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Resident Evil 3 e il progetto di Capcom per riscrivere il lore della serie

Il passo di Capcom in quello che potremmo definire un "Project REmake" getta interessanti luci sul lore di Resident Evil e il suo futuro: un lungo filo rosso che parte da Resident Evil 5, passa da Resident Evil 3 e arriva fino a Resident Evil 8

SPECIALE di Alessandra Borgonovo   —   09/03/2020

Tra un Final Fantasy VII Remake e un Death Stranding, il Tokyo Game Show 2019 è stato promotore anche di Project Resistance (poi ufficializzato in Resident Evil Resistance): se dell'opera di Kojima si può dire essere incredibilmente divisiva, l'ultimo annuncio da parte di Capcom pareva avere trovato un fronte comune di scontento. Al di là di chi si aspettava il remake di Resident Evil 3 o, ancora meglio, un assaggio di Resident Evil 8, già dalle premesse era chiaro che il nuovo videogioco si sarebbe incentrato sul multigiocatore e a dispetto dell'iniziale delusione c'era stato un lieve barlume di speranza, perché Resident Evil: Outbreak è ancora vivo nella memoria dei fan. Troppo prematuro allora, sarebbe stato il momento perfetto per rielaborarlo o continuare il percorso con un possibile File #3.


Il fatto che Outbreak non ne abbia voluto sapere di far parte del progetto a lungo termine di Capcom ha lasciato un po' di amaro in bocca, perché era un gioco con del potenziale che adesso avrebbe potuto esprimersi appieno. Il gameplay mostrato durante il TGS ha lasciato in bocca un sapore à la Dead by Daylight e Friday the 13th: The Game che difficilmente poteva essere ignorato. Quattro sopravvissuti, con le rispettive abilità, che devono cooperare per trovare l'uscita e sfuggire alla mente diabolica che li sta usando come cavie per far divertire qualche B.O.W. Le premesse vittime/serial killer alla base ai giochi sviluppati da Behaviour Interactive e Gun Media e IllFonic ci sono tutte, con la singola eccezione del Mastermind, lo scacchista che da una sala comandi scompone e rimodella a suo piacimento in tempo reale, a volte prendendo il controllo di qualche creatura per risolvere le cose personalmente ma, di fatto, restando per tutto il tempo nell'ombra. Intrigante, non lo si nega, e tuttavia troppo debole per eliminare la sensazione che Capcom stia continuando a insistere su un terreno che non ha intenzione di lasciare andare (il multigiocatore) ma nel quale non sembra aver ben chiaro come muoversi. L'abbozzato Operation Raccoon City e l'ancor peggiore Umbrella Corps ne sono la dimostrazione tuttavia, a fronte dei diversi gameplay mostrati, abbiamo raccolto le idee.

Una linea tracciata nel 2009

E abbiamo intuito che Capcom, in realtà, una linea guida sembra proprio averla. Abbozzata, difficile da seguire per la sua complessità e altrettanto impegnativa da contestualizzare, magari addirittura non condivisibile da noi giocatori perché le fonti da cui attingere sconfinano dal medium videoludico e non sono tutte fruibili fuori dal Giappone, ma c'è. Per capirla, per cogliere tutti i sottotesti, bisogna fare un lunghissimo salto indietro nel tempo fino a Resident Evil 5: capitolo controverso per tanti motivi, non possiamo definirlo la chiave di volta di tutto il panegirico made in Capcom, tuttavia ne è il punto di partenza. Per la prima volta è infatti inserito il personaggio di Alexandra Wesker, antagonista principale in Resident Evil Revelations 2, sorella di progetto di Albert Wesker e unica sopravvissuta oltre a lui dei tredici "Wesker Children", ricercatrice brillante coinvolta nelle sperimentazioni a Raccoon City, interesse sentimentale dello stesso Wesker nonché personaggio menzionato proprio in Resident Evil Resistance. Già così le informazioni iniziano a dare più senso all'obiettivo che Capcom - sibillina - sta perseguendo ma andiamo con ordine. Nel corso del quinto capitolo ci sono documenti che fanno il suo nome e sebbene a suo tempo potesse non suggerire granché, guardando ora a quei file tutto prende un altro senso.

Anzitutto abbiamo "Project W" Report Aug.28.1998 firmato proprio da Alex in cui sono sommariamente riassunte le conseguenze dell'incidente sulle montagne Arklay e nello specifico la morte di Wesker. Alex compare inoltre in tutti e quattro i documenti denominati Spencer's Memoirs, che approfondiscono il personaggio rendendolo molto più di un semplice elemento passeggero e spingono la narrazione fuori dal videogioco fino al fumetto. Leggiamoli meglio. La seguente traduzione italiana è tratta da quella inglese a cura del sito Project Umbrella.

Spencer's Memoirs 1
[...] Ed è mio. Il potere di ottenerla [la vita eterna]. Dopo il crollo dell'Umbrella, molte persone di talento si sono ritirate a vita privata. Tuttavia, ho ancora un gruppo di eccellenti individui a mia disposizione. Alex è una di questi. Non ho dubbi. Grazie ad Alex troverò un modo per eradicare la malattia. Questa è l'innegabile verità.

Spencer's Memoirs 2
Ho acconsentito a tutte le richieste di Alex. Lei possiede capacità notevoli: intuire il momento opportuno, organizzare i materiali necessari assieme alla capacità di gestirli senza alcun indugio. Laddove gli altri bambini vivevano affidandosi risolutamente alle loro capacità, Alex eccelleva nell'assorbire quelle degli altri. Apprezzo le loro innaturali doti da leader. Ho assegnato ad Alex dei subordinati e un sito di ricerca. I finanziamenti utili, le attrezzature, i materiali di ricerca e i soggetti su cui sperimentare. Sul tempo invece posso fare poco. Il sito di ricerca che ho scelto è una tale isola solitaria [torneremo su questo fra poco] nei Mari del Sud. Una volta era un sito militare appartenente a una certa nazione ma è abbandonata da tempo. Portando con sé le attrezzature, i ricercatori e centinaia di cavie, Alex si è diretta sull'isola. Ho aspettato a lungo buone notizie, tuttavia dopo un mese ho ricevuto solamente una telefonata in cui mi si chiedevano nuovi soggetti. Il sottinteso era chiaro, in soli trenta giorni avevano esaurito tutte le cavie a disposizione. Alex mi ha detto: "Sarai soddisfatto di sapere che l'esperimento procede bene". Ho deciso di avere ancora un po' di pazienza.


Spencer's Memoirs 3
Sto ancora aspettando. È passato un anno dall'inizio dell'esperimento. Le buone notizie non arrivano. Ho inviato oltre diecimila cavie sull'isola. Alex somministra loro il virus migliorato casualmente. Non abbiamo il tempo necessario a osservare ed eventualmente convalidare questa nuova versione del virus. Le azioni di Alex sono ragionevoli. Sono stato messo alle strette. La vecchiaia mi sta consumando, dentro e fuori. Molti dei miei organi hanno ceduto. Vivo collegato a una macchina. L'immortalità sarà presto nelle mie mani. Sbrigati, Alex!

Spencer's Memoirs 4
Finalmente una parola. Un rapporto sul successo dell'esperimento. Dopo così tanto tempo, mi sentivo meglio. Ieri sera, cibo e vino preparati dal mio maggiordomo Patrick erano perfetti. Ora però sono tormentato dalla sensazione opposta. Alex è scomparsa. No, non solo lei. I sottoposti, le cavie, il virus, il materiale di ricerca per curare il mio corpo, tutto! Sono stato tradito! Non una, due volte! Innegabilmente non è diverso da ciò che ha fatto quell'uomo, Albert. La bestia della disperazione ha spalancato le sue fauci per inghiottirmi. Patrick è l'unico di cui mi possa fidare adesso. Devo trovare un modo per guarire me stesso affidandomi solo a noi due. Ci sarà tempo. Non ne ho idea. Soltanto il Dio che avrei dovuto diventare poteva avere la risposta.

Da questi quattro file, nel rapporto firmato dalla stessa Alex e in un altro documento allegato alle Patrick's Memoirs 3 che elenca i tredici soggetti, futuri Wesker Children, veniamo a sapere non soltanto che Alex era una di questi bambini (Soggetto 12) ma anche una sopravvissuta, una figura di riferimento all'interno della Umbrella prima, di ciò che ne restava poi e una supposta fedelissima di Spencer - salvo tradirlo similmente a quanto fatto da Albert Wesker, sfruttando i suoi soldi e mezzi per condurre le fasi embrionali del progetto che avrebbe dovuto salvare la sua di vita, non quella del tanto odiato "padre", e che in futuro avrebbe preso il nome di T-Phobos. Il progetto Wesker Children prevedeva infatti una probabilità del 20% di sviluppare una mutazione nel soggetto coinvolto, eventualità che aveva colpito Alex evolvendosi in una malattia inguaribile. A differenza di quanto desiderato da Spencer, però, lei aveva capito che l'idea (molto in voga nei primi anni 2000) di rendere la telomerasi infinita per allungare la vita delle cellule non era realizzabile perché a) dava origine a mutazioni prive di ordine, b) la telomerasi infinita (come l'angiogenesi) aumenta le forme di cancro.

