, vi rimandiamo a un articolo monografico che ne ripercorre l'intera vicenda.

Swen Vincke

Swen Vincke, fondatore e CEO di Larian Studios
Swen Vincke, fondatore e CEO di Larian Studios

Dopo aver fondato nel lontanissimo 1996 Larian Studios, Swen Vincke è passato attraverso tutte le ere dei videogiochi, restando sempre determinato a mettere in scena il suo immaginario nonostante la straordinaria mole di bocconi amari che è stato costretto a inghiottire. La storia della compagnia è infatti costellata di progetti cancellati, di contratti predatori con publisher che non gli hanno lasciato un soldo in tasca, nonché di produzioni le cui scadenze irrealistiche hanno portato con cadenza allarmante all'emersione di opere incomplete. Dopo aver inaugurato l'universo del Rivellon attraverso Divine Divinity, Vincke è riuscito a traghettare il brand fino all'epoca contemporanea lottando di volta in volta contro i publisher di turno, finché non è giunto a una realizzazione: la visione originale di Larian Studios si sarebbe potuta realizzare solo e unicamente raggiungendo una vera indipendenza. Esplorando strumenti come l'accesso anticipato e la piattaforma di crowdfunding Kickstarter, il patron dello studio l'ha infine condotto al successo attraverso i due capitoli di Divinity: Original Sin. Tale percorso è culminato nel 2023 nella pubblicazione di Baldur's Gate 3, il gioco dell'anno per molti, uno dei migliori RPG mai realizzati, nonché il coronamento del percorso di Larian Studios. In caso voleste approfondire, abbiamo dedicato un'analisi alla storia di Larian Studios.

Sam Lake

Sam Lake, direttore di Alan Wake 2
Sam Lake, direttore di Alan Wake 2

Sami Antero Järvi, in arte Sam Lake, ha incontrato il mondo dei videogiochi quasi per caso. Trascinato dalle parti della neonata Remedy Entertainment da un amico, ha finito per farsi carico dei pochi oneri di scrittura allora in capo alla compagnia: da quell'istante le loro strade non si sono mai più separate. La prima celebrità è arrivata con Max Payne, anche perché - a causa delle pesanti restrizioni nel budget - finì per prestare il volto all'omonimo protagonista. Nonostante il successo dell'opera e del suo sequel, per il primo lavoro come concept designer dovette tuttavia attendere il 2010, anno in cui avrebbe confezionato il primo chiaroscuro progetto interamente figlio della sua penna, ovvero Alan Wake. Se spesso alcune declinazioni della produzione di Remedy non sono riuscite a convincere appieno la platea degli appassionati, l'immaginario di Lake è sempre stato fuori discussione: è capitato anche nel caso di Quantum Break, senza dubbio il più vistoso scivolone nella storia dello studio. Fu invece accolta dagli applausi l'emersione di Control, che trovò la sua componente più apprezzata proprio nel folle universo narrativo scaturito dall'interconnessione delle fantasie dello scrittore. Alla fine è arrivata anche la consacrazione: Alan Wake 2 ha infatti dominato inaspettatamente i The Game Awards 2023 e Remedy ha scelto proprio Sam Lake - ormai divenuto il volto dello studio - per ritirare le statuette nel suo primo ruolo da direttore.

Jennifer Kolbe

Jennifer Kolbe, Vicepresidente e Studio Director di Rockstar Games
Jennifer Kolbe, Vicepresidente e Studio Director di Rockstar Games

Nel 2001, Jennifer Kolbe è entrata a far parte del team che ha dato i natali a Grand Theft Auto III, inaugurando una lunghissima carriera in Rockstar Games che ha visto il suo nome legarsi a tutti i maggiori successi della compagnia. Tornata in produzione sulle sponde di Grand Theft Auto: Vice City, ha prestato le sue fatiche anche alla breve sortita per Game Boy Advance prima di dedicarsi per oltre un decennio alle questioni di pubblicazione. Tutti i capitoli di Grand Theft Auto successivi, da San Andreas fino all'ultimo arrivato in famiglia, l'hanno vista ricoprire tale posizione fino al momento in cui è stata promossa al ruolo di Head of Publishing proprio in occasione del lancio di Grand Theft Auto Online, il progetto più redditizio nella storia della casa. La seconda promozione divenne inevitabile: nel 2013 è stata infatti nominata Studio Director di Rockstar Games, supervisionando il team interno che si è occupato di realizzare Red Dead Redemption 2. E quando Dan Houser - il padre spirituale dell'avventura di Arthur Morgan - ha lasciato definitivamente lo studio, la Kolbe è diventata la nuova vicepresidente di Rockstar Games, trasformandosi di riflesso nella principale figura di riferimento alle spalle di Grand Theft Auto VI. Ora che il solo trailer di GTA 6 è stato sufficiente per abbattere dozzine di record e ha scongiurato la maggior parte delle preoccupazioni, è indubbio che Jennifer Kolbe rappresenti una delle figure più importanti in assoluto nel mondo dei videogiochi.

