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L'ex-presidente di Sony Online dice la sua sul rifiuto al cross-platform da parte di Sony

La motivazione dietro al gran rifiuto di Sony per il multiplayer cross-platform non è propriamente difficile da intuire, ma Smedley lo dice chiaro e tondo

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   19/06/2018
Fortnite
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John Smedley era il presidente di Sony Online, diventata successivamente Daybreak Games e staccatasi dunque definitivamente dalla casa produttrice nipponica, ma si tratta comunque di un personaggio che probabilmente ha vissuto da vicino alcune dinamiche interne a Sony per quanto riguarda la gestione dei giochi online, dunque la sua valutazione su tutta la questione del multiplayer cross-platform può essere presa in considerazione.

La vicenda è tornata particolarmente sotto i riflettori a causa del blocco imposto da Sony all'utilizzo degli account di Fortnite creati su PlayStation 4 su altre piattaforme, in particolare su quella Switch dove il titolo Epic sta registrando un nuovo e travolgente successo. Di fatto, chi ha creato il proprio account e personaggio su PlayStation 4 può utilizzarlo solo su PlayStation 4, con tutto quello che concerne in termini di progressi, ore giocate, contenuti sbloccati e acquistati. Considerando che su Switch il gioco è stato scaricato in poche ore da oltre due milioni di utenti e il successo planetario di Fortnite, è facile capire come mai la vicenda del blocco imposto da Sony stia facendo anche il giro dei media generalisti.

Secondo quanto riferito da John Smedley, la spiegazione di tale veto è molto semplice: si tratta di soldi. Al di là delle dichiarazioni sulla protezione dei bambini e cose del genere che vennero fatte all'epoca del blocco su Minecraft, Smedley riferisce chiaramente che già qualche anno fa Sony impediva l'applicazione del cross-platform per questione di soldi: "Non volevano che qualcuno comprasse qualcosa su Xbox e poi la utilizzasse su PlayStation", ha affermato l'ex-presidente di Sony Online su Twitter. "Semplicemente. Una ragione abbastanza ottusa ma eccola qui". La spiegazione riguarda soprattutto gli spostamenti degli account legati a eventuali DLC e micro-transazioni, più che il gioco multiplayer online, ma il concetto secondo Smedley è che la motivazione è squisitamente venale.

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