La telomerasi in Resident Evil

Digressione scientifica per contestualizzare: per telomeri s'intendono strutture che a ogni mitosi cellulare si accorciano, determinando così il ciclo vitale della cellula. Per fare un esempio pratico, se una cellula nasce con un telomero destinato a finire la sua vita nell'arco di vent'anni, quella stessa cellula morirà nell'arco di vent'anni. La telomerasi non si innesca in un organismo sano, la lunghezza dei telomeri è predefinita. Nelle neoplasie non solo s'innesca, rendendo pressoché infinito il ciclo vitale di suddette cellule, ma assieme a essa anche un'angiogenesi, ovvero una generazione spontanea di vasi sanguigni che alimentano a parte la nuova massa cellulare; non a caso molte delle mutazioni B.O.W. sono neoplastiche, cioè mutazioni a parte che si autosostengono nutrendosi dell'ospite principale. La telomerasi è stata messa dunque da parte perché nelle sperimentazioni (condotte anche realmente, su dei topi) si è visto che sebbene il soggetto sia sopravvissuto più a lungo è andato incontro a una degenerazione spontanea delle attività cognitive fino alla pazzia. La tanto ricercata immortalità di Spencer non poteva proseguire su questa strada: Alex aveva capito che per salvarsi non doveva preservare il corpo malato bensì la sua mente, i ricordi. Ciò che davvero costituisce una persona.

Alex Wesker e il T-Phobos

Questo ci porta alla già menzionata isola nei Mari del Sud. Sonido de Tortuga è stata la base operativa di Alex dal 2004 al 2006 per lavorare sul Progetto Kodoku sfruttando le risorse offertele da Spencer fino al giorno in cui ha tagliato i contatti con lui per trasferirsi sull'isola di Sushestvovanie accompagnata da pochi fedelissimi per continuare le proprie ricerche. Le vicende di Sonido de Tortuga sono raccontate nel manga Biohazard - Heavenly Island ma non si ambientano durante la ricerca di Alex bensì una decina di anni più tardi, nel 2014, dopo gli eventi di Revelations 2 e Resident Evil 6. La pubblicazione del manga inizia nel 2015, a sei anni da Resident Evil 5 nel corso del quale per la prima volta è stata menzionata Sonido de Tortuga pur senza farne il nome esatto: questo fa capire che nei piani di Capcom c'era già qualcosa ben prima che Alex diventasse un personaggio fatto e finito all'interno della serie, nonché una parte canonica dell'intera narrazione. Certo, come abbiamo detto non è semplice seguire il filo delle vicende perché si sono dipanate oltre il videogioco, tuttavia inizia a farsi più chiaro l'enorme progetto al quale Capcom sta puntando e che con il remake di Resident Evil 2 sembra aver ufficializzato. Riscrivere il lore della saga facendo quadrare tutti gli elementi inseriti dal quinto capitolo in avanti e costruirsi il trampolino di lancio per, ne siamo piuttosto convinti, riportare Albert Wesker sui nostri schermi. Sì, anche se è morto.

Biohazard Heavenly Island


Ma torniamo ad Alex Wesker. Dopo aver voltato le spalle a Spencer si è recata sull'isola di Sushestvovanie, in una zona non precisata del Mar Baltico e precedentemente sotto il dominio sovietico: partendo dai piccoli risultati ottenuti con il Progetto Kodoku, qui ha formulato una teoria per digitalizzare e trapiantare la coscienza in un altro corpo, uno dotato di forza mentale sufficiente a vincere la paura. È dunque nato il T-Phobos, una variante del Virus T che si innesca in risposta alla paura attraverso la secrezione di adrenalina e noradrenalina.

Cerimonia della reincarnazione

Nel corso della sua permanenza sull'isola, Alex viene a conoscenza della morte di Spencer nel 2006 e nel 2009 di Albert in Africa per mano di Chris Redfield e Sheva Alomar, evento che prende molto sul personale lasciando intendere non solo una conoscenza pregressa (confermata anche dal dipinto che li vede assieme e potete recuperare tra le macerie della Torre in Revelations 2) ma un sentimento più profondo. Alex e Albert si incontrano infatti per la prima volta negli anni '90 all'Umbrella Intelligence Division, identificandosi subito come rivali per via del loro livello di eccellenza. Durante l'intero periodo Alex, che al contrario di Albert già conosce il progetto Wesker Children, sceglie di tenere segreta la propria identità e Spencer commissiona il famoso dipinto per celebrare l'incontro tra i suoi "eletti". Entrambi iniziano a provare reciproci sentimenti l'uno per l'altra, dal rispetto in quanto pari fino a una sorta di distorto romanticismo che affonda le sue radici nella consapevolezza condivisa di essere i soli a comprendersi viste le esperienze simili. Nella biografia dello stesso Wesker si legge che sviluppa un debole per Alex, dettaglio di grande rilevanza per un uomo che viene descritto incapace di provare alcuna emozione.

C'è di più, il ricercatore capo in persona di Alex, Stuart, scrive una nota dove parla della morte di Albert, dell'influenza avuta su Alex, del rapporto tra i due e di un altro, interessantissimo scenario: le azioni di Wesker in Africa avevano come unico obiettivo salvare la vita ad Alex. Questo ovviamente getta tutt'altra luce su una trama che, pur con i suoi difetti, dipinge Wesker meno casuale nel suo agire di quanto sia apparso all'occhio del giocatore - Capcom è stata comunque fin troppo sibillina a riguardo, va detto. Nelle righe che andremo a leggere, la cui traduzione originale dal giapponese è opera dell'utente Tumblr "Plant 42" e a dispetto delle differenze rispetto alla localizzazione ufficiale, ci sono tra le altre cose alcune variazioni lessicali nel modo in cui Stuart si rivolge ad Alex, per esempio. La versione giapponese inoltre mette in luce quanto Stuart empatizzi con entrambi i Wesker e conferma per l'appunto come le ricerche di Albert nel merito di virus quali Uroboros mirassero a fare sopravvivere Alex alla malattia.

Stuart's Memo - The Wesker Project
I piani della nostra Santa Signora [nella versione localizzata ogni riferimento religioso è stato censurato] stanno per concludersi. È rimasta la sola a portare il cognome Wesker. Mi chiedo quali sarebbero state le sue parole se lui fosse stato ancora vivo, laddove ora la nostra Madonna le ha perdute... Sono trascorsi due anni dalla sua morte. Lord Spencer aveva in mente di creare una nuova razza per l'umanità. Lo chiamò Progetto Wesker. Di tutte le dure prove cui furono sottoposti i soggetti, solamente due sopravvissero: numero 12, Alex, e numero 13, Albert, soddisfacevano i requisiti per diventare i nuovi eletti. Negli anni seguenti, Albert eseguì gli ordini di Spencer assumendo il ruolo di ricercatore presso l'Umbrella. Ebbe successo nello sviluppo di armi biologiche (B.O.W.), risultati che furono precursori del bioterrorismo, a cominciare dall'incidente nella villa sui monti Arklay prima di sfociare nella tragedia di Raccoon City. Nel 2006, Albert spezzò con le sue stesse mani le catene che lo imprigionavano uccidendo Spencer, suo mentore e padre. Poi venne il 2009. Si unì all'azienda farmaceutica Tricell per creare il virus Uroboros, che avrebbe soggiogato l'umanità garantendogli il diritto di plasmare un nuovo mondo al posto del padre. Non ci riuscì mai: lui e Chris Redfield combatterono fino alla morte. Sebbene [Alex e Albert] non condividessero un legame di sangue, avevano in comune i loro trascorsi. In un certo senso, Albert era come un fratello per lei e la nostra Santa Signora - no, Alex - provò una profonda tristezza e un senso di solitudine alla sua morte. Una volta che seppe la notizia, mi fece chiamare. "Dai inizio alla preparazione per la cerimonia di reincarnazione. Non è più tempo di esitare...", mi disse. Il piano perduto di Albert Wesker affinché Alex divenisse immortale avrebbe avuto successo. È ora che i piani diventino uno.

Dopo la morte di Albert, Alex accelera i lavori per lo sviluppo del T-Phobos che due anni più tardi viene infine completato senza in realtà un vero e proprio successo. Tutte le cavie sono morte o mutate orribilmente senza riuscire a dominare la paura che innesca il virus ma Alex è sicura di poterla controllare, quindi mette a capo del progetto un altro ricercatore e passa assieme a Stuart ad analizzare i campioni di Uroboros prelevati in Africa dopo la morte di Wesker - assieme ad alcune attrezzature della Tricell. Un effetto però interessante del T-Phobos è che sì mutava le persone (o gli animali) ma solamente gli uomini: le donne non avevano alcuna speranza. Eppure, Alex insiste negli esperimenti e soprattutto nell'utilizzo del virus.

Alex Wesker e Natalia Korda

Come spiegato, la telomerasi non era una strada perseguibile nella ricerca dell'immortalità, dunque gli studi sono stati spostati nell'ambito nelle neuroscienze con la digitalizzazione della memoria, supportata dal fatto che il concetto di persona risiede non nel corpo bensì in ciò che ha vissuto e nei suoi ricordi (una teoria espressa anche nella serie televisiva Altered Carbon). Per fare questo, Alex si rende conto di aver bisogno di un ospite che soddisfi determinati requisiti: deve avere anzitutto una mente abbastanza forte da sopportare la trascrizione e il carico, la sua personalità deve essere sufficientemente semplice da cancellare per essere sostituita dalla nuova ma soprattutto deve risultare un organismo compatibile con il virus. Lei utilizza il T-Phobos perché sa che la cascata biochimica innescata dalla paura dell'asse ipotalamo-ipofisi all'interno del cervello è determinante per la buona riuscita dell'operazione. Questo asse influenza fortemente soprattutto nelle donne il sistema endocrino e ormonale. Ad Alex serve un corpo che persino sottoposto a enorme stress (il rilascio di adrenalina, noradrenalina e cortisolo) permetta alla biochimica del suo cervello di sopportarlo, perciò la scelta ricade sul T-Phobos, che reagisce peggio sulle donne poiché il loro sistema endocrino è in un certo senso più raffinato di quello maschile. Presupponendo già di non volersi traferire nel corpo di un uomo, Alex continua la selezione in cerca dell'ospite perfetto.

