Entrando in sala giochi nella seconda metà degli anni '90 poteva capitare di imbattersi in un gioco meraviglioso. All'epoca il mercato dei coin-op era già in calo in occidente. Presto sarebbe stato abbattuto definitivamente da quello casalingo, dove le nuove piattaforme (pensate a Saturn di SEGA o alla prima PlayStation di Sony) garantivano una qualità sempre maggiore e si andavano affermando esperienze molto diverse e più strutturate rispetto a quelle arcade. Inoltre il 2D era già stato messo all'angolo da DOOM e soci, con i videogiochi 3D che sembravano rappresentare l'unico futuro possibile del settore. Eppure di fronte a Metal Slug: Super Vehicle 001, che girava su hardware Neo Geo, non si poteva rimanere indifferenti, tra sprite grossi, dettagliatissimi e animati alla perfezione, una colonna sonora incalzante, dei boss giganteschi, delle esplosioni fantastiche e degli scenari di una bellezza ammaliante. Del resto era stato sviluppato dallo stesso team dei Gunforce e di In the Hunt, che aveva già di suo un'esperienza enorme con il genere dei run 'n' gun, maturata dentro Irem.
Metal Slug ebbe un successo tale da sopravvivere al fallimento di SNK, rifondata come SNK Playmore, diventando una serie dai molteplici episodi (sette in totale, più le revisioni Metal Slug X e XX), tutti dei run 'n' gun, figli diretti del primo episodio. Immaginate la sorpresa di vederla trasformata in uno strategico a turni isometrico con elementi roguelike nel 2024. Avendo vissuto tutta l'evoluzione della serie, la prima reazione che abbiamo avuto di fronte a Metal Slug Tactics di Leikir Studio, gli stesi di Rogue Lords e dello strano Isbarah, è stata quella di chiederci se potesse funzionare. La risposta è un deciso sì.
Un roguelike difficile
All'inizio di Metal Slug Tactics abbiamo a disposizione soltanto tre personaggi selezionabili: Marco, Fio ed Eri, cui con il tempo se ne aggiungeranno altri, come Ralf, Leona e Clark. La storia che fa da sfondo all'azione è davvero esile: il malvagio generale Donald Morden è tornato (è il leader dell'esercito dei ribelli, apparso praticamente in quasi tutti i capitoli regolari) e a noi spetta il compito di fermarlo per l'ennesima volta. Con lui è tornato il suo esercito, fatto di soldati armati fino ai denti ed enormi veicoli.
Non aspettatevi chissà quali miracoli dal punto di vista narrativo, come del resto non ne hanno mai fatti i capitoli regolari: in questo senso parliamo di un Metal Slug fatto e finito, con qualche dialogo in più ad arricchire il tutto, necessario per dare un contesto e per giustificare il genere, ma senza stravolgimenti.
All'inizio del gioco ritroviamo i nostri eroi nell'area centrale, dove c'è ben poco da fare: per adesso possiamo solo selezionare la squadra, ma presto si sbloccherà un negozio e avremo accesso a una serie di menù di potenziamento che consentono una maggiore personalizzazione. Come genere roguelike vuole, alcuni progressi sono fissi, mentre altri si perdono in caso di sconfitta sul campo di battaglia. Il gioco è strutturato in grosse aree in cui dovremo affrontare delle missioni generate proceduralmente, che selezioneremo in base alle ricompense che offrono. Ad esempio alcune potrebbero fruttare dei rifornimenti, mentre altre dei punti esperienza aggiuntivi per consentire uno sviluppo più rapido dei personaggi, con relativo sblocco di abilità supplementari.
Alla fine dovremo comunque affrontare il boss di turno che, una volta sconfitto, ci permetterà di stabilire un nuovo avamposto da cui partire verso le aree successive. Il livello di difficoltà è molto alto, soprattutto nelle fasi iniziali, quindi non sperate di poter prendere Metal Slug Tactics troppo alla leggera, perché sareste annientati. A dare del filo da torcere sono proprio gli elementi che lo rendono concettualmente originale e che, sulla lunga distanza, ce lo hanno fatto piacere di più.
Il sistema di gioco
Il sistema di gioco di Metal Slug Tacticts è a suo modo unico. L'idea seguita dagli sviluppatori è quella di tradurre il concetto di run 'n' gun in uno strategico a turni. A qualcuno potrebbe sembrare quasi un ossimoro, in termini videoludici, ma il risultato è decisamente superiore alle attese, almeno per quel che riguarda alcune dinamiche che si vengono a creare, molto diverse da quelle di altri strategici.
