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Call of Duty: Mobile, nove mesi dopo

Call of Duty: Mobile continua a macinare numeri straordinari su iOS e Android, ma com'è cambiato lo sparatutto prodotto da Activision nel giro di nove mesi?

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   14/07/2020

Call of Duty: Mobile ha fatto il proprio debutto sui dispositivi iOS e Android esattamente nove mesi fa, raggiungendo fin da subito un obiettivo ambizioso: cambiare il panorama degli sparatutto in ambito mobile.

Caratterizzato da un sistema di comandi touch eccellente, altamente personalizzabile e affiancato ben presto dal supporto per i controller Bluetooth, il gioco vanta infatti un gameplay in grado di riprendere le meccaniche che hanno costruito negli anni lo straordinario successo del franchise.

Battuti blockbuster assoluti come Fortnite e PUBG Mobile con 250 milioni di download, giunto ormai alla Stagione 8, com'è cambiato il titolo prodotto da Activision nel corso del tempo?

Accessibilità e interfaccia

La prima cosa che si nota tornando su Call of Duty: Mobile dopo tanto tempo sono le scelte effettuate dagli sviluppatori in termini di accessibilità. Al contrario di Call of Duty: Warzone, che da questo punto di vista lascia effettivamente perplessi con i suoi oltre 200 GB di spazio occupato su disco, lo sparatutto disegnato per iOS e Android utilizza un sistema di download a scompartimenti stagni, evitando le lunghe attese di scaricamenti supplementari una volta installata l'applicazione e lasciando alla scelta dell'utente l'ottenimento delle mappe che man mano sono state aggiunte al pacchetto. L'eventuale necessità di tirare giù ulteriori dati, inoltre, si adatta dinamicamente all'esperienza fermando i download nel caso in cui si stia giocando.

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Oltre a queste piccole ma importanti attenzioni, l'interfaccia è stata arricchita di svariati elementi in corrispondenza all'aggiunta di nuove opzioni e modalità, il che ha portato inevitabilmente ad affollare la schermata iniziale, tanto da doverla dividere in schermate multiple legate alle funzioni principali dell'esperienza: partite classificate, multigiocatore e battle royale. Nonostante l'enorme quantità di icone e collegamenti, Call of Duty: Mobile riesce nell'ardua impresa di non essere troppo invasivo nel proporre le microtransazioni, che possono essere valutate per accelerare la progressione in determinate modalità e ovviamente per l'acquisto dei pass stagionali grazie a cui ottenere ricompense extra durante le partite. Non risultano tuttavia mai obbligatorie: si gioca benissimo anche senza spendere nulla.

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Contenuti e opzioni

Mappe e modalità sono chiaramente i contenuti su cui gli sviluppatori di Call of Duty: Mobile si sono focalizzati per arricchire l'esperienza. Rispetto agli esordi il numero degli scenari disponibili è raddoppiato, continuando a seguire la filosofia del revival con il ritorno di alcune fra le mappe più popolari tra i numerosissimi fan del franchise, alcune delle quali dotate di caratteristiche relativamente insolite per uno sparatutto mobile in termini di dimensioni. Le partite non diventano tuttavia mai dispersive, le due fazioni in gara entrano in contatto nel giro di pochi secondi e così il ritmo si mantiene piuttosto sostenuto, a tutto vantaggio del divertimento. Sul fronte delle modalità non c'è stato bisogno di limare nulla, anzi l'enorme quantità di utenti sempre online ha consentito agli autori di valorizzare al meglio ogni singola stipulazione, mantenendo intatto il percorso di progressione che consente di accedere a nuove feature man mano che si sale di livello.

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Anche sul fronte delle opzioni si notano tanti particolari di grande rilevanza. I comandi, che come detto funzionano molto bene anche nella connotazione touch, possono essere personalizzati in tanti modi diversi, partendo dalle due impostazioni principali e passando per le tante regolazioni relative alla sensibilità degli stick. Il tutto viene suddiviso per ogni modalità di gioco, così che si possa adattare il proprio stile al contesto senza il bisogno di modificare qualcosa ogni volta che si passa dalle partite in multiplayer al battle royale, ad esempio. Utilizzare un controller Bluetooth rende l'esperienza molto più vicina a quella disponibile su console, ma per assurdo è necessaria una maggiore attenzione alle opzioni per evitare di ritrovarsi con facilitazioni e assistenze che diventano controproducenti quando si ha a disposizione un dispositivo di input reale.

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Gameplay e grafica

Veniamo quindi agli aspetti più importanti: come si è evoluto nel corso del tempo il gameplay di Call of Duty: Mobile? Il gioco è stato lanciato dopo un lungo periodo di test e potendo contare sulla grande esperienza del publisher, dunque l'impianto originale è rimasto intatto e dopo nove mesi si conferma ancora ottimo. Al netto delle inevitabili riduzioni rispetto all'esperienza fruibile su PC e console, il titolo riesce infatti a riprodurre in maniera fedele le meccaniche tradizionali della serie, coinvolgendoci in sequenze frenetiche e spettacolari. C'è un problema di bilanciamento? La domanda è legittima, se consideriamo quanto sia facile eliminare gli avversari quando si utilizza un controller, sebbene in realtà gli utenti vengano divisi in base ai comandi utilizzati. Di certo gli sviluppatori hanno prestato particolare attenzione al netcode, ed è per questo che le partite si rivelano così soddisfacenti: i colpi arrivano a destinazione, non si verificano particolari episodi di lag e dunque la frustrazione di una sconfitta immeritata viene ridotta al minimo.

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Per quanto riguarda invece la grafica, gli autori hanno ovviamente dovuto fare dei sacrifici per preservare ricchezza visiva, un set di animazioni efficace e la fluidità, un aspetto davvero fondamentale. Per questo è possibile selezionare diversi preset qualitativi, impostare o meno il frame rate a 60 fps, nonché attivare ulteriori opzioni grafiche che rendono più o meno pesante il lavoro a carico della GPU. La modalità battle royale è per forza di cose quella più impegnativa, e infatti su iPad Pro ci si ritrova spesso a dover rinunciare a qualcosa per poter godere di un maggior numero di fotogrammi. Il risultato finale resta tuttavia valido e perfettamente adeguato al focus dell'esperienza, che dopo diversi mesi appare ormai consolidata e non ha perso neanche un pizzico del proprio smalto.