Natalia Korda, una persona patologicamente affetta da un disturbo per cui non percepisce la paura (famosa è stata la sua reazione all'esplosione di Terragrigia nel 2004 dove morirono i genitori, di fronte alla quale ha dichiarato essere stato "uno spettacolo bellissimo"), risulta il candidato ideale: se notate, infatti, in Revelations 2 il bracciale che indossa è sempre rosso a indicare come sia riuscita a superare le proprie paure. Il problema di Alex non risiede quindi nel corpo ospite bensì in se stessa. Laddove Natalia vive la paura e pur facendolo la comprende, l'accetta, ne fa parte di sé e la domina, Alex la reprime: l'ha fatto per tutta la sua vita, convincendosi però di non averla mai avuta, che il non averla stesso significasse non provarla, senza aver compreso che il non aver paura significa provarla e poi riuscire a dominarla. Nel momento perciò in cui, raggiunta da Claire e Moira, si punta la pistola alla tempia e si spara, ha paura - di morire, che di lei non rimanga più niente - e a quel punto il T-Phobos s'innesca, collaborando con il Progenitore già nel suo corpo per riportarla in vita orribilmente sfigurata.

Detto in modo più diretto, Alex aveva semplicemente fatto i conti senza l'oste: pensava di morire lì, in quell'istante, che la Torre si sarebbe distrutta assieme a tutti i documenti e lei sarebbe rinata in Natalia. Il suo piano ha tuttavia successo solamente in parte, poiché la sua coscienza era sì stata trasferita nella ragazzina ma al contempo il suo corpo e i suoi ricordi erano ancora vivi, creando di fatto la presenza di due Alex nello stesso momento - sebbene una fosse ancora dormiente. L'evidenza la porta gradualmente a impazzire e convincersi che Natalia sia un'impostora, tanto da volerla uccidere: per questo motivo nell'attesa che trascorrano i sei mesi necessari al suo risveglio libera i Revenant su tutta Sushestvovanie, con l'intento di eliminarla non appena si sveglierà. Nel corso della sua fuga assieme a Barry Burton, i due vengono raggiunti da Alex che tenta di strangolare Natalia. Qualcosa nel suo sguardo, tuttavia, la fa ritrarre spaventata.


La storia poi prosegue come la conosciamo, Alex viene raggiunta alla Torre da Barry e Natalia per un ultimo confronto, si inietta l'Uroboros e seguendo il finale buono canonico viene prima fermata da Moira e poi uccisa all'esterno da Claire con un lanciarazzi. Cosa lei abbia visto negli occhi di Natalia è chiaro dal filmato: se stessa. È il momento in cui comprende come l'esperimento abbia di fatto avuto successo ma ormai la sua mente è a tal punto deteriorata che rimane l'intento di uccidere la ragazzina per rimanere la sola. Ciononostante, Alex il suo obiettivo l'ha comunque raggiunto poiché nell'epilogo due anni dopo (2013) si vede Natalia interessarsi alle opere di Franz Kafka (l'autore preferito di Alex, guarda caso) e leggere articoli sul bioterrorismo mentre alla televisione passa la notizia di una misteriosa epidemia a Tall Oaks. La digitalizzazione ha avuto successo.

Una "nuova" Alex Wesker

A questo punto possiamo affermare che Alex per come la conoscevamo è morta, senza se e senza ma, per rinascere nel nuovo "contenitore" Natalia. Ci sarebbero diverse variabili da tenere in considerazione, così come il concetto di materialismo e il dubbio filosofico secondo cui una coscienza (intesa come somma delle percezioni e delle esperienze) possa esistere contemporaneamente in più posti, che a loro volta porterebbero al dibattito su quanto consapevole sia stato lo sviluppo di Capcom ma riteniamo la questione molto più semplice: l'intero Resident Evil Revelations 2 è servito come base per creare il personaggio di Alex Wesker dopo averla introdotta in Resident Evil 5 e, pur non avendolo Capcom reso chiaro, il suo esperimento ha avuto pieno successo portandola a rimpiazzare la coscienza di Natalia con la propria. Dopotutto sarebbe assurdo spendersi tanto per un personaggio salvo poi lasciarlo morire così, in modo piuttosto approssimativo.

Ci sono diversi passaggi narrativi a suggerire la riuscita della digitalizzazione, c'è il manga che comunque mira ancora una volta ad Alex Wesker, ci sono i file recuperati nel corso del quinto capitolo, insomma c'è quanto basta per essere ragionevolmente sicuri che Capcom abbia lavorato alla sua costruzione forse con l'intento di renderla la potenziale antagonista per una nuova serie di eroi che andrà a rimpiazzare la vecchia guardia. In ogni caso, il concetto di reincarnazione come fine ultimo è indubbio ma, di nuovo, è l'originale giapponese a venire in nostro soccorso: la localizzazione inglese lima questo e altri importanti aspetti, concorrendo a eliminare sia in Revelations 2 sia precedentemente ancora in Resident Evil 5 e persino Umbrella Chronicles l'intero concetto per cui le azioni di Albert prima e di Alex poi siano molto meno riferite a un distorto ideale divino quanto alla reciproca salvezza - che poi li avrebbe forse portati alla creazione di una nuova razza eletta. Leggendo il file tradotto in originale come Notes on the Transfer Procedure ma più correttamente trasposto dall'utente Tumblr "sovereignxpeace" (ora "SLS-60"), che ha scoperto un file inutilizzato nella versione finale di Revelations 2 molto interessante, veniamo a scoprire quanto segue.

Reincarnation Ceremony Memorandum
Mi riferirò a essa come la "Cerimonia di Reincarnazione". L'immortalità era un desiderio a cui il mio povero padre Spencer si è stretto con disperata speranza nei suoi ultimi anni, ma questi studi sono rimasti irrisolti. Ho raccolto le sue ricerche avendo come nucleo la tecnologia e ho ripetuto l'esperimento con l'obiettivo di rafforzare il "sistema di trasferimento dello spirito e della memoria". Sebbene abbia ottenuto alcuni risultati positivi, alcune parti restano instabili. I requisiti noti e necessari al momento sono i seguenti: il "contenitore" deve possedere una forte determinazione e non cadere vittima della paura una volta che la digitalizzazione sarà avvenuta; per minimizzare il peso di questo processo sul "contenitore" è necessario un periodo di stasi pari a sei mesi dopo la transizione. Non è molto ma è comunque tempo. Dobbiamo concludere quanto prima...

La localizzazione originale è simile, tranne per l'utilizzo del termine "reincarnazione" (una differenza non da poco in ogni caso) e il mancato riferimento a Spencer come il padre seppur adottivo, ma soprattutto ricca di riempitivi non necessari. Poi, nell'equazione entra a gamba tesa il file inutilizzato di cui sopra e la situazione diventa se possibile ancora più alienante in particolare perché non sembrano parole scritte da Alex.

File #54
Spencer è stato abbandonato indietro, la tecnologia guiderà verso l'immortalità. In altre parole, permette di trasferire gli schemi mentali e cognitivi in un'altra forma fisica. È servito molto tempo ma alla fine ho potuto mettere a punto l'equipaggiamento necessario per riuscirci. Ciononostante, persino dopo aver sperimentato su centinaia di soggetti, ancora non funziona. Le cavie non sopravvivono allo sforzo mentale e raggiungono uno stato di delirio prima che i ricordi possano radicarsi al loro interno. Considerato ciò, le seguenti condizioni sono necessarie per avere successo nella transizione di spirito e memoria: i soggetti devono possedere uno spirito incredibilmente forte; per minimizzare il carico mentale, servono sei mesi di stasi. Riguardo a loro due, il solo virus a potere testare queste inumane capacità è il T-Phobos. La sua creazione può essere stata destino.

Si tratta di una terza versione che lascia aperte a diverse possibilità, anzitutto al fatto che lo scritto appartenga quasi più ad Albert Wesker anziché Alex per via della parola "destino", da lui molto utilizzata nella versione giapponese del gioco. In secondo luogo, l'uso di "questi due" sembra voler suggerire che chiunque stia scrivendo consideri Alex e una seconda persona fisicamente pronti a sopportarlo. Essendo una parte inutilizzata non si può speculare molto ma lascia lo stesso aperte le intenzioni di Capcom.


Il Progetto Gregor

Un altro punto da tenere in considerazione è l'esistenza di un misterioso Progetto Gregor che l'I.A. nota come Red Queen α costruita da Alex Wesker continua a portare avanti. Sebbene a livello di gameplay sia una scusa per inserire la Modalità Raid, è curioso come lo stesso soggetto interpretato dal giocatore sia chiamato dalla Red Queen proprio Gregor, il protagonista di quella Metamorfosi che fra tutte le opere di Kafka è la più apprezzata da Alex - tanto da creare diverse analogie tra se stessa e Albert con i due fratelli Gregor e Grete. È qui che sono in maggior misura sottolineate le implicazioni romantiche (se non addirittura sessuali) tra Alex e Albert, brutalmente e ingiustamente censurate nella localizzazione inglese a causa della questione incesto, che comunque non occorrerebbe perché i due sono fratelli di progetto e non di sangue.

