La causa intentata da Turner "Tfue" Tenney contro il Faze Clan potrebbe avere dei risvolti molto importanti per gran parte degli streamer e pro player particolarmente in vista, impegnati in Fortnite ma non solo, perché riguarda vari dettagli di come il business legato a queste personalità è attualmente strutturato.
Di fatto, la causa di Tfue rappresenta un precedente fondamentale, perché in effetti la prima a toccare l'argomento della gestione dei contratti che legano i giocatori ai clan. Tfue ha citato in giudizio il Faze Clan per contratto "oppressivo" e "predatorio", sostenendo che il Clan trattiene fino all'80% dei guadagni del giocatore attraverso pubblicità ed eventi sponsorizzati e impedendo al soggetto di stipulare eventuali accordi indipendenti di sponsorizzazione, perché tutti devono passare al vaglio di Faze Clan.
Tfue, uno dei giocatori attualmente più famosi, che ha vinto circa 500.000 dollari in tornei di Fortnite e ha 10 milioni di iscritti su YouTube e 6 milioni su Twitch, è praticamente una celebrità in quest'ambito. Le sue proteste contro il Faze Clan vanno oltre alla questione economica stabilita nel contratto: secondo l'avvocato del giocatore, il clan opera come una sorta di agenzia che controlla l'operato dei suoi clienti, ma senza avere licenza né statuto per poterlo fare e in contrasto con le leggi della California. In base al contratto impedisce ai clienti di stipulare altri accordi e inoltre prevede una serie di obblighi piuttosto bizzarri.
Tfue sostiene di essere stato costretto a vivere in una casa sulle colline di Hollywood chiamata "The Clout House" insieme ad altri youtuber e streamer, dove vengono organizzate spesso feste ed eventi social, durante i quali vengono peraltro distribuiti alcolici anche a chi non ha l'età per berli (negli USA). Il Clan spinge inoltre i suoi membri a prendere parte a stunt piuttosto pericolosi, in uno dei quali (una discesa in skateboard su strada) Tenney è stato colpito da un'auto e ha rischiato di subire grossi danni, rimanendo comunque ferito a un braccio.
Da parte sua, il Faze Clan ha rispedito le accuse al mittente sostenendo di non aver trattenuto nulla delle vincite di Tfue nei tornei, né dai ricavi dei video su Twitch, YouTube o qualsiasi altra piattaforma social. Il Clan ha riferito di aver ottenuto solo un totale di 60.000 dollari da aprile 2018, come percentuale sulle sponsorizzazioni. Il gestore del clan, Ricky Banks, ha anche risposto personalmente con un video su YouTube (che ha registrato già milioni di visualizzazioni) riferendo di essere stato colto di sorpresa da queste accuse, di aver sempre considerato Tfue un amico fraterno e che il giocatore ha rifiutato di ridiscutere i termini del contratto preferendo invece la via della battaglia legale invece di risolvere i problemi discutendone "offline".
La questione viene comunque seguita con attenzione da molte altre personalità del pro gaming e delle piattaforme social perché può rappresentare un precedente importante in un business che non ha ancora regolamentazioni precise e dal valore legale. Da parte sua, Tyler "Ninja" Blevins, per esempio ha commentato sostenendo di avere dei dubbi sulle costrizioni subite da Tfue per quanto riguarda stunt, feste e alcolici ma di essere d'accorso sul fatto che i termini del contratto con il Faze Clan siano alquanto estremi.