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Death Stranding, il simbolismo nel nuovo gioco di Kojima

Proviamo a dissipare qualche ombra attorno al simbolismo di Death Stranding

SPECIALE di Luca Porro   —   16/07/2019

Death Stranding non è un gioco qualunque: sia esso destinato a entrare nell'olimpo dei grandi titoli o a fallire miseramente nel colpire i cuori dei videogiocatori, verrà sicuramente ricordato. La grande forza del titolo, in questo periodo pre-lancio, è stata la cultura della (non) comunicazione del suo ideatore, Hideo Kojima: forte della sua influenza, ha scientemente evitato di comunicare dettagli "spoilerosi" sul gioco. Utenza e addetti ai lavori quindi, si sono sbizzarriti nell'analizzare i trailer e nello speculare sulle mille teorie che starebbero alla base della narrativa del titolo Kojima Productions. Oggi però non vogliamo ulteriormente addentrarci in bizzarre o non fondate idee, bensì occuparci della simbologia del titolo che forse, in maniera incomprensibile, è passata quasi sottotraccia. Che siano veri o no, visto che col maestro di Setagaya non abbiamo potuto parlare per scoprirlo, questi riferimenti e citazioni di cui vi renderemo edotti nascono da fonti e basi certe e da elementi culturali che probabilmente hanno sfiorato le idee di Kojima.

Iconografia alchemica

Quando si parla di Alchimia, chissà per quale motivo, la prima immagine che si materializza nella mente è quella di un anziano uomo incanutito, dalla lunghissima barba, intento a mescolare sostanze di dubbia provenienza tra ampolle di diversa grandezza sulla sommità di una torre. Proviamo per una volta a rimuovere questa immagine, perché medicina e alchimia sono molto più legate di quello che si possa pensare. Nell'antichità, prima della nascita della medicina moderna, l'alchimia fungeva da terapia per i malanni (assieme a rimedi preparati in maniera naturale) e ricopriva il ruolo che attualmente è insito nella chimica. Vi basti pensare che dall'infuso della corteccia di Salice, usato come antifebbrile in passato, la chimica moderna alla fine dell'800 ha identificato l'acido acetilsalicilico, farmaco che quotidianamente usiamo; oppure all'uso nei secoli del mercurio e dei suoi composti come antisifilitico. Nell'alchimia (così come nella medicina moderna) inoltre, l'oro ricopre diversi ruoli: vi basti pensare che i sali d'oro venivano utilizzati in tempi ancora recenti per la cura dell'artrite reumatoide. Ma come tutto ciò si collega a Death Stranding? Partendo dall'oro, sappiamo che nella simbologia del titolo Kojima esso è un elemento importantissimo che viene mostrato non solo come accessorio (la maschera di Troy Baker, il bracciale di Léa Seydoux), ma anche come elemento sovrannaturale in grado di essere legato alle anime e di simboleggiare la rinascita dopo le misteriose piogge che precedono l'arrivo delle BTs.

Death Stranding Screenshot 7

Proprio il significato di rinascita/ricrescita è estremamente importante in alchimia, non solo attorno all'oro ma anche nella più generale iconografia alchemica. Lo Splendor Solis, manoscritto alchemico del XVI secolo attribuito a Salomon Trismosin (maestro di quel Paracelso, grande medico e alchimista svizzero che diede il nome allo Zinco) è pieno di immagini rappresentanti il percorso di rinascita alchemica nelle quali possiamo riconoscere similitudini con lo sviluppo del feto durante la gravidanza fisiologica. In un ambito completamente diverso, spiccano le analogie con rappresentazioni religiose delle cosiddette Madonne del Parto, nelle quali la raffigurazione di Gesù può assumere forme naturalistiche riferibili al feto nel suo sacco amniotico. È chiaro come la medesima rappresentazione si rifletta nelle celebri scene di Norman Reedus assieme al BB (Bridge Baby) non solo per la presenza di un feto, di un contenitore molto simile concettualmente al sacco amniotico e dell'immaginario che circonda il BB, ma anche perché in diverse scene e immagini, Reedus è stato immortalato nella stessa identica posizione (posizione verticale con il feto al centro del grembo) in cui vengono rappresentate le Madonne del Parto e le ampolle alchemiche dello Splendor Solis. Per concludere la parentesi sulla rinascita/ricrescita, vi basti pensare che ad Amsterdam vicino agli studi di Kojima Productions (si tratta di una coincidenza o v'è qualcosa di più?) è sito il Vrolik Museum in cui è presente e osservabile la collezione di feti e di embrioni basata sugli studi di Gerard e Willem Vrolik importanti anatomisti e anatomopatologi olandesi dei secoli XVIII e XIX, che hanno dedicato la vita allo studio dello sviluppo del corpo umano.

