Un'astronave solca lo spazio profondo. Una mano impugna una barra di comando mentre si prepara all'atterraggio. La musica, familiare, accompagna la discesa su un pianeta fatto di montagne innevate e ampi oceani, e i motori si spengono sotto una pioggia battente. Una donna scende la rampa di sbarco per unirsi a due compagni di avventura: uno imbraccia un fucile, potrebbe essere un cacciatore di taglie. L'altro è un droide che forse appartiene alla serie HK. Il terzetto s'incammina verso il relitto di un incrociatore classe Interdictor e la donna - una Jedi - entra in una camera che rifulge di un inquietante bagliore rosso. Nel vapore che offusca la vista, si muove una sagoma scura e la Jedi accende la sua spada laser. Stacco sul titolo: Fate of the Old Republic.
Il nuovo gioco di Star Wars annunciato durante i The Game Awards ha entusiasmato chi ha qualche annetto di troppo sulle spalle e non sta aspettando il famigerato remake di Knights of the Old Republic solo perché lo ha già giocato. Il titolo dice tutto, il nome della mente dietro le quinte anche di più: è Casey Hudson, che quel GDR iconico del 2003 lo ha diretto per conto di BioWare e che poi ha diretto i primi tre Mass Effect - e in parte Anthem - lasciando infine la compagnia nel 2020.
Dopo la parentesi breve e sfortunata della sua Humanoid Origin, Hudson sembrava sparito dalla scena videoludica, ma è tornato ieri con un gioco già attesissimo che non ha ancora una data di uscita.
Il destino della Vecchia Repubblica
Il web, si sa, può essere crudele e incauto. Dopo l'annuncio, persino i più sfegatati fan di Star Wars hanno ironizzato sulla potenziale finestra di lancio, che potrebbe essere tra otto anni, come mai. Non sarebbe la prima volta che un titolo su licenza LucasArts annunciato in pompa più o meno magna diventa vaporware, ma Casey Hudson sembrerebbe proprio fare sul serio: il suo nuovo team chiamato Arcanaut Studios sta radunando i migliori talenti della galassia per un gioco che è ancora nella fase iniziale di sviluppo. Scelto con entusiasmo da Lucasfilm Games e Disney Games Group, Hudson non può che essere l'uomo giusto per rispolverare la Vecchia Repubblica in un GDR d'azione che, citando il comunicato stampa, "intreccia una narrazione innovativa, personaggi memorabili e combattimenti mozzafiato".
"Vogliamo raccontare una storia completamente inedita rifacendoci a tutto ciò che abbiamo imparato, un'avventura che parla di scelte, del destino e dell'eterno conflitto tra la luce e l'oscurità," ha dichiarato Hudson. E il vice presidente di Lucasfilm Games, Douglas Reilly, ha sciolto subito un nodo cruciale: Fate of the Old Republic "non è un seguito diretto di Knights of the Old Republic, ma lo stanno realizzando le stesse persone che hanno contribuito a plasmare quel retaggio". La situazione, in effetti, è complicata, perciò cerchiamo un attimo di raccapezzarci.
I titoli BioWare - incluso The Old Republic, l'MMO per capirci - non sono esattamente canonici nella continuità di Star Wars: dopo il reset successivo all'acquisizione da parte di Disney, qualcosa è diventato canonico, come Darth Revan, e quasi tutto il resto no. Resta un immaginario in cui pescare, appartenente a un passato vago in cui è possibile raccontare le storie più disparate senza fare troppo i conti con la galassia lontana lontana più recente. Un po' com'è successo con la serie televisiva The Acolyte, per intenderci. Hudson e i suoi potrebbero essere liberi di inventarsi una storia totalmente nuova, ma quell'incrociatore classe Interdictor suggerisce che non vogliano disfarsi veramente di un passato che per loro conta troppo.
