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Houser, Fergusson e Laidlaw, si è aperto il calciomercato degli sviluppatori?

Con il cambio di casacca di Houser, Fergusson e Laidlaw ci chiediamo: non è che si è aperto il calciomercato degli sviluppatori?

NOTIZIA di Luca Forte   —   06/02/2020

Nelle ultime settimane stiamo assistendo ad un fenomeno piuttosto particolare: personaggi piuttosto in vista dell'ambiente come Houser, Fergusson e Laidlaw stanno cambiando casacca e lasciano progetti di una vita per cercare fortuna altrove. Sarà mica nato il calciomercato degli sviluppatori? Parliamone!

Chiunque conosca anche solo marginalmente il mondo dello sviluppo sa che il turnover dello staff non è solo una consuetudine, ma un elemento necessario. Durante le fasi iniziali di un progetto, infatti, sono richieste figure professionali diverse rispetto alle fasi finali. La parte creativa, narrativa ed artistica si definisce in larga parte all'inizio dello sviluppo. Successivamente servono prevalentemente bravi tecnici, spesso molto specializzati, in grado di portare in vita la visione iniziale del progetto.

Inoltre numericamente all'inizio si cerca di tenere al minimo le persone impegnate, così da evitare grosse perdite nel caso in cui il progetto non vada in porto. Con l'avvicinarsi della data di uscita, quindi, un numero sempre maggiore di persone viene arruolato. E, nonostante questo, i periodi di crunch sono prolungati, anche in caso di rinvio della data d'uscita, come è successo con Cyberpunk 2077.

Terminato il gioco, solitamente, non c'è più bisogno di questi specialisti che si spostano di progetto in progetto migliorando sensibilmente il CV e si spera lo stipendio. L'industria è sufficientemente dinamica per garantire sempre nuove opportunità e non lasciare a casa quasi nessuno.

Negli ultimi tempi, però, sono le "teste coronate" a cambiare aria. A memoria non ricordo un periodo nel quale a ridosso di pochi mesi cambiano così tante cose. Nelle scorse ore il director di Gears of War Rod Fergusson lascia Microsoft per Diablo 4 di Blizzard, qualche ora prima il papà di Rockstar Games, Dan Houser, lascia la compagnia ed esce di scena. Poi parliamo del creatore di Dragon Age, Mike Laidlaw, che lascia Ubisoft dopo appena 14 mesi o Andrew Watkins che lascia Naughty Dog per andare dai Ninja Theory. Allargando la ricerca salterebbero fuori nuovi nomi, come il creative director di Splinter Cell, ma una cosa è abbastanza chiara: c'è fermento nell'aria. Alcuni tornano all'ovile, altri costruiscono "dream team" come The Initiative, lo studio di Xbox che è pronto col suo nuovo gioco.

Sony, Microsoft, Nintendo, Google, Amazon, stanno tutte cercando di attrarre le menti creative più fervide in vista della nuova generazione. Per EA le nuove console faranno "impazzire le persone", dato che saranno in grado di dare ai creativi gli strumenti per creare nuovi generi.

Quel che è sicuro è che, con tutta probabilità, saranno i giocatori gli unici a beneficiare di questo melting pot: l'importante è che per ingaggiare la star di turno non si levino risorse alla ricerca e allo sviluppo. E soprattutto che non si cominci con un vero e proprio calciomercato, dove non è più importante il risultato della partita, ma la squadra nella quale si giocherà l'anno successivo.