0

PlayStation Portal, adesso sì: com’è cambiata e cosa ci dice sul futuro

Il supporto avuto da PlayStation Portal l'ha trasformata in una vera e propria macchina da cloud, oltre a darci indicazioni interessanti su come Sony guarda al futuro.

SPECIALE di Stefania Sperandio   —   16/11/2025
playstation portal

Quando PlayStation Portal venne annunciata, chi aveva amato PSP e PlayStation Vita poté sentire il rumore del suo cuore che si spezzava. Dopo anni di silenzio, Sony si riaffacciava a tutti gli effetti nel mondo delle piattaforme portatili non con una console, ma con una periferica da sposare a PS5: un "remote player", come lo definì la compagnia, che poteva fare da schermo e da controller in caso non fosse possibile usare la console sulla tradizionale TV.

Da allora, però, sono passati due anni in cui Sony ha ampliato enormemente l'orizzonte di PlayStation Portal, fino a farle compiere una manovra interessante e orientata al futuro: legarla non più solo a PS5, ma a PlayStation Plus Premium. E, di conseguenza, al cloud gaming.

Cos’era PlayStation Portal due anni fa

Senza una PS5 a cui associarla, Portal era essenzialmente un soprammobile. Un Dualsense con incastonato in mezzo un bel display, ma su cui non era possibile fare nulla: per eseguire i giochi, infatti, la macchina aveva bisogno di collegarsi a una console domestica, di cui proiettava le immagini sul suo schermo. In mancanza di un router e di una console a cui attingere, Portal era inutile.

Con un aggiornamento successivo, arrivato ormai parecchi mesi fa, Sony aveva deciso di aprirla per la prima volta al mondo del cloud: in fin dei conti era una mancanza illogica, che perfino molti consumatori avevano fatto notare. Così, tramite un abbonamento a PlayStation Plus Premium, Portal diventava utilizzabile anche senza avere una PS5: con una connessione internet attiva, si poteva accedere alla libreria dei giochi PS Plus supportati dal cloud e giocare quelli.

In modalità Remote Play, Portal mostra esattamente ciò che è in esecuzione su PS5
In modalità Remote Play, Portal mostra esattamente ciò che è in esecuzione su PS5


La precisazione "supportati dal cloud" è da sottolineare: di suo, a livello hardware, Portal è niente più che un tablet con controller annesso e non ha specifiche tali da poter eseguire giochi nativamente. I titoli non si installano e non si scaricano - e questo non è cambiato - ma si giocano o in remoto da PS5 o in cloud da PlayStation Plus.

La nuova funzionalità aveva un buon potenziale, ma essendo stata proposta in beta prestava il fianco a molte debolezze: la libreria del Premium, ad esempio, non sempre includeva i giochi desiderati ed è strapiena di retrogiochi, alcuni nemmeno localizzati in italiano. E la navigabilità era terribile, al punto che non era nemmeno possibile cercare un prodotto specifico, ma bisognava sfogliare a mano tutta la lista, nella speranza di imbattersi prima o poi in ciò che si cercava. Una buona idea mal eseguita, per farla breve.

Con l'ultimo aggiornamento, Sony ha voluto abbandonare questa fase beta, sposando pienamente l'idea di una Portal da cloud: ora, infatti, potete giocare non più solo ciò che è previsto dall'abbonamento, ma anche i giochi che avete acquistato.

Cos’è PlayStation Portal oggi

Non è un caso che, su PlayStation Blog, Sony abbia definito questo aggiornamento come "uno dei più importanti" di Portal: di fatto, la rende molto più aperta e adattabile che in passato.

Gli utenti del cloud gaming hanno già confidenza con modelli che prevedono il pagamento di un abbonamento per l'accesso ai server, a cui poi si lega l'acquisto dei singoli giochi: è così che funziona, ad esempio, anche GeForce Now, che attinge magari alle vostre librerie di Steam, dello store Xbox e via dicendo, per riprodurre in cloud i giochi supportati. PlayStation Portal ora si comporta più o meno allo stesso modo.

La schermata iniziale è stata rinnovata e separata in tre schede: nella prima, rimane la possibilità di connettersi a una PS5 (anche su una rete Wi-Fi diversa da quella della console) per giocare in remoto a ciò che avete installato sulla console domestica.

