10

LoLverse: a che punto siamo con l'universo espanso di Riot Games?

Tra titoli usciti e in produzione, quello di League of Legends è un mondo che va ben oltre l'iconico MOBA e include GdR, picchiaduro, cardgame e titoli mobile.

LoLverse: a che punto siamo con l'universo espanso di Riot Games?
SPECIALE di Riccardo Lichene   —   08/05/2023

Sono anni che League of Legends non è più un semplice MOBA ma un vero e proprio universo narrativo stracolmo di storie da raccontare e di modi di giocare differenti. Se volessimo provare a datare la nascita del LoLverse, rumor a parte, dovremmo scegliere l'ottobre del 2019 quando Riot Games ha dato seguito a quella S alla fine del nome annunciando diversi nuovi giochi che stava sviluppando internamente.

Con la nascita di Riot Forge, poi, lo sviluppatore americano posseduto da Tencent ha dato un segnale chiarissimo della sua volontà di espandere ancora di più l'universo narrativo del suo MOBA. La missione di questa etichetta è quella di "espandere l'universo di League of Legends e consentire ai giocatori di vivere il mondo di League come mai prima d'ora", cosa che si è già concretizzata con tre videogiochi (l'ultimo dei quali è appena uscito) e una serie TV e che continuerà con altri due titoli già annunciati ed esperienze ancora in fase di sviluppo di cui non si sa nulla.

In questo speciale sul LoLverse e le sue molte diramazioni parleremo di quello che Riot Games ha pubblicato, di quello a cui sta lavorando e delle ipotesi su quali siano i piani degli sviluppatori per espandere ancora di più l'universo di Runeterra. In tutto questo non si può non menzionare Arcane, la serie TV realizzata insieme a Netflix il cui debutto a scosso le fondamenta dell'industria videoludica dimostrando la qualità raggiungibile con un prodotto crossmediale fatto bene e la cui seconda stagione è in lavorazione.

I parenti stretti di League of Legends

Anche se non è stato il primo, cronologicamente, ad arrivare nelle mani dei fan, League of Legends Wild Rift è certamente il parente più stretto del gioco originale perché si tratta della sua versione per smartphone. A distinguerlo dal fratello maggiore, poi, sono una serie di differenze che sono state adottate per adattare l'esperienza all'ecosistema mobile. Innanzitutto, il parco campioni, che nella versione pc è di 163 eroi unici, in Wild Rift si ferma a 96, ma quello che differenzia maggiormente i due prodotti è l'approccio al gameplay. Il mondo mobile chiede rapidità di apprendimento e facilità di utilizzo ai giochi che vogliono essere davvero popolari quindi Riot ha dovuto necessariamente semplificare il suo MOBA: la mappa è più piccola, c'è una funzione di auto mira dei bersagli, il sistema degli oggetti è molto meno stratificato, i match sono più corti e caotici e lo stile grafico è stato rielaborato. Nel 2022, poi, si parlava di un possibile approdo su console visti tutti questi interventi di riprogettazione, ma questa possibilità non si è ancora concretizzata.

L'altro parente stretto di League of Legends è Teamfight Tactics, nato come una modalità del MOBA e ora applicazione a sé stante con un proprio circuito esportivo. TFT è un auto-battler, ovvero una sorta di partita a scacchi in cui si usano i campioni di League of Legends come pezzi e il risultato di un incontro è determinato dalla loro potenza e dal loro posizionamento nel campo di gioco con i personaggi che si combattono autonomamente. Anche qui i campioni più iconici di LoL tornano ad essere protagonisti, ma con un modo di giocare radicalmente diverso dal prodotto originale. Qui la bravura sta nel costruire un roster di personaggi il più efficiente possibile in modo da creare sinergie di squadra e spiazzare l'avversario. Teamfight Tactics non è neanche lontanamente popolare quanto il gioco originale, ma è riuscito a ritagliarsi una sua nicchia di appassionati che, aggiornamento dopo aggiornamento, scalano le divisioni e competono in un circuito mondiale che Riot ha da poco annunciato di voler rilanciare.

Runeterra Mayhem

Dopo un iniziale successo, Legends of Runeterra si è assestato nella sua nicchia all'interno del LoLverse
Dopo un iniziale successo, Legends of Runeterra si è assestato nella sua nicchia all'interno del LoLverse

A completare il terzetto di nuove aggiunte annunciate nella prima ondata di espansione del LoLverse c'è Legends of Runeterra, un gioco di carte collezionabili uscito per Android, iOS e PC. Come Hearthstone utilizza personaggi e ambientazioni di World of Warcraft, così Legends of Runeterra utilizza i campioni e i luoghi di League of Legends per dare vita a carte e incantesimi con cui darsi battaglia. Questo gioco utilizza molto bene le Regioni di Runeterra (l'intero mondo dell'universo di LoL) come meccanica per cui in un mazzo non possono essere presenti carte originarie di più di due regni. Purtroppo dopo molto entusiasmo iniziale che ha visto il gioco esplodere in popolarità, Legends of Runeterra non è più al centro dell'attenzione nel mondo dei cardgame e si limita a coltivare la sua base di fan con espansioni magre e un circuito esportivo non troppo sviluppato o seguito.

