Durante lo scorso week end Riot ha alzato finalmente il velo su un nuovo campione pronto a scendere nelle arene di Valorant. È una pratica ormai diffusa a macchia d'olio e in questi tempi di cambiamenti vedere una comunicazione massiccia basarsi quasi esclusivamente su organi di stampa, youtuber e streamer, saltando a piè pari un annuncio più istituzionale è diventata la normalità. Anzi, a ben pensarci, lasciare che siano i giocatori a comunicare nuovi contenuti attraverso il loro entusiasmo, le loro capacità e la loro parlantina facile, sicuramente crea dal minuto zero quella chimica con il pubblico capace di far scattare la scintilla della passione, difficilmente raggiungibile con i meri comunicati stampa o le chiacchiere da gobbo. Così i social si riempiono, le discussioni si popolano e in men che non si dica il prodotto in questione arriva sulla bocca di tutti: un mercato che si autoalimenta, utile ai giocatori e ancor più utile a chi si trova per le mani un titolo complesso e piuttosto elitario come Valorant, uno sparatutto difficile da far digerire alle masse a causa di una curva di apprendimento ripida e una richiesta di impegno durante i match sopra la media. Cosa succede però se il nuovo contenuto, l'agente Astra, risulta essere capace ad un primo sguardo fugace di distruggere il meta?
Un nuovo agente si affaccia su Valorant
Abbiamo sempre visto Valorant come un titolo orientato fortemente al competitivo, con Agenti indubbiamente divertenti da giocare e molto complessi da padroneggiare ma anche dotati di set di abilità estremamente semplici per ciò che concerne le funzionalità. La lettura di tutte le skill è sempre stata immediata e bastava un attimo a comprendere cosa facesse il muro di ghiaccio di Sage, gli scatti aerei di Jett o il miasma di Viper. Con gli ultimi agenti Riot ha voluto sperimentare qualcosa di nuovo e già con Yoru l'asticella del limite è stata alzata ulteriormente, arrivando a giocare con i suoni e disorientando gli avversari ma soprattutto grazie alla possibilità di spostarsi tra diverse dimensioni, azione complessa ma ancora gestibile sul campo di battaglia. Astra, questo il nome del nuovo agente, stravolge invece completamente il sistema di gioco mettendo nelle mani di questo Controller la possibilità di gestire la mappa in maniera globale a prescindere dalla sua posizione. Invece di una semplice Ultimate, Astra ha un'abilità passiva che le permette di cambiare forma e ascendere ottenendo una visione schematizzata dell'arena. Da questo momento in avanti può decidere di posizionare delle stelle sul campo da gioco, fino a cinque per la precisione, rientrare nel suo corpo a attivare anche senza alcuna linea di visuale le suddette per ottenere gli effetti più disparati durante il match.
Il vantaggio più grosso risiede nel fatto che Astra ha parecchi assi nella manica e può scegliere liberamente in che modo attivare le stelle: può creare campi di forza gravitazionali che attraggono i nemici, rendendoli tra le altre cose vulnerabili, può stordire gli avversari in modo molto simile all'Esplosione Abbagliante di Breach in termini di effetto e durata, e può anche generare delle bombe fumogene della durata di quindici secondi da far esplodere a comando. Tre abilità che già da sole, con un'ovvia conoscenza eccellente delle mappe, rendono Astra pericolosissima e impoveriscono i kit degli altri agenti ma è la Suprema, almeno a prima vista, a lasciarci esterrefatti. Dalla sua forma astrale, Astra può scegliere un punto qualsiasi della mappa e creare un immenso muro in grado di scindere le due parti completamente. Questa barriera non solo oscura completamente la visuale ma è capace di bloccare i proiettili e attutisce il rumore proveniente dall'altro lato di circa il 90% e sembra francamente un'abilità tremendamente rotta per la tipologia di gioco.
Ora, ovviamente queste sono solo primissime impressioni e bisognerà valutare l'impatto in ambito competitivo, ma a prima vista lo sbilanciamento sembra piuttosto evidente. Ci sarà da vedere l'uso che ne faranno i pro e, soprattutto, verificare come le cinque stelle a disposizione o il loro costo (al momento di soli 200 crediti) verranno poi gestite nel corso dei prossimi mesi.
Il quinto agente Stratega aggiunto al roster Riot è dunque davvero eccellente, pur senza abilità di danno, ma oltre al mero gameplay Astra è riuscita a colpirci anche per la sua estetica, la sua concezione e tutto quello che ruota attorno al suo aspetto. I colori al neon viola con tinte gialle, pronti a ricordare le nebulose, vengono richiamati spesso nelle sue abilità ma anche le sue movenze sinuose colpiscono immediatamente. Per quanto sia originale, l'idea della barriera prende spunto da quella di Symmetra di Overwatch ed è una parallelo che emerge immediatamente anche quando si osservano le mani dalla visuale in prima persona, con un arto libero e uno invece protetto da un'armatura tribale dorata, esattamente come la corazza cibernetica dell'eroe di Overwatch. Le radici però differiscono di gran lunga e se Blizzard aveva puntato su una personalità indiana, Riot punta invece su una ragazza ghanese appoggiata alla corrente culturale dell'afrofuturismo, un tematica sociale impegnativa e dal grande spessore.
Siamo estremamente curiosi di poter giocare in maniera più approfondita Astra sui server ufficiali e testarne a fondo le capacità. Riot potrebbe aver esagerato eccessivamente con questo Agente visto che in questa sua prima comparsata l'effetto devastante sulle strategie di gioco sembra essere palese. Il solo lato negativo di dover abbandonare il corpo per piazzare stelle potrebbe comunque non essere sufficiente a metterla in svantaggio, soprattutto in situazioni lente e più ragionate dove i due team giocano di attesa. L'idea è buona e il personaggio anche insomma, incrociamo le dita per il bilanciamento.
CERTEZZE
- Kit incredibilmente vario
- Apre le porte a un'infinità di nuove strategie
DUBBI
- Sembra decisamente troppo forte