Phil Spencer

Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming
Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming

Servono poche presentazioni per Phil Spencer, la persona che ha preso in mano una Xbox sull'orlo del baratro e l'ha trasformata in un'istituzione del medium, un ramo di Microsoft che oggi si spinge ben oltre il concetto di platform owner. Sotto la sua guida, Xbox è diventata prima sinonimo di Game Pass e poi della pubblicazione di giochi inediti, una cosa al limite dell'impensabile all'epoca di Xbox One: oggi nessuno come Microsoft sta finanziando progetti di natura filantropica né sta iniettando una simile dose di nuove IP nel cuore del mercato. Ma se Phil Spencer è stato promosso al ruolo di CEO di Microsoft Gaming non dipende esclusivamente dalla rinascita della casa di Redmond: le reali motivazioni si celano nella sua decisione fortemente voluta di acquisire il colosso Activision Blizzard attraverso un'operazione da quasi 69 miliardi di dollari, che dopo oltre un anno di telenovela è andata finalmente in porto lo scorso ottobre. Ora Spencer dovrà coordinare gli sforzi di Xbox, di Activision Blizzard e di altre istituzioni come Zenimax-Bethesda nel tentativo di trasformare in realtà la visione che non ha cessato di sognare dall'istante della nomina: un'industria del gaming nella quale il brand Xbox riesca a imporsi da protagonista assoluto.

Michelle Liu

Michelle Liu, CEO di Tencent Games Global
Michelle Liu, CEO di Tencent Games Global

Michelle Liu si è unita a Tencent Games nel 2013 per occuparsi di quella che allora rappresentava una divisione in forte crescita: il ramo d'azienda destinato a curare i videogiochi per piattaforme mobile. Non è stata dunque una sorpresa scoprire che dieci anni più tardi è arrivata a ricoprire il ruolo di CEO di Tencent Games Global, divenendo la mente prescelta dal magnate Ma Huateng per traghettare nel futuro la divisione publishing della compagnia più ricca dell'industria. In seguito alle operazioni che hanno caratterizzato gli ultimi anni, alcune delle quali supervisionate dalla stessa Liu, oggi Tencent Holdings possiede Riot Games (League of Legends), Krafton (PUBG), Leyou (Warframe), Supercell (Clash Royale), Grinding Gear Games (Path of Exile) e diversi altri publisher, oltre ad avere partecipazioni importanti in compagnie quali Epic Games, di cui detiene il 40% delle azioni, ma anche Remedy, Paradox, Ubisoft e tantissime altre. Nel corso della GDC di quest'anno - appuntamento che manca raramente - Michelle Liu ha tenuto un interessante panel volto all'analisi del futuro dell'industria, stringendo la lente d'ingrandimento sui giochi come servizi: è stata proprio la sua lungimiranza riguardo tale formula a portarla a scalare i ranghi della compagnia, convincendola che sia l'unica strada percorribile per rendere l'intrattenimento digitale ancor più pervasivo della vita quotidiana.

