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Simon The Sorcerer Origins, la recensione del ritorno tutto italiano del giovane mago

La recensione di Simon The Sorcerer Origins, un'avventura punta e clicca che mira a riportare la serie alle sue origini.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   28/10/2025
Simon nella copertina di Simon The Sorcerer Origins
Simon the Sorcerer Origins
Simon the Sorcerer Origins
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La serie Simon The Sorcerer ha una storia lunga e articolata, che l'ha portata a viaggiare per tutta Europa. Nasce in Inghilterra nel 1993 per opera di Simon Woodroffe e dell'editore Adventure Soft (di suo padre, Mike Woodroffe), che lavorano anche ad alcuni dei capitoli successivi. Nella seconda metà del primo decennio del millennio, la serie fu presa in carico dagli sviluppatori tedeschi di Silver Style Entertainment, che svilupparono Simon the Sorcerer 4: Chaos Happens (2007), in cui coinvolsero Woodroffe stesso, e Simon the Sorcerer: Who'd Even Want Contact?! (2009), i capitoli più deboli di una serie già minata da Simon the Sorcerer 3D. Le vicende del maghetto pasticcione sembravano essere definitivamente concluse, o almeno così si pensava fino all'annuncio degli italiani Smallthing Studios di Massimiliano Calamai, che hanno svelato al mondo Simon The Sorcerer Origins, prequel della serie che racconta l'arrivo di Simon nel Mondo Magico. Per chi non lo conoscesse, Calamai è un nome storico dell'industria dei videogiochi italiana, attivo sin dagli anni 90, con alle spalle titoli quali Fightin' Spirit e Pray for Death.

Ritorno alle origini

Simon The Sorcerer era un'avventura punta e clicca classica alla LucasArts che, pur essendo uscita in un'epoca in cui il genere stava già subendo un declino commerciale evidente, riuscì a ritagliarsi un suo spazio grazie a una scrittura brillante, pregna di umorismo inglese, e alla qualità dei suoi puzzle. Quel mondo fatto di giganti addormentati, maghi non proprio brillanti e feste di compleanno tristissime, rapì letteralmente i giocatori.

Gli ultimi capitoli pre Origins provarono strade diverse, per andare alla ricerca di un pubblico moderno, ma fallirono, a causa anche di una scrittura tutt'altro che brillante. Smallthing Studios, che evidentemente ha visto del potenziale in Simon, ha però deciso di provare a rivitalizzare la serie, facendo letteralmente quello che viene annunciato dal sottotitolo del gioco: tornare alle origini. Quindi via gli elementi action e via il 3D, per riabbracciare un sistema punta e clicca classico, che chiede di cercare e raccogliere oggetti da usare con altri oggetti dello scenario o dell'inventario e di parlare con tanti personaggi differenti, che non mancano di creare delle situazioni esilaranti.

Non che siano assenti degli accorgimenti per rendere il tutto adatto anche a un pubblico che non abbia almeno 40 anni, a partire dall'interfaccia, ottima sia che si giochi con il mouse, sia che si utilizzi un controller, tanto che abbiamo portato a termine l'avventura giocando un po' su di un PC fisso, un po' su Steam Deck (ogni tanto la fisiologia chiama).

C'è anche Sordid, tranquilli
C'è anche Sordid, tranquilli

Qualsiasi sistema si utilizzi, i punti interattivi sono sempre chiarissimi, perché possono essere richiamati con la pressione di un tasto, mentre non ci sono ambiguità sulle meccaniche di utilizzo degli oggetti. È presente qualche piccola lungaggine, come dover usare certi oggetti direttamente su Simon invece che poterlo fare nell'inventario, ma sono inezie cui ci si abitua velocemente. Manca, invece, un sistema di consigli integrato, tipo quello del recente Return to Monkey Island, che poteva tornare utile ai giocatori meno smaliziati nella seconda parte della storia, quando gli enigmi si fanno più complessi. C'è da dire che ad alcuni avere una guida presente direttamente nel gioco non piace molto come soluzione, perché rappresenta una tentazione a prescindere. Ci troviamo di fronte al classico caso in cui ognuno farà le proprie valutazioni.

I problemi di Simon

Ma cosa racconta Simon The Sorcerer Origins? Simon è un ragazzino normale, anche se molto dispettoso e poco amante dello studio e della disciplina. All'inizio lo vediamo nella sua nuova casa, subito dopo il trasloco, mentre esplora delle stanze che ancora non conosce. Qui finisce trasportato nel Mondo Magico dove, senza darsi per vinto, inizia a cercare un modo per tornare indietro, finendo invischiato in una storia che comprende tanti incantesimi, una profezia, un'accademia magica e molti personaggi sopra le righe, vecchi e nuovi nella serie. Simon di suo non è un tipetto che le manda a dire e adotterà ogni possibile stratagemma per compiere la sua missione, dal rubare soldi da una cassetta delle offerte di una chiesa, al creare strane pozioni.