Death Stranding Alchimia

Sociologia e ambientalismo

Superato il simbolismo medico-alchemico, che riflette il lato culturale di Kojima (vista la sua passione per l'arte e la cultura, testimoniata anche dal fatto che il suo account Instagram è pieno di foto di quadri, mostre ed eventi), ritroviamo in Death Stranding diversi riferimenti ancor più astratti che riprendono filosofie e concetti sociologici e ambientalisti. Lo spiaggiamento dei pesci, le incessanti piogge acide, la presenza di interiora e carcasse sui mezzi militari simboleggiano la distruzione della natura che l'uomo si lascia dietro di sé ogni volta che porta conflitto e dolore con le sue campagne di guerra. Il petrolio infine, feticcio di un'epoca in cui la corsa all'oro nero ha lasciato forse più macerie che guadagni e progresso, dimostra come il forte stampo ambientalista si rifletta in Death Stranding, proprio perché l'impronta autoriale nel titolo è decisamente più marcata che in altri. Ricordiamoci che il maestro di Setagaya è nato nel 1963, due anni prima di un'altra grande mente giapponese: quel Satoshi Tajiri che ha ideato i Pokémon. Quella generazione nacque in un momento particolare della storia giapponese, un momento in cui il paese visse una grande crescita economica (gli anni Sessanta) legata soprattutto all'accessibile prezzo del petrolio. Il rapporto con la natura era estremamente forte in quel periodo e fu uno degli elementi cruciali per il mantenimento di una solida base culturale durante l'influenza statunitense di quegli anni. Vi basti pensare che l'hobby principale dei bambini giapponesi al tempo, era il collezionismo di insetti.

Death Stranding Screenshot 1

Ultimo elemento, ma per questo non meno importante, del simbolismo di Death Stranding è la questione dei collegamenti. L'alienazione delle persone dalla società è un enorme problema attuale; essa viene riportata a specchio in quegli Stati Uniti d'America frammentati che fanno da sfondo al titolo di Kojima. Fenomeni come il suicidio e la depressione non hanno trovato spazio nella comunicazione di Death Stranding finora, ma è chiaro che nell'ombra dell'ignoto aleggiano più che rumorosamente. L'alienazione dei giovani, così come anche degli adulti, nella società giapponese è vissuta come un grosso fallimento del sistema produttivo locale. Nati negli anni '90 con lo scoppio della bolla finanziaria e immobiliare, l'alienazione e i conseguenti suicidi vissero il loro picco proprio durante la Grande Depressione del Sol Levante di quegli anni, periodo che Kojima visse intensamente essendo quello in cui si affermava come autore. È impensabile dunque che tutto questo non sia stato preso in considerazione nel momento in cui l'autore ha inserito nel gioco la sua volontà di far cooperare i giocatori al fine di collegare le città alienate.

Death Stranding Screenshot

Il simbolismo di Death Stranding è un simbolismo forte, in cui si possono trovare diverse tipologie di riferimenti a livello sociologico e culturale. L'importanza e lo spessore dell'autore fanno sì che questi simboli conferiscano al titolo un'aura importante e sicuramente estremamente affascinante. L'ermetismo di alcuni dettagli hanno fatto sì che attorno al titolo si creasse un mistero coinvolgente, ma non manca molto prima che tutto ciò venga svelato e si dissipi come i fumi di un'ampolla, tra i nodi di una barba, in cima a una torre, in un'epoca passata.