Nella seconda, invece, si fa largo il cloud gaming: vengono mostrati i giochi eseguiti di recente ed è possibile scegliere se volete avviare quelli inclusi nell'abbonamento o quelli che avete comprato su PlayStation Store.

In pratica, se un titolo non è incluso nella libreria dell'abbonamento, potreste comprarlo e giocarlo in cloud, accedendo così alla libreria dei giochi PS5 supportati senza più il bisogno di acquistare una PS5. Potrebbe essere, ad esempio, il caso di Ghost of Yōtei, di recente uscita: se non avete PS5 e non intendete acquistarla, potete comprare il titolo in digitale e giocarci in cloud tramite PlayStation Portal. Cosa che si può fare anche con Marvel's Spider-Man 2, con Helldivers II o con Astro Bot, per stare in tema Sony.

Ora è possibile selezionare se giocare in cloud tramite la libreria Plus Premium o tramite la propria collezione digitale
Ora è possibile selezionare se giocare in cloud tramite la libreria Plus Premium o tramite la propria collezione digitale

La terza schermata è la più pratica per l'uso reale: è, banalmente, una barra di ricerca. Assente ingiustificata nell'aggiornamento precedente, vi permette di cercare qualsiasi gioco vi interessi, per vedere se è supportato dal cloud - o tramite la libreria Plus, o per l'acquisto da PlayStation Store. In questo modo, non si deve più sfogliare a caso e non si rischia di comprare qualcosa di non supportato.

Per l'acquisto si viene rimandati o al proprio smartphone o a PlayStation Store su desktop, dato che non può essere eseguito direttamente tramite Portal. A tal proposito, c'è anche una precisazione da fare: a poter essere eseguiti in cloud sono solo i giochi acquistati in digitale. Questo perché (purtroppo) quelli su disco non risultano associati al vostro account, se non quando inserite il Blu-ray in una PS5. In pratica, parliamo di un'altra spinta importante in direzione dell'acquisto digitale, almeno per chi sa che in futuro vorrebbe sfruttare un gioco anche su Portal tramite cloud. Per farvi un esempio di uso reale: Metal Gear Solid Delta è supportato, ma l'ho acquistato in copia fisica e quindi non posso eseguirlo su Portal in cloud.

E quindi com'è?

Un aggiornamento alla volta, PlayStation Portal è riuscita a trovare la sua identità: quella di una piccola chiave d'accesso alternativa al mondo PlayStation. Complice il bel display da 8" (uno dei migliori IPS che abbiamo testato, in termini di nitidezza dei 1080p e di resa cromatica), giocarci è diventato molto piacevole.

Certo, tutto passa dalla vostra connessione e dal vostro router, ancora di più ora che si parla di cloud gaming puro: in questo caso, abbiamo testato le nuove funzionalità su una fibra ottica FTTH e solo nel passaggio tramite un ripetitore domestico (il router vero e proprio era al piano di sotto) abbiamo riscontrato qualche piccolo singhiozzo o qualche artefatto momentaneo nell'immagine di gioco. Per il resto, si seleziona il titolo desiderato, si preme "gioca" e si parte, proprio come se il videogioco fosse stato scaricato e installato: la latenza nel nostro caso si è attestata tra i 20 e i 25 ms e, all'infuori forse dei picchiaduro, non ha mai avuto un impatto percepibile sull'esperienza. Inoltre, non ci sono differenze di prestazioni tra il giocare in cloud un titolo del catalogo Plus o giocarne uno acquistato.

Vengono mostrati solo i giochi della propria raccolta compatibili con l'avvio in cloud
Vengono mostrati solo i giochi della propria raccolta compatibili con l'avvio in cloud

Su altri fronti, invece, Portal ha scelto - forse saggiamente - di non evolvere: ad esempio, non potete sfruttare il suo schermo per vedere contenuti video, dato che la sua dashboard non è aperta a funzionalità diverse dal remote play e dal cloud gaming. Inoltre, rimane il blocco alle cuffie Bluetooth (o usate quelle PlayStation Link, o si va di tradizionale jack da 3,5 mm), ora anche più fastidioso se consideriamo che è stato finalmente introdotto il supporto all'audio 3D che abbiamo visto in PS5. Peccato anche per la mancanza quantomeno di Wi-Fi 6, che le permetterebbe di esprimersi meglio, ma immaginiamo che Portal sia evoluta anche oltre a quanto Sony aveva preventivato in fase di progettazione hardware.