Hidetaka Miyazaki

Hidetaka Miyazaki, Presidente di FromSoftware
Hidetaka Miyazaki, Presidente di FromSoftware

Persino in un anno nel quale non sono usciti videogiochi a sua firma, il capo di FromSoftware Hidetaka Miyazaki è riuscito a farsi notare diventando l'unica figura proveniente dal mondo dei videogiochi a fare il suo ingresso nella selezione del TIME Magazine delle 100 persone più influenti al mondo. Non solo: a firmare l'articolo che accompagna la sua nomina è stato il creatore di The Last of Us Neil Druckmann, quasi a voler omaggiare quello che ormai considera "il più grande ambasciatore dell'industria del videogioco". A ben vedere anche il 2023 è stato segnato dal passaggio del celebre autore. Armored Core VI: Fires of Rubicon ha infatti affrontato l'intero periodo di preproduzione sotto la sua direzione, prima di approdare nelle sapienti mani di Masaru Yamamura, che l'ha reso uno dei titoli d'azione più riusciti dell'anno. In ogni caso, se il TIME ha deciso di compiere tale scelta è dipeso principalmente dalla violentissima eco di Elden Ring, il titolo che ha finalmente portato la visione di Miyazaki all'attenzione del grande pubblico. Con oltre 20 milioni di copie vendute allo scadere del primo anno sul mercato, l'opera ideata con lo scrittore George R. R. Martin gli è valsa il premio speciale del CEDEC Award e il riconoscimento del Ministero dell'Economia giapponese, le più alte onorificenze riservate ai creatori di videogiochi del paese, rendendolo secondo al solo Shigeru Miyamoto, che ha dalla sua anche il Person of Cultural Merit.

Manaka Kataoka

Manaka Kataoka - terza da sinistra - è compositrice principale della serie The Legend of Zelda
Manaka Kataoka - terza da sinistra - è compositrice principale della serie The Legend of Zelda

Le donne che arrivano a raggiungere posizioni di dirigenza nelle imprese orientali si possono contare sulle dita di una mano e, nonostante la casa di Kyoto sia spesso considerata una specie di oasi di progressismo, Nintendo non fa certo eccezione. Se Aya Kyogoku è stata infatti la prima dipendente della società ad aver diretto un videogioco - Animal Crossing: New Leaf - ed è tutt'ora responsabile dell'intera divisione Nintendo EPD N.5, è molto difficile imbattersi in storie simili alla sua. Ma il 2023 ha visto la comparsa del nome di Manaka Kataoka accanto al ruolo di principale compositrice di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, il coronamento dell'ormai lungo percorso creativo che l'ha vista affiancare per anni il Sound Director Hajime Wakai. Già vincitrice dei numerosi premi che hanno celebrato il trionfo di Breath of the Wild, ha firmato la maggior parte degli spartiti alla base del sequel, realizzando l'intreccio di vecchie e nuove melodie che, come una sorta di tributo al passato della serie, ha accompagnato i momenti salienti della conclusione dell'avventura di Link. Dal momento che di recente ha lavorato - sotto lo pseudonimo Nintendo Zelda Team - anche alle musiche del 'musou' Hyrule Warriors: Age of Calamity e figura nei crediti di Super Smash Bros Ultimate come supervisore dei brani provenienti dal brand, è divenuta la figura di riferimento per quanto riguarda la colonna sonora della saga di Zelda, arrivando a raccogliere la pesante eredità di Koji Kondo.

Cai Haoyu

Cai Haoyu, fondatore e CEO di myHoyo
Cai Haoyu, fondatore e CEO di myHoyo

Cai Haoyu è nato nel 1987 nella provincia di Shandong, in Cina. Durante gli studi universitari, ha sviluppato una passione bruciante per la cosiddetta cultura "ACG" - acronimo di Anime, Comics e Games molto diffuso nel paese - progettando un piccolo videogioco da presentare come tesi del diploma prima di proseguire gli studi. Dopo aver sviluppato un paio di prototipi nel tempo libero, ha deciso di fondare assieme a una coppia di amici - Liu Wei e Liuo Yuhao - una minuscola società con sede legale proprio fra i letti del dormitorio studentesco: quella società si chiamava miHoYo. Dopo aver prodotto una manciata di titoli dal discreto successo - specialmente negli universi Honkai e Houkai - ha radunato circa 150 sviluppatori per compiere il passo successivo, progettando un titolo che fosse più vicino a quelli che giocava nella vita di tutti i giorni, ovvero Grand Theft Auto, The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Divinity: Original Sin. E quel progetto, messo in cantiere nel 2017, sarebbe maturato fino a diventare Genshin Impact. Il 2023 è stato l'anno di Honkai Star Rail, secondo successo reso possibile dagli astronomici guadagni generati da Genshin Impact - che oggi produce ricavi medi nell'ordine dei 2 miliardi di dollari l'anno - mentre il 2024 si prepara ad aprire i battenti sulla formula d'azione di Zenless Zone Zero, terza opera figlia del nuovo brand Hoyoverse. Oggi miHoYo è un conglomerato che conta dozzine di sussidiarie, mentre Cai Haoyu è diventato una delle persone più influenti dell'industria dei videogiochi.

