The Blood of Dawnwalker è senza ombra di dubbio una delle sorprese più gradite di questa Gamescom 2025. Nella cabina di regia del progetto troviamo Rebel Wolves, software house formatasi nel 2022 e che tra le sue fila accoglie molti ex-membri di CD Projekt RED, tra cui spicca Konrad Tomaszkiewicz, CEO e director di questo interessantissimo action-RPG in terza persona.
Avevamo già fatto la conoscenza della produzione nel gennaio del 2025, quando venne pubblicato un suggestivo trailer che ci presentava il protagonista della vicenda. Il buon Coen, nel tentativo di salvare la figlia da una misteriosa malattia, finiva per ritrovarsi invischiato con una congrega di vampiri, prima di essere trasformato a sua volta in una creatura dotata di poteri sovrannaturali.
A Colonia abbiamo avuto il piacere non solo di prendere parte ad una presentazione a porte chiuse del gioco, ma anche di scambiare quattro chiacchiere con Konrad per chiarirci meglio le idee sulle peculiarità di un gioco che ci ha davvero convinti e persino esaltato.
Un protagonista dalle due anime: di giorno e di notte
The Blood of Dawnwalker è ambientato nella medievaleggiante terra di Vale Sangora. In questo regno imperversano una terribile malattia, bande di malviventi ad ogni angolo, comuni cittadini pronti truffare il prossimo e, soprattutto, un manipolo di vampiri, capeggiati dal sinistro Brencis, che comanda con il pugno di ferro una buona porzione di questo scenario.
Guai a definire Brencis un cattivo, tuttavia. Konrad è stato piuttosto preciso a riguardo: non è il classico antagonista mosso da ideali difficilmente condivisibili. Nonostante sia un vampiro, infatti, Brencis è anche il signore del feudo ed è fermamente convinto che solo lui possa guidare gli umani verso un domani migliore, sebbene non possa fare a meno di richiamarli all'ordine con la violenza e di pretendere puntualmente un tributo di sangue, fluido senza il quale i vampiri non posso sopravvivere, come sappiamo bene.
Sin dalla delineazione di questo personaggio, insomma, si evince la complessità narrativa di The Blood of Dawnwalker, un gioco che a detta dei suoi stessi creatori può essere definito come un sandbox narrativo in cui nessuno è totalmente buono o totalmente cattivo, né è possibile prendere scelte completamente giuste o sbagliate.
La storia di Coen si intreccia con quella di Brencis quando quest'ultimo, per motivi ancora non chiarissimi, prende in ostaggio la moglie e figlia del giovane. Deciso a riportarle a casa, il protagonista avrà trenta giorni virtuali per riuscire nel suo intento, una missione disperata e suicida se non fosse che il nostro non è affatto una persona comune.
Nella figura del suo protagonista, difatti, The Blood of Dawnwalker riunisce e ostenta le due facce della stessa medaglia. Coen di giorno è un abile spadaccino, nonché un più che discreto utilizzatore delle arti magiche. Di notte, però, rinuncia al potere conferitogli dalle rune che, letteralmente, si incide sulla pelle, per guadagnare le capacità di un vampiro.
Con la luce del sole il protagonista può insomma dedicarsi all'esplorazione, uno dei cardini del gioco, chiacchierare con i tantissimi abitanti che abitano Vale Sangora e, all'occorrenza, combattere con chi tenterà di mettergli i bastoni tra le ruote. Purtroppo la presentazione ci ha offerto una demo giocata da uno degli sviluppatori, ma da quello che abbiamo potuto vedere e capire il sistema di combattimento sembra complesso al punto giusto. Abilità speciali come il temporaneo accecamento degli avversari, o colpi particolarmente potenti, possono riequilibrare situazioni di pesante inferiorità numerica. La schivata è una tecnica sempre utile per togliersi dai guai. La parata ha pieno effetto solo inclinando la spada con la giusta angolazione. Il medesimo meccanismo gestisce le offensive e basta trovare l'angolo scoperto dell'avversario per mutilare o decapitare lo sfortunato di turno. Come detto, non avendo provato gli scontri in prima persona, non possiamo sbilanciarci più di tanto sulla reattività del sistema di controllo o sul feedback dei fendenti, ma il sistema ci è parso funzionare piuttosto bene, nonostante per alcuni nemici i colpi necessari per prosciugare la barra di salute ci siano parsi fin troppi, a tutto svantaggio del ritmo.
Nella sua forma umana, tra l'altro, Coen non può recuperare la vita perduta se non mangiando qualcosa e persino alcune tecniche magiche non faranno altro che ridurre la sua riserva di punti salute. Insomma, di giorno dovrete stare molto attenti all'andamento di ogni battaglia, viste le relativamente ridotte capacità del nostro di fronteggiare molti nemici alla volta.
Del resto, sarà proprio in queste fasi che Coen proverà a completare le sue missioni anche e soprattutto con il potere della favella e con le sue capacità deduttive. Nella demo, il protagonista doveva rinvenire una portentosa spada celata da qualche parte in una catacomba della chiesa del borgo che stava esplorando. Solo con le giuste domande, e con la giusta insistenza, il giovane è riuscito a strappare le giuste informazioni dal sacrestano che, tuttavia, ha preteso che prima di svelare l'arcano venisse ritrovato un suo aiutante di cui si erano perse le tracce da giorni.
Konrad Tomaszkiewicz, in questo senso, è stato perentorio: non esiste un solo modo per venire a capo del medesimo problema e, per giungere ai titoli di coda, non è nemmeno necessario completare tutte le missioni, né completarne alcuna nello specifico. Incalzato sull'argomento, il director non ha voluto sbottonarsi ulteriormente, ma ha affermato che prima ancora che un'avventura, The Blood of Dawnwalker è innanzitutto un'esperienza narrativa in cui plasmare Coen intorno alle proprie preferenze e, di rimando, il mondo intorno a lui. I trenta giorni come fine ultimo per salvare la sua famiglia, come ci ha confermato Konrad, sono un punto di riferimento, ma nel corso della partita questo termine potrebbe essere anticipato, posticipato, annullato o semplicemente ignorato.