Sostanzialmente viene premiata la mobilità dei personaggi: più distanza percorrono durante un turno, più aumenta il loro valore di schivata degli attacchi avversari che, se sommato a quello delle eventuali coperture, o di altri bonus, legati all'adrenalina accumulata e ad altre caratteristiche, può portare a difendersi con estrema efficacia pur essendo magari rimasti in campo aperto. A questo sistema si somma quello della sincronizzazione degli attacchi, che vede più personaggi colpire lo stesso bersaglio se lo hanno sulla loro linea di tiro, nel momento in cui un membro della squadra inizia l'offensiva. Vengono quindi premiate le tattiche più spericolate, con il giocatore che è motivato ad aggredire costantemente i nemici, lì dove un approccio più difensivista viene inevitabilmente penalizzato e porta velocemente alla sconfitta. Ad esempio, non muovere un personaggio durante un turno significa che tutti i colpi che subirà nella fase passiva gli causeranno il massimo dei danni.
Il design della maggior parte delle missioni stesso è pensato per dare forza all'idea rendere l'azione il più dinamica possibile, nonostante i turni. Quindi ci si trova in ogni caso immediatamente circondati dai nemici, e ce ne sono alcune in cui gli obiettivi possono sfumare nel giro di un paio di turni se non si sta attenti. Ad esempio a volte viene chiesto di inseguire dei camion per cercare di distruggerli prima che abbandonino l'area, in cui praticamente non si può stare mai fermi se non si vuole rimanere troppo indietro, mentre altre volte bisogna difendere un personaggio che corre verso il punto di fuga della mappa, incurante dei nemici, tanto da costringere ad anticipare i suoi passi per fornirgli copertura, anche a rischio dei nostri preziosi punti vita.
I boss stessi richiedono delle tattiche estremamente mobili per essere affrontati, come la nave corazzata, che vede i personaggi correrle intorno schivando i suoi colpi e quelli dei miliziani, evitando allo stesso tempo di finire in acqua per via della distruzione delle piattaforme che compongono il livello; o come un robot enorme che si muove da una parte all'altra della mappa e che costringe, infine, a una corsa disperata per evitarne la furia. A rendere il tutto più complesso, ma allo stesso tempo gratificante, c'è il sistema di progressione, che tra abilità da sbloccare, caratteristiche da migliorare, potenziamenti per le armi da acquistare e personaggi extra da scoprire, è davvero appagante nel suo aiutare il giocatore ad andare avanti, senza mai rendere l'esperienza una passeggiata di salute.
Se non lo aveste capito, ribadiamo che Metal Slug Tactics è un titolo impegnativo, anche quando giocato al livello di difficoltà minimo, che richiede un approccio unico al campo di battaglia, tanto di risultare davvero fresco, nonostante l'emersione alla lunga di qualche problema. In particolare pensiamo alla ripetitività delle missioni, il cui peso si fa sentire dopo qualche ora di gioco, ma pensiamo anche alla cripticità di alcuni potenziamenti, che rendono difficile valutarne i vantaggi in fase di selezione (avete presente roba tipo: colpendo tre piccioni attivate una difesa bonus del 3% che aumenta dell'1% in base al numero di colpi sparati?), ma che finiscono per orientare parte delle scelte tattiche sul campo, proprio per forzare l'attivazione di certi utilissimi bonus. In questo senso è davvero un Metal Slug: leggero nell'aspetto, ma spietato non appena si impugnano i controlli.
Lato artistico
Dal punto di vista artistico, Metal Slug Tactics fa un lavoro davvero di pregio, traducendo nel nuovo contesto lo stile tipico della serie, senza tentare alcuna rivoluzione. Quindi abbiamo degli sprite colorati e dettagliati, delle ottime animazioni, tante esplosioni e quant'altro, che è più o meno come abbiamo descritto i capitoli run 'n' gun a inizio recensione.
Certo, la visuale è differente, quindi c'è stato un grosso lavoro di adattamento, che possiamo però considerare riuscito alla perfezione, visto che non si sente in alcun modo il peso del passaggio alla nuova prospettiva. Anche gli scenari sono rispettosissimi di quelli originali, con le varie aree che riprendono gli elementi caratteristici dei livelli degli arcade. Stesso discorso per le musiche, che saranno immediatamente riconosciute dagli appassionati. Insomma, Leikir Studio ha fatto di tutto per rendere Metal Slug Tactics un nuovo Metal Slug anche dal punto di vista artistico. Il che non dispiacerà a chi segue la serie da decenni.
Conclusioni
Contro ogni pronostico, Metal Slug Tactics funziona, non solo come strategico, ma proprio come Metal Slug. Il che è un pregio enorme, se ci pensate bene, considerando il cambio netto di genere. Forse diventa un po' troppo ripetitivo con il passare delle ore, problema che un po' lo frena, e l'ingresso in gioco non è dei più agevoli, ma in generale parliamo di un ottimo strategico roguelike, che non fa rimpiangere la mancanza di azione più diretta.
PRO
- Traduce perfettamente il genere run 'n' gun in quello strategico
- Artisticamente un'ottima interpretazione della serie
- Sistema di progressione ben strutturata
CONTRO
- Ripetitivo sulla lunga distanza
- Qualche potenziamento è un po' criptico