Annunciato orginariamente durante il PlayStation Showcase del 2020, Pragmata si è rapidamente trasformato in uno dei più grandi misteri della nona generazione di console: sparito e riapparso in più occasioni, spesso accompagnato dalla comunicazione di rinvii vari ed eventuali, questo titolo d'azione realizzato nelle fucine di Capcom è stato interamente costruito sotto la supervisione diretta di un gruppo di giovani creativi, con l'obiettivo di sfruttare tecnologie all'avanguardia per piantare un'importante bandiera anche nel sottobosco della fantascienza. Ora, dopo anni di speculazioni, è finalmente arrivato il momento di fare chiarezza sulla sua reale natura.
In occasione dei Play Days della Summer Game Fest abbiamo provato Pragmata, spalancando finalmente uno spiraglio in mezzo alla coltre di nebbia che l'avvolge da anni e facendo la conoscenza della coppia di protagonisti, Diana e Hugh, che sin dall'istante della prima apparizione hanno saputo catturare l'attenzione del pubblico. Le domande senza risposta sono rimaste tantissime, ma quantomeno abbiamo avuto l'opportunità di vivere l'incipit dell'avventura, nonché di sfiorare una costruzione del mondo sci-fi che promette grandi cose e che, soprattutto, sembra nascondere sotto la superficie molto più di quel che potrebbe sembrare al primo sguardo.
Ritorno a casa
Hugh Williams, un astronauta del quale ancora si conosce poco e nulla, giace ferito nella stanza asettica di un'enigmatica stazione spaziale: la sua tuta spaziale è irrimediabilmente strappata, l'ossigeno ha raggiunto livelli critici, dunque si può dire che la sua sconosciuta missione stia per giungere al termine ancor prima di cominciare. Proprio quando tutto sembra essere perduto, un androide dotato delle sembianze di una bambina dai lunghi capelli biondi si precipita in suo soccorso: si tratta di Diana, anche nota come D-I-0336-7, un'entità gentile che grazie a una cassetta di primo soccorso riesce a riparare il danno e rimettere in sesto l'uomo ferito.
Non c'è tempo per le presentazioni: negli istanti successivi i sistemi di sicurezza scagliano un robot corazzato all'assalto della coppia, dunque l'istinto e l'addestramento di Hugh lo portano ad assumere il controllo della situazione, imponendogli di aiutare la sua salvatrice e di lanciarsi, pistola alla mano, in uno scontro che chiaramente non è in grado di vincere. Per sua fortuna, Diana sceglie di arrampicarsi sul dorsale della tuta spaziale e di far sfoggio delle sue doti innate nell'hacking, indebolendo l'avversario al punto tale di consentire a Hugh di liberarsene nell'arco di pochi secondi.
Da quel momento in avanti, senza particolari discussioni o spiegazioni extra-diegetiche, Hugh e Diana si lanciano nell'esplorazione della stazione spaziale nel tentativo di raggiungere la Centrale Solare guidati da uno scopo non meglio specificato: la strana coppia di superstiti inizia a stringere un legame che senza ombra di dubbio si rivelerà centrale per il proseguo della vicenda, che facendo affidamento esclusivamente sulle sequenze di gameplay sembra intenzionata a svelare lentamente la natura della stazione spaziale e i dettagli dell'originale missione di Williams.
La sessione di prova si concludeva proprio nella cupola principale della Centrale Solare, luogo che al momento dell'innalzamento delle serrande spalanca un panorama mozzafiato sul pianeta Terra: i protagonisti, infatti, si trovano naufraghi sulla superficie di un corpo celeste, molto probabilmente della Luna, dunque si può presumere che l'obiettivo dell'avventura - o quanto meno uno dei primi obiettivi - sia riuscire a tornare a casa. Ciò detto, non si possono assolutamente ignorare i primi trailer mostrati al pubblico, che sembravano suggerire una deriva postapocalittica per il futuro del nostro pianeta e, soprattutto, introducevano la Delphi Corporation, una compagnia filosoficamente molto affine alla ben più nota Umbrella.
Gameplay di coppia
Hugh e Diana costituiscono due facce della stessa medaglia: mentre il primo ha chiaramente ricevuto un addestramento da soldato, è forte, è veloce e sa maneggiare ogni genere di arma, la seconda si presenta solo all'apparenza indifesa perché è dotata della capacità d'interagire senza alcuno sforzo con qualsiasi interfaccia digitale. Questa dicotomia siede alla base della maggior parte delle dinamiche di gameplay: Hugh è il protagonista assoluto delle fasi d'azione pura, ma è molto difficile che riesca a concludere qualcosa senza un intervento diretto da parte di Diana.
Il sistema di combattimento, infatti, richiede lo sfruttamento simultaneo delle doti dei protagonisti: nei panni di Hugh bisogna correre, schivare, saltare e sparare contro i robot impazziti, mentre a Diana tocca far sfoggio della sua abilità da hacker per interferire con gli avversari e interagire con i meccanismi della stazione spaziale. Se le dinamiche d'azione non necessitano di troppe spiegazioni, l'hacking si può avviare semplicemente con la pressione del grilletto sinistro, portando all'apparizione di una piccola scacchiera virtuale nella quale connettere due punti - utilizzando i pulsanti frontali - al fine di compiere l'azione desiderata.