Ad ogni modo, non è dato sapere in cosa consista di preciso e quale possa essere il fine ultimo, oltre a una raccolta dati in base alle performance dell'avatar/giocatore, ma se si vuole tenere fede alle parole di Alex per cui non volesse diventare la Grete della sua storia (ovvero abbandonare il fratello al suo terribile destino) si può solo supporre che Gregor sia un progetto legato in qualche modo ad Albert. Forse una soluzione preventiva per salvarlo o ricrearlo similmente a quanto fatto su stessa. Non essendo il progetto stato approfondito in alcun modo, c'è soltanto da speculare a riguardo ma basandoci sulla raccolta dati e sul fatto che Umbrella Corps sia un gioco canonico nel lore di Resident Evil, non non vogliamo escludere che Gregor sia in qualche modo legato a esso, magari avendo contribuito a plasmare lo sconosciuto mercenario della modalità giocatore singolo, 3A-7.

Albert Wesker è ancora vivo?

Arrivati a questo punto e riannodate alcune questioni che iniziano a chiarire l'enorme filo narrativo di Capcom, parliamo dell'elefante nella stanza prima di chiudere il cerchio con Resident Evil Resistance: la fortemente suggerita evidenza che Albert Wesker sia ancora vivo nonostante la lava e i missili in piena faccia. Per farlo, serve scavare in quel marcio che i giocatori ancora adesso ripudiano, Umbrella Corps. Mettendo da parte le considerazioni sul gioco in sé, è abbastanza chiaro a chiunque gli abbia voluto dedicare più di qualche ora e soprattutto si sia concentrato sul contenuto single player che dietro c'è non poco lore da analizzare. Certo potrebbe non essere stato il modo più elegante di presentarla ma tant'è. Giocando a The Experiment, infatti, emerge una situazione complessa che però si legherebbe a quanto scritto finora su Alex Wesker e in ogni caso pone basi molto interessanti sul futuro della serie e persino sullo stesso ottavo capitolo in sviluppo - questo perché Umbrella Corps è, come già detto, un gioco canonico. Niente realtà alternative come Operation Raccoon City o un GWP (game without plot) à la Mercenaries 3D. Semplicemente, lo spin-off ci mette nei panni dei cattivi. Ambientato subito dopo gli eventi di Resident Evil 6, il giocatore interpreta 3A-7, un mercenario al soldo dell'Organizzazione, in una serie di missioni strutturate con il solo obiettivo di affrontare Ganado e Majini per raccogliere dati di combattimento, campioni di DNA e quant'altro.

Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, l'Organizzazione è stata la fazione rivale più agguerrita dell'Umbrella nell'ambito del mercato nero del bioterrorismo prima che quest'ultima cadesse in disgrazia. Lo stesso Wesker aveva stretto accordi segreti nel 1998, tradendo di fatto Spencer, e continuando a lavorare su due fronti fin quando nel 2004 prende il controllo della stessa Organizzazione e ne usa i fondi per portare avanti le proprie ricerche alleandosi anche con la Tricell.

Ogni volta che si seleziona una missione in The Experiment, è possibile leggere alcune note scritte dall'ufficiale comandante e ricercatore capo di 3A-7, Abraham Jackson, necessarie per dare un contesto all'intera storia: il destino del giocatore gli è completamente indifferente, pare piuttosto avere un interesse morboso per i virus e Las Plagas. Completare ogni incarico ricompensa con un frammento ulteriore di trama che va ad arricchire la narrazione generale. 3A-7 viene mandato da una parte all'altra del globo, nei luoghi in cui si sono verificati i maggiori disastri lungo l'intera serie di Resident Evil, ancora operativi e soggetti a uno stato di quarantena dove zombi e mostri di varia natura aspettano solo la prossima preda. Si parte da un laboratorio sotterraneo dell'Umbrella per poi passare a una base Tricell colpita da un attacco bioterroristico tempo dopo gli eventi di Resident Evil 5 arrivando infine a luoghi ancora più famosi come Los Pueblos di Resident Evil 4 e zone del Kijuju sempre dal quinto capitolo, per culminare in una ricostruzione su vasta scala di Raccoon City - progettata al preciso scopo di testare gli effetti del virus ma anche le capacità dei nuovi soldati dell'Umbrella Corps. È interessante sapere che questi luoghi esistono ancora e sono rimasti proprio come i loro sfortunati protagonisti li hanno lasciati tempo addietro ma il bello deve ancora arrivare.


Nel momento in cui ci troviamo ad affrontare Los Pueblos, Jackson nota come un membro di alto grado dell'Organizzazione si sia presentato per seguire l'esperimento e determinarne i progressi. Ecco cosa scrive.

[Prima] Un certo... individuo dai piani alti dell'Organizzazione ti osserverà. Assicurati di imbastire per lui uno spettacolo degno. [Dopo] Il Comandante pareva molto più interessato al soggetto in sé che non ai Ganado mutati. La sua espressione è rimasta impassibile ma ha fatto domande. È la mia occasione per venderti bene.

[Prima] L'Organizzazione continua a osservare. E quell'uomo sembra molto interessato a questo villaggio in particolare. Il modo in cui ne parla... è come se ci fosse stato di persona quando tutto collassò. Chi diavolo è questo tizio? [Dopo] Ho promesso al Comandante che sarei passato al prossimo livello di test. Si è assicurato di dirmi che è lui il responsabile di questi esperimenti. Dubito che sia un caso. Meglio entrare nelle sue grazie.

Un uomo misterioso che conosce particolarmente bene gli eventi occorsi a Los Pueblos. Il cerchio si restringe parecchio fino a lasciare un solo nome: Albert Wesker. Certo, lui non è stato fisicamente in Spagna ma ha sempre monitorato la situazione e guidato Ada nelle sue operazioni. Inoltre, pur essendo a capo dell'Organizzazione e presupponendo che qualcun altro sapesse a grandi linee cosa stesse accadendo sul fronte europeo, l'intero piano era stato tracciato solo e soltanto da Wesker. Nessun altro sapeva i dettagli.

[Prima] Sono affascinato da quanto accaduto in passato. E questo tizio [il Comandante] pare stia facendo bella mostra della propria forza. Un atteggiamento che ha aumentato i miei sospetti dieci volte tanto. Devo capire di chi si tratti. Se solo riuscissi ad accedere ai dati DNA negli archivi...[Dopo] Chi diavolo è questo tizio e perché tutti sembrano terrorizzati da lui? Più lo vedo e più mi sorgono domande. Devo farlo. Devo portare avanti le mie ricerche sul suo passato. In segreto naturalmente. Sono riuscito a prendere da lui un capello...

Jackson è un po' uno di noi. Uno che di fronte a certi comportamenti e alla conoscenza pregressa che il misterioso Comandante ha, non può evitare di pensare che si tratti di una persona specifica e pur senza dare un volto ai suoi sospetti, il nome di Albert brilla come un faro nella notte. A supportare i suoi dubbi abbiamo due fatti: il Comandante è doppiato da D.C. Douglas, la voce di Wesker (e di 3A-7), ma dettaglio ancora più importante il programma The Experiment che dà il nome alla campagna del gioco è stato messo in piedi dallo stesso Comandante in un periodo non precisato. Caso vuole che il programma sia entrato in hiatus nel 2009, lo stesso anno in cui Wesker parrebbe morire, per poi ricominciare nel 2012 con Abraham Jackson alla guida. L'alone di mistero attorno alla sua figura è accentuato anche dal fatto che Jackson, pur avendoci a che fare tanto da essere riuscito a rubarne un capello, non ha idea del suo aspetto. Perché diciamolo chiaro: Wesker è una sorta di celebrità nel mercato nero del bioterrorismo e nessuno potrebbe mai non riconoscerlo oppure non aver sentito parlare di lui. Viene da pensare che, chiunque sia, in qualche modo nasconda se stesso. Una possibilità che accentua ulteriormente il sospetto di come dietro l'identità del Comandante si celi proprio lui.

Sfortunatamente, l'intraprendenza costa caro a Jackson. Di punto in bianco scompare dalle scene (non è difficile intuire che fine abbia fatto) e al suo posto è nominata Beatrice Bertrand. La volontà del Comandante di mantenere segreta la propria identità al punto da uccidere è ancora una volta sospetta e lo diventa ancora di più quando giunti all'ultimo incarico nella Base Antartica di Resident Evil: Code Veronica ordina a Bertrand di eliminare 3A-7 verso il quale sembra provare un graduale timore, date le sue inumane capacità. Il tentativo fallisce, Bertrand trova la morte sempre per ordine del Comandante e 3A-7 diventa il "Nuovo Agente Morte" in quanto eguaglia sul campo le abilità del famoso Hunk. Di nuovo, il comando passa a un'altra persona, questa volta sconosciuta, e qui si conclude la modalità giocatore singolo di Umbrella Corps. L'identità sia di 3A-7 sia del famoso Comandante rimangono ignote ma considerato quanto spiegato finora, dalla digitalizzazione della coscienza al progetto Gregor fino a una certa coincidenza di date, non è da escludere che Wesker sia vivo e stia cercando - come Alex - un corpo nuovo dove reincarnarsi in virtù del fatto che seppur possa essere sopravvissuto allo scontro in Africa ne sia comunque uscito fisicamente debilitato. Le perplessità che se la sia davvero cavata nel vulcano sono lecite ma bisogna tenere in considerazione chi sia Albert Wesker: una B.O.W. e certo non una qualsiasi.