A fare da ponte tra i giochi che abbiamo raccontato finora e il mondo dei titoli narrativi per giocatore singolo c'è un'esperienza folle e divertente che ha visto rinforzarsi ancora di più la partnership tra Riot Games e Netflix. Stiamo parlando di Hextech Mayhem: A League of Legends Story, un rhythm game sviluppato da Choice Provisions ed edito da Riot Forge che vede Ziggs far esplodere un sacco di cose a ritmo di musica. Questo titolo è uscito su PC, Nintendo Switch e su Netflix, nella loro sezione Gaming, alla fine del 2021. L'arrivo di questo gioco poche settimane dopo il successo planetario di Arcane è stata una mossa davvero intelligente da parte di entrambi i protagonisti perché ha dato modo alle persone incuriosite da questo universo di "toccarlo con mano" attraverso un videogioco divertente e poco impegnativo, senza la necessità di cimentarsi con la complessità di LoL.

Riot Forge, presente e futuro

Insieme a Hextech Mayham, che di storia ne aveva proprio poca, è uscito Ruined King: A League of Legends Story, un gioco di ruolo a turni con una narrativa ben sviluppata e il primo vero passo nelle esperienze per giocatore singolo di Riot Games. Questo titolo ambientato a Bilgewater vede eroi come Miss Fortune, Ahri, Braum, Yasuo e altri incrociare i loro destini in un'avventura ben scritta che, nonostante un gameplay un po' ripetitivo, ha dimostrato il potenziale narrativo dell'universo di League of Legends. Poche settiane fa, poi, è uscito The Mageseeker: A League of Legends Story (qui c'è la nostra recensione) che vede come protagonista Sylas e il regno di Demacia. Quest'altra avventura per giocatore singolo tutta incentrata sulla storia è un gioco di ruolo d'azione in pixel art con un sistema di combattimento rifinito e ben sviluppato e in grado di intrecciare molto bene le vite di alcuni dei campioni più iconici di LoL come Garen, Lux e Morgana.

Riot Forge, poi, ha in serbo altri due titoli per i fan degli spinoff narrativi di LoL. Il primo è Conv/rgence: A League of Legends Story, un platform narrativo con protagonista Ekko ambientato tra Piltover e Zaun, le due città che abbiamo visto in Arcane, che uscirà il 23 maggio. L'altro, e senza dubbio il più atteso vista la tenerezza della storia che racconta, è Song of Nunu: A League of Legends Story che dovrebbe uscire entro il 2023. Sviluppato da Tequila Works, lo studio dietro RiME, questa avventura vedrà Nunu e Willump esplorare il mondo congelato del Freljord con i due eroi intenti a risolvere enigmi per ritrovare la madre scomparsa del primo. In più sappiamo di altre storie attualmente in lavorazione presso studi di sviluppo esterni a Riot ma che potranno pubblicare i loro lavoro sotto l'etichetta Forge che fino ad ora non ha sbagliato un colpo.

Project A e il lontano MMO

Project L è il picchiaduro di Riot Games pensato per le competizioni  che potremmo vedere tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024
Project L è il picchiaduro di Riot Games pensato per le competizioni che potremmo vedere tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024

Riot Games sembra quasi aver rubato una pagina allo statuto della Blizzard perché, senza eccezioni, i suoi giochi escono "quando sono pronti" come ci hanno detto in diverse occasioni. Così è stato per Valorant, poi diventato un fenomeno competitivo globale, e così sarà per Project L, il picchiaduro in 2D tutto orientato alla scena esport attualmente in lavorazione in California. La grafica ricorda quella degli acquarelli di Arcane e la complessità di mosse, prese, contrattacchi e abilità speciali sembra quasi quella di Street Fighter. Ci saranno eroi unici, stage ambientati nei vari regni e un ecosistema competitivo che vuole rivaleggiare con quello dei picchiaduro più blasonati. Non abbiamo una data di uscita ufficiale né per la beta né per il prodotto finito ma i lavori di sviluppo sembrano a buon punto quindi, se Project A seguirà lo stesso copione di Valorant, potremmo aspettarci di vederlo a inizio 2024.

Molto più misterioso ed evasivo, l'MMO di Riot Games è certamente il titolo più atteso dalla maggior parte dei fan. Su questa esperienza si sa veramente poco se non che è in lavorazione e che l'ormai ex vicepresidente di Riot Games lo ha quasi annunciato con un tweet nel 2020. Se la sua data di rilascio possiamo immaginarcela nel futuro non certo prossimo, fine 2024 minimo, non è così improbabile che qualche immagine trapeli (come è successo con Valorant) o che l'azienda rilasci almeno un teaser trailer visto l'interesse imperituro che la community sta dimostrando per questo progetto. Il potenziale narrativo è enorme e la vastità di personaggi, regioni e avventure possibili renderebbero l'esperienza longeva e solida. Quello degli MMO, però, è un mare difficile da navigare ma Riot ha un seguito talmente grande che non farebbe fatica a popolare i suoi server di abbonati che non possono fare a meno delle storie di Runeterra.