Fronteggiando un robot corazzato, per esempio, tocca impiegare immediatamente Diana, risolvere la scacchiera collegando le caselle indicate e friggere conseguentemente le difese del nemico: solo a quel punto le sezioni deboli della scocca saranno esposte e Hugh potrà finire il lavoro facendo affidamento sulle armi da fuoco. La cosa interessante è che tutte queste dinamiche si susseguono senza soluzione di continuità, quindi è fondamentale riuscire a manovrare Hugh per schivare gli attacchi degli avversari in contemporanea all'esecuzione dell'hacking di Diana, realizzando una formula estremamente dinamica che richiede di mantenere sempre elevata la soglia dell'attenzione.
Proseguendo nell'avventura s'incontrano diverse variazioni sul tema: anzitutto l'arsenale di Hugh inizia a espandersi, per esempio introducendo un cannone elettrico che blocca i robot impazziti sul posto o un più tradizionale fucile a pompa; al tempo stesso anche l'hacking di Diana apre a una stratificazione, introducendo una serie di caselle speciali che, se impiegate durante la risoluzione dell'hacking, possono attivare effetti benefici per la coppia o potenti debuff per indebolire le minacce più pericolose.
Un accenno di struttura
Ovviamente le caratteristiche di Hugh e Diana sono essenziali anche durante la fase di navigazione: è molto difficile ipotizzare l'effettiva struttura di Pragmata e quella della stazione spaziale, ma se dovessimo tirare a indovinare sulla base delle sezioni testate diremmo che si tratta di una sorta di piccolo metroidvania tridimensionale nel quale inseguire un obiettivo dietro l'altro. Se Hugh, ovviamente, deve preoccuparsi degli spostamenti della coppia esplorando l'ambientazione e sfruttando i propulsori della tuta per incedere fra gli ostacoli ambientali, anche in questo caso a Diana spetta il compito d'interfacciarsi con i sistemi elettronici, aprendo porte sigillate e interagendo con dispositivi come ascensori e affini.
Detto ciò la sezione protagonista della prova era prevalentemente incentrata sull'introduzione al combattimento: dopo aver ottenuto l'accesso ai corridoi della nave spaziale, i protagonisti dovevano disattivare cinque sigilli di sicurezza nascosti ai margini della mappa, tutti quanti protetti da versioni sempre più numerose e pericolose dei bot di sorveglianza, fra varianti volanti e unità corazzate. Il viaggio terminava con il raggiungimento della Centrale Solare, in concomitanza con quella che ipotizziamo si rivelerà solamente la prima rivelazione nel tessuto narrativo di Pragmata, che trae parecchia forza dalla messa in scena dell'ambientazione fantascientifica.
Prime impressioni
Pragmata è un videogioco semplice, diretto e senza fronzoli: le meccaniche alla base di Hugh e Diana sono immediate da comprendere e riescono a diventare rapidamente seconda natura, ma se da una parte si tratta di un eccellente traguardo sul fronte della progettazione, dall'altra porta inevitabilmente a domandarsi quanto una simile architettura possa reggere invariata con lo scorrere dell'avventura. In una demo come quella testata la ricetta riusciva a funzionare a meraviglia, ma risulta difficile immaginare un videogioco improntato alla narrazione, presumibilmente della durata di una ventina di ore, che riesca a reggersi sulle proprie gambe facendo affidamento solamente sul binomio azione e hacking.
A questo proposito, sarà determinante fare chiarezza sulla reale natura della produzione, tanto per quel che concerne la trama e la costruzione del mondo, quanto soprattutto sul fronte della struttura, che dovrà dimostrarsi in grado di aggiungere un bel po' di pepe alle fondamenta del gameplay per portare ventate di rinnovamento. Al netto di queste considerazioni, l'ambientazione si presenta fin dai primi istanti carica di fascino e di mistero, tanto che la presenza di grandi sorprese e colpi di scena si fa quasi palpabile, perlomeno sul fronte della scrittura: Hugh e Diana sono quel genere di personaggi che, per qualche strana ragione, già si percepisce che sapranno far versare lacrime, dunque non vediamo l'ora che Capcom riveli nuovi lati del progetto in attesa del lancio - si spera definitivo - nel corso del 2026.
Pragmata è un videogioco semplice, diretto e senza fronzoli, un titolo le cui meccaniche diventano rapidamente seconda natura che è in grado di catturare sin dai primi istanti grazie all'ambientazione e ai protagonisti a dir poco magnetici. L'intera formula di gameplay sembra basarsi sulla dicotomia fra Hugh e Diana, lui soldato votato all'azione, lei androide versata nell'hacking, entrambi volenterosi di collaborare per sopravvivere alla minaccia robotica che ha messo sotto scacco una misteriosa base lunare. Da una parte è molto difficile stabilire se la formula saprà reggersi sulle proprie gambe per l'intera durata dell'avventura, dall'altra il rapporto fra i protagonisti mostra grandissimo potenziale e la costruzione del mondo promette grandi colpi di scena: questa demo ci ha fatto venir voglia di scavare più a fondo nel nuovo universo di Capcom, il che è già di per sé una testimonianza della bontà del progetto.
CERTEZZE
- Hugh e Diana sono protagonisti magnetici e riusciti
- L'ambientazione sci-fi promette grandi cose
- I sistemi di gameplay sono semplici, immediati ed efficaci
DUBBI
- L'intera struttura del gioco rimane ancora un mistero
- Allo stato attuale è difficile dire quanto la formula possa reggere