Un nuovo DOOM? Ma non vi siete un po' stancati di questi FPS? Basta davvero, c'è bisogno di altro. E poi potevano almeno riprendere la serie Quake. Come dite?! C'è un mitragliatore caricato a teschi e uno scudo che è anche una sega elettrica? Quando esce? Battute a parte, l'annuncio di DOOM: The Dark Ages all'Xbox Showcase non è stato proprio una sorpresa, considerando che era stato anticipato settimane prima. Ciò non toglie che quando è apparso ha subito catturato l'attenzione generale perché sembra proprio ciò che un nuovo DOOM deve essere: una sinfonia metal di esplosioni, sangue e armi talmente assurde da fare il giro e diventare oggetti di culto (dateci quello scudo... ora).
Da DOOM a DOOM
Id Software non è solo una software house storica, ma anche una abbastanza prolifica per gli anni che stiamo vivendo. Non che riesca a lanciare un gioco all'anno, ma considerando che DOOM è uscito nel 2016, Quake Champions nel 2017 (in closed beta), DOOM Eternal nel 2020, e DOOM: The Dark Ages uscirà nel 2025 (e non stiamo contando DLC, remaster e riedizioni varie), evidentemente ha trovato un suo ritmo, favorita dalle enormi competenze interne in ambito tecnologico e dalla scelta di rimanere ancorata a un genere che conosce alla perfezione, anche perché lo ha in qualche modo canonizzato (altri tempi e altri sviluppatori).
La Id Software attuale pare essere uno studio dalle idee davvero chiare, considerando che Hugo Martin, il director di DOOM Eternal prima e ora di The Dark Ages, già nel 2021 aveva spiegato quella che sarebbe stata l'ambientazione del nuovo gioco in un'intervista con Polygon: "Magari potremmo raccontare la storia di quando il DOOM Slayer arrivò per la prima volta in quel posto con le Sentinelle, con un'ambientazione più medieval fantasy". Così è stato, verrebbe da chiosare. Del resto già in The Ancient Gods Parte 1 e 2, i due DLC narrativi di Eternal, c'erano chiari indizi su dove sarebbe andata a parare la serie. A ogni modo, il trailer visto all'Xbox Showcase ha fugato ogni dubbio.
Il trailer
Uno dei momenti migliori del filmato è quando il Doom Slayer afferra un teschio e lo usa per ricaricare una mitragliatrice, iniziando a falcidiare demoni come se fossero palloncini. È uno di quei passaggi talmente sopra le righe da essere risultato in qualche modo sublime. In generale l'intero video è un inno a un certo modo di intendere il genere, che attualmente si ritrova soprattutto guardando verso la scena indipendente, dove i boomer shooter (sparattutto in prima persona che per il gameplay e la tecnologia guardano alle origini del genere) prolificano, perché la comunità che li segue è stanca di giochi addomesticati come i Call of Duty e simili.
La musica metal pompa a palla, il Doom Slayer ha un design a suo modo miracoloso, che parte da quello dello space marine del DOOM originale senza risultare ridicolo. Era così già nel 2016, l'anno del reboot, ma ora la sua figura appare in qualche modo ancora più imponente, forse perché è sopravvissuta ai rischi connessi al dover ripartire da zero in una serie così importante. Quando lo vediamo afferrare lo scudo sega di cui sopra e fare a pezzi dei demoni lanciandoglielo addosso, come se fosse un Capitan America uscito dall'inferno, viene da pensare che chi ha realizzato il trailer le ha azzeccate davvero tutte, ossia ha dato al pubblico potenziale di DOOM: The Dark Ages proprio quello che desiderava, senza stare a tergiversare o a tentare strade alternative. Come non godere quando il Doom Slayer alza lo scudo e para i colpi a ritmo con la musica di sottofondo?
Uno strano Medioevo
Il Medioevo stesso del gioco è solo un condimento di un piatto che pare a suo modo troppo invitante per essere rifiutato. Ci sono quindi castelli e oscure foreste in fiamme, ma anche cannoni e città volanti. La corazza stessa del Doom Slayer non è propriamente medievale, nonostante il mantello di pelliccia (che fa molto guerriero nordico) e alcuni tocchi di classe come la catenella attaccata in vita. È un mischione, ma uno di quelli che sembrano coscienti di esserlo e che affermano la loro natura con una grande fierezza.
Ci sono scudi, ma anche una doppietta intagliata lavorata da chissà quale artigiano, ci sono demoni corazzati, veicoli, draghi con ali metalliche ma, soprattutto, si spara tantissimo, tra nemici minori che vengono sterminati e quelli più grossi che sembrano resistere meglio ai colpi impegnando il nostro eroe in combattimenti più impegnativi (dei duelli veri e propri?). C'è una specie di robot gigantesco che pare potremo guidare, così come pare che si potranno cavalcare dei draghi, almeno stando alla scena finale in cui ne vediamo uno con in groppa il Doom Slayer inquadrato con un taglio decisamente videoludico. Insomma, nel trailer ci sono talmente tante suggestioni pensate per gli appassionati più radicali degli FPS che è davvero difficile trovarci qualcosa di sbagliato.
Del resto Martin ha spiegato in un'intervista con Games Radar+, che il punto di partenza di The Dark Ages è stato il primissimo DOOM, in cui ogni proiettile contava, perché i movimenti erano soprattutto orizzontali e il giocatore stava lì a schivare i colpi più lenti.
E il bello di come è stato presentato il nuovo capitolo è proprio questo: DOOM: The Dark Ages potrebbe essere molto diverso da DOOM Eternal, che si sviluppava soprattutto in senso verticale, ma riuscendo a soddisfare lo stesso la comunità di DOOM grazie al suo focus su alcuni elementi fondamentali. Per Martin, in DOOM Eternal il giocatore si sentiva come un caccia F22, mentre l'obiettivo di The Dark Ages è di farlo sentire come un carro armato. Quindi il giocatore sarà più potente e rimarrà di più a terra, in quello che si prospetta essere un vero e proprio ritorno alle radici della serie. "Stiamo rimettendo di nuovo al centro la necessità di mirare facendo strafe. Schiverete ondate di proiettili, come accadeva nel DOOM originale, per arrivare poi a colpire al petto i nemici con il Super fucile a pompa". Gli scontri a fuoco si svolgeranno quindi in arene più piatte e dense rispetto ai capitoli precedenti.
id Tech alla riscossa
In questo senso sarà d'aiuto anche la nuova versione dell'id Tech, il motore di gioco che ha permesso di creare battaglie contro un numero impressionante di demoni. Si parla di decine, se non proprio centinaia, di nemici presenti contemporaneamente nelle arene: "La tecnologia ci sta permettendo di creare alcuni spazi davvero grandi e di migliorare l'intelligenza artificiale, con le armi che sembrano le più potenti mai viste in un DOOM".
Del resto, la storia stessa richiedeva un approccio brutale: "In questo gioco siete un'arma di distruzione di massa," ha spiegato Martin, che poi ha continuato "Ci piace descriverlo come una guerra medievale contro le forze infernali in cui tutto sta andando male. I buoni stanno perdendo e voi siete l'opzione nucleare". Insomma, si uccideranno demoni a profusione su una scala che non ha precedenti per i DOOM. Non vediamo l'ora.