Non sappiamo ancora come il sistema di missioni possa assorbire tutte le incognite del caso, ma il director ci è parso abbastanza sicuro delle sue parole quando ha affermato che non c'è limite alla libertà di agire che avrà Coen e, di conseguenza, il videogiocatore.
Nel corso della demo ci è stato spiegato che il ritrovamento della spada di cui sopra sarebbe stato possibile anche senza dedicarsi alla ricerca dell'uomo scomparso, come invece richiesto dal sacrestano. Per esempio, sarebbe stato possibile farlo studiando attentamente i libri conservati nella chiesa, oppure analizzando alcuni elementi dello scenario.
I poteri del vampiro e la libertà di agire
Stessa missione, stesso fine ultimo, ovvero ritrovare la spada in questa catacomba, ma questa volta di notte. Con il favore delle tenebre Coen rinuncia a buona parte dei suoi poteri magici, ma può contare su quelli garantiti dal suo sangue vampiresco. In questa forma, il protagonista può teletrasportarsi qualche metro più in là, correre sulle pareti verticali e sul soffitto, sguainare i suoi artigli per attacchi rapidi e furiosi. Ovviamente può anche attaccarsi al collo delle sue vittime e succhiare tutto il sangue che gli serve per recuperare vita e, soprattutto, mettere a tacere la sua irrefrenabile sete.
Questo è un elemento di non secondaria importanza, visto che Coen nottetempo avrà costante bisogno di una ricarica di plasma. Non abbiamo visto questa meccanica davanti ai nostri occhi, ma gli sviluppatori ci hanno garantito che in situazioni particolarmente disperate il protagonista attaccherà automaticamente chiunque gli starà di fianco, sia esso un nemico, un malcapitato cittadino o un personaggio fondamentale per completare questa missione.
Coen può sfamarsi attaccando anche semplici animali, ma in alcuni casi sarà costretto ad eliminare innocenti, sempre a conferma che nessun personaggio di The Blood of Dawnwalker è totalmente buono o totalmente cattivo.
Da vampiro, dicevamo, la ricerca della spada perduta ha preso una piega completamente diversa. Arrampicandosi su tetti e campanili, Coen ha fatto irruzione nella biblioteca del parroco, dove ha ottenuto tutti gli indizi necessari per rinvenire in totale autonomia l'ubicazione della catacomba tanto ricercata. Qui abbiamo assistito ad un intenso scontro con un boss, il possessore della spada, inspiegabilmente redivivo e pronto a difendere con i denti il proprio bottino. Rispetto alla versione umana, il Coen vampiro guadagna indubbiamente rapidità, a tutto vantaggio di scontri più fulminei, ma anche dove il margine d'errore si riduce quando il nostro deve fronteggiare creature sovrannaturali come lui. Il suo sfidante, difatti, ostentava attacchi caratterizzati da ampi fendenti, una barra della salute generosissima e un indicatore della resistenza che si svuotava non solo in seguito ad ogni attacco, ma anche dopo ogni parata subita, segno che questa tecnica di difesa avrà la sua importanza nelle battaglie più dure.
Tecnicamente siamo di fronte ad un gioco piuttosto convincente e a suo modo spettacolare. L'utilizzo dell'Unreal Engine 5, piuttosto che di un motore proprietario, a detta di Konrad, ha garantito agli sviluppatori un ambiente di lavoro più stabile. Ciò si traduce in scenari ricchi di dettagli, dall'ampia linea d'orizzonte e con ottimi effetti luce. Anche i modelli poligonali dei personaggi sono ben realizzati e ottimamente animati. Lievemente indietro, almeno per il momento, alcune espressioni facciali, non proprio convincenti, soprattutto considerando la maestosità del resto.
The Blood of Dawnwalker è uno dei titoli più interessanti visti qui alla Gamescom. Questo sandbox narrativo promette faville in termini ludici e narrativi. La libertà promessa al videogiocatore è tale che persino il completamento della missione principale, ovvero il garantire la salvezza della famiglia di Coen, è solo una delle possibili conclusioni di un'avventura che intende essere in primis un'esperienza, un viaggio in cui modellare l'etica e la morale di Coen, in cui interagire con i personaggi che incontrerete lungo il percorso, in cui scoprire se, alla fine dei conti, Brencis sia davvero tanto cattivo come sembra sulle prime. Le premesse sono allettanti, ma le incognite ancora moltissime, a partire dalla data d'uscita del gioco, attualmente fissata in un giorno imprecisato del 2026. Il sistema di combattimento sembra funzionare, il sistema di scelte sembra già rodato, anche graficamente le sensazioni sono quelle giuste, ma ancora non abbiamo accumulato un solo minuto di vero gameplay con il gioco. Anche alla Gamescom, difatti, siamo stati passivi testimoni di una demo giocata dagli stessi sviluppatori. Non vediamo l'ora di mettere alla prova le tante promesse fatteci da Konrad e dal suo team. Se anche solo la metà di quello che ci ha raccontato dovesse rivelarsi vero, allora potremmo trovarci al cospetto di un grande action-RPG in terza persona dalle tinte fantasy.
CERTEZZE
- Gameplay bipartito in due dai poteri di Coen
- Libertà decisionale del giocatore pressocché totale
- Visivamente valido
DUBBI
- I nemici assorbono fin troppi danni rendendo troppo statici gli scontri
- Tutte le promesse fatte vanno provate sul campo