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Bungie: i licenziamenti sarebbero dovuti al non voler pagare dei bonus post acquisizione

Secondo il giornalista Paul Tassi, i licenziamenti avvenuti in Bungie sarebbero dovuti alla dirigenza della compagnia e non a Sony.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   31/10/2023
Bungie: i licenziamenti sarebbero dovuti al non voler pagare dei bonus post acquisizione
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Il giornalista Paul Tassi ha indagato sul caso Bungie scoprendo qualcosa di davvero sconcertante: i licenziamenti improvvisi non sarebbero nati da Sony, che possiede la compagnia, ma dai dirigenti di Bungie stessa, che in questo modo potranno evitare di pagare dei grossi bonus ai dipendenti allontanati.

Stando a quanto riportato da Tassi: "i licenziamenti provengono direttamente dai dirigente di Bungie, non da Sony. Non si tratta di Sony che rimpiazza i dipendenti di Bungie con la sua gente."

Inoltre, "molti benefit dei dipendenti (non l'assicurazione sanitaria) durano fino alla fine del mese se vengono licenziati. Allontare persone il 30 del mese significa dargli soltanto un solo giorno addizionale di copertura."

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Se già questo non bastasse a connotare l'azione dei dirigenti di Bungie, Tassi riporta anche dell'altro: "Molti dipendenti avevano azioni non ancora assegnate a seguito dell'acquisizione da parte di Sony. Le avrebbero ricevute rimanendo per un certo numero di anni con la compagnia dopo l'accordo. Ma queste azioni tornano a Bungie nel caso si vada via, anche se si viene licenziati, cosa che sta accadendo ora a molti di quelli che sono stati colpiti."

Quest'ultimo punto spiegherebbe ad esempio come mai tra i colpiti ci siano anche dei grossi nomi come quello di Michael Salvatori, da sempre simbolo dell'eccellenza di Bungie. Insomma, la situazione pare essere molto diversa da quella immaginata al momento dell'annuncio e riguarderebbe solo marginalmente la crisi attuale dell'industria o la ristrutturazione in atto dentro i PlayStation Studios.