Simon all'inizio del gioco, senza ancora il suo cappello
Simon all'inizio del gioco, senza ancora il suo cappello

Per chi se lo stesse chiedendo, il livello della sceneggiatura è decisamente superiore a quello dei capitoli tedeschi, che da questo punto di vista erano davvero deficitari. Gli autori di Smallthing Studios hanno invece riempito il gioco di dialoghi asciutti e brillanti, di citazioni gustose e di battute divertenti.

Simon the Sorcerer, Sword of Sodan 2 e gli altri giochi di Smallthing Studios Simon the Sorcerer, Sword of Sodan 2 e gli altri giochi di Smallthing Studios

Nonostante i toni scanzonati del gioco, in cui il sarcasmo di Simon la fa da padrone, non aspettatevi un titolo semplice. Diciamo che c'è una prima parte, di circa un'ora o poco più, che serve per acclimatarsi al gameplay e farsi coinvolgere dalla storia, quindi inizia una crescita del picco di difficoltà legata a diversi fattori, prima di tutto la possibilità di modificare determinati oggetti con i cappelli aggiuntivi di Simon, che aumentano non poco le combinazioni di oggetti disponibili.

Simon visiterà diversi luoghi nel corso dell'avventura
Simon visiterà diversi luoghi nel corso dell'avventura

Anche qui: se siete degli avventurieri navigati vi ritroverete sicuramente a casa e passare molti minuti a ragionare sui vari puzzle, con la concreta possibilità di dover ricorrere a una soluzione nel caso rimaniate bloccati, mentre se siete nuovi al genere potreste essere spiazzati dalla sfida e dalla mancanza completa di aiuti. Del resto, parliamo di un gioco che mira a mettere alla prova intellettualmente il giocatore, cosa che riesce a fare con successo nelle circa 7-8 ore della sua durata complessiva (il tempo può variare a seconda della velocità con cui risolvete i puzzle).

Qualche errore, ma puzzle eccellenti

Certo, alcuni piccoli errori ci sono, come un puzzle in particolare in cui, pur essendo chiaro cosa bisogna fare (aprire un certo passaggio usando un certo oggetto), non è possibile farlo finché non si è parlato con un determinato personaggio, che non è immediato collegare al puzzle stesso (che fatica non dare anticipazioni).

C'è anche una bacchetta magica
C'è anche una bacchetta magica

In altri casi bisogna esaminare più volte certi oggetti prima che Simon sputi il rospo e dia delle informazioni essenziali. Origins non è la prima avventura a farlo, ma è un altro di quegli aspetti che gli avventurieri provenienti dagli anni '80 e '90 possono comprendere al volo, mentre immaginiamo che le nuove leve faticheranno ad apprezzare. Ora, non fraintendete: in media Simon The Sorcerer Origins ha dei puzzle eccellenti e molto vari, che vanno da dialoghi in cui bisogna capire cosa vuole sentirsi dire un certo personaggio a pozioni da creare usando oggetti improvvisati, a quadri da posizionare in un certo modo e in un certo ordine. Senza scendere troppo nei dettagli, sono dei puzzle veri e non messi lì per fare da cornice alla storia, il che farà sicuramente piacere ai... completate voi.

Dal punto di vista tecnico, Simon The Sorcerer Origins è una piccola produzione. La grafica cartoon disegnata a mano è davvero piacevole al colpo d'occhio, ma alcuni limiti nelle animazioni sono evidenti, con la presenza di molti trucchi atti a mascherarli, come mettere Simon di fronte agli oggetti per coprirli così da non dover animare l'azione che sta compiendo. Si tratta di compromessi che immaginiamo si siano resi necessari per arrivare alla conclusione dello sviluppo, di un gioco oltretutto mirato a una nicchia. Se pensate che lo stesso Return to Monkey Island non ha venduto proprio milioni di copie, capirete che non è possibile spingere troppo, in termini produttivi, quando si parla di avventure punta e clicca.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, GoG, PlayStation Store, Microsoft Store, Nintendo eShop
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (14)
8.9
Il tuo voto

In linea generale abbiamo deciso di dare un voto alto a Simon The Sorcerer Origins perché ci è piaciuto davvero molto, ma mai come in questo caso è giusto contestualizzare bene cosa rappresenta quel numero. Di nostro lo abbiamo voluto premiare per segnalare agli appassionati delle avventure alla LucasArts e simili che si tratta di un titolo pensato per loro. Lo è fino al punto da fare delle scelte che, invece, potrebbero risultare indigeste a chi le avventure punta e clicca le mastica poco. Ma Smallthing Studios ha definito bene il suo pubblico, senza alcun possibile fraintendimento, togliendo tutti quegli elementi alieni al genere inseriti nel corso degli anni da altri studi per provare ad attrarre chi le avventure non sanno nemmeno dove stanno di casa. È una scelta radicale, chiaro, e qualcuno potrebbe anche considerarla negativamente, lecito, quindi fate le vostre valutazioni, sperando che le nostre siano abbastanza chiare.

PRO

  • Puzzle mediamente eccellenti
  • Un punta e clicca puro, ma ottimo da giocare anche con un controller
  • Ottima scrittura

CONTRO

  • Pochi puzzle non proprio chiarissimi
  • Radicale in alcuni aspetti