Jim Ryan

Jim Ryan, presidente uscente di Sony Interactive Entertainment
Jim Ryan, presidente uscente di Sony Interactive Entertainment

Jim Ryan, soprannominato bonariamente "Jimbo" dalle schiere di sostenitori di Microsoft, è stato protagonista di un'annata chiaroscura. Il suo periodo di presidenza di Sony Interactive Entertainment è giunto definitivamente al termine, aprendo una faglia nelle opinioni maturate attorno alla sua figura pubblica: da una parte c'è infatti il Ryan imprenditore, riuscito a traghettare PlayStation 5 fino a piazzare 40 milioni di unità nonostante la pandemia globale e la penuria di componenti, mentre dall'altra c'è invece il Ryan comunicatore, artefice di una rottura pressoché insanabile con la sua stessa comunità di appassionati. Come più grande e strenuo oppositore pubblico dell'acquisizione di ABK da parte di Xbox, si è lasciato andare a una lunga sequela di uscite che non solo non hanno sortito gli effetti sperati, fallendo nell'influenzare gli organi regolatori di tutto il mondo, ma hanno soprattutto mostrato il brand PlayStation come se si trovasse in una posizione di debolezza, nettamente contrastante con la percezione diffusa del marchio Sony. Come se non bastasse, il recente impegno di SIE nella produzione di giochi come servizi - al momento ce ne sono 11 in cantiere - ha appesantito ulteriormente l'atmosfera attorno alla sua carica, anche se è probabile si tratti di una strategia d'impresa che passa solo in maniera trasversale attraverso la presidenza. In caso voleste approfondire la storia di Jim Ryan e il suo matrimonio con PlayStation, abbiamo realizzato un articolo dedicato.

Lars Wingefors

Lars Wingefors, fondatore e CEO di Embracer Group
Lars Wingefors, fondatore e CEO di Embracer Group

La storia di Lars Wingefors è una di quelle molto lunghe ed estremamente complesse: nato come piccolissimo imprenditore che operava nei principali sobborghi della Svezia, occupandosi principalmente della vendita e soprattutto della rivendita di videogiochi ancora impacchettati, negli ultimi anni si è reso protagonista di una fra le scalate più incredibili di cui il medium sia stato testimone. Dopo dozzine di modifiche della ragione sociale, di fusioni, di accorpamenti e di acquisizioni, il suo nome è oggi noto come quello del burattinaio misterioso che siede alle spalle del gigantesco Embracer Group. La strategia del conglomerato è stata sempre piuttosto chiara: mettere le mani sul maggior numero possibile di IP videoludiche di peso per regalargli una nuova vita, se possibile a un costo inferiore rispetto alla tradizione del mondo AAA. Nel portfolio di Embracer Group si possono contare oggi marchi leggendari come Tomb Raider, Deus Ex, Borderlands, nonché centinaia di altri universi accorpati alle decine e decine di studi che lo compongono. Qual è il problema? Le cose non stanno andando assolutamente come sperato: l'impatto con la dura realtà del mercato ha generato enormi ondate di licenziamenti in buona parte delle appendici, portando fra le altre cose alla scomparsa dai radar del progetto Star Wars: Knights of the Old Republic Remake, allo scioglimento del team Free Radical, che stava lavorando al grande ritorno di Time Splitters, nonché alla chiusura di Volition dopo il flop del nuovo Saints Row, segnando un primo passo quantomeno traballante per il futuro di Embracer Group.