Nell'insieme, insomma, l'esperienza si è arricchita senza snaturarsi: la sua godibilità dipende tutta dalla vostra infrastruttura internet ma, fibra alla mano, abbiamo riscontrato che i server Sony hanno retto bene, i tempi di attesa per il lancio di un titolo sono irrisori e solo una volta ci è capitata una caduta improvvisa, peraltro all'avvio di un gioco e non ancora in partita.

Proprio questa cura nei confronti del cloud, che ha fatto passi in avanti enormi rispetto ai fumosi tempi di PlayStation Now, è anche ciò che apre la porta a riflessioni su come si sta muovendo Sony.

Un futuro più aperto, anche per PlayStation

Secondo i dati raccolti da Game File, tramite gli analisti di Circana, a settembre 2024 circa il 3% di tutti gli utenti PS5 aveva acquistato anche PlayStation Portal. Calcoli alla mano, significa che sono state vendute oltre due milioni di unità.

E se è vero che alcuni l'hanno sbadatamente comprata pensando fosse una console a sé stante (su rivenditori come Amazon, se ci fate caso, viene segnalato che è un prodotto "restituito di frequente"), lo è anche che oggi è molto più vicina che in passato ad essere una macchina a sé, dipendente solo da PlayStation Plus Premium. Non è più solo uno schermo remoto, ma una console da cloud più vicina a Logitech G Cloud o ad alcune proposte di AYN.

L'esempio che abbiamo citato prima, relativo a Ghost of Yōtei, non è casuale: le esclusive sono sempre state la calamita usata da Sony per attirare i giocatori verso le sue console. E, se è vero che in questi anni la compagnia si è aperta al mondo PC, lo è anche che le sue produzioni sono arrivate su Windows con calma, a volte dopo un anno dalla pubblicazione originale - con la sola eccezione dei multiplayer online.

Il fatto che il titolo di Sucker Punch, invece, sia da subito disponibile per il cloud gaming, si traduce in Sony che dice "non dovete più avere per forza una PS5 per giocarci". Il focus non è più semplicemente sul rendere attraente la console domestica, ma sul portare il giocatore dentro l'ecosistema. Che sia perché si è comprato PS5 o perché si è abbonato a PlayStation Plus Premium, che continuerà poi a pagare di mese in mese, non importa.

Portal diventa così una freccia molto più appuntita nella faretra di Sony, perché PlayStation si è prodotta in casa non solo un hardware che vende di suo, ma anche uno che può fare da leva per il livello più alto del suo abbonamento. E in un mercato videoludico dove è importante differenziare le entrate, perché i costi lievitano, è una mossa intelligente, ma quasi inaspettata, dato che la strategia PlayStation era stata sempre costruita intorno a un totem: l'acquisto della console.

La nuova funzione di ricerca è comodissima e permette di vedere se un gioco è compatibile con il cloud
La nuova funzione di ricerca è comodissima e permette di vedere se un gioco è compatibile con il cloud

Ora ciò che conta è l'acquisto e basta, anche considerando che il mercato digitale su PlayStation Store è per forza di cose egemone: se vuoi giocare in cloud su Portal, devi comprare i giochi in digitale sullo store PlayStation e ai suoi prezzi. E così, potenzialmente, incassi dall'hardware, dall'abbonamento e dal software, coinvolgendo anche gli utenti che all'acquisto di una macchina sedentaria come PlayStation 5 non erano interessati affatto.

Si tratta di una sfumatura interessante, anche in virtù delle indiscrezioni che vorrebbero Sony intenzionata a lanciare PS6 insieme a una variante portatile vera e propria. La risposta dei consumatori è stata chiara: l'interesse per una nuova PlayStation "da zaino" c'è. Vedremo allora se il futuro della casa giapponese, che solo qualche anno fa sembrava così diverso dai ritornelli che ripeteva Xbox, passerà anche dalla varietà di proposte hardware e dal cloud gaming. L'evoluzione di Portal, in tal senso, ha lanciato più di un indizio.