The Umbrella Chronicles

Il ricercatore William Birkin a suo tempo aveva detto che chiunque venisse infettato con un derivante del Progenitore o comunque del Virus-T sarebbe stato in grado di rigenerarsi anche da un frammento di tessuto. Come se ogni singola cellula di ogni singolo tessuto anche se somatico mantenga una memoria tale per cui sia in grado di mandare un input di "riformazione" a tutto (Dragon Ball docet). Siamo affondati fino ai gomiti nella cosiddetta fantamedicina, nella quale comunque Resident Evil dimostra di destreggiarsi bene, ma non dobbiamo dimenticare che si parla di persone a cui viene staccato un braccio e che riescono a riattaccarselo - questo accade nello specifico nello scontro tra Wesker e Sergei Vladimir, narrato in Biohazard The Umbrella Chronicles Side A, uno di due romanzi canonici pubblicati nel 2007 che fanno luce su diversi aspetti del lore tra cui il controllo delle B.O.W. mostrato in Resident Evil Resistance. Leggendo scopriamo non solo che Wesker si riattacca il braccio strappatogli da Sergei ma addirittura viene ucciso e torna in vita una seconda volta. Certo non era stato vaporizzato da lava e missili ma non sappiamo se qualcosa si sia salvato da quel massacro.

Sergei giaceva in un'enorme pozza di sangue. Nessun dubbio fosse morto. Nessuno poteva sopravvivere con la testa divelta dal corpo. La testa di Sergei era appena inclinata di lato, il viso mostrava un'espressione estatica. Lo era a tal punto che, vedendola, chiunque si sarebbe convinto subito fosse finito in paradiso. Nonostante la sua testa gli fosse stata staccata dal corpo. E poi c'era l'uomo responsabile di tutto questo. La persona che aveva sperimentato in prima persona come la trasformazione in Tyrant rendesse pressoché immortali. Wesker. Non c'era alcun dubbio nemmeno sul fatto che persino lui fosse morto. Il suo cuore e i polmoni avevano smesso di funzionare, l'attività cerebrale era nulla. Ma Wesker, la cui morte aveva seguito il percorso di non ritorno di Sergei, Wesker la cui morte era stata assorbita dallo stesso Sergei, si riprese dopo pochi minuti. Aveva fatto parte del suo piano fin dall'inizio ma persino lui aveva seriamente dubitato della buona riuscita di quel piano, che sarebbe riuscito a tornare in vita. Aveva fatto una scommessa e l'aveva vinta. Wesker estrasse dal proprio stomaco il coltello che l'aveva connesso a Sergei. Poi si trascinò verso il braccio reciso, lo afferrò e lo premette contro il moncone della spalla. Per un attimo restò lì, in attesa di guarire. Wesker era un mostro in tutto e per tutto. Dopo circa quaranta minuti di totale immobilità, il braccio era ricresciuto mentre la ferita che dal ventre arrivava alla schiena si era richiusa. Wesker non aveva la più pallida idea dello stato dei suoi organi interni: tentò di mettersi seduto e sputò molto sangue. Nero, mezzo coagulato. Poi si alzò e proseguì per la sua strada.


Al di là della situazione particolare che porta a una seconda resurrezione di Wesker, scommessa appunto azzardata sulla quale neppure lui credeva molto, i dettagli sulla sua rigenerazione sono piuttosto palesi - per amor di precisione, nel corso dello scontro viene divorato dall'interno, aperto in due, Sergei gli spezza più di un osso, gli strappa un braccio, varie ed eventuali. All'interno dunque della fantamedicina dichiarata qualche riga più su, Birkin decide di dare un senso a tutto questo spiegando che il Progenitore è un virus mutageno, quindi che va a lavorare sul DNA stesso con tutte le implicazioni del caso, e poiché l'input delle informazioni, lo schema, è quello, lui parte da lì, cioè dal fatto che potendo modificare lo schema si possa alterare l'insieme. Ovviamente la spiegazione prende anche in esame il concetto che il Progenitore è un virus a RNA (Capcom è stata una dei primi a parlarne, in quegli anni '90 dove a eccezione della tv i virus RNA erano ancora mezze leggende metropolitane, sebbene il primo abbozzo risalga al 1965), cioè che trascrive le proprie informazioni a suo piacimento. Partendo da questo assunto, non è impossibile che lui si ricostituisca da un frammento - con molto dolore, certo, perché appena rimetti assieme le terminazioni nervose è tutta da ridere, ma si può.

Ciononostante, il Progenitore ha dei limiti e una ricostruzione perfetta di un corpo orrendamente sfigurato va persino oltre le sue capacità: perciò il misterioso Comandante potrebbe essere a) irriconoscibile, b) ansioso di ottenere un corpo di nuovo funzionante, di nuovo suo. Al contempo, proprio come Alex ha paura di Natalia, non si può escludere che se davvero il Comandante è Wesker e 3A-7 l'uomo destinato a fargli da contenitore lui non si senta in qualche modo minacciato, che la sua supposta perfezione non ricordi a Wesker il fallimento che di fatto è stato (visto il suo deterioramento in Resident Evil 5). A maggior ragione se vogliamo prendere in considerazione l'ipotesi che 3A-7 non sia un uomo qualunque ma un vero e proprio clone di Wesker nato per merito del C-Virus di Resident Evil 6, similmente a quanto successo a Carla Radames, diventata Ada Wong.

Sebbene si rimanga ancora nell'ambito delle supposizioni, sono troppi gli indizi sparsi qua e là da Capcom (complice anche una localizzazione inglese poco efficiente nei videogiochi e diverso materiale rimasto entro i confini giapponesi) per poter davvero ignorare il fatto che da anni si stia impegnando a tessere una vera e propria tela di Penelope, che disfa a suo piacimento per poi ripresentarla uguale ma al tempo stesso diversa. Tutte queste finte casualità eravamo certi avrebbero trovato parziale risposta in Resident Evil Resistance, uno spin-off che segue in meglio le orme di Umbrella Corps e siamo stati a lungo convinti essere Resident Evil Outbreak. Non eravamo certi se si trattasse di un reboot o un terzo capitolo ma davvero non avevamo dubbi sul fatto che il provvisorio titolo si sarebbe rivelato quel multigiocatore troppo avanti per i suoi tempi e adesso perfetto per condurre il gioco ancora un po' più in là in attesa dell'ottavo capitolo. In quest'ottica vedevamo Resident Evil Resistance come un antipasto, un assaggio di cosa succederà in Resident Evil 8, strutturato abbastanza da rinforzare certe teorie.

Resistance è canon

A contraddire questa convinzione è stato al Tokyo Game Show il producer di Resident Evil Resistance Masachika Kawata, che in un'intervista rilasciata a Famitsu ha negato si trattasse di un remake o una remaster di Outbreak. Eppure, la sensazione che qualcosa non quadrasse persisteva: magari non si sarebbe chiamato proprio così ma era impossibile non pensare a quegli spin-off quando avevamo questo titolo work in progress ambientato nel 1998 a Raccoon City, proprio come accaduto in passato. Prima di parlare, per quanto poco si conosca, dei protagonisti, passiamo ancora una volta dalla parte dei cattivi: sappiamo che il gioco è ambientato non nella periferia di Raccoon City bensì nella città stessa, in qualche laboratorio di ricerca segreto. La localizzazione inglese è infatti errata, poiché dal giapponese si traduce come "an expreriment carried out in secrecy in Raccoon City" e se già questo non bastasse a suggerire chi poteva condurre qualcosa di tale portata, ci pensa il gioco stesso a confermarlo presentando il Mastermind Daniel Fabron.

Mettendo assieme le informazioni dalla wiki con quelle presenti nella selezione in game del Mastermind veniamo a scoprire che Fabron è stato membro della Umbrella Intelligence Division, la stessa della quale Alex Wesker ha fatto parte nel 1998 quando ha redatto un rapporto sulla morte di Albert. Inoltre, lo stesso Albert Wesker ne era membro fin dal 1991 confermando la reciproca conoscenza con Alex e l'aver lavorato fianco a fianco. Riguardo a Fabron, si conferma essere stato coinvolto assieme ad Alex in ogni operazione necessaria per non esporre l'azienda ad attenzioni indesiderate, fosse eliminare una cavia fuggita o far sparire persone coinvolte in determinate ricerche, ma soprattutto che nel caso di Resident Evil Resistance era a capo dell'esperimento di cui sono vittime i protagonisti. Nello specifico, li ha rapiti per sottoporli a condizioni di sopravvivenza estreme al fine di ottenere dati utili e misurare la loro paura quando si trovano ad affrontare le B.O.W. Difficile non pensare che queste possano essere state delle fasi embrionali di quello studio che avrebbe portato Alex a sviluppare il T-Phobos, essendo lei alla direzione di questo nuovo, passato progetto. Non dimentichiamo che, a differenza di Albert, Alex già sapeva dell'esistenza dei Wesker Children con tutto il corollario del caso, perciò non è da escludere stesse muovendo i primi passi per tradire in futuro Spencer.

Ad ogni modo, rimanendo ancorati alla storia prevista per Resident Evil Resistance, sembra voler dare adito a tutti gli spizzichi e bocconi presentati fino adesso: la figura di Alex più profondamente inserita nel lore della saga, il suo rapporto - professionale e non - con Albert (che abbandona le ricerche sul T-Virus riconoscendo di aver raggiunto il proprio apice scientifico in merito, lasciandole nelle mani di Birkin, per passare tra le altre cose all'intelligence con lei) e persino un eventuale coinvolgimento nelle vicende di Raccoon City e del G-Virus. Questa teoria è molto azzardata ma Albert Wesker, nel mandare Ada Wong a recuperare un campione del virus, avrebbe anche voluto salvare la vita al suo vecchio collega Birkin e alla moglie Annette. La storia ci ha insegnato che non è andata come voleva ma il potenziale inserimento di questa parte non è da escludere.