Todd Howard

Todd Howard, direttore e produttore per Bethesda Game Studios
Todd Howard, direttore e produttore per Bethesda Game Studios

Anche se la personalità di Todd Howard è stata indubbiamente in grado di dividere le masse - e tutt'oggi c'è chi fa estrema fatica a credere a una singola parola che esca dalle sue labbra - il volto pubblico di Bethesda Game Studios ha investito la maggior parte degli ultimi trent'anni per trasformare in realtà le sue visioni di gioventù. Howard non ha certo bisogno di grandi presentazioni: approdato in Bethesda quando ancora realizzava titoli su licenza, è stato parte di tutti i progetti embrionali fino a lasciare un'impronta indelebile nei più celebri capitoli di serie quali The Elder Scrolls e Fallout. Se il suo nome è salito nuovamente agli onori della cronaca lo si deve a Starfield, la prima nuova IP di Bethesda Softworks da oltre vent'anni nonché il coronamento del sogno personale di un RPG di stampo fantascientifico. Starfield avrebbe dovuto rivelarsi un capolavoro decennale nonché il simbolo AAA della rinascita di Microsoft: certamente così non è stato, ma non si è trattato neppure del clamoroso fallimento che si è teso a voler dipingere negli ultimi battiti del 2023. Molto più semplicemente, si tratta di un classico videogioco di Bethesda Softworks cui è mancato un pizzico del mordente dei suoi predecessori: verrebbe quasi da dire che è stato solo un buon gioco. Sono stati in molti, tuttavia, a scagliarsi proprio contro Todd Howard: unitamente a chi sostiene che il Creation Engine sia una motore da rivedere interamente, c'è chi ritiene il creativo il principale responsabile dell'eterno ancoraggio a una filosofia ormai sul viale del tramonto.

Geoff Keighley

Geoff Keighley, l'unico comunicatore dei videogiochi al pubblico
Geoff Keighley, l'unico comunicatore dei videogiochi al pubblico

Con il documento che scrive nero su bianco il tramonto dell'E3 presentato ufficialmente da ESA - storica organizzazione di categoria degli operatori dei videogiochi in Nordamerica - a partire da quest'anno la comunicazione su larga scala dell'industria ha un nome e un cognome: Geoff Keighley. Piaccia o meno, l'ex giornalista canadese ha istituito prima i The Game Awards, poi la Summer Game Fest, ed è infine diventato il patron della Opening Night Live della Gamescom, instaurando una sorta di monopolio quando si tratta di alzare il sipario sul futuro dell'industria. Certo, la maggior parte delle compagnie più importanti continueranno a gestire in maniera indipendente la propria comunicazione nel tentativo di abbattere qualsiasi genere di filtro critico, ma quello offerto da Keighley resta un filtro accomodante, volenteroso di regalare spazio a chiunque abbia un certo prestigio o le tasche abbastanza profonde. Attorno alla figura di Geoff Keighley non sono mai mancate le polemiche: l'ultima ha riguardato proprio la gestione dei The Game Awards 2023, durante i quali lo spazio dedicato ai discorsi degli sviluppatori è stato tagliato per rimanere nelle tempistiche 'televisive' dello show, riservando invece ben più d'una manciata di minuti al grande circo mediatico che ormai rappresenta il cuore della kermesse.

Bobby Kotick

Bobby Kotick, ex CEO di Activision Blizzard
Bobby Kotick, ex CEO di Activision Blizzard

Dopo essere uscito dalla porta e rientrato dalla finestra in ben più di un occasione, Robert Kotick abbandonerà per sempre gli uffici della nuova Activision Blizzard, completamente ridisegnata in seguito al tabula rasa promesso da Phil Spencer. Si tratta di un vincitore o di uno sconfitto? Difficilissimo a dirsi: Kotick è stato uno dei più grandi imprenditori nella storia dell'industria moderna, l'acquisizione stessa rappresenta l'ultimo atto della sua gestione nonché una soluzione fortemente voluta dall'ex proprietario, che esce dal portone principale il 29 dicembre portando a casa una buonuscita da 14 milioni di dollari, senza contare le partecipazioni azionarie accumulate nel corso degli anni. Dopo che Activision Blizzard è finita nel mirino delle autorità californiane in ragione di una gestione a dir poco pessima della forza lavoro - e lo stesso Kotick si è trovato al centro di un uragano vero e proprio - il suo eventuale addio è stato più volte inquadrato come il punto di svolta tanto dai dipendenti della società quanto dagli appassionati dei brand più famosi. Capita molto raramente che un licenziamento dorato riesca a fare tanto rumore, il che rappresenta una testimonianza concreta dell'impatto effettivo della figura di Robert Kotick: un personaggio imponente che, nel corso degli ultimi anni, ha proiettato un'ombra altrettanto imponente sull'interezza di Activision Blizzard.