Lo dicono loro stessi. Secondo Reilly "queste storie significano moltissimo per i nostri fan e per noi lavorare a questo progetto significa onorare la loro eredità. Il passato di Star Wars è una tela che i nostri artisti possono dipingere senza barcamenarsi tra i punti nodali degli altri media. Significa che ci sono letteralmente infinite storie da raccontare e che, pur celebrando la saga che tutti conosciamo, è fondamentale esplorare nuovi territori, conoscere nuovi personaggi e scoprire nuovi angoli della galassia." Eppure quell'incrociatore nel trailer potrebbe essere il Leviathan, l'astronave dell'ammiraglio disertore Saul Karath, al servizio di Darth Malak, su cui si svolge un momento cruciale nella storia di Knights of the Old Republic.
Scomparso dopo la battaglia di Rakata Prime, il Leviathan potrebbe essersi schiantato sul pianeta del trailer insieme ai suoi segreti. Perché la Jedi protagonista lo stia cercando - e quando - è ancora un mistero: non sappiamo letteralmente nulla della storia, tranne che potrebbe fare da anello di congiunzione con la Vecchia Repubblica dei videogiochi BioWare e ufficializzarne alcuni particolari. In fondo, il titolo parla del "destino" della Vecchia Repubblica e potrebbe raccontare cosa sia successo negli anni che hanno segnato il passaggio all'era dell'Alta Repubblica. Il MMO di BioWare, The Old Republic, proseguiva quelle storie ma si fermava comunque a migliaia di anni dalla Saga degli Skywalker, quindi c'è ancora un ampio margine di manovra per scrivere - o riscrivere - il passato di Star Wars.
"Il nostro obiettivo è sviluppare il tipo di gioco che amo: un'avventura cinematica emotivamente potente in cui il giocatore tiene le redini, caratterizzata da una narrativa profonda e un immaginario coinvolgente," ha spiegato Hudson. Desideroso di rimettersi alla prova con un team appassionato e sulla stessa lunghezza d'onda, il director ha colto l'opportunità al volo quando si è presentata, intravedendo il momento ideale per tornare su Star Wars. "Ogni membro del team ha idee straordinarie e il mio compito è radunarle e plasmare una visione d'insieme cui tutti possano contribuire," ha spiegato. Naturalmente non si è visto nulla del gameplay, e restano moltissime incognite. Hudson parla di scelte fondamentali e incisive che influenzeranno la partita, quindi potrebbero cambiare lo scorrimento della storia o l'allineamento della protagonista. Non sarebbe il primo gioco di Star Wars in cui scegliere tra lato oscuro e lato luminoso della Forza.
D'altra parte, si parla di un GDR d'azione quindi sembra piuttosto scontato che Arcanaut Studios abbia abbandonato i combattimenti a turni per qualcosa di più interattivo e in tempo reale. Questo aspetto del gioco è fondamentale ma per il momento non ci sono informazioni più concrete. Abbiamo giocato titoli d'azione per anni: basti pensare alla serie Jedi di Respawn Entertainment, ma lì il protagonista era solo uno, il sistema di combattimento cucito sulla sua pelle, mentre in Fate of the Old Republic dovremmo avere a disposizione un'intera squadra. Considerando le opere precedenti di Hudson, non ci stupirebbe se il combattimento corale fosse qualcosa di simile a Mass Effect, ma forse è ancora troppo presto anche soltanto per volare con la fantasia.
Ora comincia un'attesa insostenibile per i fan di Knights of the Old Republic, che non sono necessariamente fan di Star Wars o viceversa: i GDR targati BioWare di vent'anni fa sono diventati talmente iconici da non rappresentare necessariamente il marchio, ma sono anche invecchiati molto ed è il motivo per cui in tanti attendono un remake.
Fate of the Old Republic "rappresenta un'opportunità per esplorare la visione contemporanea di un'esperienza Star Wars definitiva usando una tecnologia all'ultimo grido per consegnare ai giocatori quella combinazione di gameplay e di coinvolgimento che era centrale in Knights of the Old Republic," ha affermato Casey Hudson. Considerando che la compagnia è stata appena fondata, e che il gioco potrebbe non vedere la luce prima di diversi anni, sarà una dura lotta contro il tempo, contro un'eredità ingombrante e anche un po' contro il marchio: la nostra speranza è che Arcanaut Studios la spunti, perché le premesse sono delle migliori ma negli ultimi tempi la Forza non scorre sempre potente nei videogiochi di Star Wars.