Insomma, della supposta modalità storia ancora non si sapeva nulla ma i due o tre indizi sparsi da Capcom potevano quantomeno lasciare immaginare che alcuni dei proverbiali nodi sarebbero venuti al pettine. In merito alla stretta connessione tra Resident Evil Resistance e Resident Evil Outbreak, sono stati due i personaggi ad attirare la nostra attenzione in particolare: la prima, più evidente, l'hacker January Van Sant. Se avete giocato al secondo capitolo della serie spin-off e avete una memoria di ferro, ricorderete la giornalista Alyssa Ashcroft e nello specifico un suo pezzo uscito sul tabloid di Raccoon City, il News Comet. La persona che ha dato ad Alyssa le informazioni pubblicate è stata nientemeno che January, assunta dalla giornalista con questo preciso scopo: non sorprende quindi che sia stata rapita, all'Umbrella i ficcanaso non piacciono molto.

Il secondo collegamento con Outbreak viene invece da Valerie Harmon: studentessa laureata alla Raccoon University, era una dei tanti a cercare uno stage presso l'Umbrella. Viene rapita mentre sta conducendo delle indagini personali in merito alla sua compagna di stanza che soffriva di insoliti problemi di memoria. Fino a qui non ci sarebbe nulla di strano, se Resident Evil non prevedesse nel sua lore un altro cittadino di Raccoon coinvolto negli illeciti dell'Umbrella, presente in Outbreak e, guarda caso, a cui è stata cancellata la memoria. Stiamo parlando proprio di Yoko Suzuki, ex ricercatrice dell'azienda sopravvissuta all'epidemia. Sebbene non sia ancora stato esplicitato chi fosse la compagna di Valerie, siamo di nuovo davanti a una serie di coincidenze un po' troppo marcate per pensare che sia un caso. Insomma, è vero che cancellare la memoria sembrava essere una pratica comune (anche Alyssa Ashcroft l'ha subita nel 1993) per tenere segrete le attività illecite dell'azienda ma due studentesse della stessa università, interessate ai medesimi studi, una delle quali inizia a soffrire di problemi di memoria e l'altra viene rapita mentre sta indagando sul fatto, pare piuttosto chiaro.

Tirando le somme, eravamo convinti che Resident Evil Resistance sarebbe stato il punto in cui tutti i fili intrecciati da Capcom avrebbero iniziato a trovare risposta. Alex Wesker avrebbe avuto un ruolo nelle vicende, quale e quanto profondo non ne avevamo idea ma tanto bastava a farla entrare per sempre nel lore ufficiale della serie, soprattutto in virtù del fatto che la reincarnazione ha avuto successo e abbiamo ancora una Natalia/Alex da sfruttare in qualche modo. Al contempo si sarebbe andati a riscrivere alcune parti del vecchio lore anche in relazione al remake di Resident Evil 2, il che avrebbe spiegato la scelta di ambientare questo nuovo gioco ancora una volta ai tempi di Raccoon City, dando voce a spezzoni che sono già presenti, semplicemente sparsi tra un romanzo e l'altro. Avrebbero potuto inoltre essere azzardate persino delle spiegazioni su Gregor, il progetto che sì è partito nel 2011 ma è stato costruito molto prima da Alex, e quale sia il suo fine ultimo, andando così a collegarsi anche a quel poco di lore offerto da Umbrella Corps - e di conseguenza a gettare magari alcune luci in più sul misterioso Comandante. Come anticipato, dunque, eravamo sicura che Resident Evil Resistance avrebbe avuto non poco da raccontare in termini di trama e al di là del suo aspetto puramente ludico c'era margine perché fosse un precursore delle vicende narrate, quando sarà, in Resident Evil 8. Non si sarebbe chiamato Outbreak? Era comprensibile ma non significava non diventarne il successore spirituale.

Resident Evil 3 Remake

Se ne eravamo così convinti, allora perché ne parliamo al passato? Perché il remake di Resident Evil 3 è stato annunciato e questo, pur non scombinando irrimediabilmente le carte sul tavolo, ci porta a rivedere alcune cose.


Durante l'ultimo State of Play del 2019, Capcom ha raggiunto il livello "master of trolling" e indicando di voler aggiornare il pubblico Resident Evil Resistance ha invece colto l'occasione per ufficializzare Resident Evil 3 Remake a seguito dei leak di inizio dicembre, confermando inoltre Resistance come componente online. Questo non mina le supposizioni precedenti, concorre piuttosto a rafforzarle perché, rimanendo brevemente su questo progetto multigiocatore, Annette Birkin è stata confermata come Mastermind assieme a Daniel Fabron (avente pieno controllo, come sospettavamo, di G-Birkin), Alex Wesker viene ulteriormente menzionata in quanto collega e sono stati aggiunti al roster due nuovi personaggi - già individuati tempo fa in uno degli schermi del Mastermind ma senza ancora un'identità precisa. A differenza di Valerie e January, i loro nomi (Becca Woolett e Martin Sandwich) sono anonimi nel lore di Resident Evil a eccezione del fatto che, al solito, sono stati dei testimoni sfortunati e rapiti per essere utilizzati come cavie.

E poi. E poi arriva la conferma ufficiale che Alex Wesker sarà un personaggio giocabile come Mastermind, assieme allo stesso Spencer. Uno non può non pensare che sia tutto un caso, a questo punto, nemmeno che Resistance sia davvero non-canon come si ostinano a dichiarare: certo, alcuni scenari e contesti lo saranno per forza, ma da qui a definire l'intero contenuto del multigiocatore esterno al lore è poco credibile. O non sarebbero stati inseriti personaggi simili, né coinvolto proprio il ramo francese dell'Umbrella e tutto quanto spiegato finora. Molto apprezzabili, nella presentazione inglese di Alex Wesker, i richiami alle sue ricerche (fear requires an audience) e al suo ruolo di Overseer in Revelations 2 (oversee your infelicitous test subjects) ma ancora una volta il diavolo è nei dettagli: nella descrizione ufficiale sul sito di Resident Evil Resistance si legge che eccelle nell'utilizzo di trappole per stimolare la mutazione del virus, ricollegandosi ancora una volta al T-Phobos e alle sperimentazioni a esso collegate, ma soprattutto che utilizza un'arma biologica sviluppata da lei stessa, sulla falsa riga di Ivy e Pianta 42, chiamata Yateveo.

Anche trascritta Ya-Te-Veo, si tratta di una pianta ascrivibile alla categoria dei criptidi (il termine della criptolozoologia per indicare un animale la cui esistenza è sostenuta da tradizioni e leggende ma di cui mancano prove scientifiche) la cui traduzione inglese è "I see you already", altro cenno al ruolo di Alex come Overseer e al fatto che niente sfuggisse al suo sguardo. Yateveo è una pianta mangia-uomini originaria della giungla dell'Africa nera ed equatoriale e dell'Amazzonia. Una scelta, di nuovo, poco casuale se si pensa che la Stairway of the Sun dalla quale deriva il Progenitore è stata a sua volta scoperta in Africa, precisamente nella parte occidentale (dove poi ha luogo Resident Evil 5).

Alex prende dunque forma, canonicità e persino background. La scelta di utilizzare il cognome Wesker solleva interrogativi sul lore come la conosciamo finora: sappiamo che durante il periodo nell'Intelligence ha tenuto celata la sua identità, quindi o qualcosa tra cui il famoso dipinto non torna, oppure la scelta del suo vero nome è a uso e consumo di noi giocatori. Chiamarla diversamente non avrebbe avuto lo stesso impatto.

Su Resistance non c'è altro da aggiungere, mentre per quanto riguarda Resident Evil 3... è quasi difficile trovare un punto da cui cominciare. Perché di carne al fuoco ce n'è tanta, tantissima. Partiamo dal più ovvio, ma anche il più ricco di spunti, Jill Valentine: anzitutto, Capcom ha motivato la sua presenza nel contesto e il fatto che sia stata tra gli ultimi a fuggire da Raccoon City nonostante altri si fossero salvati con lei dalla villa sui Monti Arklay. Come Chris, a sua volta ha iniziato le proprie indagini per mettere l'Umbrella davanti ai suoi crimini ma le ricerche si sono interrotte a causa di un ordine di sospensione avuto dall'alto che l'ha costretta nella sua abitazione, curiosamente sotto stretta sorveglianza. D'altronde sappiamo che la città è controllata dall'Umbrella, soprattutto le forze di polizia, perciò dei nemmeno troppo velati arresti domiciliari sono quasi una fortuna per Jill, che sfrutterà l'outbreak virale per fuggire - o almeno provarci, considerando il Nemesis.

Un dettaglio importante in merito a casa sua viene mostrato proprio nel trailer: la stanza in cui Jill svolge le proprie ricerche, con i famosi fili rossi a collegare le informazioni e nello specifico Annette Birkin alla foto in cui posano Albert Wesker e la squadra S.T.A.R.S. Questo non solo conferma il rapporto tra Wesker e i Birkin ma soprattutto dà ancora più adito alle nostre supposizioni per cui Alexandra e Albert si conoscessero da tempo (con tutto ciò che comporta tra Resident Evil 5, Revelations 2, Project Gregor, eccetera). Capcom sta di fatto rivedendo l'intero lore della saga, ci sono sempre meno dubbi a riguardo, tagliando, aggiustando e affidandosi a terze parti narrative mai uscite dal Giappone o ai vari indizi sparsi nei giochi, ma se tutto questo non dovesse bastare parliamo di un altro grosso dettaglio fondamentale emerso nel trailer di annuncio: la metropolitana.

