La notizia della chiusura di quattro studi di Bethesda da parte di Microsoft, nello specifico Tango Gameworks, Arkane Austin, Alpha Dog Games e Roundhouse Studios , ha fatto scalpore tra i giocatori Xbox, o meglio gli appassionati, quelli che seguono con interesse il panorama videoludico (dubito che il giocatore medio sappia cos'è Tango Gameworks o addirittura che conosca Hi-Fi Rush o Prey), da alcuni ritenuta una mossa imperdonabile che ha intaccato la fiducia nei confronti dell'ecosistema verdecrociato di Microsoft.
La mossa di conseguenza è stata ampiamente discussa in rete in queste ore sotto vari angoli di osservazione, tra utenti inferociti e addetti ai lavori che hanno criticato apertamente la decisione di Microsoft, vedi il dissenso Dinga Bakaba, creative director di Arkane Lyon, che ha chiesto di considerare il lato umano della vicenda per gli sviluppatori, o le accuse mosse da Forbes, che ha definito la dirigenza di Xbox inaffidabile. C'è anche chi invita alla calma e alla riflessione, come l'ex presidente di Blizzard Mike Ybarra, che ha preso le difese di Phil Spencer (il capo di Xbox), e Thomas Mahler, boss di Moon Studios (studio autore di Ori and the Blind Forest e No Rest for the Wicked), che, pur non apprezzando la manovra, invita comunque a non abbracciare la "cultura della rabbia" senza conoscere tutti i retroscena sulla vicenda.
Xbox predica bene e razzola male?
Effettivamente la questione si potrebbe analizzare da vari punti di vista, volendo anche da quello di Xbox, per quanto in maniera superficiale. Grazie alla campagna acquisti degli ultimi anni la divisione gaming del colosso di Redmond ha raggiunto un organico enorme e vanta sotto la sua ala tantissimi studi. Nel momento in cui dall'alto viene chiesto di ridurre i costi, si parte da ciò che viene ritenuto superfluo, ciò che non genera profitto o addirittura potrebbe causare delle perdite, senza guardare in faccia nessuno (perché sì, le aziende puntano al profitto e si basano su freddi numeri, non sono delle Onlus). In tale ottica le chiusure di Tango Gameworks e Arkane Austin hanno perfettamente senso: la prima con The Evil Within e Ghostwire Tokyo (Hi-Fi Rush, invece, sarebbe un "grande successo" per Microsoft, ma ci torno dopo) non ha mai smosso grandi numeri o ricevuto chissà quale apprezzamenti, mentre ad Arkane Austin dobbiamo un ottimo ma commercialmente irrilevante Prey e un flop clamoroso come Redfall.
Tuttavia credo che tutti questi ragionamenti non dovrebbero interessare minimamente il giocatore, che non essendo né azionista di Microsoft né un ex-dipendente degli studi chiusi, dovrebbe limitarsi a valutare solo il risultato e le considerazioni che lo riguardano: gli studi chiusi non esistono più e, per quanto le loro IP rimarranno in mano a Microsoft, probabilmente non vedremo mai un seguito di Hi-Fi Rush o un gioco a modo suo unico come Prey da parte di Arkane Austin, e che di fatto le azioni della divisione Xbox non coincidono con le parole e le promesse fatte da Phil Spencer e compagni nei mesi e anni scorsi, vuoi perché sono state di circostanza o perché effettivamente sentite ma non rispettate dall'alto della dirigenza di Microsoft (il che sarebbe ancor più grave, dato che significa che dall'alto della compagnia non c'è la massima fiducia sul progetto Xbox).
Facciamo solo un paio di esempi pratici e perfettamente calzanti alla vicenda. Ricorderete sicuramente il flop di Redfall, uscito in condizioni talmente pessime da far dubitare del futuro di Arkane Austin. Eppure all'epoca Phil Spencer, durante una diretta dove aveva fatto mea culpa, aveva dichiarato: "sono un team di grande talento - amo quel team, e lo amo ancora, e scommetterò assolutamente su di loro per fare un altro grande gioco".
Invece, a voler dar credito a Aaron Greenberg, la chiusura di Tango Gameworks è inspiegabile, considerando che "Hi-Fi Rush è stato un grande successo in tutte le metriche e aspettative chiave" per Microsoft, soddisfattissima dell'operato dello studio. O, ancora, ricordiamo le parole di Sarah Bond, attuale presidente di Xbox, su come la compagnia aveva imparato la lezione dalla chiusura di Lionhead Studios (autori di Fable).
Tutte dichiarazioni invecchiate male e ora tornate indietro come un boomerang, intaccando la credibilità di Xbox, almeno agli occhi degli appassionati, e sinceramente mi risulta difficile biasimare chi ora guarda con sospetto anche le altre promesse fatte da Spencer e soci durante la famosa diretta chiarificatrice del futuro di Xbox di pochi mesi fa (che a molti ha lasciato più dubbi che altro), dove sono stati toccati temi come l'importanza delle esclusive, dell'hardware e del Game Pass come punti chiave della strategia del futuro dell'ecosistema Xbox.