Se ricordate il gioco originale, Jill e i soldati della Umbrella Biohazard Countermeasure Service (U.B.C.S.) utilizzano il tram per spostarsi mentre nel remake sembra che abbiano optato per un passaggio sotterraneo. La sensazione che presto o tardi si sarebbe avuto a che fare con la metropolitana l'abbiamo fin dai titoli di testa di Resident Evil 2, in cui viene mostrata, ma non va dimenticato il dettaglio più importante: la metropolitana è stata una sezione giocabile in Resident Evil: Umbrella Chronicles, che Jill e Carlos sfruttano per raggiungere la stazione di polizia incontrando - fra le varie mostruosità - anche gli Hunter di cui si è visto un piccolissimo accenno. Ancora una volta, a canonizzare questa situazione, viene in nostro soccorso Biohazard The Umbrella Chronicles Side A nel quale è scritto che Jill e Carlos incontrano per la prima volta Nemesis proprio mentre si trovano nella metropolitana, laddove nel gioco lo conosciamo in concomitanza con la morte di Brad Vickers.

[...] Puntarono le torce nella direzione da cui proveniva la voce. Entrambi i fasci di luce colpirono una figura simile a un essere umano. Indossava un lungo cappotto nero e si avvicinava a grandi passi. [...] La figura iniziò a camminare più velocemente e quando fu abbastanza vicino Jill capì quale gigante si stagliava di fronte a lei. Era alto più di due metri: non era umano e nemmeno un normale zombi. La figura le ricordò molto il Tyrant che aveva visto nella villa. "STAAAAAARS", urlò di nuovo. I suoi lineamenti erano ora chiaramente visibili: la testa era calva e la pelle lucida, raggrinzita come se fosse stata fusa. Gli occhi bianchi e vuoti la guardavano direttamente, privi di iridi o pupille. Mancavano inoltre anche naso e labbra e le zanne all'interno della bocca erano del tutto esposte. Al fianco portava una mitragliatrice, una di quelle che Jill non aveva mai visto prima.

Con questo non vogliamo dire che la sezione in superficie sia stata rimossa, perché porta con sé molto della trama, quanto piuttosto evidenziare la grossa probabilità che Capcom abbia deciso di attingere alla fonte più canonica della saga per ricostruire e ampliare questo capitolo, e il lore con esso. Dopotutto, lo stesso Brad sembra avere un ruolo importante nel tentativo di contenimento/soccorso, oltre a suggerire l'idea di essere meno codardo di quanto invece sia stato dipinto al tempo, andando quindi a dar più spessore al personaggio. Così come non era possibile prendersi, in un videogioco e soprattutto con i mezzi di allora, i tempi narrativi di un romanzo; adesso invece, camminando sulle uova per non rischiare di rendere Resident Evil un prodotto diverso dal b-movie videoludico che in fondo è stato e sempre sarà, si può andare molto più nel dettaglio. Basti guardare ad esempio Ada Wong, che tutti noi sappiamo come sia di fatto sopravvissuta alla caduta nel NEST in Resident Evil 2 per poi fuggire facendosi strada in una Raccoon City infetta seguendo le indicazioni di Albert Wesker. È improbabile che avremo una sezione di gameplay con lei com'è stato nel secondo capitolo ma non si può neppure escludere un futuro contenuto bonus alla Resident Evil 4. Insomma, nel suo essere un dettaglio apparentemente insignificante la metropolitana rientra per certo nel concetto di riscrittura che Capcom sta mettendo in atto, aprendo la possibilità a scenari extra come eventuali DLC per ricollegare i fili.


Similmente, il focus su tutti i membri noti del U.B.C.S. e in particolare l'accenno a Tyrell Patrick, che in RE3 incontriamo solo al Raccoon General Hospital - tra l'altro, ora si chiama Spencer Memorial Hospital - pare voglia suggerire un po' più di approfondimento a questa unità e perché no, per diretta conseguenza al suo fondatore Sergei Vladimir. Sono ancora supposizioni ma anche lo stesso Nikolai Zinoviev, per quel poco che si è visto, sembra sia stato dipinto come personaggio più losco di quanto già non sia alla base. Potrebbe, diciamo, avere più screenplay e persino andare incontro a un destino ben preciso, poiché i bivi narrativi del Resident Evil 3 originale non permettono di stabilire cosa davvero ne è stato di lui (se sia fuggito oppure sia stato fatto saltare in aria da Jill assieme all'elicottero) e il libro Resident Evil Archives specifica che sì, Nikolai è riuscito a salire a bordo dell'elicottero ma gli eventi descritti potrebbero variare proprio a causa della natura aperta del gioco. Non sono state fatte menzioni future del personaggio a eccezione di un rapporto datato 13 ottobre 1998 che porterebbe la sua firma e presente all'interno della guida strategica di Resident Evil CODE: Veronica, tuttavia quel documento è stato dichiarato non canonico perciò il destino di Nikolai potrebbe sul serio trovare la sua conclusione in questo remake. Sarebbe anche sensato perché l'Umbrella e tutto ciò che vi è legato collassa fino a crollare definitivamente nel 2004: un personaggio come Nikolai non avrebbe ragione di esistere ancora, tutt'al più potrebbe sopravvivere fino alla morte di Sergei Vladimir. La strada preferibile sarebbe una degna costruzione del personaggio in Resident Evil 3 Remake e un'altrettanto "meritevole" fine.

Le B.O.W. e il controllo mentale

Cosa dire poi di un altro aspetto molto interessante, ancora una volta basato sui romanzi canonici, ma al momento troppo poco approfondito per essere una certezza? Ci riferiamo al concetto del Mastermind. Non riusciamo a credere che Resident Evil Resistance sia soltanto una modalità online senza arte né parte e proprio la presenza di un ruolo come quello del Mastermind ci porta a pensare che dietro possa esserci qualcosa di più, sempre volto a raddrizzare vent'anni di universo narrativo. Nel multigiocatore ci viene presentata come la figura che pianifica, osserva e risponde ai tentativi dei prigionieri di lasciare il laboratorio; soprattutto però viene messa in luce la sua capacità di controllare qualunque tipo di infetto finanche al Tyrant, attraverso un sistema del tutto artificiale. Questa forma di controllo, che nel caso di Resistance può davvero avere natura puramente ludica, nasce però da un dettaglio scritto nei romanzi: la capacità di Albert Wesker di manipolare a distanza qualunque tipo di B.O.W. connettendo le rispettive menti. È un processo di cui lui per primo non è consapevole, e che ovviamente ottiene dopo la rinascita, ma sul quale cerca di avere sempre più controllo. E chi abbiamo tra le creature che riesce a controllare? Proprio lui, il Nemesis, con cui entra in comunicazione imponendo la propria volontà in quanto divinità e monitorandone le azioni mentre cerca gli agenti S.T.A.R.S.

Wesker sedeva sulla sua sedia, circondato da ogni sorta di dispositivo. Era una stanza piccola - no, non si poteva nemmeno dire tale. Era un'automobile. Un vecchio veicolo di monitoraggio dell'Umbrella Corporation. Di fronte a lui c'erano dodici monitor, grandi e piccoli, che gli rimandavano le immagini da 58 telecamere di sorveglianze disposte in tutta Raccoon City. Wesker tuttavia non vi stava prestando attenzione: era reclinato contro lo schienale della sedia, apparentemente a riposo, con gli occhi chiusi che tuttavia si muovevano sotto le palpebre, come se stessero osservando qualcosa muoversi. Come se stesse assistendo a un sogno.

Si stava sincronizzando. Dei numerosi cambiamenti sperimentati a causa del virus, questa abilità era senza dubbio fra le più inaspettate. Poteva sincronizzarsi con tutti gli organismi viventi infettati dal T-Virus e le sue mutazioni annesse. Aveva acquisito la capacità di sperimentare ciò che percepivano tutte le creature infette, era persino in grado di comprendere e controllare quelle loro percezioni. Proprio come un centipede non aveva difficoltà a controllare tutte le sue zampe, Wesker non annegava mai nell'ondata di informazioni percettive che riceveva. Non solo: come se stesse conversando con un amico in mezzo a una folla chiassosa, riusciva a isolare le informazioni più rilevanti lasciando che il resto diventasse rumore. La qualità dell'informazione, in ogni caso, era strettamente collegata all'organismo che la trasmetteva: per esempio, gli insetti infetti erano privati di tutte le loro percezioni e ricevevano solo un'immagine sfocata. Le uniche circostanze durante le quali aveva potuto ricevere percezioni chiare, arrivando talvolta persino a uno scambio d'informazioni, era stato con i Tyrant - e proprio attraverso gli occhi di uno di loro, in quel momento, stava osservando Raccoon City.

Il suo nome era Nemesis. Il modello ultimo di cacciatore prodotto dall'Umbrella Corporation. Lo si poteva definire come un robot programmato dall'azienda per seguire fedelmente gli ordini. Wesker era stato in grado di connettersi direttamente alla sua coscienza e sperimentare lo stesso, profondo desiderio della creatura. Perciò era stato in grado di comprendere la natura positiva di quella brama: il nome inciso nel suo inconscio era S.T.A.R.S. I membri sopravvissuti erano i suoi obiettivi. Li cacciava e li uccideva. Nemesis ne aveva trovato già uno, l'aveva inseguito e ucciso. Wesker, ovviamente, sapeva chi fosse: Brad Vickers, membro della squadra Alpha. Un codardo, inadatto all'unità. Se fino allora si era salvato era stato grazie alla codardia ma non aveva potuto sfuggire alle mani del suo cacciatore. Wesker aveva assaporato la stessa estasi percepita da Nemesis nell'uccidere: come il sogno di un martire era raggiungere il paradiso, quello della creatura era massacrare il suo bersaglio. Alcuni erano ancora vivi e Nemesis si era risvegliato per perseguire quell'estasi. Wesker seguì il flusso dorato di coscienza che attraversava l'anima e si immerse nella coscienza del Nemesis.

"Nemesis." disse Wesker. "Il cacciatore definitivo." Non appena parlò, la sua voce penetrò la mente di Nemesis e prese la forma di pensieri. Subito dopo, i pensieri del Tyrant cominciarono a muoversi intorno come un periscopio in cerca del proprio padrone. Puntò direttamente a Wesker, lo osservò e lui attraverso il vuoto percepì quello sguardo su di sé. "Nemesis, ascoltami attentamente. Io sono il tuo Dio, il Dio di tutti gli Dèi."

Dio? L'immagine di un'esistenza superiore che impartiva ordini emerse nella mente del Nemesis e fu quasi identica a quella di Dio. I Tyrant obbedivano agli ordini umani perché erano stati ideati per essere controllati da qualcuno. E l'unico che poteva controllare Nemesis era "Dio". Il codice "Dio" si incise in Nemesis e fu allora che l'esistenza di Wesker divenne una cosa sola. Wesker scivolò nella mente di Nemesis e utilizzò il "sistema di controllo" per assumere la posizione di Dio dentro di lui, diventando dunque in grado di disporre del Tyrant a suo piacimento. Ne era certo. Al contempo, però, non era suo interesse manipolarlo in quell'istante. Voleva solo assicurarsi di esserne in grado, prepararsi per quando sarebbe servito. Nemesis si svegliò. Gli scienziati gli avevano appena fornito un equipaggiamento protettivo speciale che non solo lo proteggeva dagli attacchi, ma includeva anche un sistema di sicurezza per impedire a Nemesis di diventare incontrollabile a causa di un malfunzionamento del virus. Inoltre, incorporata dentro di lui c'era una piccola videocamera, attraverso cui il Quartier Generale dell'Umbrella avrebbe potuto raccogliere informazioni utili. Nemesis era pronto a lasciare il laboratorio scortato dal personale dell'Umbrella. "Nemesis, ascoltami." sussurrò gentilmente Wesker al suo orecchio. "Sono il tuo Dio e il Dio di tutto. Osservo ogni mossa che fai. Niente può sfuggire agli occhi di Dio." Nemesis rispose con un ringhio. "Bene. Primo, devi obbedire ai miei ordini. Quella è la tua missione." In tutta risposta, i pensieri di Nemesis si rafforzarono e furono trasmessi a Wesker. La risposta amorfa era senza il minimo dubbio un'affermazione. Wesker la vide chiaramente. Affermativo. Era ciò che il Nemesis gli stava dicendo. "Se trovi l'obiettivo, avvisami. Voglio osservarti in combattimento." Un'altra affermazione. Wesker riaprì lentamente gli occhi e li rivolse ai monitor: l'immagine che gli rimandarono fu un ritratto dell'inferno.

È stato dunque confermato ufficialmente non solo che Wesker era vivo (prima di averne la certezza totale in Resident Evil 4) ma che si trovava poco fuori da Raccoon City per monitorare la situazione, provare a salvare i coniugi Birkin e soprattutto testare la sua nuova, inaspettata abilità. Controllando il Nemesis, il T-103 che ha braccato Leon Kennedy e svariate altre creature minori Wesker si conferma quindi un vero e proprio Mastermind, rendendo difficile credere che l'implementazione di un simile ruolo proprio all'interno del contesto di Resident Evil 3 sia del tutto casuale. Si sarebbe potuta scegliere un'altra soluzione per l'online, addirittura una diversa ambientazione, invece si è sfruttata proprio questa. Il ruolo comunque, sebbene non avesse questo nome preciso, era già introdotto nel lore grazie al film in CGI Resident Evil: Damnation. Qui, dopo essersi volontariamente infettato con Las Plagas, Alexander "Sasha" Kozachenko ottiene la capacità di controllare i Licker e perseguire la propria vendetta. Nel suo caso sarebbe stato un successo di breve durata, perché il parassita avrebbe preso il sopravvento (Leon infatti gli spara nella spina dorsale per liberarlo e far sì che diventi la testimonianza vivente di quegli eventi), mentre con Wesker la questione è molto differente.

Nelle prime fasi di sviluppo, Resident Evil 5 avrebbe dovuto essere diverso sotto moltissimi aspetti (e migliore, verrebbe da dire) ma uno in particolare balza all'occhio: originariamente, Wesker doveva essere in grado di controllare l'Uroboros con la sua mente. Per estensione, qualsiasi organismo infetto avrebbe potuto essere manipolato a piacimento da lui, proprio come succede nei romanzi con gli infetti da T-Virus. Questo perché Uroboros è a sua volta un virus, a base RNA, derivante dal Progenitore e il non essere incluso nella famiglia T è dovuto al semplice fatto di non essere stato prodotto dalla Umbrella Corporation. Ciò significa, ancora una volta, che il concetto di "Mastermind" aveva già affondato le radici da tempo nel team di sviluppo ed è stato scartato in seguito a causa dei numerosi cambiamenti occorsi al gioco; primo fra tutti l'introduzione della co-op, che ha costretto a una revisione pressoché totale del progetto sotto l'aspetto tecnico e narrativo.

È sempre più evidente che Capcom stia tirando le fila di un intreccio le cui basi sono state gettate nel 2009 con Resident Evil 5, riscrivendo e riequilibrando la trama con delle tempistiche che a cominciare dal remake del secondo capitolo lasciano ben pochi dubbi su quanto di fatto l'operazione fosse pianificata. Resident Evil Resistance, in tutto questo, si fa compendio del racconto andando a mettere sotto la lente d'ingrandimento aspetti che sarebbe difficile integrare nella storia di Resident Evil 3 rendendoli coerenti con il punto di vista di Jill. Non è solo interessante l'introduzione di Alex Wesker, per i motivi e gli scopi già ampiamente spiegati, ma anche di Daniel Fabron: agente di sicurezza dell'Intelligence Division, è passato dalla divisione europea francese agli Stati Uniti su ordine diretto di Ozwell E. Spencer per assistere Alex nelle ricerche. Quella stessa divisione, nota come Umbrella Europe Sixth Laboratory, che nel 1988 ha annunciato il Progetto Nemesis, del quale Albert Wesker avrebbe preso il controllo dopo i primi fallimentari test.

E sempre lì, il 27 dicembre 1998 Claire Redfield ha tentato una solitaria incursione alla ricerca del fratello Chris, solo per essere arrestata e imprigionata sull'Isola di Rockfort: quest'ultimo collegamento, considerato l'intenso coinvolgimento della divisione francese, potrebbe fare ben sperare per un remake anche di Resident Evil CODE: Veronica (peraltro richiesto a gran voce dai fan, ora che il terzo capitolo è confermato) ma queste speculazioni sono fin troppo ed è meglio lasciarle riposare finché, eventualmente, non si presenteranno altri indizi - magari giocando al terzo capitolo, chi lo sa. Resta comunque importante il ruolo giocato dalla divisione francese e decisamente poco casuale il fatto che, con tutti i laboratori di ricerca sparsi in Europa, si sia scelto di introdurre un nuovo personaggio proveniente proprio da quello francese che peraltro ha reso possibile la creazione del Nemesis.

Il futuro di Resident Evil 8

Parlando di infetti e virus, non possiamo passare sopra all'ultimo particolare emerso nel trailer di annuncio di Resident Evil 3: l'infezione di Jill. Non è tanto il fattore infezione di per sé ad attirare l'attenzione, nonostante proprio da lei (dal T-Virus dormiente nel suo organismo e non completamente debellato dal vaccino) Wesker ottenga quanto necessario per stabilizzare un altrimenti ingestibile Uroboros poco prima di Resident Evil 5, bensì dell'allucinazione. L'utente Twitter EvilVR ha fatto trapelare alcune voci sull'ottavo capitolo della serie, come il fatto che Resident Evil 8 non sarebbe stato pubblicato prima del remake del terzo ma soprattutto che le allucinazioni avrebbero avuto un ruolo fondamentale, impedendo ai giocatori di capire cosa sarebbe stato reale e cosa no. Inoltre, questa meccanica era già stata pensata per il progetto originale di Resident Evil 5 in cui delle B.O.W. avrebbero emesso gas allucinogeni; salvo essere scartata, come molto materiale originale.

Ancora una volta, pare proprio che Capcom stia da un lato testando alcuni elementi e dall'altro costruendo basi sempre più solide per portare avanti la serie. L'implementazione del controllo mentale raccontato nei romanzi, in particolare, è un'opzione da tenere fortemente in considerazione poiché l'ottavo capitolo sembra voglia svelare cosa si celi dietro la creazione di Eveline (Resident Evil 7), una B.O.W. sviluppata con l'obiettivo di testare la fattibilità di armi bio-organiche con base umana aventi capacità di controllo mentale. E tanto per cambiare, nello sviluppo del fungo Mold attorno al quale ruotano le vicende del settimo capitolo è coinvolto Albert Wesker - o meglio la Hive/Host Capture Force da lui fondata. Suoi interventi diretti non sono resi noti.


Forte di mezzi che prima non permettevano lo sviluppo di determinate idee, a meno di non accettare un risultato mediocre, sommando RE2 e RE3 remake agli indizi sparsi pressoché ovunque sta diventando sempre più chiara l'intenzione di Capcom di costruire fondamenta coerenti sulle quali appoggiare il futuro della serie. A cominciare da Alexandra Wesker, passando per Daniel Fabron e la divisione francese, le allucinazioni di Jill, il Comandante di Umbrella Corps e fino a un eventuale CODE:Veronica, sembrano esserci tutte le premesse per ricostruire Resident Evil non dimenticando ciò che è stato bensì riequilibrando vent'anni di lore sfilacciato e spesso poco chiaro, complici anche pubblicazioni mai tradotte, censure nei giochi e localizzazioni imprecise.